Ariadne
06-11-2012, 18:16
Salve ragazzi,
scrivo per manifestare la mia rabbia ed indignazione in seguito ad un fatto particolarmente increscioso che mi è da poco capitato.
Il mio adoratissimo gattino di appena 6 mesi è morto al terzo giorno dalla castrazione per cause non chiare: intolleranza all’antibiotico prescritto, blocco renale o chissà cos’altro…
Subito dopo essere tornata a casa con il micio, poggiando l’orecchio sul suo addome sentivo come una sorta di sibilio lamentoso che, non essendo un medico, attribuivo al dolore provocato dall’intervento, da quì la mia naturale, forse ingenua, tendenza a trascurarlo; ma forse un medico auscultando avrebbe capito che non era una cosa normale, no? Durante il secondo giorno non ci ho più, fatto caso perché, ripeto non era una cosa visibilmente percettibile ed il gattino sembrava apparentemente star meglio. Quando alle prime ore del mattino del terzo giorno il sintomo si è visibilmente accentuato, respiro affannato accompagnato da continui lamenti, sono volata in ambulatorio e qui un’ora di agonia, in mezzo a vani tentativi di salvarlo, prima di morire. Chissà se accorgendocisi in tempo del malessere del gattino non si sarebbe riusciti a salvarlo, non lo saprò mai.
Mi sento dire: “è una cosa che capita raramente”. Certo, forse è vero: non è il primo gatto che faccio sterilizzare ed una cosa del genere non mi era mai capitata prima d’ora. Ma non me ne frega niente di quanto raramente possa manifestarsi un evento; potrebbe essere anche dello 0,1%, ma credo che la bravura e la serietà dei medici debba anche consistere (otre che in tutto il resto, chiaramente) nel tenersi pronti a far fronte in tempo utile (prima che la situazione degeneri e non ci sia più niente da fare) a situazioni simili. Il fatto che una circostanza si verifichi raramente non significa che non accade mai, significa che si presenta con basse probabilità (correggetemi se sbaglio), ma non per questo un medico può anche non stare allerta.
Quello che voglio dire è che sinceramente non ho mai capito il perché questi piccoli animaletti ci vengano consegnati subito dopo un intervento chirurgico, ancora mezzi addormentati, senza che ci si accerti mediante una meticolosa visita delle loro reali condizioni. E perché durante l’intero periodo della cura non vengono giornalmente monitorati, visitati? Non dovrebbe essere tutto ciò DOVERE di ciascun medico e nostro Sacro Santo diritto, in rispetto di queste piccole vite?
Sia chiaro, io non mi sto scagliando contro nessuno in particolare, ma contro quest’ampiamente diffusa, e a mio avviso, sbagliatissima prassi dei veterinari di mancato monitoraggio in seguito ad interventi, per quanto semplici e frequenti possano essere. Inoltre potrebbe essere utile, se fosse possibile, proporre, a chi lo volesse, di effettuare prove allergiche verso antibiotici ed anestetici eventualmente da utilizzare, dal momento che quanto mi è accaduto, potrebbe malauguratamente capitare a chiunque.
Io spero sinceramente che la mia esperienza possa essere oggetto di riflessione sulle comuni procedure post-operatorie adottate dai veterinari.
scrivo per manifestare la mia rabbia ed indignazione in seguito ad un fatto particolarmente increscioso che mi è da poco capitato.
Il mio adoratissimo gattino di appena 6 mesi è morto al terzo giorno dalla castrazione per cause non chiare: intolleranza all’antibiotico prescritto, blocco renale o chissà cos’altro…
Subito dopo essere tornata a casa con il micio, poggiando l’orecchio sul suo addome sentivo come una sorta di sibilio lamentoso che, non essendo un medico, attribuivo al dolore provocato dall’intervento, da quì la mia naturale, forse ingenua, tendenza a trascurarlo; ma forse un medico auscultando avrebbe capito che non era una cosa normale, no? Durante il secondo giorno non ci ho più, fatto caso perché, ripeto non era una cosa visibilmente percettibile ed il gattino sembrava apparentemente star meglio. Quando alle prime ore del mattino del terzo giorno il sintomo si è visibilmente accentuato, respiro affannato accompagnato da continui lamenti, sono volata in ambulatorio e qui un’ora di agonia, in mezzo a vani tentativi di salvarlo, prima di morire. Chissà se accorgendocisi in tempo del malessere del gattino non si sarebbe riusciti a salvarlo, non lo saprò mai.
Mi sento dire: “è una cosa che capita raramente”. Certo, forse è vero: non è il primo gatto che faccio sterilizzare ed una cosa del genere non mi era mai capitata prima d’ora. Ma non me ne frega niente di quanto raramente possa manifestarsi un evento; potrebbe essere anche dello 0,1%, ma credo che la bravura e la serietà dei medici debba anche consistere (otre che in tutto il resto, chiaramente) nel tenersi pronti a far fronte in tempo utile (prima che la situazione degeneri e non ci sia più niente da fare) a situazioni simili. Il fatto che una circostanza si verifichi raramente non significa che non accade mai, significa che si presenta con basse probabilità (correggetemi se sbaglio), ma non per questo un medico può anche non stare allerta.
Quello che voglio dire è che sinceramente non ho mai capito il perché questi piccoli animaletti ci vengano consegnati subito dopo un intervento chirurgico, ancora mezzi addormentati, senza che ci si accerti mediante una meticolosa visita delle loro reali condizioni. E perché durante l’intero periodo della cura non vengono giornalmente monitorati, visitati? Non dovrebbe essere tutto ciò DOVERE di ciascun medico e nostro Sacro Santo diritto, in rispetto di queste piccole vite?
Sia chiaro, io non mi sto scagliando contro nessuno in particolare, ma contro quest’ampiamente diffusa, e a mio avviso, sbagliatissima prassi dei veterinari di mancato monitoraggio in seguito ad interventi, per quanto semplici e frequenti possano essere. Inoltre potrebbe essere utile, se fosse possibile, proporre, a chi lo volesse, di effettuare prove allergiche verso antibiotici ed anestetici eventualmente da utilizzare, dal momento che quanto mi è accaduto, potrebbe malauguratamente capitare a chiunque.
Io spero sinceramente che la mia esperienza possa essere oggetto di riflessione sulle comuni procedure post-operatorie adottate dai veterinari.