Visualizza Versione Completa : Lasciarlo uscire in giardino?
Ciao a tutti
ho da poco adottato un gattino che ora ha circa 4 mesi, la mia e' una casa di circa 70mq a piano terra. Fin da subito l'ho lasciato uscire in giardino, perché' proprio scalpitava e quando lo lasciavo andare,seppur sorvegliandolo, era felicissimo. Piano piano ora anche se l'ansia e' sempre presente lo lascio uscire altrimenti diventa agitatissimo e combina un sacco di guai.
Purtroppo il mio giardino non e' in sicurezza per cui a volte va dai vicini (molto pazienti) e per ora sembra che eviti la strada adiacente a un lato della casa che e' un poco trafficata (non e' una statale ma le macchine ci passano) a volte rimane anche solo fermo a prendere il suolo nel vano della porta cucina.
Qualcuno mi ha detto che sono una sconsiderata in quanto per la sua felicità lo sto esponendo a grossi rischi ma d'altra parte non posso neanche tenerlo sempre in casa come un bambolotto anche perché lui non lo accetta e aspetta ogni occasione buona per uscire per non parlare degli insistenti miagolii per uscire..
Invece voi come vi comportate? cosa ne pensate? ci sono possibilità che dopo la sterilizzazione si tranquillizzi un po' ? e' possibile insegnargli a non uscire dal giardino?
Io non farei uscire il micio se il giardino non è in sicurezza..non fidarti della strada poco trafficata, basta solo una macchina, un motorino, un malintenzionato, un cane perché succeda una disgrazia...e poi si piange!
Mi piange il cuore ogni volta che vedo un micio spiaccicato sull' asfalto, se succedesse ad uno dei miei non me lo perdonerei mai. Quest' estate io e il mio ragazzo abbiamo costruito un cat run nel mio giardino, completamente chiuso con rete anche sopra. L' ho fatto per Bizet perché a lui piace correre fuori e mangiare l' erba. E' con me da 4 anni ma senza il recinto non l' ho mai fatto uscire prima, troppi pericoli! Si accontentava di uscire nei week end nel cortiletto a casa del mio ragazzo, messo in sicurezza per il suo gatto! La mia gatta che ho adottato già adulta l' anno scorso invece se apro la finestra per farla uscire nel cat run scappa via terrorizzata, ama proprio il comfort della casa e secondo me ha paura di ritrovarsi in strada! Una volta che abitui il tuo micio ad uscire sarà poi difficile tenerlo solo in casa, anche se viene castrato. Per lui il giardino entra a far parte de suo territorio! Io ti consiglio di mettere in sicurezza il giardino (anche una parte se è molto grande) e di farlo uscire solo in sicurezza, altrimenti lascialo solo in casa!
Fantastico il catrun! Non ero informata esistessero😊Purtroppo nel mio giardino non ci starebbe ed essendo una bifamiliare l'altra famiglia non lo consentirebbe neanche... Cercherò di abituarlo a non uscire sperando che il mio appartamentino gli basti😩
Gli basteraˋ.... I miei vivono solo in appartamento e non mostrano alcun desiderio di uscire, inclusi i due ex randagi adottati da adulti. Devi solo creargli tanti stimoli.. meglio ancora sarebbe un fratellino/sorellina!!
Farlo uscire é davvero troppo pericoloso!!!
Gli basteraˋ.... I miei vivono solo in appartamento e non mostrano alcun desiderio di uscire, inclusi i due ex randagi adottati da adulti. Devi solo creargli tanti stimoli.. meglio ancora sarebbe un fratellino/sorellina!!
Farlo uscire é davvero troppo pericoloso!!!
Ma hai una casa grande però...come hai fatto ad abituare i randagi? il mio scalpita per uscire si mette davanti alla porta finestra della cucina e si mette a miagolare. Appena apro qualche finestra per dare aria salta su per uscire. Ma solo il mio e' un tal monello ? :D
Gli ho comprato anche diversi giochi, set di palline, tunnel, scatola con i buchi e costruito scatole in cui può nascondersi ma niente per lui il desiderio di uscire è insostituibile...pensavo fosse perché la signora che me lo ha dato teneva i mici in giardino.:confused:
Io penso che quando abbiamo a che fare con le esigenze del gatto dobbiamo pensare che non è semplicemente un gatto, ma che è quel gatto. Faccio un ragionamento applicabile non solo ai gatti ma tutti gli animali: alcuni gatti possiamo farli soffrire togliendogli lo spazio vitale, cioè l'ambiente di vita. E' una sofferenza che a volte non si vede ma che pesa sulle loro vite, e come dici tu "....non posso tenerlo sempre in casa come un bambolotto...." altrimenti ...diventa agitatissimo e combina un sacco di guai.
La sua necessità non va sottovalutata perché poi si potrebbe ripercuotere negativamente sul suo benessere psicofisico
Quindi se io avessi un giardino farei di tutto e di più per metterlo in sicurezza per lasciare che i miei gatti abbiano uno spazio vitale consono alla loro specie
Con la sterilizzazione si tranquillizzerà ma non smetterà di essere quel gatto :)
Ci sono molti di noi qui nel forum che lasciano uscire i loro gatti in condizioni di sicurezza
linguadigatto
22-11-2016, 10:30
Ci sono molti di noi qui nel forum che lasciano uscire i loro gatti in condizioni di sicurezza
io li lascio uscire in condizioni di non sicurezza a dire il vero. abbiamo eliminato il problema auto ma ci sono le volpi, i cani dei cacciatori, il freddo, e chissà cos'altro. cerchiamo di tenerli in casa di notte e nei giorni di caccia, ma naturalmente quando vogliono fare di testa loro non c'è verso.
io li lascio uscire in condizioni di non sicurezza a dire il vero. abbiamo eliminato il problema auto ma ci sono le volpi, i cani dei cacciatori, il freddo, e chissà cos'altro. cerchiamo di tenerli in casa di notte e nei giorni di caccia, ma naturalmente quando vogliono fare di testa loro non c'è verso.
Ecco, credo che questa sia più o meno la mia situazione.
Abitando in campagna mediamente lontana dalla strada, con tanto terreno che non è possibile cintare completamente, altri animali che vivono in cortile e delle necessità lavorative agricole non posso chiudere completamente l'area che abbiamo destinato a cortile.
La porta di casa, la finestra e la porta finestra della cucina danno direttamente sul cortile. Fin ora abbiamo tenuto chiuso e cercato di limitare le uscite, ma non possiamo pensare di vivere barricati dentro sempre, specie perchè con noi abita anche Maya che nella bella stagione ama stare dentro e fuori. Cercherò di mettere il più possibile in sicurezza il cortile, ma non posso essere completamente sicura che loro in qualche modo non riescano ad evadere.
Asia ha un interesse medio basso per l'esterno e quindi magari non si sposterà tanto, Penny invece appena sente il rumore della porta fa di tutto per fiondarsi fuori. Non posso far altro che affidarmi alla buona sorte e sperare che non riescano ad evadere dal cortile e che nel caso non facciano brutti incontri.
Premesso che non ho un giardino e non so come sia fatto il tuo quindi parlo un po' così...a caso, ma ti è veramente impossibile metterlo in sicurezza? Che ne so magari recintarne solo un pezzo? Mettere una rete abbastanza alta che lui non riesca a scavalcare? :micimiao13:
Io ti capisco, la mia Nana ama stare sul terrazzo a dormire sul suo cuscino o nei vasi o semplicemente spaparanzarsi al sole, solo che il mio terrazzo (4° piano :shy:) non è ancora in sicurezza quindi lei esce solo se ci sono io con lei, spesso se la finestra è chiusa me la ritrovo seduta li davanti a guardar fuori con aria sognante e poi mi guarda con quel musetto implorante che non so proprio dirle di no (fortuna che qua pare sia tornata la primavera, in inverno non so come faremo :confused: )
Ritpetit
22-11-2016, 10:57
Ma hai una casa grande però...come hai fatto ad abituare i randagi? il mio scalpita per uscire si mette davanti alla porta finestra della cucina e si mette a miagolare. Appena apro qualche finestra per dare aria salta su per uscire. Ma solo il mio e' un tal monello ? :D
Gli ho comprato anche diversi giochi, set di palline, tunnel, scatola con i buchi e costruito scatole in cui può nascondersi ma niente per lui il desiderio di uscire è insostituibile...pensavo fosse perché la signora che me lo ha dato teneva i mici in giardino.:confused:
no, non è solo il tuo che è un monello.
E' invece più la normalità di un gatto che vuole uscire di quella del micio che si rifiuta: il gatto è esploratore, territoriale.
Dal momento che ha accesso ad uno spazio nuovo (che sia una ulteriore stanza, a maggior ragione un giardino con odori, suoni, colori nuovi, e magari lucertole, farfalle etc,) è la più assoluta normalità che voglia tornarci: quello diventa SUO nuovo territorio, da esplorare e difendere.
Infatti consiglio sempre di pensarci BENE BENE prima di dare accesso all'esterno al gatto, perché poi è difficile tornare indietro: il micio vorrà accedervi anche se è brutto, se noi non possiamo guardarlo, se nevica.
Aletto ha ragione al 101%, ma io ragiono da gattaro talebano :D: quando e se devo scegliere tra la "prigione" sicura della casa, ed un giardino/terrazzo non in sicurezza non ho dubbi.
Pochi mesi fa Mialuce ha raccontato come una micina di pochi mesi di una sua vicina sia scappata e schiaccita da un'auto in una zona tranquillissima.
Un altro utente come la sua gatta sia stata sbranata dal cane nel giardino dei vicini: non c'era mai andata, stava buona nel loro giardino e osservava dall'alto del muro divisorio il mondo aldilà del suo giardino.
Una volta però la curiosità (che si sa essere l'impersonificazione del gatto) l'ha fatta scendere dall'altra parte.
Una volta, una sola volta ... una volta di troppo!
Per una serie di sfighe il mio Pedro è riuscito ad uscire di casa, scendere nel cortile e uscire dal cancello: mai più visto, e sapete tutto quanti mesi e in che modo l'ho cercato.
La nostra Pippi, l'abbiamo salvata per un miracolo, morsicata quasi a morte.
Sbaglierò, so di non fare il bene al 100% del mio micio, ma per me se il rischio di accessi all'esterno non in sicurezza possono essere anche la sua morte, in casa tutta la vita senza se e senza ma.
Adoravo da ragazzino andare senza casco, d'estate cl vento tra i capelli: mi è sempre andata bene.
Poi per fortuna qualcuno (la legge) ha deciso per me e me lo sono dovuto mettere, così come mia moglie: qualche anno fa è stata presa in pieno FERMA sulla mezzeria della strada, con la freccia, in attesa di svoltare, da un C0gli=ne in scooter: 4 metri di volo, caduta di testa, casco rotto come una noce, TESTA INTERA.
Ma limitava la sua libertà il casco, il suo piacere della brezza nei capelli, d'estate tiene caldo... ma è VIVA perché qualcuno ha deciso di limitarle quelle libertà e piaceri, come IO faccio col mio gatto non potendogli garantire un accesso esterno sicuro.
Poi ognuno fa come meglio crede, agisce in coscienza CONSCIO sei rischi che fa correre al suo gatto, perché basta una volta, una sola volta .. e qualla dannata auto ve lo strazia sull'asfalto o quel cane ve lo sbrana, e non si può tornare indietro.
Si può solo piangere, senza il diritto di prendersela col destino avverso ma solo con se stessi.
Non so proprio come fare a mettere in sicurezza il giardino perché e' condiviso con un'altra famiglia. Il gatto le volte che esce dal giardino per andare in quello del vicino ad esempio, esce dalle fessure del loro cancello. Passa anche dal mio cancello automatico che ha uno spazio tra i bracci e il muro a cui e' fissato! non riesco a modificarlo quello.
I gatti dei miei vicini vengono lasciati liberi anche loro e non e' mai successo nulla, vivo alla prima periferia di un paese e quindi non in città chiaramente, ma le macchine passano eccome....
Dove posso trovare qualche foto per avere qualche idea anche carina su come creare un recinto nel giardino che sia esteticamente accettabile anche da chi non ha questi problemi?
Se ci riuscissi avrei già adottato un altro gattino....
Ritpetit
22-11-2016, 11:04
Premesso che non ho un giardino e non so come sia fatto il tuo quindi parlo un po' così...a caso, ma ti è veramente impossibile metterlo in sicurezza? Che ne so magari recintarne solo un pezzo? Mettere una rete abbastanza alta che lui non riesca a scavalcare? :micimiao13:
Io ti capisco, la mia Nana ama stare sul terrazzo a dormire sul suo cuscino o nei vasi o semplicemente spaparanzarsi al sole, solo che il mio terrazzo (4° piano :shy:) non è ancora in sicurezza quindi lei esce solo se ci sono io con lei, spesso se la finestra è chiusa me la ritrovo seduta li davanti a guardar fuori con aria sognante e poi mi guarda con quel musetto implorante che non so proprio dirle di no (fortuna che qua pare sia tornata la primavera, in inverno non so come faremo :confused: )
Gab .. per te e per tutti quanti: ricordatevi di cosa è un gatto.
Si dice silenzioso come un gatto, rapido come un gatto, fulmineo come un gatto.
Un gatto non lo guardi mai abbastanza: bastano 3 secondi (3 SECONDI!) e il micio vede quella farfalla bellissima sulla ringhiera, e quando tu pensi che il micio possa fare qualcosa...lui l'ha già fatto.
Non prenderla male, non è rivolto a te in particolare, ma se una qualunque persona, uomo, donna, giovane e o vecchio, pensa di poter sorvegliare e prevenire una qualunque mossa fulminea di un gatto, non ha capito niente di come agisce e della potenza e velocità che ha questo splendido felino che adoriamo. ;)
@ linguadigatto @ hannyca
A nome dei miei gatti invidio i vostri gatti, io farei altrettanto!
e anche noi sse ci pensiamo siamo esposti quotidianamente ai pericoli
Quando andrò in pensione forse mi trasferirò a Milano dove vive mia figlia. Le ho già detto: più che una casa mi servirà un giardino. Non starò in campagna perché vorrei stare accanto a lei, ma i miei gatti avranno un giardino, forse piccolo, ma saranno più felici :)
@ Gab84 anche i miei stanno spessissimo in terrazzo, in estate due di loro ci dormono la notte ed ora appena arriva il sole vanno fuori a pulirsi. Finché non farà freddo è aperto 24h
iottisan
22-11-2016, 11:09
Premetto che i miei gatti escono.
Anche io abito al piano terra.
E l'intenzione era quella di tenerli dentro.
E con la gatta non ci sarebbe stato problema.
Il problema è stato Eddie. Il gatto dei vicini gli veniva a fare il dito medio davanti alla finestra. E lui impazziva. Smaniava davanti alla finestra, mi ha distrutto gli stipiti.
E ho pensato che sì, è giusto badare alla loro sicurezza. Ma anche alla loro salute mentale.
Ma non li ho fatti uscire così, apro la porta e ciao.
Li ho portati fuori con il guinzaglio per qualche mese (avevano 6 mesi, erano già entrambi sterilizzati).
Poi li lasciavo liberi con il guinzaglio attaccato e io che li seguivo.
Poi senza guinzaglio ma solo se c'ero fuori io.
Dopo circa un anno mi sono fidata a lasciarli fuori da soli.
E la mia è una zona residenziale a 30 all'ora, senza strade trafficate vicine.
E non hanno MAI dormito una notte fuori.
Lo so che il rischio c'è sempre.
Che in casa sarebbero più al sicuro.
Ma penso che anche i nostri figli (umani) lo sarebbero. Eppure devono poter seguire le loro vite.
Chiaro che i rischi devono essere ben ponderati, e bisogna valutare se il gioco vale la candela.
Secondo me 4 mesi sono troppo pchi per farlo uscire da solo.
E poi non è sterilizzato.
I rischi che si metta nei guai sono troppo alti, troppo.
Tienilo in casa fino ai 6 mesi, fallo sterilizzare e solo dopo, se la zona non è troppo pericolosa, valuta un graduale passaggio alle uscite.
Ma non farlo uscire da non sterilizzato.
Assolutamente. E' da irresponsabili.
Gab .. per te e per tutti quanti: ricordatevi di cosa è un gatto.
Si dice silenzioso come un gatto, rapido come un gatto, fulmineo come un gatto.
Un gatto non lo guardi mai abbastanza: bastano 3 secondi (3 SECONDI!) e il micio vede quella farfalla bellissima sulla ringhiera, e quando tu pensi che il micio possa fare qualcosa...lui l'ha già fatto.
Non prenderla male, non è rivolto a te in particolare, ma se una qualunque persona, uomo, donna, giovane e o vecchio, pensa di poter sorvegliare e prevenire una qualunque mossa fulminea di un gatto, non ha capito niente di come agisce e della potenza e velocità che ha questo splendido felino che adoriamo. ;)
Lo so, lo so, e non la prendo a male figurati, anzi mi sto attrezzando per mettere il tutto in sicurezza, per ora posso dirlo a gran voce: mi ha detto mooolto bene e lei sta gradualmente uscendo molto meno.
Conto di aver sistemato il tutto per primavera ;)
linguadigatto
22-11-2016, 11:32
Ecco, credo che questa sia più o meno la mia situazione.
Abitando in campagna mediamente lontana dalla strada, con tanto terreno che non è possibile cintare completamente, altri animali che vivono in cortile e delle necessità lavorative agricole non posso chiudere completamente l'area che abbiamo destinato a cortile.
La porta di casa, la finestra e la porta finestra della cucina danno direttamente sul cortile. Fin ora abbiamo tenuto chiuso e cercato di limitare le uscite, ma non possiamo pensare di vivere barricati dentro sempre, specie perchè con noi abita anche Maya che nella bella stagione ama stare dentro e fuori. Cercherò di mettere il più possibile in sicurezza il cortile, ma non posso essere completamente sicura che loro in qualche modo non riescano ad evadere.
Asia ha un interesse medio basso per l'esterno e quindi magari non si sposterà tanto, Penny invece appena sente il rumore della porta fa di tutto per fiondarsi fuori. Non posso far altro che affidarmi alla buona sorte e sperare che non riescano ad evadere dal cortile e che nel caso non facciano brutti incontri.
precisamente. come si fa a cintare un ettaro di terreno? e se anche avessi tutti sti soldi per fare una recinzione alta 3 metri a prova di gatto (che a prova di Tesla non c'è NULLA in realtà), poi le volpi come vanno a bere al fiume? e i ricci come tornano alle tane? e soprattutto, i vicini di terreno come ci vanno col trattore al loro noccioleto? ;)
Premetto che i miei gatti escono.
Anche io abito al piano terra....E ho pensato che sì, è giusto badare alla loro sicurezza. Ma anche alla loro salute mentale.....Ma penso che anche i nostri figli (umani) lo sarebbero. Eppure devono poter seguire le loro vite.
Chiaro che i rischi devono essere ben ponderati, e bisogna valutare se il gioco vale la candela.
Secondo me 4 mesi sono troppo pchi per farlo uscire da solo.
E poi non è sterilizzato.
I rischi che si metta nei guai sono troppo alti, troppo.
Tienilo in casa fino ai 6 mesi, fallo sterilizzare e solo dopo, se la zona non è troppo pericolosa, valuta un graduale passaggio alle uscite.
Ma non farlo uscire da non sterilizzato.
Assolutamente. E' da irresponsabili.
Son d'accordo su tutto quello che hai scritto
Ma mi soffermerei su un punto, quello dei nostri figli
Quando compiuti i 14 anni a mia figlia mio marito regalò il motorino quasi morii di paura ma con mia estrema riluttanza uscimmo insieme dapprima in due e guidavo io cercando di farle notare i pericoli, poi io col mio e lei col suo incolonnate e stabilendo il tragitto poi piccoli spostamenti lei da sola. Il motorino è uno strumento che può causare la morte ed il gioco vale la candela? assolutamente no no e no, ma si può far crescere un individuo senza pericoli? no
io li lascio uscire in condizioni di non sicurezza a dire il vero. abbiamo eliminato il problema auto ma ci sono le volpi, i cani dei cacciatori, il freddo, e chissà cos'altro. cerchiamo di tenerli in casa di notte e nei giorni di caccia, ma naturalmente quando vogliono fare di testa loro non c'è verso.
non solo "i cani dei cacciatori" ma a volte "quei cani dei cacciatori" ** che sparano a qualunque cosa si muova.. a una amica di mia mamma hanno sparato e ucciso il cane (un animale buonissimo e di grossa taglia) e i responsabili non hanno nemmeno avuto il coraggio di venire fuori dalla boscaglia.. e vedasi più di recenti il caso di un dobermann ucciso sempre dai cacciatori :(
**scusatemi senza offesa per i cacciatori onesti ed attenti
linguadigatto
22-11-2016, 11:41
@ linguadigatto @ hannyca
A nome dei miei gatti invidio i vostri gatti, io farei altrettanto!
e anche noi sse ci pensiamo siamo esposti quotidianamente ai pericoli
Quando andrò in pensione forse mi trasferirò a Milano dove vive mia figlia. Le ho già detto: più che una casa mi servirà un giardino. Non starò in campagna perché vorrei stare accanto a lei, ma i miei gatti avranno un giardino, forse piccolo, ma saranno più felici :)
e poi vuoi mettere... piantare due erbe aromatiche, un alberello di frutta... :D
linguadigatto
22-11-2016, 11:46
non solo "i cani dei cacciatori" ma a volte "quei cani dei cacciatori" ** che sparano a qualunque cosa si muova.. a una amica di mia mamma hanno sparato e ucciso il cane (un animale buonissimo e di grossa taglia) e i responsabili non hanno nemmeno avuto il coraggio di venire fuori dalla boscaglia.. e vedasi più di recenti il caso di un dobermann ucciso sempre dai cacciatori :(
**scusatemi senza offesa per i cacciatori onesti ed attenti
lasciamo perdere. per me uno che per hobby uccide animali non è a posto con la testa a prescindere da tutto il resto. :dead:
Premetto che i miei gatti escono.
Anche io abito al piano terra.
E l'intenzione era quella di tenerli dentro.
E con la gatta non ci sarebbe stato problema.
Il problema è stato Eddie. Il gatto dei vicini gli veniva a fare il dito medio davanti alla finestra. E lui impazziva. Smaniava davanti alla finestra, mi ha distrutto gli stipiti.
E ho pensato che sì, è giusto badare alla loro sicurezza. Ma anche alla loro salute mentale.
Ma non li ho fatti uscire così, apro la porta e ciao.
Li ho portati fuori con il guinzaglio per qualche mese (avevano 6 mesi, erano già entrambi sterilizzati).
Poi li lasciavo liberi con il guinzaglio attaccato e io che li seguivo.
Poi senza guinzaglio ma solo se c'ero fuori io.
Dopo circa un anno mi sono fidata a lasciarli fuori da soli.
E la mia è una zona residenziale a 30 all'ora, senza strade trafficate vicine.
E non hanno MAI dormito una notte fuori.
Lo so che il rischio c'è sempre.
Che in casa sarebbero più al sicuro.
Ma penso che anche i nostri figli (umani) lo sarebbero. Eppure devono poter seguire le loro vite.
Chiaro che i rischi devono essere ben ponderati, e bisogna valutare se il gioco vale la candela.
Secondo me 4 mesi sono troppo pchi per farlo uscire da solo.
E poi non è sterilizzato.
I rischi che si metta nei guai sono troppo alti, troppo.
Tienilo in casa fino ai 6 mesi, fallo sterilizzare e solo dopo, se la zona non è troppo pericolosa, valuta un graduale passaggio alle uscite.
Ma non farlo uscire da non sterilizzato.
Assolutamente. E' da irresponsabili.
Si' visto che tutti mi dite la stessa cosa sto limitando al massimo le uscite.
A dire il vero nel lasciarlo uscire avevo seguito le indicazioni del veterinario che mi aveva detto di aspettare almeno qualche settimana ma poi di lasciarlo andare e fargli condurre una vita normale anche perché il movimento, il sole e l'aria aperta lo rendono più sano ed equilibrato.
C'e' da dire che comunque di sera non lo lascio mai andare, solo un po' nelle ore più' calde e comunque chiamandolo sempre spesso con la scusa dei crocchi o dando sempre un'occhiata a dove sta giocando.
In questi casi, racconto sempre la mia esperienza. Casa praticamente in campagna, con giardino, su una strada a vicolo cieco in cui passano quasi solo le auto dei pochissimi residenti, facciamo una 20ina al giorno? I gatti della zona escono liberamente e anche i miei.
Mia, a 3 anni, esce e viene investita da un'auto, amputazione di una zampa in cancrena, un calvario per riuscire a far cicatrizzare la ferita, lei che mangia solo con siringa per quasi un mese. Mettiamo una rete su tutta la recinzione, per lei basta, ma l'altra gatta si arrampica su e continua ad uscire. Io insisto per mettere il giardino DAVVERO in sicurezza, ma mio marito dice che è un lavoro impossibile, il giardino è molto grande, poi una parte della recinzione è in comune coi i vicini che non vogliono staffe saldate ecc.
Arriva Tigre, non esce mai dal giardino, una mattina esce, va dagli altri vicini e il loro pastore tedesco gli frantuma (nel vero senso della parola) due zampe. Vivo per miracolo, 3 interventi per salvargli la zampa.
Dopo questa esperienza dò di matto e mettiamo il giardino in sicurezza, aggirando il problema vicini con staffe di legno. Sui cancelli abbiamo messo il plexiglas, ai lati dei cancelli degli spessori in modo che la fessura fosse troppo piccola per passare e per finire filo elettrico :).
Se vuoi nel mio album ci sono delle foto del lavoro in corso d'opera.
Per te se il giardino è in comune forse è più complicato, ma magari un modo lo trovi.
Io, lasciarli uscire mai più, sono stata troppo scottata.
Ma hai una casa grande però...come hai fatto ad abituare i randagi?
No ho una casa di 70 mq e i gatti sono 7. Nessuno di loro ha mai cercato o chiesto di uscire, solo Mimi (una dei randagi adottata da adulta e ancora piuttosto forastica) i primi giorni che era al chiuso [non c'era mai stata] dava qualche segno di insofferenza... Passato il primo momento però si è tranquillizzata ed ora sono REALMENTE SERENI pur non potendo uscire.
Per come sono fatta io però avrei tenuto duro anche se avessero chiesto di uscire.
E se mi permettete il paragone con noi o i figli adolescenti che siamo esposti ai pericoli non mi trova d'accordo. Chi di voi farebbe uscire da solo un bambino di pochi anni? I nostri gatti sono così, come bambini piccoli, troppo esposti ai pericoli...
La mia Milou, che purtroppo è volata sul Ponte a fine settembre, nella sua prima famiglia era libera di uscire in un contesto piuttosto sicuro (zona residenziale con pochissime auto, nessun cane libero, nessun animale selvatico) ma ha contratto la FIV. Ne valeva la pena per qualche ora di libertà? Proprio no!!
Son d'accordo su tutto quello che hai scritto
Ma mi soffermerei su un punto, quello dei nostri figli
Quando compiuti i 14 anni a mia figlia mio marito regalò il motorino quasi morii di paura ma con mia estrema riluttanza uscimmo insieme dapprima in due e guidavo io cercando di farle notare i pericoli, poi io col mio e lei col suo incolonnate e stabilendo il tragitto poi piccoli spostamenti lei da sola. Il motorino è uno strumento che può causare la morte ed il gioco vale la candela? assolutamente no no e no, ma si può far crescere un individuo senza pericoli? no
Però, un figlio cresce "mentalmente", da bambino diventa un adulto, e gli puoi spiegare certe cose ed inizia ad essere responsabile di sé stesso. Certo non elimini il rischio, anche noi adulti guidando super responsabilmente possiamo trovare quello che guida invece ubriaco e ci ammazza. Il controllo su tutto non si ha mai.
Ma un gatto "cresce"? Gli puoi insegnare che l'auto è un pericolo e guardare bene prima di attraversare? Nella mia esperienza, con i miei e gatti di amici, alcuni gatti sembrano "saperlo".
Sembrano avere una percezione del pericolo maggiore e, di fatto, non si mettono mai nei guai e pur uscendo arrivano ad essere anziani. Io credo che la Lizzie, ad esempio, sarebbe una di quelli.
Tanti, muoiono giovani, molto giovani. Lo scorso anno ad una mia amica che li lascia uscire ne sono morte due, due gattine di meno di due anni. Forse è puro c.ulo, ma credo di no, credo che alcuni abbiano maggiori risorse che gli consentono di sopravvivere ai pericoli moderni, per gli altri arriva al selezione.
Il gioco vale la candela? E per chi, per il gatto o per noi? Di fatto il gatto non sceglie, perché "non sa", non ha la visione del futuro che gli consenta di vedersi soffrire per le ferite, menomato o morto.
Però, un figlio cresce "mentalmente", da bambino diventa un adulto, e gli puoi spiegare certe cose ed inizia ad essere responsabile di sé stesso. Certo non elimini il rischio, anche noi adulti guidando super responsabilmente possiamo trovare quello che guida invece ubriaco e ci ammazza. Il controllo su tutto non si ha mai.
Ma un gatto "cresce"? Gli puoi insegnare che l'auto è un pericolo e guardare bene prima di attraversare? Nella mia esperienza, con i miei e gatti di amici, alcuni gatti sembrano "saperlo".
Sembrano avere una percezione del pericolo maggiore e, di fatto, non si mettono mai nei guai e pur uscendo arrivano ad essere anziani. Io credo che la Lizzie, ad esempio, sarebbe una di quelli.
Tanti, muoiono giovani, molto giovani. Lo scorso anno ad una mia amica che li lascia uscire ne sono morte due, due gattine di meno di due anni. Forse è puro c.ulo, ma credo di no, credo che alcuni abbiano maggiori risorse che gli consentono di sopravvivere ai pericoli moderni, per gli altri arriva al selezione.
Il gioco vale la candela? E per chi, per il gatto o per noi? Di fatto il gatto non sceglie, perché "non sa", non ha la visione del futuro che gli consenta di vedersi soffrire per le ferite, menomato o morto.
Quoto tutto!
babaferu
22-11-2016, 13:46
Un gatto non crescerà mentalmente come un figlio ma il suo bisogno di autonomia e libertà rimane.
Il paragone credo fosse rispetto al nostro atteggiamento e alle risposte che mettiamo in campo noi e non a un'eventuale crescita.
Anche io invidio linguadigatto e chi come lei può lasciarli uscire, seppure non in sicurezza assoluta.
Un bacio ba
Un gatto non crescerà mentalmente come un figlio ma il suo bisogno di autonomia e libertà rimane.
Il paragone credo fosse rispetto al nostro atteggiamento e alle risposte che mettiamo in campo noi e non a un'eventuale crescita.
Anche io invidio linguadigatto e chi come lei può lasciarli uscire, seppure non in sicurezza assoluta.
Un bacio ba
Certo. Saro' un'irresponsabile ma non impedirò sempre e in modo assoluto al micio di uscire. Forse questo inverno me la posso ancora cavare ma quando arriverà la bella stagione non sarà proprio possibile fare in altro modo, spero che a quell'ora essendo già castrato si sia un po' calmato nella sua smania di andare fuori.
linguadigatto
22-11-2016, 14:10
Passato il primo momento però si è tranquillizzata ed ora sono REALMENTE SERENI pur non potendo uscire.
Per come sono fatta io però avrei tenuto duro anche se avessero chiesto di uscire.
E se mi permettete il paragone con noi o i figli adolescenti che siamo esposti ai pericoli non mi trova d'accordo. Chi di voi farebbe uscire da solo un bambino di pochi anni? I nostri gatti sono così, come bambini piccoli, troppo esposti ai pericoli...
La mia Milou, che purtroppo è volata sul Ponte a fine settembre, nella sua prima famiglia era libera di uscire in un contesto piuttosto sicuro (zona residenziale con pochissime auto, nessun cane libero, nessun animale selvatico) ma ha contratto la FIV. Ne valeva la pena per qualche ora di libertà? Proprio no!!
questa è la cosa importante, che siano sereni. secondo me potresti anche buttare giù una guida alla gestione corretta dei gatti in appartamento. :)
poi dipende dai casi.. se non esiste uno spazio esterno della casa, non c'è neanche da porsi il problema. altrimenti invece secondo me è giusto soppesare i pro e i contro.
quel che penso però è che i gatti adulti siano adulti, e non bambini. sono individui adulti di cui ci prendiamo cura e che si prendono cura di noi a modo loro.
Un gatto non crescerà mentalmente come un figlio ma il suo bisogno di autonomia e libertà rimane.
Il paragone credo fosse rispetto al nostro atteggiamento e alle risposte che mettiamo in campo noi e non a un'eventuale crescita.
Anche io invidio linguadigatto e chi come lei può lasciarli uscire, seppure non in sicurezza assoluta.
Un bacio ba
Esattamente così ba!
poi un gatto crescerà mentalmente come figlio di un gatto sotto l'attenzione della sua mamma, un piccolo di gazzella crescerà mentalmente come figlio di una gazzella sotto la protezione della sua mamma e via dicendo :) e una volta adulti conosceranno tutto il necessario per essere gatto, gazzella ecc il resto sarà collegato alla soggettività del singolo che applicherà la sua filogenesi e gli insegnamenti materni ad un percorso ontogenetico individuale.
Ogni specie sa fare quello per cui l'evoluzione la natura lo ha selezionato
Non penso si possano plasmare gli animali alle nostre volontà, ma che la relazione debba essere bidirezionale perché ci sia soddisfazione da entrambe le parti
Esattamente così ba!
poi un gatto crescerà mentalmente come figlio di un gatto sotto l'attenzione della sua mamma, un piccolo di gazzella crescerà mentalmente come figlio di una gazzella sotto la protezione della sua mamma e via dicendo :) e una volta adulti conosceranno tutto il necessario per essere gatto, gazzella ecc il resto sarà collegato alla soggettività del singolo che applicherà la sua filogenesi e gli insegnamenti materni ad un percorso ontogenetico individuale.
Ogni specie sa fare quello per cui l'evoluzione la natura lo ha selezionato
Non penso si possano plasmare gli animali alle nostre volontà, ma che la relazione debba essere bidirezionale perché ci sia soddisfazione da entrambe le parti
Scusa ma io mi sono proprio persa. Potresti spiegare in modo più immediato le tue considerazioni?
linguadigatto
22-11-2016, 16:12
Scusa ma io mi sono proprio persa. Potresti spiegare in modo più immediato le tue considerazioni?
si! sarebbe interessante! io a ontoqualcosa ho mollato
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
Ma nessuno di noi vuole (per crudeltà, per sadismo...) tenere il gatto prigioniero godendo del piacere di infliggergli una sofferenza psicologica; vogliamo semplicemente- da padroni forse egoisti- conservarlo il più a lungo possibile e quindi se la situazione non dà garanzie adeguate di sicurezza (non parliamo di sicurezza assoluta, che quella è inattingibile), per me il gatto non esce. Su questo sono nettissima. E non sono nemmeno sicura che sarebbe così smanioso di esplorare i dintorni, se sapesse che può finire sotto le ruote di un'auto, aggredito da un cane o dal primo demente con il pollice opponibile che pensa sia divertente prendere un gatto a calci...
Mi spiace, ma io sono della scuola che è meglio un gatto annoiato e un padrone paranoico che un gatto morto, ferito o permanentemente invalido. Poi ci sono molti modi per venire incontro alle necessità etologiche dentro le mura di casa e sul balcone.
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
A parte che ci sono gatti, come la mia, che non sentono l'esigenza di uscire e anzi quando vede la porta aperta scappa via terrorizzata! Poi non è detto che un gatto che vive solo in casa soffre, basta dargli gli stimoli giusti e se ha un compagno di giochi e le dovute nostre attenzioni si annoierà difficilmente! Il mio gatto sentiva la necessità di uscire e io gli ho costruito un recinto per lui...se non avessi potuto garantirgli un accesso esterno sicuro sarebbe rimasto solo in casa! Mille volte meglio una vita sicura in casa e amato dalla propria famiglia che spiaccicato sull'asfalto! Questa è la mia opinione poi ognuno è libero di fare quello che crede meglio, ci mancherebbe...
Ma nessuno di noi vuole (per crudeltà, per sadismo...) tenere il gatto prigioniero godendo del piacere di infliggergli una sofferenza psicologica; vogliamo semplicemente- da padroni forse egoisti- conservarlo il più a lungo possibile e quindi se la situazione non dà garanzie adeguate di sicurezza (non parliamo di sicurezza assoluta, che quella è inattingibile), per me il gatto non esce. Su questo sono nettissima. E non sono nemmeno sicura che sarebbe così smanioso di esplorare i dintorni, se sapesse che può finire sotto le ruote di un'auto, aggredito da un cane o dal primo demente con il pollice opponibile che pensa sia divertente prendere un gatto a calci...
Mi spiace, ma io sono della scuola che è meglio un gatto annoiato e un padrone paranoico che un gatto morto, ferito o permanentemente invalido. Poi ci sono molti modi per venire incontro alle necessità etologiche dentro le mura di casa e sul balcone.
Quoto ogni parola, virgole e punti!
Ogni specie sa fare quello per cui l'evoluzione la natura lo ha selezionato
Questo è vero. Ma l'evoluzione ha selezionato il gatto per vivere in un mondo dove ci sono della auto, ad esempio? Se giudico dai gatti che vedo spiaccicati ai bordi delle strade, o di quelli degli appelli sui vari gruppi "smarriti", che poi vengono ritrovati investiti, io direi di no. L'alternativa è che la "natura" stia facendo i suo lavoro: tutti i gatti non abbastanza accorti da sopravvivere al pericolo auto muoiono e quelli che invece se la cavano se figliassero potrebbero trasmettere le loro competenze ai cuccioli e verrebbe selezionata una specie di gatto che sta attento prima di attraversare.
La mamma di Morgan, ad esempio, gatta libera di colonia, è morta investita e con lei sarebbero morti i suoi tre cuccioli, se nessuno li avesse trovati e allattati: perché evidentemente lei non era una mamma "adatta" all'ambiente in cui viveva.
Così credo che la gazzella che riesce a scappare al leone, tolta dal suo ambiente naturale, non se la caverebbe altrettanto bene in un centro abitato.
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
Anch'io ho un'idea abbastanza "netta", ma non lo vedo come un prevaricare la mia volontà sulla sua: lo sarebbe se il gatto fosse cosciente del pericolo che corre, e scegliesse di uscire comunque, ma non lo è.
Seguendo questo filo allora anche la sterilizzazione è una prevaricazione e anche le cure.
Quando li ho soccorsi mezzi morti, e ancora sono stati fortunati, non ho proprio pensato "vabbé, è la conseguenza di quello che volevano loro", mi sono sentita terribilmente addolorata e in colpa per averli protetti.
Ma nessuno di noi vuole (per crudeltà, per sadismo...) tenere il gatto prigioniero godendo del piacere di infliggergli una sofferenza psicologica; vogliamo semplicemente- da padroni forse egoisti- conservarlo il più a lungo possibile e quindi se la situazione non dà garanzie adeguate di sicurezza (non parliamo di sicurezza assoluta, che quella è inattingibile), per me il gatto non esce. Su questo sono nettissima. E non sono nemmeno sicura che sarebbe così smanioso di esplorare i dintorni, se sapesse che può finire sotto le ruote di un'auto, aggredito da un cane o dal primo demente con il pollice opponibile che pensa sia divertente prendere un gatto a calci...
Mi spiace, ma io sono della scuola che è meglio un gatto annoiato e un padrone paranoico che un gatto morto, ferito o permanentemente invalido. Poi ci sono molti modi per venire incontro alle necessità etologiche dentro le mura di casa e sul balcone.
Straquoto!
Eˋ nostro DOVERE proteggere gli animali che adottiamo!
A parte che ci sono gatti, come la mia, che non sentono l'esigenza di uscire e anzi quando vede la porta aperta scappa via terrorizzata! Poi non è detto che un gatto che vive solo in casa soffre, basta dargli gli stimoli giusti e se ha un compagno di giochi e le dovute nostre attenzioni si annoierà difficilmente! Il mio gatto sentiva la necessità di uscire e io gli ho costruito un recinto per lui...se non avessi potuto garantirgli un accesso esterno sicuro sarebbe rimasto solo in casa! Mille volte meglio una vita sicura in casa e amato dalla propria famiglia che spiaccicato sull'asfalto! Questa è la mia opinione poi ognuno è libero di fare quello che crede meglio, ci mancherebbe...
Sono d'accordissimo!!
Anch'io ho un'idea abbastanza "netta", ma non lo vedo come un prevaricare la mia volontà sulla sua: lo sarebbe se il gatto fosse cosciente del pericolo che corre, e scegliesse di uscire comunque, ma non lo è.
Seguendo questo filo allora anche la sterilizzazione è una prevaricazione e anche le cure.
Quando li ho soccorsi mezzi morti, e ancora sono stati fortunati, non ho proprio pensato "vabbé, è la conseguenza di quello che volevano loro", mi sono sentita terribilmente addolorata e in colpa per averli protetti.
Quoto anche questo!
Poi mi allontano dalla discussione perché non mi va di polemizzare.. pero' mi chiedo i "sostenitori del gatto fuori" lasciano uscire i loro???
Ritpetit
22-11-2016, 19:05
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
La natura del gatto prevede di figliare, come tutti gli esseri viventi: perché li sterilizziamo?
La natura prevede che l'essere più debole soccomba: perché li raccogliamo piccini dalla strada, li curiamo, ci preoccupiamo della loro alimentazione?
La natura del gatto, in quanto Felino, dovrebbe addirittura considerarci sia dei nemici (e molti lo sono, in effetti) sia dei competitors per cibo e territorio: perché vogliamo farne animali da compagnia?
Per me, lo umanizzerò troppo, ma il MIO gatto è come un fratello, e lo proteggo in tutti i modi di cui sono capace.
Non ti offendere, non ti conosco, non ti sto attaccando: il mio è un discorso più generalista.
Chi ha gatti come animali "da cortile" come erano una volta e come si sono in fondo avvicinati al rapporto con l'uomo (mi sta bene che il gatto stia dalle mie parti, lo nutro anche, così mi libera dai topi -mi sta bene gironzolare dalle parti del bipede, lui non caccia i topi, purtroppo subisco le sue fastidiose carezze ma mi da anche del cibo...) ragiona esattamente come te: a me no0n sta bene, perché HO DECISO IO di avere un gatto, è MIO DOVERE proteggerlo
Chi non ha mai subito la morte straziante di un suo gatto perché è volato da un balcone, perché l'ha schiacciato un'auto, perché l'ha sbranato un cane non metabolizzerà mai il punto di vista delle persone a cui è successo.
Dalle mie parti si dice: troppo facile fare i bulicci ( i gay...) col cul0 degli altri....
Ma nessuno di noi vuole (per crudeltà, per sadismo...) tenere il gatto prigioniero godendo del piacere di infliggergli una sofferenza psicologica; vogliamo semplicemente- da padroni forse egoisti- conservarlo il più a lungo possibile e quindi se la situazione non dà garanzie adeguate di sicurezza (non parliamo di sicurezza assoluta, che quella è inattingibile), per me il gatto non esce. Su questo sono nettissima. E non sono nemmeno sicura che sarebbe così smanioso di esplorare i dintorni, se sapesse che può finire sotto le ruote di un'auto, aggredito da un cane o dal primo demente con il pollice opponibile che pensa sia divertente prendere un gatto a calci...
Mi spiace, ma io sono della scuola che è meglio un gatto annoiato e un padrone paranoico che un gatto morto, ferito o permanentemente invalido. Poi ci sono molti modi per venire incontro alle necessità etologiche dentro le mura di casa e sul balcone.
APPLAUSI.
E' così.
Punto!
Anch'io ho un'idea abbastanza "netta", ma non lo vedo come un prevaricare la mia volontà sulla sua: lo sarebbe se il gatto fosse cosciente del pericolo che corre, e scegliesse di uscire comunque, ma non lo è.
Seguendo questo filo allora anche la sterilizzazione è una prevaricazione e anche le cure.
Quando li ho soccorsi mezzi morti, e ancora sono stati fortunati, non ho proprio pensato "vabbé, è la conseguenza di quello che volevano loro", mi sono sentita terribilmente addolorata e in colpa per averli protetti.
E' l'ennesima discussione dove si parla del fare uscire o meno un gatto, se con pettorina o meno, se mettere in sicurezza o meno balconi e giardini.
Che ci piaccia o meno, la VERA verità è che le nostre città e le strade NON SONO l'abitat del gatto, quindi è nostro DOVERE E RESPONSABILITA' proteggerli da un ambiente pericoloso e a loro ALIENO, se decidiamo di acquistarne/adottarne/ uno
Ma in realtà anche questo discorso può essere visto come sbagliato, è solo il mio (e di tanti altri) punto di vista, e lo posso accettare.
Il mondo è bello perché vario (o avariato, a seconda dei punti di vista...)
Su una cosa però pretendo ci sia il 101% di coerenza:
ognuno faccia come vuole, come può, come coscienza gli suggerisce, ma un domani non faccia passare come disgrazia, come destino avverso, se il proprio micio finisce sotto le ruote di un'auto o nelle fauci di un cane o nelle mani di qualche infame bast@rdo che magari lo tortura ed uccide: quel destino lì lo abbiamo pilotato noi.
Un bambino è in pericolo per la strada, ed infatti non ce lo faccio andare prima di avergli insegnato ed essere sicuro che ha capito: lì sì che poi si può invocare il fato in caso di disgrazia.
Con un gatto mi sgolo tutta la vita per non farlo salire sul tavolo, siamo mica così presuntuosi da pensare di potergli insegnare che un'auto è pericolosa?
Il gatto può essere paragonato ad un bambino, sì... ma di 2 anni!
Qualcuno di voi lo lascia giocare sulla mezzeria della strada?
Ci sono delle sliding doors, ed una volta percorsa una certa strada PER PROPRIA VOLONTA', tutte le conseguenze sono figlie di quella scelta, non del destino cinico e beffardo.
linguadigatto
22-11-2016, 20:19
la città non è l'ambiente del gatto, su questo penso che concordiamo tutti. se io vivessi in città terrei i gatti in casa, punto. o sul balcone\terrazzo\giardinetto, se messo in sicurezza. dovrei farli uscire dove, sul marciapiede? e li terrei comunque anche se non è "la loro natura", perchè amo i gatti, e i gattili sono pieni e una casa ben organizzata è un ambiente ok per il gatto, mentre il box di un gattile no, e una colonia ni. però io non amo tenere i gatti in casa. risultato, ho cercato una sistemazione che mi permettesse di dargli spazio. (e non dico che dobbiamo farlo tutti, eh, non fraintendete.. però non nascondo che parte della valutazione sulla posizione della casa è stata influenzata dall'esigenza di gestire le uscite feline senza ansia da veicoli).
e naturalmente con certe dovute precauzioni: sterilizzazione, antiparassitari, vaccini, e poi accortezze come cercare di tenerli in casa di notte soprattutto nella stagione in cui gli altri predatori sono un po' più a pancia vuota, tenerli in casa nei giorni di caccia (grr)... per esempio questa settimana sono sola, il mio compagno non c'è. io vado al lavoro che è ancora buio, e torno che è già buio. i gatti escono quando arrivo da lavoro e mi accompagnano in legnaia a prendere la legna, stanno fuori mezz'oretta, poi li chiamo per la pappa e fine, dormono dentro e la mattina anche se vogliono uscire si attaccano al tram.
il mio discorso è: se hai una casa in un ambiente che può essere congeniale ai suoi bisogni e discretamente sicuro, secondo me va valutata la possibilità di farli uscire.
per cui, tornando alla domanda di Sylla, io valuterei come fare per garantire un po di aria aperta al micio piuttosto che impedirgli del tutto d'ora innanzi di uscire. appurato che non è possibile evitare gli sconfinamenti e che si trova in un centro abitato, secondo me è bene sterilizzarlo appena possibile, dotarlo di microchip e se lo tollera collarino con targhetta, insegnargli che di notte si sta in casa, insegnargli a tornare al richiamo. valutare come si comporta quando è fuori: è prudente, è avventato, è scemo, o fin troppo furbetto? è coordinato e agile o goffo come una patata? ci sono cani liberi nel vicinato? sono tutte variabili che dovrai valutare tu Sylla, per capire come gestire la faccenda.
E non sono nemmeno sicura che sarebbe così smanioso di esplorare i dintorni, se sapesse che può finire sotto le ruote di un'auto, aggredito da un cane o dal primo demente con il pollice opponibile che pensa sia divertente prendere un gatto a calci...
No un momento, gli animali (quindi parlo in generale, non solo i gatti) non hanno "scelta" d'azione e di pensiero, seguono semplicemente l'istinto. Se sentono fame si rallegrano nel trovare cibo e se sentono sonno si rallegrano ad addormentarsi. Per loro non esiste niente che stia "nel mezzo", se sentono il desiderio di uscire e tu non lo fai non è che il gatto pensa "lo fa per proteggermi", lui è semplicemente seccato che non esegui il suo volere, tutto qua.
Qualsiasi altro discorso a riguardo lo fai tu umano, non lui, e torniamo al discorso che facevo prima, ovvero la volontà del gatto si annulla se opposta a quella dell'essere umano, in pieno stile "la pensi diversamente da me? beh si fa comunque come dico io e stai zitto".
Io in campagna le lascio uscire, però vi confesso che tutti gli anni puntualmente mi prende mezzo infarto quando la sera una delle due non si trova o Chiquita (sempre lei!) si precipita fuori con il buio pesto, appena socchiudiamo la porta. D'accordo che è un luogo relativamente sicuro (la strada non è vicinissima, non è eccessivamente trafficata), ma le cascine nei dintorni pullulano di cani da guardia e alcune anche di cani da caccia e puntualmente i randagini che nutrivamo gli anni passati sparivano, quindi devo dedurre che l'ambiente non fosse poi così sicuro.
Ad ogni modo io vivo per 11 mesi all'anno in città, in una zona abbastanza centrale, un giardinetto non ce l'ho qui a Torino, quindi è giocoforza tenerle in casa.
Il problema è l'elemento "sicurezza", perché dare al gatto l'opportunità di uscire, esplorare, cacciare, vivere da gatto è bellissimo, ma bisogna che possa farlo in un ambiente relativamente privo di pericoli e su questo ognuno in base alle proprie paranoie e alle proprie esperienze ha chiaramente una visione diversa, così come ognuno ha una scala di valutazione diversa su come debba vivere il proprio gatto e come si debba impostare la relazione felino-umano. :)
Qualsiasi altro discorso a riguardo lo fai tu umano, non lui, e torniamo al discorso che facevo prima, ovvero la volontà del gatto si annulla se opposta a quella dell'essere umano, in pieno stile "la pensi diversamente da me? beh si fa comunque come dico io e stai zitto".
Mah, non condivido tanto questa tua posizione; a me piacerebbe poter spiegare alle befane (è il nomignolo collettivo delle mie gatte) che ci sono svariati pericoli e che quindi va bene se escono, ma devono stare attente alle macchine, ai cani, alle persone, ecc... Chiaramente non lo posso fare, loro non sono nemmeno tanto furbe (prova ne é che, sempre in campagna, una guardava una macchina avvicinarsi beatamente spaparanzata in mezzo al vialetto di ghiaia dietro la nostra casa; fortuna che il conducente se n'è accorto e ci ha chiamati) e dunque mi tocca imporre loro quella che è la mia visione del loro bene (o del loro maggior bene).
Avevamo affrontato questo tema in un altro topic (anche abbastanza acceso) qualche mese fa e in quell'occasione avevo detto- e lo penso tuttora- che nel dibattito tra "lasciarlo uscire sì/lasciarlo uscire no" si scontrano 2 opposte definizioni di amore, da un lato quella che concepisce l'amore come il lasciar libero l'altro di seguire la propria strada, il proprio istinto e la propria indole e dall'altro la visione dell'amore come protezione.
Per me "amare un gatto" significa anzitutto proteggerlo; non dico che la decisione di far vivere il gatto, assecondando la sua natura e quindi facendolo uscire se lo chiede, non sia amore o lo sia meno del mio o sia un modo sbagliato di amarlo, ma è una decisione e un'accezione del termine in cui non mi riconosco, quindi per me laddove non ci siano requisiti minimi di sicurezza (ovvero: in un contesto urbano o semi-urbano) il gatto è molto meglio se non esce. Non vedo in questo una violenza fatta alla sua volontà o alla sua individualità, ma l'ottemperanza al dovere di garantirgli una vita al riparo da pericoli, dovere che mi sono assunta nel momento in cui l'ho adottato.
In passato ho avuto anche un gatto che aveva un assoluto bisogno di uscire, altrimenti, rinchiuso tra le 4 mura di casa, impazziva: purtroppo non è durato molto e la perdita è stata straziante per tutti in famiglia. Da quel momento sono diventata molto più intransigente e per fortuna nessun altro gatto ha mai manifestato un bisogno insopprimibile come il suo.
Quoto al 100% ritpetit e serena. Del resto è una discussione che si ripete praticamente uguale ogni volta che arriva qualcuno a chiedere un consiglio :).
Non è in discussione l'amore di chiunque qui per i gatti, sia di chi è propenso ad assecondare la loro parte più "selvaggia" che chi è più protettivo.
Ci sono momenti in cui la volontà del gatto si scontra con la mia, ed in quei casi, se lui corre un pericolo, come "mamma" mi sento in dovere di far prevalere la mia. Se deve prendere una medicina, per esempio, la prende anche se non è molto d'accordo, perché lui non sa valutare le conseguenze.
E' vero, come dice marco, il gatto vive "al momento", ma questo per me significa che, non potendo lui valutare le conseguenze, devo proteggerlo.
Poi evidentemente ognuno ha una percezione del pericolo diversa: un conto è pensare che ci sia una minima possibilità, che quasi non si crede che sia possibile, l'altra è reputarlo un pericolo probabile. Chi come me ci è passato non una, ma due volte, lo ritiene un pericolo molto concreto.
Tigre non è stato aggredito da un cane vagante: era sterilizzato, ha fatto meni di 5 metri, fiducioso com'è dei cani essendo nato e cresciuto con loro è saltato sul muretto di recinzione dei vicini, il cane l'ha preso per una zampa con i denti e l'ha tirato dentro.
Valutare, ok, ma per valutare cosa fa un gatto in caso di pericolo, bisogna vederlo "in azione" e potrebbe essere una volta di troppo.
No un momento, gli animali (quindi parlo in generale, non solo i gatti) non hanno "scelta" d'azione e di pensiero, seguono semplicemente l'istinto. Se sentono fame si rallegrano nel trovare cibo e se sentono sonno si rallegrano ad addormentarsi. Per loro non esiste niente che stia "nel mezzo", se sentono il desiderio di uscire e tu non lo fai non è che il gatto pensa "lo fa per proteggermi", lui è semplicemente seccato che non esegui il suo volere, tutto qua.
Qualsiasi altro discorso a riguardo lo fai tu umano, non lui, e torniamo al discorso che facevo prima, ovvero la volontà del gatto si annulla se opposta a quella dell'essere umano, in pieno stile "la pensi diversamente da me? beh si fa comunque come dico io e stai zitto".
Uh! abbiamo un antropocentrico doc!
Abbiamo uno specista che mette talmente tanta distanza tra l'uomo e le altre specie che addirittura ancora pensa che gli animali seguono semplicemente l'istinto senza sapere che se così fosse non avrebbero bisogno del sistema nervoso centrale perché gli basterebbe il midollo spinale e poco altro. Penso quindi che sia ancora convinto che l'animale sia la macchina cartesiana, e che gli studi sul comportamento siano fermi a Pavlov
Scherzi a parte e tornando a noi, le città non sono l'ambiente ideale per i gatti per gli uccelli per le farfalle per i cani per le lucertole e forse stanno alienando anche noi umani, ma gli animali in città ci sono, la città è piena di animali
@linguadigatto e @Sylla: era questo quello che avete voglia di approfondire?
il resto sarà collegato alla soggettività del singolo che applicherà la sua filogenesi e gli insegnamenti materni ad un percorso ontogenetico individuale.
Se sì, provo a spiegarlo per sommi capi: la filogenesi è quello che differenzia una specie dall'altra (le caratteristiche che sono comuni ad una specie e non ad un'altra) e l'etogramma si sviluppa in parte nella filogenesi è definito dall'informazione genetica, l'ontogenesi è il percorso di vita di un individuo di quella specie che ha il patrimonio filogenetico dei suoi antenati ma che lo fa sia seguendo le orme degli avi sia di volta in volta applicandolo alla sua vita. C'è una rielaborazione del rapporto filogenesi/ontogenesi perché l'ontogenesi riguarda sempre le interazioni con l'ambiente che non sono mai le stesse e quindi il comportamento di un animale, uomo incluso, riguarderà sia l'eredità filogenetica sia la creatività necessaria per affrontare gli avvenimenti della sua vita.
"L'essere animale significa perciò avere sempre una via di fuga rispetto alla filogenesi e ontogenesi. L'animale modifica sempre le sue dotazioni e non ripete mai pedissequamente il dettato" R. Marchesini
Oddio che sonno :shy:
spero di aver chiarito qualcosa e non di aver complicato ulteriormente
iottisan
23-11-2016, 07:47
nel dibattito tra "lasciarlo uscire sì/lasciarlo uscire no" si scontrano 2 opposte definizioni di amore, da un lato quella che concepisce l'amore come il lasciar libero l'altro di seguire la propria strada, il proprio istinto e la propria indole e dall'altro la visione dell'amore come protezione.
Ecco.
Questo riassume in toto il mio pensiero.
Io non cred esista la verità assoluta, ogni caso è a sé.
Perché ogni gatto è diverso, ogni storia è diversa e ognuno di noi abita in una zona che può essere adatta alle uscite di un gatto o no.
Prima dei miei mici di adesso ne ho avuti tre che sono sempre vissuti in appartamento.
Senza manifestare nessun tipo di disagio. Contavo di fare lo stesso con questi due, ma così non è stato, perché il carattere di Eddie non lo permetteva.
Credo che la scelta che si fa debba essere un compromesso tra la sicurezza del micio e la sua salute mentale, valutando pro e contro.
linguadigatto
23-11-2016, 08:23
@linguadigatto e @Sylla: era questo quello che avete voglia di approfondire?
il resto sarà collegato alla soggettività del singolo che applicherà la sua filogenesi e gli insegnamenti materni ad un percorso ontogenetico individuale.
precisamente questo, e sei stata chiarissima, grazie! :kisses:
precisamente questo, e sei stata chiarissima, grazie! :kisses:
Meno male! avevo un sonno! e grazie di cosa?
:)
In questi casi, racconto sempre la mia esperienza. Casa praticamente in campagna, con giardino, su una strada a vicolo cieco in cui passano quasi solo le auto dei pochissimi residenti, facciamo una 20ina al giorno? I gatti della zona escono liberamente e anche i miei.
Mia, a 3 anni, esce e viene investita da un'auto, amputazione di una zampa in cancrena, un calvario per riuscire a far cicatrizzare la ferita, lei che mangia solo con siringa per quasi un mese. Mettiamo una rete su tutta la recinzione, per lei basta, ma l'altra gatta si arrampica su e continua ad uscire. Io insisto per mettere il giardino DAVVERO in sicurezza, ma mio marito dice che è un lavoro impossibile, il giardino è molto grande, poi una parte della recinzione è in comune coi i vicini che non vogliono staffe saldate ecc.
Arriva Tigre, non esce mai dal giardino, una mattina esce, va dagli altri vicini e il loro pastore tedesco gli frantuma (nel vero senso della parola) due zampe. Vivo per miracolo, 3 interventi per salvargli la zampa.
Dopo questa esperienza dò di matto e mettiamo il giardino in sicurezza, aggirando il problema vicini con staffe di legno. Sui cancelli abbiamo messo il plexiglas, ai lati dei cancelli degli spessori in modo che la fessura fosse troppo piccola per passare e per finire filo elettrico :).
Se vuoi nel mio album ci sono delle foto del lavoro in corso d'opera.
Per te se il giardino è in comune forse è più complicato, ma magari un modo lo trovi.
Io, lasciarli uscire mai più, sono stata troppo scottata.
Ciao Mialuce grazie per la risposta ma il tuo album con le della messa in sicurezza del giardino non lo trovato...sono imbranata forse ...l'hai memorizzato insieme alle foto di mia e degli altri gatti?
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
Grazie anch'io la penso nel tuo stesso modo. E pur sentendomi quasi un mostro e comunque limitando al massimo le uscite del gatto, fuori ce lo lascio andare.
la città non è l'ambiente del gatto, su questo penso che concordiamo tutti. se io vivessi in città terrei i gatti in casa, punto. o sul balcone\terrazzo\giardinetto, se messo in sicurezza. dovrei farli uscire dove, sul marciapiede? e li terrei comunque anche se non è "la loro natura", perchè amo i gatti, e i gattili sono pieni e una casa ben organizzata è un ambiente ok per il gatto, mentre il box di un gattile no, e una colonia ni. però io non amo tenere i gatti in casa. risultato, ho cercato una sistemazione che mi permettesse di dargli spazio. (e non dico che dobbiamo farlo tutti, eh, non fraintendete.. però non nascondo che parte della valutazione sulla posizione della casa è stata influenzata dall'esigenza di gestire le uscite feline senza ansia da veicoli).
e naturalmente con certe dovute precauzioni: sterilizzazione, antiparassitari, vaccini, e poi accortezze come cercare di tenerli in casa di notte soprattutto nella stagione in cui gli altri predatori sono un po' più a pancia vuota, tenerli in casa nei giorni di caccia (grr)... per esempio questa settimana sono sola, il mio compagno non c'è. io vado al lavoro che è ancora buio, e torno che è già buio. i gatti escono quando arrivo da lavoro e mi accompagnano in legnaia a prendere la legna, stanno fuori mezz'oretta, poi li chiamo per la pappa e fine, dormono dentro e la mattina anche se vogliono uscire si attaccano al tram.
il mio discorso è: se hai una casa in un ambiente che può essere congeniale ai suoi bisogni e discretamente sicuro, secondo me va valutata la possibilità di farli uscire.
per cui, tornando alla domanda di Sylla, io valuterei come fare per garantire un po di aria aperta al micio piuttosto che impedirgli del tutto d'ora innanzi di uscire. appurato che non è possibile evitare gli sconfinamenti e che si trova in un centro abitato, secondo me è bene sterilizzarlo appena possibile, dotarlo di microchip e se lo tollera collarino con targhetta, insegnargli che di notte si sta in casa, insegnargli a tornare al richiamo. valutare come si comporta quando è fuori: è prudente, è avventato, è scemo, o fin troppo furbetto? è coordinato e agile o goffo come una patata? ci sono cani liberi nel vicinato? sono tutte variabili che dovrai valutare tu Sylla, per capire come gestire la faccenda.
Grazie linguadigatto mi rincuori un pochino.
Sì assolutamente mai fuori di notte o di sera. E solo brevi uscite di mezz'ora, a volte arrivo a un'oretta giusto quando sto facendo pulizie di casa che tanto lo vedo in giro.
Lui e' abbastanza sveglio, viene sempre quando lo chiamo (mancherà due volte su dieci) e nelle vicinanze non ci sono cani.
Una volta l'ho visto accedere alla strada dove passano macchine più' spesso ed ho visto che e' rimasto schiacciato aderente alla nostra casa. Dopo da lì non e' più' uscito, il panorama e' poco appetibile.
Comunque anche se il giardino non e' in sicurezza non e' che sconfini poi tanto gli piace stare nell'intercapedine della porta finestra sotto la siepe o arrampicarsi sugli alberi.
Comunque ho letto tutti i vostri contributi e aggiusto il tiro, prima di tutto arriverà presto un bel tiragraffi e poi sarò un po' più rigida. Però un recluso non lo sarà mai.
grazie
Le mie due bimbe escono ma, prima gironzolavano di piú, ora che sono piú grandi restano nei dintorni della casa dove io possa vederle. Alle 17 in casa! Prima alle 19:30 perché le giornate erano piú lunghe. Se lo lasci uscire a stomaco mezzo vuoto e poi scuoti le crocchette torna.
Comunque anche io voglio dire la mia.. Ho sempre vissuto in campagna e ho sempre avuto gatti ma, se vivessi in appartamenti non ne prenderei.
Poi certo sempre meglio un gatto in appartamento che uno spiaccicato nell'asfalto.
Damoncat
23-11-2016, 13:01
E poi...dipende tanto dal Gatto!!! Per il mio Damon, Scottish Fold figlio di generazioni di gatti tenuti rigorosamente in casa ed in ambiente protetto, e con un indole super pantofolaia...farlo uscire (oltretutto in ambiente urbano) sarebbe come dire condannarlo subito a morte certa. E posso dire di essere sicura che non ne sente neanche l'esigenza...anche se gli apro il balcone o la finestra...lui si avvicina, mette il naso fuori tre minuti, poi si gira, mi cerca con lo sguardo e torna dentro...fiondandosi sul letto/divano/cuccia più vicina:D
Anni fa, casa in campagna con giardino recintato lontano dal traffico, non ci pensavo proprio a tenere i miei sorianini chiusi in casa...entravano e uscivano a piacimento...con qualche rischio senz'altro ma anche con estremo rispetto del loro essere "gatti"
Non esiste una cosa giusta da fare in assoluto mi sa:confused:
babaferu
23-11-2016, 13:09
Comunque anche io voglio dire la mia.. Ho sempre vissuto in campagna e ho sempre avuto gatti ma, se vivessi in appartamenti non ne prenderei.
Poi certo sempre meglio un gatto in appartamento che uno spiaccicato nell'asfalto.
Anche io pensavo così ora ne ho 3 confinati all'8ttavo piano. Ha insistito il mio compagno ed oggettivamente questi 3 non avevano grandi alternative.... Ma mi rendo benissimo conto che, nonostante il balcone e la veranda in sicurezza manca loro qualcosa.... Io spero tanto un giorno di vederli finalmente godere di spazi verdi e prede vere! Per ora l'appartamento non l'abbiamo scelto....
Un bacio ba
Io personalmente ho un'idea un po' "netta" a riguardo: la curiosità del gatto è un aspetto imprescindibile dalla sua natura, quindi o lo si accetta o non si prendono gatti. L'idea di chiuderlo dentro casa non la riterrò mai valida perchè vorrebbe dire mettere la nostra volontà prima di quella del gatto e a quel punto si sta sbagliando animale, ci sono i cani per quello, animali che non vedono l'ora di "annullarsi" per seguire il volere del padrone.
Lo sapevo che quando si ha sonno sarebbe meglio dormire.
Credo di aver mal interpretato il pensiero, o almeno una parte, di MarcoG perché non avevo letto bene questo post e credo che i successivi suoi interventi siano conseguenti a questo. Se così fosse mi dispiace di averlo additato come specista, per la questione dell'antropocentrismo penso che una persona che non vuole anteporre la sua volontà a quella di un animale possa essere tutt'altro che antropocentrica, quindi chiedo venia.
Per quel che riguarda il cane invece non sono d'accordo. Il cane appartiene ad una specie diversa, la cui essenza consiste nella collaborazione col gruppo o con l'umano di riferimento, la sua esistenza consiste nel "fare insieme", il suo è sempre un essere corale, un individuo nel gruppo. E' tutt'altro che annullarsi, ma fondersi per fare insieme
Vengo giusto ora dallo studio veterinario dopo aver portato Molly ad un controllo.
Arrivo e la veterinaria è al telefono con una persona che sta chamando perchè...le hanno appena avvelenato due mici. Uscivano. In giardino. Zona tranquilla. Non si allontanavano mai. Evidentemente i vicini non apprezzavano molto la cosa e hanno pensato bene di risolvere così.
Ottimo.
Uscire è anche questo...le auto sì certo, somo pericolose...ma anche un vicinato ******* che se ne infischia e che, se il tuo micio osa andare nel loro giardino, non ci pensa due volte a lasciare un boccone avvelenato.
Sono molto sensibile sull'argomento poichè anche la mia Tommy è stata avvelenata. Usciva solo di giorno, stava quasi sempre nel mio giardino...ma non quel pomeriggio...non quel maldetto pomeriggio in cui si è avventurata chissà dove per tornare moribonda in preda a dolori fortissimi e ad un'emorragia addominale che nonostante la corsa da veterinario non le ha lasciato scampo. E io non l'avevo nemmeno salutata quel pomeriggio pensando di rivederla la sera...sono passati 25 anni da allora...e ancora non me lo perdono. E da quel maledetto giorno mai più nessun mio gatto ha messo il naso fuori dalla porta di casa.
Forse bisogna rimanere scottati prima di capire certe cose. E forse non basta nemmeno così. Per alcuni. Ovvio. :disapprove:
linguadigatto
23-11-2016, 15:09
mi dispiace per la tua esperienza...
però non è questione di "capire certe cose", è questione di cercare di fare il meglio per i nostri gatti. il meglio è soggettivo (sia per il gatto sia per il padrone), e dipende oltretutto dalla situazione: auto, vicini pazzi, cani... ma se smettessimo di fare tutto ciò che ci scotta, non andremmo più in auto dopo un incidente, non ci innamoreremmo più dopo la prima delusione...
Ritpetit
23-11-2016, 15:28
......
Forse bisogna rimanere scottati prima di capire certe cose. E forse non basta nemmeno così. Per alcuni. Ovvio. :disapprove:
Esattamente quello che ho detto anche io.
Esattamente come mi ha insegnato l'esperienza raccontatami dal mio più caro amico, anche lui mancato pochi anni fa per un mare incurabile, quando il suo micione rosso Romeo volò dal 6° piano direttamente sul Ponte, caduto dalla ringhiera per inseguire un insetto.
Le lacrime disperate di un ragazzone di 190 cm x 80 kg di muscoli, mentre mi abbracciava fino a farmi mancare il respiro, dicendomi tra i singhiozzi ..perché l'ho fatto uscire in terrazzo, perchè...: bhè, è un ricordo indelebile.
Lui non volle mai più prendere un gatto, la morte del suo Romeo gli lasciò una ferita dentro incurabile.
Potete pensarla come volete, MA BASTA UNA VOLTA, e quella sarà di troppo.
Io non ho mai più visto il mio Pedro, ho quasi visto morire la mia Pippi dopo essere stata azzannata.
Basta, ho già dato
Ritpetit
23-11-2016, 15:40
mi dispiace per la tua esperienza...
però non è questione di "capire certe cose", è questione di cercare di fare il meglio per i nostri gatti. il meglio è soggettivo (sia per il gatto sia per il padrone), e dipende oltretutto dalla situazione: auto, vicini pazzi, cani... ma se smettessimo di fare tutto ciò che ci scotta, non andremmo più in auto dopo un incidente, non ci innamoreremmo più dopo la prima delusione...
Mi spiace, ma non la vedo così, e sono coerente con la mia visione.
Dopo un incidente, dopo una delusione d'amore c'è la MIA vita in ballo.
Qua si parla della responsabilità su UN'ALTRA vita.
Io sono sempre andato in moto e quando parlo di andare intendo OLTRE il viaggiare.
Ho viaggiato ma ho anche usato la strada quasi come una pista.
Incosciente? SI'!
Spesso la domenica, con degli amici, tuta e via verso il Piemonte.
Erano tempi che i velox non esistevano, e montavo le gomme più morbide che esistevano in commercio: la durata non importava, bastava che tenessero, che tenessero fino a piegare tanto da vedere l'asfalto vicino, mooolto vicino alla faccia.
Ho poi avuto anche enduro (non i Tenerè da fighetti per andarci al bar), e qualche vita da gatto me la sono giocata nei boschi liguri, sull'alta Via dei monti Liguri, sulla via del sale.
Poi una sera, con quella che sarebbe diventata mia moglie, ad andatura appena appena allegra (ero fermo per i miei standard), un b@stardo mi ha fatto inversione davanti: l'esperienza, un po' di bravura e la buona dose di fortuna che è sempre indispensabile mi hanno evitato di farci, come minimo, del male.
Da quel giorno, con lei, sono sempre andato in un altro modo.
Quando mi sono sposato l'ho proprio venduta la moto.
Ora sono responsabile ANCHE per un'altra persona, e HO IL DOVERE di comportarmi così
Ma ora basta, la smetto di rompervi le balle... anzi, NESSUNO dovrebbe più rispondere a discussioni simili, di qualunque opinione si possa essere.
Perché tanto alla fine ognuno rimane (GIUSTAMENTE, ci mancherebbe, esiste il libero arbitrio) della sua idea, compreso chi apre la discussione
Ciao Mialuce grazie per la risposta ma il tuo album con le della messa in sicurezza del giardino non lo trovato...sono imbranata forse ...l'hai memorizzato insieme alle foto di mia e degli altri gatti?
Scusami, sono stordita, non le avevo messe nell'album ma le trovi in questa vecchia discussione:
http://www.micimiao.net/forum/showthread.php?t=114194
linguadigatto
23-11-2016, 16:02
si ma Ivo, la responsabilità verso i nostri gatti non è pura e semplice responsabilità verso la loro sopravvivenza, ma verso il loro benessere globale.
beninteso che io parlo sempre e solo per esperienza personale - e non intendo con la mia opinione giudicare invece chi la pensa diversamente:
i miei, forse anche perchè sono abituati così, sono estremamente gelosi della propria indipendenza e libertà: banalmente, di passare buona parte del loro tempo di veglia in situazioni loro personali, non connesse a noi umani della casa, indipendenti da noi - anche alimentarmente - e vedessi quanto sono raggianti quando si mangiano un topo. gestisco la cosa con dei compromessi, come ho spiegato. e certo, di graffi, spine, qualche volta diarree o vomitini, occhi un po' appiccicosi ce ne capitano più di una media di gatto d'appartamento nell'anno. ma non sono cose drammatiche queste.
quando (se) succederà loro qualcosa di veramente brutto a causa delle uscite soffrirò per loro, e ne sarò responsabile, ma la mia scelta è quella di dare loro una vita quanto più ricca possibile. e fidati che loro soffrirebbero parecchio a restare frustrati a sgolarsi alle finestre e grattare alle porte mentre ci vedono uscire. Ludo si fa male alle zampe quando insiste, infila le sue unghiacce sotto la porta e tira con violenza.
Romeo invece esce si e no una volta ogni due settimane, fa un giro in cortile, torna dentro. un gatto così me lo terrei anche in un appartamento, senza farmi nessuno scrupolo morale.
e pensiero personale: a chi avvelena gli animali, se la legge non fa nulla, bisogna sfondare l'auto a mattonate così ci pensa due volte la prossima volta.
Ma ora basta, la smetto di rompervi le balle... anzi, NESSUNO dovrebbe più rispondere a discussioni simili, di qualunque opinione si possa essere.
Perché tanto alla fine ognuno rimane (GIUSTAMENTE, ci mancherebbe, esiste il libero arbitrio) della sua idea, compreso chi apre la discussione
Questo è verissimo. Quantomeno, forse bisognerebbe evitare di "filosofeggiarci" sopra, tanto le nostre ragioni, che per noi sono sensate e validissime, per gli altri non lo sono.
Io però mi sento in dovere, quando si parla di questo, di raccontare la mia esperienza perché abito in una zona che potrebbe essere considerata supersicura: una sola strada, quasi per niente trafficata, cani sì ma chiusi nei giardini, non vaganti, randagismo zero quindi pochissimo pericolo di FIV/FELV...eppure per due volte abbiamo sfiorato la tragedia definitiva. E' solo fortuna se loro adesso sono ancora qui.
Ho 50 anni, e ho gatti da quando ne avevo 13 e ho sempre abitato in paesini ai margini della campagna. A quei tempi i gatti uscivano e per non fare cucciolate si usava ancora la "pillola" alle femmine (per chi era più "civilizzato" e non ammazzava i cuccioli e via), quindi parliamo della preistoria :).
Da allora ne ho viste veramente tante, troppe tragedie, sia personali, che di amici e conoscenti, o dal veterinario. Io dagli occhi la sofferenza dei gatti che ho visto feriti, mutilati o morti non me la toglierò mai più. Forse per questo a volte "insisto", perché la mia non è un'opinione preconcetta, ma maturata col tempo, al prezzo di tante sofferenze: e non parlo delle mie, ma di quelle dei gatti: che almeno uno quando decide lo faccia in piena coscienza di quello che può succedere, perché a volte davvero sembrano cose che possono succedere solo agli altri.
Morgan io ad esempio non lo faccio ancora uscire in giardino: lui è così piccino che potrebbe infilarsi in qualche fessura dalla quale gli altri non passano. Uscirà quando sarà più grandicello.
E' vero, non è la vita perfetta, quella di un animale sempre in casa, ma la vita perfetta secondo me sarebbe poter uscire senza pericoli: visto che non è possibile, meglio in casa. Giocare alla roulette russa ogni volta che escono non fa per me.
Nemmeno solo tranquilla al 100% quando stanno in giardino, una sera è finita la batteria del filo elettrico, non ce ne siamo accorti e mi sono ritrovata alle 2 di notte a chiamare Lizzie con a pila in mano. Questo per me è il massimo del compromesso.
E con questo, ovviamente, chiudo :)
babaferu
23-11-2016, 16:59
Ma ora basta, la smetto di rompervi le balle... anzi, NESSUNO dovrebbe più rispondere a discussioni simili, di qualunque opinione si possa essere.
Perché tanto alla fine ognuno rimane (GIUSTAMENTE, ci mancherebbe, esiste il libero arbitrio) della sua idea, compreso chi apre la discussione
questo non è vero!
Io devo dire che all'inizio avevo una posizione molto più simile alla tua, l'ho cambiata negli anni guardando i miei gatti e ascoltando le sollecitazioni che arrivavano da qua....
Chi ha posto la domanda è stata ragguagliata quantomeno sul fatto che bisogna aspettare che il gatto sia sterilizzato e ben inserito in casa.
Quindi secondo me dovrebbe continuare a rispondere chi vuole, che poi non serve neanche scriverlo.:rolleyes:
un bacio e w il confronto, ba
si ma Ivo, la responsabilità verso i nostri gatti non è pura e semplice responsabilità verso la loro sopravvivenza, ma verso il loro benessere globale.
Però, quando un gatto ha una gamba amputata con l'osso fuori, da far guarire in seconda intenzione perché non c'è abbastanza pelle sana per cucire, o quando a 13 mesi già deve convivere con l'artrosi causata dalle fratture e dai chiodi che gli sono stati messi, anche il benessere globale non è al massimo.
Tre settimane in una gabbia in clinica, con 3 anestesie e 3 interventi non sono il massimo del benessere. Ho ancora la cartella clinica di Tigre con scritto "molto dolore" e comunque la sua zampa anche se salva non sarà mai quella di prima, secondo il tempo gli fa male e andiamo di condrostress e di onsior. Un gatto che ha 3 anni.
Per non parlare di quelli che ho visto paralizzati per il resto della vita. La scelta non è solo tra la vita o la morte, ma anche con la disabilita a vita, con cure a vita.
Io non me rendevo bene conto, prima, ora sì, ho fatto il percorso inverso a babaferu.
In un'altra discussione Mirrina (mi sembra fosse lei) ha giustamente detto che, non essendo comportamentalisti o veterinari, possiamo solo scambiarci le rispettive esperienze e le rispettive idee: ciascuno di noi ha la propria visione di cosa voglia dire garantire il benessere del gatto e questa visione spesso è plasmata da quello che abbiamo dovuto affrontare e dal carattere dei nostri gatti attuali e passati (personalmente, io ho avuto sia l'avventuriero che smaniava per uscire, sia la fifona che ha fatto una malattia quando l'abbiamo portata in mezzo al verde della campagna: è chiaro che "benessere" aveva un significato profondamente diverso per questi due mici).
Io penso che la possibilità di uscire e di esplorare arricchisca molto la vita del gatto, ma quando leggo che il giardino non può essere messo in sicurezza, mi vengono i brividi ed esce fuori il mio lato paranoico, per cui di fronte all'eventualità di un gatto investito/aggredito da un cane/ picchiato/ avvelenato, l'arricchimento esperienziale passa molto in secondo piano, a meno che proprio la reclusione non provochi uno stato di malessere intollerabile (con il senno di poi, comunque, Maktum non lo lascerei uscire e mi attiverei per cercargli una sistemazione presso una famiglia che viva in aperta campagna tutto l'anno).
Penso che la libertà di esprimere le proprie opinioni ed formulare dubbi sia importantissima e che si debba rispondere rispettando le opinioni altrui.
Penso che abbia molto valore il carattere degli umani nelle scelte che fanno per i loro amici.
Penso che non si debba mettere paura a chi decide di lasciar uscire i propri gatti perché oltre all'elenco delle sventure che hanno subito alcuni poveri animali ce ne sono altri che hanno avuto successo.
Penso che sia fortunato chi non si fa tante domande e decida per il divieto di libera uscita ai propri amici.
Penso che si debbano leggere o rileggere (perché sicuramente molti le conoscono) attentamente le cinque libertà del Brambell Report scritto nel lontano 1965
1- libertà dalla sete, fame e cattiva nutrizione
2- libertà di avere un ambiente fisico adeguato
3- libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie
4- libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche normali
5- libertà dalla paura e dal disagio
Per rispettare le 5 libertà noi dobbiamo essere dei funamboli, ed è difficile ma alcuni ce la fanno
linguadigatto
23-11-2016, 22:59
come ha detto bene Aletto, siamo dei funamboli. per me già il fatto che investiamo tanto tempo ed energie nel confronto e nella ricerca per il benessere dei nostri gatti dice tutto. poi giustamente ciascuno di noi fa delle scelte in base al proprio vissuto, alle proprie idee, e al loro carattere.
Penso che non si debba mettere paura a chi decide di lasciar uscire i propri gatti perché oltre all'elenco delle sventure che hanno subito alcuni poveri animali ce ne sono altri che hanno avuto successo.
Su questo dissento. Quelli che hanno gatti che escono regolarmente e stanno bene porteranno al loro esperienza, quelli che hanno gatti se sono usciti e si sono fatti male, idem.
Io fumo. E' una scelta basata sul mio carattere, sulla mia storia ecc. ecc, come tutte le scelte del resto. Sulle sigarette ci sono delle immagini terribili. E' sbagliato metterle? Forse, dico forse, è inutile, ma non credo che sia sbagliato. Almeno ho ben chiaro quello che mi può capitare.
Non è detto che mi venga il cancro, molti fumatori sono arrivati a 80 anni sani come pesci. Però sapere che c'è una bella percentuale che venga, saperlo male non fa.
Non ho la minima idea delle percentuali di sopravvivenza dei gatti che escono regolarmente, però ho praticamente smesso di scrivere sulla pagina facebook "i gatti, le foto più belle" perché, sulla grande quantità, c'era quasi ogni settimana un gatto investito, caduto da un balcone o da una finestra o che non era più tornato.
Come i baristi convinti si sentono in dovere (perché si preoccupano degli animali, non perché si divertano a spaventare gli altri) dei danni dell'alimentazione industriale, io mi sento in dovere di avvertire cosa può capitare.
Se qualcuno chiede un consiglio se le crocchette Whiskas sono l'alimentazione più adeguata per il gatto, non gli facciamo paura dicendogli di no, gli diamo un consiglio. Ovviamente in base alle proprie personali opinioni, uno può essere anche convinto che lo sia. [/QUOTE]
Penso che sia fortunato chi non si fa tante domande e decida per il divieto di libera uscita ai propri amici.
Pensi che non se le siano mai fatte, o che ad un certo punto si siano dati delle risposte, visto che non si può passare tutta la vita a chiedersi le stesse cose, torturandosi sul fatto se si sbaglia o si fa bene?
1- libertà dalla sete, fame e cattiva nutrizione
2- libertà di avere un ambiente fisico adeguato
3- libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie
4- libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche normali
5- libertà dalla paura e dal disagio
Mi domando (ton, mi faccio delle domande :)), ma sul serio, non per polemica, in quale percentuale un gatto che viva, ad esempio, solo in appartamento, senza mai uscire all'esterno, si veda negate queste libertà.
Quanto peso ha ognuna, se sono tutte importanti allo stesso modo, o alcune di più (diciamo che sotto un livello scarso di nutrizione, sia in quantità che in qualità, incide anche sulle malattie e la libertà di uscire può incidere sulla 3).
come ha detto bene Aletto, siamo dei funamboli. per me già il fatto che investiamo tanto tempo ed energie nel confronto e nella ricerca per il benessere dei nostri gatti dice tutto. poi giustamente ciascuno di noi fa delle scelte in base al proprio vissuto, alle proprie idee, e al loro carattere.
Avevo suggerito di leggere attentamente perché come avete notato, credo, delle cinque libertà la 1 la 3 e la 5 sono in realtà i diritti umani applicati agli animali e riguardano l'abc del benessere fisico (quindi il famoso welfare), mentre la 2 e la 4 riguardano il benessere psichico (il meno famoso well being) e la 4 in realtà non solo le riassume tutte ma dà anche peso alle patologie di comportamento che sono molto diffuse e a volte poco riconoscibili. L'animale va tutelato a 360°.
Come ha notato linguadigatto tutelarlo a 360° significa investire tempo ed energie che includono empatia ed emotività, perché abbiamo non solo una maggior quantità di responsabilità ma empatizzando abbiamo anche investito energie nella percezione ed accettazione della loro alterità.
Se qualcuno di noi si sente di riuscire a rinunciare un atteggiamento esclusivamente paternalistico, o mosso da compassione, o desiderio di protezione ecc bisogna riconoscere la loro alterità, cioè il loro appartenere ad una specie diversa con motivazioni diverse e necessità diverse e questo è molto difficile perché va a cozzare contro il nostro retaggio filogenetico ed ontogenetico, cioè contro la nostra appartenenza ad un'altra specie con motivazioni e necessità diverse, superabile tramite l'empatia. E questo per me non significa affatto lasciare un animale a se stesso -se torni a casa ok, se non torni me ne faccio una ragione- ma implica il mio coinvolgimento nella relazione.
Vi metto uno youtube che parla delle cinque libertà welfare e well being, in realtà ne cercavo un altro che a sto punto penso sia un file audio di un incontro con Marchesini ed altri sempre sulla stessa tematica. Se avete voglia guardatelo, dura pochi minuti
https://www.youtube.com/watch?v=pX2-Pk3u4Gw&t=219s
@ Sylla consiglio di far uscire il suo gatto con le dovute accortezze e tenendo presente che deve conoscerlo per saper cogliere e poter prevedere le sue mosse
Il problema non è riconoscere l'alterità del gatto, né la validità di questi 5 diritti (che mi sembra ricalchino grossomodo i "bisogni" di Maslow), ma l'ordine- che non è affatto scontato e non è detto che segua quello in cui sono elencati- che ciascuno di noi dà a questi diritti/bisogni/esigenze.
Io posso riconoscere l'alterità di una persona autistica, ma, senza negarla o sminuirla, sono investito dal dovere di proteggerla nei limiti delle mie possibilità e là dove io ritenga che c'è un rischio che quella persona non ha valutato adeguatamente; idem con il gatto, che autistico non è, ma che posso presumere non abbia un'idea esatta dei pericoli che corre ad uscire (che ne sa lui della Fiv e della Felv? Che ne sa che gli umani non sono tutti gentili come quelli che ha in casa?).
Poi un altro può benissimo pensare che la prospettiva di un gatto chiuso a languire tra quattro mura lo fa star male e decidere che è un bisogno primario del gatto (anche a costo di un po' meno di sicurezza) uscire; è una posizione che rispetto, ma che non condivido e personalmente trovo che ci siano molte più ragioni per NON farlo andar fuori, anziché per assecondare questo suo desiderio (a meno che uno viva in mezzo alla campagna, ma anche qui i pericoli non mancano).
Sono anche d'accordo con Mialuce che sarebbe ipocrita, nel vero senso della parola ("upokruptein"= nascondere) se lei, io, Ivo e tutti quelli che pensano che le uscite sono troppo pericolose, anche perché chi più chi meno siamo stati scottati personalmente da qualche brutta esperienza (Maktum è campato 4 anni e non l'ho mai più ritovato), tacesse le esperienze che l'hanno portato a maturare una posizione così netta. Poi, per carità, può benissimo darsi che da parte di chi ha un'altra prospettiva sull'argomento i nostri toni vengano percepiti come terrorismo pisicologico, ma, come giustamente ha fatto notare Mialuce, un'affermazione come "il cibo industriale è responsabile delle malattie che constatiamo sempre più spesso nei nostri animali" non è molto più rassicurante.
Entrambi promanano tuttavia dal fatto che ci prendiamo cura (nel solo modo in cui possiamo, cioé discutendo ed elargendo consigli) anche dei gatti degli altri utenti di questo forum, sennò non vedo perché uno dovrebbe perdere tempo a preoccuparsi che i miei gatti mangino in maniera decente (non solo la solita sbobba delle scatolette, ancorché si dichiarino di qualità ultrapremium) e io a spiegare che ci sono dei pericoli importanti a permettere al gatto di gironzolare fuori casa.
sennò non vedo perché uno dovrebbe perdere tempo a preoccuparsi che i miei gatti mangino in maniera decente (non solo la solita sbobba delle scatolette, ancorché si dichiarino di qualità ultrapremium) e io a spiegare che ci sono dei pericoli importanti a permettere al gatto di gironzolare fuori casa.
E con questa saggia considerazione direi che non c'è altro da aggiungere! :302:
Penso che non si tratti di condividere o meno le decisioni altrui in materia di benessere psicofisico, né della scala di priorità delle 5 libertà che furono scritte per il benessere animale e che non penso abbiano rappresentazione piramidale, bensì di come si decide di vivere la relazione con i propri amici riconoscendone l'alterità e dando ad essa un valore che non posso e non voglio ignorare
I gatti non sanno cosa siano la fiv e felv piuttosto che la irc o i tumori e qui solo Berenice ha conosciuto la cattiveria umana, ma a quel punto entriamo in gioco noi perché, come ho scritto, non lascio un animale a se stesso e non ho mai consigliato di farli uscire senza precauzioni, soprattutto in città
Spero che a questo punto Sylla abbia un quadro abbastanza ampio per prendere le sue decisioni qualunque saranno.
:)
PS per una frase che non avevo letto:
il gatto fuori casa non "gironzola", ma vive la sua vita. E' un concetto molto diverso
Penso che non si tratti di condividere o meno le decisioni altrui in materia di benessere psicofisico, né della scala di priorità delle 5 libertà che furono scritte per il benessere animale e che non penso abbiano rappresentazione piramidale, bensì di come si decide di vivere la relazione con i propri amici riconoscendone l'alterità e dando ad essa un valore che non posso e non voglio ignorare
I gatti non sanno cosa siano la fiv e felv piuttosto che la irc o i tumori e qui solo Berenice ha conosciuto la cattiveria umana, ma a quel punto entriamo in gioco noi perché, come ho scritto, non lascio un animale a se stesso e non ho mai consigliato di farli uscire senza precauzioni, soprattutto in città
Spero che a questo punto Sylla abbia un quadro abbastanza ampio per prendere le sue decisioni qualunque saranno.
:)
Grazie purtroppo e' una gara dura...se lo potessi vedere sereno in casa a questo punto preferirei, ma quando vuole uscire ce la mette tutta gratta la porta, si arrampica sul mobile del bagno perché a volte tengo aperta la finestra....insomma alla fine lo lascio uscire.
Dopo la chiacchierata che si e' fatto sono però più consapevole. So che ogni volta che lo lascio andare o che lo lascio scappare sto correndo un rischio. Ma mi sembra tanto che a questo punto io debba venire a patti con il mio micio e sopportare il peso di questa responsabilità.
Penso che non si tratti di condividere o meno le decisioni altrui in materia di benessere psicofisico, né della scala di priorità delle 5 libertà che furono scritte per il benessere animale e che non penso abbiano rappresentazione piramidale, bensì di come si decide di vivere la relazione con i propri amici riconoscendone l'alterità e dando ad essa un valore che non posso e non voglio ignorare
I gatti non sanno cosa siano la fiv e felv piuttosto che la irc o i tumori e qui solo Berenice ha conosciuto la cattiveria umana, ma a quel punto entriamo in gioco noi perché, come ho scritto, non lascio un animale a se stesso e non ho mai consigliato di farli uscire senza precauzioni, soprattutto in città
Spero che a questo punto Sylla abbia un quadro abbastanza ampio per prendere le sue decisioni qualunque saranno.
:)
Cosa intendi, di grazia, x uscire con le dovute precauzioni????
Molto interessante questa discussione! Secondo me il problema principale - per noi - è che il gatto "vive nell'attimo presente" e per lui questo vale tutto. Se ad esempio qualcosa lo attira, o il suo istinto gli dice di farlo, si metterà a camminare in equilibrio sulla ringhiera di un balcone del sesto piano. Per lui, quel comportamento è giusto, sano, naturale, vitale, e soprattutto, VALE SEMPRE IL RISCHIO. Perché lui non ha un pensiero razionale ed analitico, non soppesa i pro e i contro, le possibilità di successo contro quelle di insuccesso ecc.. lui vede la farfallina e zac! si butta. Seguendo un famoso motto zen, può darsi che per assurdo, la caduta dal sesto piano per lui sia "un assaporare la vita" al massimo, un po' come i base jumpers che vanno a schiantarsi per amore del brivido.
Però noi siamo umani, e in fin dei conti tocca a noi fare i conti con un gatto morto dopo atroci sofferenze, o rimasto paralizzato, o rimasto mutilato, handiccapato, con problemi neurologici dovuti alla caduta ecc.. ci sono moltissime situazioni in cui i vet consigliano di sopprimere il gatto perché "in questo stato, che vita sarebbe?" e allora è un po' un controsenso, che le stesse persone che per far vivere una vita appagante e piena di stimoli al gatto lo hanno sottoposto a determinati rischi, poi se capita la disgrazia magari lo tengono in vita menomato "per amore".. a quel punto, la qualità di vita dove è andata a finire? perché sicuramente un gatto handicappato in natura non sopravviverebbe..
Allora secondo me (come sostengono i più nel forum), bisogna cercare il compromesso: se fosse per lui, il gatto sicuramente sceglierebbe di avere il balcone non in sicurezza e rischiare la vita per una farfallina, noi però dobbiamo scegliere per il suo bene o il balcone in sicurezza, o niente balcone. E nel caso di niente balcone, sicuramente il gatto ne soffrirà, quindi l'importante è fare di tutto per compensare questa frustrazione riempiendo di stimoli la casa e "felinizzandola" il più possibile.
Le dovute precauzioni sarebbero un giardino in assoluta sicurezza, che pero' Sylla non puo' avere.. Quindi?
E secondo me invece é giusto "mettere paura"!! Ne va della sicurezza di un essere vivente di cui dobbiamo noi prenderci cura, prima di tutto fisicamente poi anche psicologicamente (ma ad un gatto morto del benessere psicologico importa in giusto!!!). Inviterei TUTTI a leggere quanti appelli per adozioni del cuore di gatti investiti, picchiati, azzannati dai cani mentre si stavano "godendo" la liberta.
NESSUNO di noi qui é veterinario comportamentalista neppure quelli che vi si atteggiano. É giusto condividere le proprio esperienze pratiche mentre le citazioni di scritti o simili personalmente le trovo fini a se stesse. Ed e' sempre il mio modestissimo parere... ma dovevo esprimerlo anche se avevo detto che mi sarei allontanata dalla discussione gli animali mi stanno troppo a cuore anche quelli che non conosco
Ma qui quando si parla di far uscire il gatto -si o no- non parliamo solo ed esclusivamente di balconi, che possono essere messi in sicurezza più o meno facilmente, ma parliamo proprio di uscire in giardini, strade, quartieri...Come è possibile farli uscire in queste aree "con la dovute precauzioni"? Posso al più recitare un giardino (come ha fatto e solo dopo lunghe insistenze e dopo essersi imputata, Mialuce )...ma strade? Quartieri? Il mio giardino ad esempio è impossibile da mettere in sicurezza (forse potrei farlo, ma non ne sono nemmeno sicura, spendendo migliaia e migliaia di euro che ovviamente non ho)...Come faccio a fare uscire i gatti con la dovute precauzioni? È questo che mi chiedo, ci chiediamo. ..
Come faccio a fare uscire i gatti con la dovute precauzioni? È questo che mi chiedo, ci chiediamo. ..
Secondo me dipende molto dal carattere e dalle motivazioni (come direbbe Aletto) del gatto. Ci sono gatti (rari casi, ma ci sono), che escono ma non si allontanano, brucano la loro erbetta nel loro metro quadrato, si fanno le unghie sul loro albero, si siedono al sole e al primo accenno di pericolo tornano a casa. Sono abbastanza svegli e smaliziati da evitare i pericoli più comuni (ad esempio non si lasciano avvicinare dagli umani, scappano appena sentono un cane, ecc) quindi se si ha un gatto con questo carattere E il suo territorio è abbastanza sicuro (senza strade trafficate vicino ad es) allora forse il rischio è abbastanza limitato.
Io lo so perché avevo una gatta del genere, scendeva nel giardinetto condominiale, faceva il suo giro dei suoi 2 metri quadrati di territorio, se incontrava un altro gatto scappava, un cane idem, un umano pure, più che altro si divertiva a brucare l'erba, stare al sole e cacciare gli uccellini. Non si è mai allontanata anche se il giardinetto condominiale confina con un giardino comunale e la strada trafficata, e al primo richiamo tornava (era più cane che gatto). Con i miei gatti attuali non lo farei mai, perché loro sono molto meno smaliziati, si mettono in pericolo anche in casa, sono troppo "emotivi" (passatemi il termine) e impulsivi.
Comunque esiste sempre la pettorina, una via di mezzo per chi non ha il giardino in sicurezza ma vuole fare uscire il gatto ogni tanto, sotto controllo.
Secondo me dipende molto dal carattere e dalle motivazioni (come direbbe Aletto) del gatto.
Come posso verificare le motivazioni dei miei gatti? Non credo che se glielo chiedessi mi risponderebbero...e nemmeno me lo farebbero capire....
Ci sono gatti (rari casi, ma ci sono), che escono ma non si allontanano, brucano la loro erbetta nel loro metro quadrato, si fanno le unghie sul loro albero, si siedono al sole e al primo accenno di pericolo tornano a casa. Sono abbastanza svegli e smaliziati da evitare i pericoli più comuni (ad esempio non si lasciano avvicinare dagli umani, scappano appena sentono un cane, ecc) quindi se si ha un gatto con questo carattere E il suo territorio è abbastanza sicuro (senza strade trafficate vicino ad es) allora forse il rischio è abbastanza limitato.
Ma c'è il rischio seppur minimo c'è...ne sa qualcosa la mia Tommy che anche lei non si allontanava mai dal nostro giardino...in una delle poche volte che l'ha fatto ci ha lasciato la pelliccia :disapprove:
Io lo so perché avevo una gatta del genere, scendeva nel giardinetto condominiale, faceva il suo giro dei suoi 2 metri quadrati di territorio, se incontrava un altro gatto scappava, un cane idem, un umano pure, più che altro si divertiva a brucare l'erba, stare al sole e cacciare gli uccellini. Non si è mai allontanata anche se il giardinetto condominiale confina con un giardino comunale e la strada trafficata, e al primo richiamo tornava (era più cane che gatto). Con i miei gatti attuali non lo farei mai, perché loro sono molto meno smaliziati, si mettono in pericolo anche in casa, sono troppo "emotivi" (passatemi il termine) e impulsivi.
Purtroppo essendo impulsivi i gatti anche se ci sono cose che per tanti anni non hanno mai fatto...basta una volta che vengano attratti da qualcosa ed ecco che finiscono nei guai..
Comunque esiste sempre la pettorina, una via di mezzo per chi non ha il giardino in sicurezza ma vuole fare uscire il gatto ogni tanto, sotto controllo.
Ricordo un'accesa discussione su questo argomento qualche tempo fa....:confused:
Nel post originale si parlava di un giardino che non può essere messo completamente in sicurezza (e francamente questa clausola mi inquieta); il problema, per come la vedo io, è che non saprei, proprio perché non sono una comportamentalista, come può reagire un gatto che ad un certo punto sente un rumore forte (un motorino con marmitta sfasciata che romba, un petardo che scoppia, un antifurto che si mette a suonare). Si rintana subito in casa o fugge all'impazzata dove il suo istinto gli suggerisce in quel momento di panico (magari dall'altra parte della strada, con il rischio di venir investito, di perdersi perché non sa più come ha fatto ad arrivare fin lì)?
Poi gli etologi giustamente ci dicono che per il gatto poter esplorare il territorio oltre le 4 mura di casa è un arricchimento esperienziale, emotivo, ecc... Questo mi sembra abbastanza pacifico, ma bisogna valutare anche il rovescio della medaglia: quale potrebbe essere il prezzo di questo arricchimento? Cosa c'è oltre il cancello? Il nostro gatto ha veramente tutto questo bisogno di esplorare? Nel mio caso, su 6 gatti avuti finora, solo 2 hanno manifestato un'indole esplorativa e solo 1 ne ha fatto una specie di ragione di vita, per cui se non usciva diventava matto e faceva ammattire pure noi, altre 2 stavano bene sia al chiuso che in giardino e gli ultimi 2 tremavano al pensiero di essere portati fuori casa.
In quanto al base jumper, lui (o lei) ha una filosofia di vita che non condivido (la ricerca del brivido ad ogni costo), ma ha anche un'idea di quello che potrebbe capitargli se le cose non vanno per il verso giusto e anche se non l'ha mai sperimentato. Il gatto no, perché come ha giustamente notato Alimiao, vive nell'attimo e l'attimo non contempla la proiezione in una serie di futuri alternativi (scenario A: va tutto bene, scenario B: arriva una macchina e mi colpisce di stricio. Mi prendo uno spavento bestiale, zoppico per una settimana, ma poi mi rimetto in sesto. Scenario C: arriva la macchina, mi investe e mi spappola una gamba o mi frantuma il bacino. Ergo, rimango invalido. Scenario D: arriva la macchina, mi investe e io ci rimango secco. ).
Ora, io non voglio dire a Sylla che deve senz'altro prevalere la mia idea che il gatto va tenuto in casa, ma che, se il suo giardino non può essere messo in sicurezza, ci sono dei grossissimi rischi a far uscire il gatto e che purtroppo (spero di no, ovviamente) potrebbe trovarsi un domani a rimpiangere la scelta di averlo fatto uscire, come è accaduto ad altre persone.
Ritpetit
24-11-2016, 16:22
Non ce la faccio...
Non ce la posso fare, mi brucia troppo la pelle per leggere senza intervenire...
Ma qui quando si parla di far uscire il gatto -si o no- non parliamo solo ed esclusivamente di balconi, che possono essere messi in sicurezza più o meno facilmente, ma parliamo proprio di uscire in giardini, strade, quartieri...Come è possibile farli uscire in queste aree "con la dovute precauzioni"? Posso al più recitare un giardino (come ha fatto e solo dopo lunghe insistenze e dopo essersi imputata, Mialuce )...ma strade? Quartieri? Il mio giardino ad esempio è impossibile da mettere in sicurezza (forse potrei farlo, ma non ne sono nemmeno sicura, spendendo migliaia e migliaia di euro che ovviamente non ho)...Come faccio a fare uscire i gatti con la dovute precauzioni? È questo che mi chiedo, ci chiediamo. ..
Non si può.
Non si può!
Ci possiamo raccontare tutte le favole che vogliamo, ma non si può.
Si può fare una sola, unica scelta (se non si può mettere in sicurezza balconi e giardini):
-tengo il gatto in casa, così si stressa (ok, comunque non potendo uscire non può neanche comprarsi l'eroina per drogarsi e liberare la mente da questa vita dimmerda che gli faccio fare, quindi una cosa positiva la faccio :D)
-lo lascio uscire e lo espongo a tutti i pericoli che sappiamo bene.
Bon.
Così è, se vi pare
Comunque esiste sempre la pettorina, una via di mezzo per chi non ha il giardino in sicurezza ma vuole fare uscire il gatto ogni tanto, sotto controllo.
NOnononono.
la precedente discussione era partita proprio da qua.
E io HO VISTO COI MIEI OCCHI un gatto liberarsi della pettorina in un parco pubblico vicino a casa mia, e non illudetevi di fermarlo se lo facesse.
Era ad un paio di metri dal padrone, un rumore forte lo ha "imbizzarrito" ed è scappato sfilandosi la pettorina
La Persiana di mia sorella, volata sul ponte 2 anni fa, voleva portarla in giardino con la pettorina.
Una gatta pacifica e tranquilla, manco si arrampicava sul tavolo.
Abbiamo prima provato un po' di volte in casa per abituarla.
Siamo passati dalla fase "gatto di marmo" (con la pettorina non si muoveva neanche a trascinarla) fino ad arrivare a "mi muovo, piano e come voglio io, non pensare di indirizzarmi"
Durante l'ultima prova un rumore forte dalla cucina (forse una pentola scappata di mano e finita per terra) l'ha tanto spaventata da divincolarsi a tal punto da riuscire a liberarsi a costo di scorticarsi una scapola!
Giuro, si è strappata del pelo e abrasa la pelle!
Purtroppo, anche il gatto più tranquillo del mondo NON POTRETE MAI SAPERE come reagirà ad uno spavento, ad un cane che gli si para davanti all'improvviso, ad un rumore forte.
Ora, io non voglio dire a Sylla che deve senz'altro prevalere la mia idea che il gatto va tenuto in casa, ma che, se il suo giardino non può essere messo in sicurezza, ci sono dei grossissimi rischi a far uscire il gatto e che purtroppo (spero di no, ovviamente) potrebbe trovarsi un domani a rimpiangere la scelta di averlo fatto uscire, come è accaduto ad altre persone.
Quoto questo. Perchè avendo chiesto un parere/consiglio noi, la maggior parte almeno, ha portato le proprie ESPERIENZE, ovvero cose vissute veramente e non teorie comportamentaliste che, seppur basate su dei fondamenti scientifici, sembrano non corrispondere ai modelli che chi ha dei gatti vive quotidianamente. Qui nel forum abbiamo persone che vivono ai piani alti con balconi in sicurezza e li fanno uscire. Ci sono persone ai piani alti senza balconi in sicurezza che non li fanno uscire. Persone che hanno giardini in sicurezza e li fanno uscire e persone con giardini non in sicurezza che non li fanno uscire. persone che nel passato hanno vissuto in un modo o nell'altro tragedie (quando è andata male) o disabilità più o meno serie (quando è andata bene) per aver fatto uscire il porprio gatto in condizioni non sicure. Sono tutte, queste, esperienze personali vere, reali, tangibili. Non teorie, niente se e niente ma.
Sylla deve decidere cosa fare del suo micio...io se fossi in lei e dovessi prendere una decisione di questo tipo senza mai essere passata attraverso esperienze negative dirette, beh...mi affiderei ciecamente a chi ci è già passato, a chi ha l'esperienza e mi sta raccontando, senza nessun doppio fine, che far uscire un gatto oggi significa mettere a repentaglio la sua vita. Senza se e senza ma.
Il micio ha 4 mesi...come la mia Pikula Boh più o meno...ha tutto il tempo per abituarsi alla vita casalinga senza nessun problema. Basta offrirgli in casa delle alternative valide ai momenti di noia...tiragraffi, giochi in altezza di solito funzionano, un fratellino felino ;). Secondo me è molto ma molto peggio offrirgli momenti di libertà limitati...non riuscendo a compendere il perchè ora sì fuori e ora no fuori diventa tutto più complicato e stressante.
@Ritpetit: forse non mi sono spiegata bene, tento di farlo qui:
Sono d'accordo che anche la pettorina è rischiosa, ma soprattutto, una volta che il gatto esce dalle quattro mura di casa, IL RISCHIO ZERO NON ESISTE. Tutto può essere pericoloso, persino portarlo dal vet nel trasportino chiuso, quanti casi si sentono di trasportino che si rompe e gatto che scappa?
Un gatto che era fratellastro dei miei gatti è morto cadendo dal balcone che era stato messo in sicurezza con le reti montate da un professionista. Evidentemente, dico io, qualcosa non ha funzionato nel come sono state montate, però per dirvi che i padroni hanno fatto tutto il possibile, ma esiste l'imponderabile.
PREMESSO CIO', una volta che al padrone (o meglio al "custode") del gatto vengono spiegati in dettaglio tutti i rischi di una determinata scelta, sta a lui valutare se vale la pena o no rischiare.
Ad esempio, il giardino condominiale non in sicurezza ha un rischio di 10 su 10, ovvero altissimo. Il giardino condominiale con la pettorina ha un rischio di 8 su 10, sicuramente un po' meno che lasciare il gatto completamente libero. Ci sono utenti del forum che portano il gatto con la pettorina regolarmente, e non è mai successo niente, ci sono gatti che sono scappati o morti. L'importante è essere consapevoli.
Un'altra cosa: è sicuramente vero che, se un gatto è vivace, il fatto di farlo uscire lo renderà più equilibrato rispetto al farlo rimanere in casa.. spesso ho l'impressione che la gente faccia uscire i gatti anche per "renderli meno rompiballe" quando sono troppo scalmanati.. insomma per risparmiarsi la fatica di dover giocare con loro a lungo, creargli un ambiente stimolante, stargli dietro, capire i loro disagi (tipo le pipì in giro) ecc..
linguadigatto
24-11-2016, 17:12
si ma grazie al cacchio, se vuoi la certezza della sicurezza del gatto lo devi sedare ogni volta che ti allontani da casa. se no come faccio a sapere che al mio gatto non verrà in mente di saltare sulla stufa?
linguadigatto
24-11-2016, 17:20
NESSUNO di noi qui é veterinario comportamentalista neppure quelli che vi si atteggiano. É giusto condividere le proprio esperienze pratiche mentre le citazioni di scritti o simili personalmente le trovo fini a se stesse. Ed e' sempre il mio modestissimo parere... ma dovevo esprimerlo anche se avevo detto che mi sarei allontanata dalla discussione gli animali mi stanno troppo a cuore anche quelli che non conosco
e nessuno è nutrizionista, ma la sezione alimentazione è piena di citazioni, articoli, discussioni infinite.... che c'entra?
Ragazzi io penso che vada bene il confronto, ma da qui all'arrivare a punzecchiare gli altri volontariamente ce ne passa.
Ad ogni modo io la vedo in una maniera molto simile a babaferu e forse se mi trovassi nella situazione di linguadigatto mi comporterei come lei. Però che dire, mi limito a questo perché una parola di più forse potrebbe essere interpretata nella maniera sbagliata e sinceramente non mi va.
Io mi ritrovo benissimo in quello che dice Ivo, Serena, ma anche in quello che dice Aletto. E concordo sul fatto che ognuno abbia la sua visione del giusto o sbagliato in base alla propria esperienza/carattere/esigenze del gatto...quindi non capisco proprio i toni accesi, mi spiace
linguadigatto
24-11-2016, 17:39
concordo. sono un'impulsiva. non sapete quante volte scrivo filippiche e poi le cancello :)
dai basta, qui lascio. almeno finchè mi passa il prurito alle dita :micimiao24:
PREMESSO CIO', una volta che al padrone (o meglio al "custode") del gatto vengono spiegati in dettaglio tutti i rischi di una determinata scelta, sta a lui valutare se vale la pena o no rischiare...
... L'importante è essere consapevoli
Ecco, brava: l'importante è avere soppesato bene i pro e i contro, poi ognuno è libero di scegliere come vuole. Io sono sicurissima della mia scelta, ma non posso affermare che sia l'unica valida.
spesso ho l'impressione che la gente faccia uscire i gatti anche per "renderli meno rompiballe" quando sono troppo scalmanati.. insomma per risparmiarsi la fatica di dover giocare con loro a lungo, creargli un ambiente stimolante, stargli dietro, capire i loro disagi (tipo le pipì in giro) ecc..
Questo mi lascia già un po' più sgomenta: nel senso che questa gente che, magari con qualche ragione (pure a me capita di essere esaurita fisicamente e mentalmente a fine giornata), non ha voglia di intrattenere il gatto quando rompe perché vuole giocare, avrebbe voglia di spremergli la vescica se (facciamo le corna) un giorno il gatto dovesse avere un incidente? :disapprove:
Ritpetit
24-11-2016, 18:15
@Ritpetit: forse non mi sono spiegata bene, tento di farlo qui:
Sono d'accordo che anche la pettorina è rischiosa, ma soprattutto, una volta che il gatto esce dalle quattro mura di casa, IL RISCHIO ZERO NON ESISTE. Tutto può essere pericoloso, persino portarlo dal vet nel trasportino chiuso, quanti casi si sentono di trasportino che si rompe e gatto che scappa?
..
Sono perfettamente conscio che il rischio zero non esiste.
Non a caso, per cercare di ridurli, quando porto Birba o la Pippi dal veterinario, al mio trasportino applico due cinghie da bagaglio per la moto incrociate: una per impedire che i due gusci possano aprirsi in caso, ad esempio, di rottura di un gancio, e la seconda per impedire un'apertura accidentale dello sportellino: anche se mi scappa di mano e rotola giù per una discesa, non si apre, te lo assicuro.
La sicurezza al 100% non ce l'ho neanche in quel caso: se nel frattempo che rotola arriva un'auto e lo urta magari lo spacca e il gatto riesce a scappare.
Non ce l'ho al 100% ma al 99% sì: avendo letto di più di un gatto smarrito per essere fuggito dal trasportino, con pochi euro mi sono attrezzato, e ci metto 45 secondi di orologio ad agganciare le due cinghie.
Sono troppo apprensivo? Può essere, ma te lo ripeto: A ME, se si spacca un gancio del trasportino, il gatto non scappa ;)
PREMESSO CIO', una volta che al padrone (o meglio al "custode") del gatto vengono spiegati in dettaglio tutti i rischi di una determinata scelta, sta a lui valutare se vale la pena o no rischiare.
..
E anche qua siamo perfettamente in sintonia: ho ribadito che siamo dotati di libero arbitrio.
La mia premura è far ben presente che certe disgrazie succedono, succedono più spesso di quanto non si creda, e soprattutto non succedono solo "agli altri": a volte "gli altri" diventiamo NOI, e bisogna essere coscienti delle conseguenze che le nostre scente possono comportare.
Piangere POI sul latte versato serve a nulla, a volte lo trovo addirittura ipocrita
;)
si ma grazie al cacchio, se vuoi la certezza della sicurezza del gatto lo devi sedare ogni volta che ti allontani da casa. se no come faccio a sapere che al mio gatto non verrà in mente di saltare sulla stufa?
Io non ho la stufa e quindi questo per me non è un problema. ;)Cmq prima di uscire di casa mi assicuro non ci siano potenziali pericoli per loro. Non lascio ad esempio mai nessuna pentola sui fornelli accesi, anche se esco per pochi minuti a prendere il pane.
Tipo adesso ho la piccola che si infila nel cassettone sotto il letto passando da dietro. Per adesso che è ancora piccola ce la fa tranquillamente ad entrare ed uscire da sola. Ma in ogni caso quando esco di casa chiudo la porta di camera mia perchè non volgio che mentre non c'è nessuno lei possa infilarsi e magari incastrarsi e non riuscire più ad uscire. Insomma...cerco di prevedere qualsiasi pericolo ci possa essere in casa mia che sono cmq 130 mq quadrati e non km quadrati impossibili da sorvegliare.
Ele&Coffee
24-11-2016, 19:20
I miei escono... io all'inizio ero non titubante..di più. volevo tantissimo che fossero sereni e soddisfatti ma avevo tantissima paura. Che si facessero male più che altro, perchè da me pericoli veri e propri non ci sono (non ci sono cani, e c'è un solo altro gatto, Briciola dei miei vicini, sterilizzata e vaccinata e che conoscono e con lei dividono il territorio). praticamente io sto al primo piano e il mio balconcino ha, 50 cm sotto, un muro di pietra che delimita due giardini. Coffee cammina solo lungo il muro e sul tettino della veranda di uno dei due giardini, Plum invece scende in uno dei due giardini (che ha solo erba ed alberi, è bellissimo)e risale arrampicandosi su un fico che è ad altezza perfetta per tornare sul muro e rientrare in casa..è veramente agilissima. Io sono tranquilla, mediamente tranquilla...Nel senso che so che nessuno animale o uomo può far loro del male...ma ovviamente potrebbe che so,capitare è che si rompa un ramo dell'albero, (ma cadrebbe cmq da tipo due metri e mezzo d'altezza..sull'erba) oppure scivolare su qualche attrezzo da giardino che hanno i vicini...oppure che un giorno decida di scendere nell'altro giardino dal quale non può risalire (non ci sono alberi) e quindi dovrei riprenderla io suonando ai vicini, ma nessun dramma insomma.
detto questo io li faccio uscire spesso, anche tre volte in un giorno, ma solo quando sono in casa . Stanno via massimo un'ora ogni volta..Sono FELICI...Prima che arrivasse Plum, Coffee non aveva il coraggio di uscire ed era sempre annoiato e grattava alla porta di casa per uscire per le scale, per dire...adesso è MOLTO più sereno.
MI sento però di condividere l'opinione di chi non fa uscire i gatti se possono arrivare in strada. Sinceramente non lo farei nemmeno io in quel caso.
Nei casi di giardini non recintabili se le finanze lo permettono io consiglio un catrun con "cunicolo" che esce da una finestra che finisce in un box fuori tipo questo (che è anche piccolo ) https://www.google.it/search?q=cat+run&tbm=isch&tbs=rimg:CfD30-Va52fbIjhRVcMFb7ylydyIk26_18As9a3Ihc3mWuF7D9KHR7za zzXzU53QzkEWXdyXM4VFTXc_1lLzMlOzGR_1SoSCVFVwwVvvKX JEaXtOJb_12gc-KhIJ3IiTbr_1wCz0R3jxjrvJmiwMqEglrciFzeZa4XhEkeMtIR ceimCoSCcP0odHvNrPNEeolQQbeYvEdKhIJfNTndDOQRZcRb_1 RhJJjjVFcqEgl3JczhUVNdzxFWCeJLSRxzTCoSCeUvMyU7MZH9 EZuC6hnt1wnZ&tbo=u#imgrc=njEx2rAKf_hhGM%3A
Non riesco a seguire molto perché sono alluvionata in questo momento :)
Prima di tutto quoto Ivo, Serena e Milka che hanno già detto tutto.
Secondo, penso che ci siano due modi per rispondere a queste discussioni.
1. Ognuno racconta la propria esperienza con l'uscita dei gatti, se ce l'ha, se è stata positiva o negativa. Si consiglia anche un giro, al richiedente il consiglio, sulle varie pagine di facebook "smarriti" che male non fa.
La cosa finisce lì, neutra e senza polemiche.
2. Si cominciano a spiegare le proprie motivazioni e filosofeggiare su cosa sia "più giusto" per il gatto. Sulle opinioni non possiamo essere tutti d'accordo e m pare normale che nascano discussioni accese. Se uno ha fatto una scelta, ha valutato i pro e i contro e quindi mi pare ovvio che non sia d'accordo sulle motivazioni altrui. Siamo adulti e spero che non ci spaventiamo di una discussione anche accesa, se non si arriva ad attaccare una persona, ma solo le sue idee.Non si mettono in discussione le persone, ma le opinioni, il che mi sembra perfettamente legittimo, a meno che non vogliamo essere ipocriti.
Il rischio zero è vero, nn esiste, il gatto di una mia amica ha perso una zampa e la coda restando chiuso nella finestra a vasistas della cucina. Il controllo su tutto non lo avremo mai.
Ognuno fa i conti con la propria percezione del rischio, la mia, relativamente al gatto che esce, è molto alta.
"Uscire con precauzione" vuol dire uscire in un ambiente protetto. Fuori da una zona messa in sicurezza l'ambiente protetto non è. Ti va bene 100 volte, la 101esima ti va male.
Quindi forse dovremmo davvero chiarire, cosa significa "uscire con precazione".
Se era rivolto a me io non mi sono affatto spaventata, anzi ho scritto chiaramente che concordo con quanto detto praticamente da tutti...però non ho trovato carino dire che Aletto si atteggia da comportamentalista per esempio. Allora anche Serena si atteggia da nutrizionista (Serena scherzo, tvb :D)?
Tutto qua.. oltretutto la stessa Aletto mi sembra abbia il balcone in sicurezza proprio perché consapevole dei rischi della propria situazione specifica, o sbaglio?
Io stessa mi spavento a morte quando vedo, tutti i santi giorni, il gatto del balcone di fronte al mio palazzo che CORRE lungo il davanzale del balcone (largo, in muratura).
Stesso balcone, Yuna non si è mai avvicinata neanche alla ringhiera del balcone (è prevalentemente in muratura), anche da giovane acchiappava uccellini/insetti solo se si avvicinavano nella parte interna del balcone, quella a ridosso delle finestre. Figuriamoci ora che a malapena esce a prendere una boccata d'aria.
Da piccola (e giovane) incosciente neanche sapevo cosa significasse mettere in sicurezza un balcone, né i miei me l'avrebbero permesso oltretutto.
Allora anche Serena si atteggia da nutrizionista (Serena scherzo, tvb :D)?
:217::rolleyes::kisses:
Comunque anch'io ho fatto un percorso per gradi e all'inizio ho sottovalutato molti pericoli (per pura fortuna mi è sempre andata molto bene o quasi: come dicevo Maktum non l'ho più ritrovato, ma Chiquy è uscita incolume da una caduta dal terzo piano). Però sono consapevole sia che avrebbe potuto andare molto, ma molto peggio, come anche di come ci si sente ad aver preso sotto gamba qualcosa (uno schifo non rende esattamente l'idea; ci si sente molto peggio). E' proprio questo che vorrei evitare a chi viene qui a chiedere un consiglio: il senso di colpa, perché purtroppo è un sentimento tanto lancinante e straziante, quanto inutile (la tragedia ormai è successa o si è evitata: colpevolizzarsi o disperarsi a cose fatte non serve a nulla). Ed è proprio per questo che i miei toni sono alti e mi infervoro.
Poi su principi generalissimi come "il gatto vive una vita più completa se può avere accesso all'esterno" sono d'accordo anch'io; ma noi dobbiamo misurarci con situazioni contingenti e piene di criticità, non con i massimi sistemi filosofici ed etologici.
....... oltretutto la stessa Aletto mi sembra abbia il balcone in sicurezza proprio perché consapevole dei rischi della propria situazione specifica, o sbaglio? ......
Sì, ricordi bene, ho terrazzo e balcone in sicurezza :)
.........
Quindi se io avessi un giardino farei di tutto e di più per metterlo in sicurezza per lasciare che i miei gatti abbiano uno spazio vitale consono alla loro specie
Infatti questo ho scritto in questa stessa discussione e questo ribadisco
e sono sicura che Sylla troverà il modo di accordarsi con i vicini, i quali avendo gatti saranno comprensivi. Del resto non penso che i vicini si mettano davanti alla sua porta di casa o sotto le sue finestre, lo spazio si trova!
Come posso verificare le motivazioni dei miei gatti? Non credo che se glielo chiedessi mi risponderebbero...e nemmeno me lo farebbero capire....
Cerco di risponderti nonostante Buio si sia messo tra me e la tastiera
le loro motivazioni non si capiscono chiedendoglielo (ovviamente), ma le capiamo dall'osservazione attenta -a volte neppure tanto attenta- del loro....chiamiamolo "modo di essere" piuttosto che comportamento. Le motivazioni principali dei gatti sono quella territoriale, quella predatoria e quella atletica, c'è inoltre la sua abilità nell'essere un problem solver e sono tutte collegate alla loro sopravvivenza in natura. Questo si può capire anche attraverso le preferenze di gioco dell'uno o dell'altro quindi c'è
chi preferisce il gioco che stimola l'esplorazione,
chi preferisce il gioco con la cannetta,
chi invece preferisce arrampicarsi o saltare anche da adulto,
chi è particolarmente adatto ai giochi che stimolano l'attenzione concentrazione e memoria
nel primo caso abbiamo un micio la cui motivazione territoriale lo spingerebbe ad avere un territorio abbastanza ampio, una territorialità espansiva
nel secondo caso abbiamo un micio che ha una spiccata motivazione predatoria
nel terzo un micio che ha una forte motivazione atletica
nel quarto abbiamo un micio che preferisce dare sfogo alla sua abilità di problem solver
Sempre dall'osservazione, rimanendo in tema col thread, vedo che qui la motivazione principale di Buio è quella esplorativa e territoriale ma ha poca atleticità e non riuscirebbe a scappare arrampicandosi, quella di Volland è quella predatoria ed è molto più esplorativo ma con maggior circospezione di Buio rispetto al quale è di gran lunga più atletico quindi riuscirebbe a scappare e mettersi in salvo, mentre Berenice meno predatoria e molto esplorativa con circospezione a metà tra loro, ma anche molto adatta ai giochi che richiedono attenzione, Buio sull'attenzione=0
La scarsa circospezione di Buio mi fa pensare che non potrebbe mai e poi essere lasciato libero senza precauzioni perché mi viene da dirgli: ma dove vai così spavaldo e distratto? torna subito qui che sei un salame, idem Berenice anche se avendo conosciuto la vita in strada sa come togliersi d'impaccio, Volland sarebbe quello le cui motivazioni potrebbero garantirgli la sopravvivenza. Ma il problema non si pone, quando avrò un giardino sarà in sicurezza.
:)
:217::rolleyes::kisses:
E' proprio questo che vorrei evitare a chi viene qui a chiedere un consiglio: il senso di colpa, perché purtroppo è un sentimento tanto lancinante e straziante, quanto inutile (la tragedia ormai è successa o si è evitata: colpevolizzarsi o disperarsi a cose fatte non serve a nulla). Ed è proprio per questo che i miei toni sono alti e mi infervoro.
Poi su principi generalissimi come "il gatto vive una vita più completa se può avere accesso all'esterno" sono d'accordo anch'io; ma noi dobbiamo misurarci con situazioni contingenti e piene di criticità, non con i massimi sistemi filosofici ed etologici.
Quoto questo, perché mi ci ritrovo completamente.
Xiaowei, non era rivolto a te, ma in generale. E' normale in un forum non discutere sempre in punta di forchetta, "atteggiarsi a comportamentalista" non sarà carinissimo ma non è un insulto e invece di afre rientrare questo nella discussine lascerei che i "contendenti" se la sbrighino tra loro, ma sarà una deformazione del fatto di aver scritto in forum assai poco moderati.
Comunque, alla fine, quello che dice Aletto mi pare sia "lasciare uscire i gatti, ma in sicurezza"
E su questo sono d'accordo. E sicurezza vuol dire un territorio recintato e senza pericoli.
Quindi alla fine, anche se empatizziamo al massimo con i nostri gatti e rispettiamo la loro alterità, il punto resta: non possiamo lasciarli liberi aldifuori di un territorio delimitato senza fargli correre grossi rischi. E per ciò non vuol dire affatto che vedo i gatti come graziosi peluche o bambini indifesi: li vedo come gatti, sono 25 anni che li osservo, dai semiliberi e più domestici, ma sono consapevole di dover fare una scelta. O li considero animali selvatici, e lascio che vivano la loro vita in un bosco, seguendo le leggi di natura, con i loro pro e contro, o li considero animali deomestici, con tutte le responsabilità che ne derivano, con diversi pro e contro.
Il contro è certamente limitare la loro territorialità, i pro direi che però compensano bene.
E non per spaventare, ma se qualcuno è iscritto alla pagina Facebook "I gatti, le foto più belle", avrà letto ieri il dolore della mamma di Viola, micia nera morta dissanguata perché qualche umano non degno di tale nome l'ha picchiata e le ha tagliato la coda.
Mi fanno soffrire molto queste notizie, per questo motivo poi mi infervoro. E cerco di non leggerle più, am ogni tanto mi capitano sotto gli occhi.
E non per spaventare, ma se qualcuno è iscritto alla pagina Facebook "I gatti, le foto più belle", avrà letto ieri il dolore della mamma di Viola, micia nera morta dissanguata perché qualche umano non degno di tale nome l'ha picchiata e le ha tagliato la coda.
Mi fanno soffrire molto queste notizie, per questo motivo poi mi infervoro. E cerco di non leggerle più, am ogni tanto mi capitano sotto gli occhi.
Io quando sento queste notizie che mi fanno raggelare il sangue per tanta crudeltà mi convinco ancora di più della mia scelta: fuori solo se in assoluta sicurezza!
e nessuno è nutrizionista, ma la sezione alimentazione è piena di citazioni, articoli, discussioni infinite.... che c'entra?
Forse Franca intende che talcuni non scrivono mai le due paroline "secondo me".
Penso sia tutto lì il senso del suo discorso.
Mah, i thread pullulano di post senza il secondo me, tipo "questi croccantini sono ottimi", addirittura ci sono anche dei perentori "devi", oppure "fai questo o fai quell'altro". Logicamente chi scrive ne è sicuro quindi omette il complemento di limitazione.
Non intendo sbrigarmela in privato perché non è una contesa, quindi non sono uno dei due o più contendenti, ma mi ha fatto piacere che alcuni utenti si siano resi conto dell'inutile piega che stava prendendo il thread di Sylla, e che ci siano molti utenti in grado di dialogare senza scivolare.
La difficoltà che stanno affrontando Sylla ed il suo gatto è importante ma lei si è sentita di autodefinirsi "un mostro" e "irresponsabile", e questo secondo me non è giusto. Dovrebbe solamente conoscere bene il suo gatto e mettere in sicurezza almeno una parte del giardino.
C'è stata poi la ponderata testimonianza di Ele&Coffee che considera i suoi gatti felici e parla dei suoi timori iniziali, insomma è un bel thread :)
.....
Poi su principi generalissimi come "il gatto vive una vita più completa se può avere accesso all'esterno" sono d'accordo anch'io; ma noi dobbiamo misurarci con situazioni contingenti e piene di criticità, non con i massimi sistemi filosofici ed etologici.
Mai paragone è stato più calzante, beh è evidente che non sto dalla parte di Tolomeo :cool:
Ele&Coffee
26-11-2016, 12:56
Aletto ti ringrazio molto, sono sempre titubante nello scrivere post di questo tipo, perchè una volta su facebook fui letteralmente aggredita per aver fatto un discorso molto simile (in condizioni di sicurezza medio-alta, ovvero dove non c'è sicurezza al 100% ma si è piuttosto sicuri che i gatti non corrano rischi importanti, insomma per farla breve dove c'è una probabilità molto bassa che al gatto possa succedere qualcosa)io ero cautamente favorevole al farli uscire (e ancora i miei non uscivano, anzi ne avevo solo uno al tempo e andava solo in balcone al primo piano ma soffriva e grattava le porte continuamente!!!)..rimasi così male in quell'occasione...perchè mi rendo conto che se ne vedono e sentono di ogni, ma non è giusto che senza conoscere una persona si dia per scontato che questa non ragioni, non valuti, non ponderi NULLA, ma che spalanchi le finestre e bon... Mi aggredirono facendomi sentire ignorante, quando nessuno di loro sapeva nulla di me... non sapeva per dire, che ero iscritta da 4 anni in un forum dove si parla del benessere dei nostri gatti, che spendo un sacco di soldi per comprargli il cibo migliore che posso, ecc ecc..
Volevo anche aggiungere che sono consapevole che esistano persone che fanno uscire i propri gatti "per non averli in mezzo" (ne conosco anche qualcuna)...ma sono anche piuttosto certa che non ne esistano qua dentro :).
Mah, i thread pullulano di post senza il secondo me, tipo "questi croccantini sono ottimi", addirittura ci sono anche dei perentori "devi", oppure "fai questo o fai quell'altro". Logicamente chi scrive ne è sicuro quindi omette il complemento di limitazione.
Non intendo sbrigarmela in privato perché non è una contesa, quindi non sono uno dei due o più contendenti, ma mi ha fatto piacere che alcuni utenti si siano resi conto dell'inutile piega che stava prendendo il thread di Sylla, e che ci siano molti utenti in grado di dialogare senza scivolare.
La difficoltà che stanno affrontando Sylla ed il suo gatto è importante ma lei si è sentita di autodefinirsi "un mostro" e "irresponsabile", e questo secondo me non è giusto. Dovrebbe solamente conoscere bene il suo gatto e mettere in sicurezza almeno una parte del giardino.
C'è stata poi la ponderata testimonianza di Ele&Coffee che considera i suoi gatti felici e parla dei suoi timori iniziali, insomma è un bel thread :)
Mai paragone è stato più calzante, beh è evidente che non sto dalla parte di Tolomeo :cool:
Ahahahahah
Ahahahahah
Ahahahahah
Complemento di limitazione.
Sei forte.
Aletto ti ringrazio molto, sono sempre titubante nello scrivere post di questo tipo, perchè una volta su facebook fui letteralmente aggredita per aver fatto un discorso molto simile (in condizioni di sicurezza medio-alta, ovvero dove non c'è sicurezza al 100% ma si è piuttosto sicuri che i gatti non corrano rischi importanti, insomma per farla breve dove c'è una probabilità molto bassa che al gatto possa succedere qualcosa)io ero cautamente favorevole al farli uscire (e ancora i miei non uscivano, anzi ne avevo solo uno al tempo e andava solo in balcone al primo piano ma soffriva e grattava le porte continuamente!!!)..rimasi così male in quell'occasione...perchè mi rendo conto che se ne vedono e sentono di ogni, ma non è giusto che senza conoscere una persona si dia per scontato che questa non ragioni, non valuti, non ponderi NULLA, ma che spalanchi le finestre e bon... Mi aggredirono facendomi sentire ignorante, quando nessuno di loro sapeva nulla di me... non sapeva per dire, che ero iscritta da 4 anni in un forum dove si parla del benessere dei nostri gatti, che spendo un sacco di soldi per comprargli il cibo migliore che posso, ecc ecc..
Volevo anche aggiungere che sono consapevole che esistano persone che fanno uscire i propri gatti "per non averli in mezzo" (ne conosco anche qualcuna)...ma sono anche piuttosto certa che non ne esistano qua dentro :).
Penso che sia veramente un peccato che una persona non si senta libera di parlare, di raccontare e di chiedere perché così perdiamo una parte di conoscenza e di esperienze. Fb è pieno di persone strane come è normale che sia, e c'è gente che si permette di bollarti come non so che nascondendosi dietro una specie di anonimato. Spero solo che tu scriva poco qui (o forse a me sono sfuggiti alcuni post) perché i tuoi gatti stanno benissimo e non perché ti senti sotto il mirino.
Elena, il 100% di sicurezza lo sappiamo bene che non esiste, nemmeno in casa. Però un territorio delimitato in cui non hanno accesso estranei umani o animali, auto, ecc. direi che è uno spazio ragionevolmente sicuro.
Io ero già sul forum quando Tigre è stato aggredito e non sono stata insultata da nessuno (e conoscevano già il precedente di Mia). Quindi questo di sicuro non è un posto dove gli utenti saltano alla gola. Non mi sono sentita un "mostro", in colpa sì, sicuramente, come credo ci sentiamo tutti, anche a torto, quando sentiamo di non averli protetti abbastanza.
Dei sensi di colpa, che sono un sentimento molto negativo, cerco di fare buon uso, nel senso ho sbagliato una volta, sicuramente non con cattive intenzioni, cerco di non ripetere lo stesso errore.
Se la mia esperienza può servire a qualcuno, la condivido, anche se per me ogni volta è doloroso ripensarci. sono brutti ricordi. Ma prendermi la mia responsabilità è uno dei modi per affrontare il senso di colpa.
Per me, la risposta alla domanda "lasciarlo uscire in giardino?" è solo una: sì, se in ragionevole sicurezza, no, se non lo è.
Tutti i ragionamenti sul benessere globale del gatto, sono interessanti e da fare magari in altro contesto ma come risposta a quella domanda non hanno molto senso, secondo me.
Come già detto il benessere globale del gatto viene messo seriamente a rischio dal lasciarlo uscire senza sicurezza.
Questo quando uno chiede un consiglio. Se uno ha già valutato tutti e pro e i contro, non mi permetto di dirgli "stai sbagliando tutto". Se si discute delle ragioni di una scelta, semplicemente discuto, io tante volte su pagine Fb son stata accusata di "violare la natura del gatto" perché ho il giardino che sembra Alcatraz (il filo elettrico, massima espressione di crudeltà), perché sono tutti sterilizzati (negare la maternità, altra crudeltà), perfino per le cure a Mia (accanimento terapeutico).
Se ho voglia di discutere lo faccio, se no ciao a tutti, mi focalizzo sempre sulla questione e non sulla lite.
Elena, il 100% di sicurezza lo sappiamo bene che non esiste, nemmeno in casa. Però un territorio delimitato in cui non hanno accesso estranei umani o animali, auto, ecc. direi che è uno spazio ragionevolmente sicuro.
Io ero già sul forum quando Tigre è stato aggredito e non sono stata insultata da nessuno (e conoscevano già il precedente di Mia). Quindi questo di sicuro non è un posto dove gli utenti saltano alla gola. Non mi sono sentita un "mostro", in colpa sì, sicuramente, come credo ci sentiamo tutti, anche a torto, quando sentiamo di non averli protetti abbastanza.
Dei sensi di colpa, che sono un sentimento molto negativo, cerco di fare buon uso, nel senso ho sbagliato una volta, sicuramente non con cattive intenzioni, cerco di non ripetere lo stesso errore.
Se la mia esperienza può servire a qualcuno, la condivido, anche se per me ogni volta è doloroso ripensarci. sono brutti ricordi. Ma prendermi la mia responsabilità è uno dei modi per affrontare il senso di colpa.
Per me, la risposta alla domanda "lasciarlo uscire in giardino?" è solo una: sì, se in ragionevole sicurezza, no, se non lo è.
Tutti i ragionamenti sul benessere globale del gatto, sono interessanti e da fare magari in altro contesto ma come risposta a quella domanda non hanno molto senso, secondo me.
Come già detto il benessere globale del gatto viene messo seriamente a rischio dal lasciarlo uscire senza sicurezza.
Questo quando uno chiede un consiglio. Se uno ha già valutato tutti e pro e i contro, non mi permetto di dirgli "stai sbagliando tutto". Se si discute delle ragioni di una scelta, semplicemente discuto, io tante volte su pagine Fb son stata accusata di "violare la natura del gatto" perché ho il giardino che sembra Alcatraz (il filo elettrico, massima espressione di crudeltà), perché sono tutti sterilizzati (negare la maternità, altra crudeltà), perfino per le cure a Mia (accanimento terapeutico).
Se ho voglia di discutere lo faccio, se no ciao a tutti, mi focalizzo sempre sulla questione e non sulla lite.
Che devo dire Paola??? Io ti quoto e straquoto e riquoto. :)
Per me un po' di senso ce l'hanno alcuni ragionamenti, perché oltre ai pericoli oggettivi che possono esserci (auto, vicini str***i, cani affamati ecc), il singolo utente del forum può in seconda battuta valutare anche il comportamento del gatto e la sua necessità di uscire o meno. Io almeno la vedevo così, a "completamento" del discorso sui pericoli.
Allo stesso modo, probabilmente se avessi avuto un gatto con un comportamento diverso probabilmente avrei murato tutto il balcone (sempre ammesso che i miei me ne avrebbero dato il permesso). Parlo chiaramente della mia esperienza e della mia situazione soggettiva, com'è fatto il balcone, altezza da terra, altri pericoli ecc...
Guarda, il comportamento dei gatti per me ci può anche stare. A parte che credo che ognuno che abbia un gatto sappia valutare quello che nemmeno ci pensa ad uscire (pochi) e quelli che approfittano di ogni porta/finestra aperta (tanti, perché è vero che il gatto è un esploratore nato).
Ma da qualche parte all'inizio del thread ho letto frasi tipo "anch'io farei così" e "vi invidio" riferite a situazioni di non sicurezza (campagna, ok, ma pure io sto in campagna, se volete vi metto le foto) ed è quello che mi ha fatto un po' drizzare le antenne.
Insomma, ho avuto la sensazione che il thread andasse un po' nella direzione "ma sì, i gatti sono grandi esploratori, non tarpiamogli le ali, lasciamoli uscire anche in condizioni di media sicurezza". Se mi sono sbagliata, ritiro tutto.
E siccome è quello che ho fatto io e hanno fatto tante persone che conosco, visto che vivo in zone di campagna dove molti gatti girano liberi, con conseguenze dal grave al tragico, mi sento dal mettere in guardia qualcuno che chiede un consiglio. Tant'è vero che le stesse persone che farebbero così e che invidiano, poi, in realtà, non lo fanno e non hanno nessuna esperienza diretta di gatti che escono.
Allora, tutto quello che alla fine dico è STATE MOLTO ATTENTI.
Non fidatevi del comportamento del gatto pacioso che non si allontana: Mia è una gatta tranquilla e pacifica che girellava per i giardini dei vicini, poi una bella volta ha deciso di attraversare la strada e proprio nel momento in cui passava una delle circa 20 auto che transitano di qui. Gli è andata solo di c.ulo che lei non stava mai fuori per più di un paio d'ore, quando ho visto che non tornava ho cominciato a cercarla e l'ho trovata, perché d'arrivare fino a casa, cioè circa 10 metri, lei non ce l'avrebbe più fatta. S'era nascosta sotto l'auto di un vicino.
Sì, possiamo osservare i nostri gatti e sapere il loro carattere, ma non avremo mai la certezza di come si possano comportare in certe situazioni.
Poi capisco che se uno ha un gatto che in casa è veramente infelice, incroci le dita e si affidi al destino.
E con questa la chiudo qui perché ho veramente scritto troppo, ma come si capisce è un argomento che mi sta molto a cuore. Vorrei che nessuno mai provasse un tale dolore pensando che non è una malattia imprevedibile, la causa, ma qualcosa che si poteva evitare.
Ele&Coffee
26-11-2016, 14:53
Asolutamente, il carattere del gatto anche secondo me è fondamentale! i miei genitori ad esempio sono in una situazione simile alla mia (primo piano con balcone, 2 nel loro caso) che da su diversi giardini privati con mura alte 4 metri e zero accesso alla strada) ma la loro gatta non ha mai, nemmeno mezza volta avuto istinti di voler andare in giardino... sta sul balcone rigorosamente sdraiata sul pavimento in primavera e su una poltrona imbottita il resto dell'anno, è una gatta-pouf, adesso che circa 9 anni ma anche quando ne aveva 4 circa e loro l'hanno presa in casa. Mi ha fatto sempre sorridere il suo essere così poco "gatto" e i miei genitori non hanno mai dovuto porsi questi quesiti in anni di convivenza con lei. Come lei ce ne sono moltissimi altri, poi ci sono quelli che un pò vorrebbero ma se non li fai uscire se ne fanno una ragione...e poi ci sono quelli come quello di Sylla che ne sentono proprio il bisogno...
e ovviamente anche in questi casi c'è da fare la distinzione fra curiosi&abili e curiosi ma "pericolosi" . é un duro lavoro quello di prendere decisioni di questo tipo..
Ele&Coffee
26-11-2016, 14:55
Elena, il 100% di sicurezza lo sappiamo bene che non esiste, nemmeno in casa. Però un territorio delimitato in cui non hanno accesso estranei umani o animali, auto, ecc. direi che è uno spazio ragionevolmente sicuro.
Io ero già sul forum quando Tigre è stato aggredito e non sono stata insultata da nessuno (e conoscevano già il precedente di Mia). Quindi questo di sicuro non è un posto dove gli utenti saltano alla gola. Non mi sono sentita un "mostro", in colpa sì, sicuramente, come credo ci sentiamo tutti, anche a torto, quando sentiamo di non averli protetti abbastanza.
Dei sensi di colpa, che sono un sentimento molto negativo, cerco di fare buon uso, nel senso ho sbagliato una volta, sicuramente non con cattive intenzioni, cerco di non ripetere lo stesso errore.
Se la mia esperienza può servire a qualcuno, la condivido, anche se per me ogni volta è doloroso ripensarci. sono brutti ricordi. Ma prendermi la mia responsabilità è uno dei modi per affrontare il senso di colpa.
Per me, la risposta alla domanda "lasciarlo uscire in giardino?" è solo una: sì, se in ragionevole sicurezza, no, se non lo è.
Tutti i ragionamenti sul benessere globale del gatto, sono interessanti e da fare magari in altro contesto ma come risposta a quella domanda non hanno molto senso, secondo me.
Come già detto il benessere globale del gatto viene messo seriamente a rischio dal lasciarlo uscire senza sicurezza.
Questo quando uno chiede un consiglio. Se uno ha già valutato tutti e pro e i contro, non mi permetto di dirgli "stai sbagliando tutto". Se si discute delle ragioni di una scelta, semplicemente discuto, io tante volte su pagine Fb son stata accusata di "violare la natura del gatto" perché ho il giardino che sembra Alcatraz (il filo elettrico, massima espressione di crudeltà), perché sono tutti sterilizzati (negare la maternità, altra crudeltà), perfino per le cure a Mia (accanimento terapeutico).
Se ho voglia di discutere lo faccio, se no ciao a tutti, mi focalizzo sempre sulla questione e non sulla lite. mi dispiace molto che anche tu abbia subito commenti e giudizi cattivi di ogni tipo. Io trovo che il filo elettrificato sia un'ottima idea. Innanzitutto perchè la scossa è lieve e non crea un vero danno al micio, e poi perchè è un deterrente VERO. dopo la seconda o terza volta non lo farà più.
Ele&Coffee
26-11-2016, 14:59
Penso che sia veramente un peccato che una persona non si senta libera di parlare, di raccontare e di chiedere perché così perdiamo una parte di conoscenza e di esperienze. Fb è pieno di persone strane come è normale che sia, e c'è gente che si permette di bollarti come non so che nascondendosi dietro una specie di anonimato. Spero solo che tu scriva poco qui (o forse a me sono sfuggiti alcuni post) perché i tuoi gatti stanno benissimo e non perché ti senti sotto il mirino.
Che cara :) sono qui dal 2012 quando presi il primo...allora scrivevo tantissimo poi per un paio d'anni ho scritto molto poco e sono tornata con l'arrivo della seconda.. non preoccuparti, mi sono sempre sentita a mio agio qui dentro!:)
Ho letto tutti i messaggi con estremo interesse, invidio molto chi di voi può avere una situazione di sicurezza in cui fare uscire il gatto e chi invece ce la fa a non farlo uscire assolutamente.
Per quanto mi riguarda tutte le mie buone intenzioni di limitare le uscite sono andate in fumo anzi stamattina visto che era giorno di pulizie è stato fuori tutto il tempo e adesso l'ho lasciato uscire dopo ripetuti miagolii e grattate alla porta finestra. Io non ce la faccio per me è uno strazio!
Ma scrivo di nuovo per chiedervi come facciate a tenere il gatto dentro? Ma soprattutto i vostri sono gatti che provengono da allevamenti? perché il mio e' di campagna abituato fin da appena nato a stare fuori e forse è impossibile abituarlo per questo.
Con i gatti di razza che provengono da allevatori cambia la situazione?
Ritpetit
26-11-2016, 16:46
(CUT)..... anzi, NESSUNO dovrebbe più rispondere a discussioni simili, di qualunque opinione si possa essere.
Perché tanto alla fine ognuno rimane (GIUSTAMENTE, ci mancherebbe, esiste il libero arbitrio) della sua idea, compreso chi apre la discussione
(CUT)....... stamattina visto che era giorno di pulizie è stato fuori tutto il tempo e adesso l'ho lasciato uscire dopo ripetuti miagolii e grattate alla porta finestra. Io non ce la faccio per me è uno strazio!
Ma scrivo di nuovo per chiedervi come facciate a tenere il gatto dentro? Ma soprattutto i vostri sono gatti che provengono da allevamenti? perché il mio e' di campagna abituato fin da appena nato a stare fuori e forse è impossibile abituarlo per questo.
Con i gatti di razza che provengono da allevatori cambia la situazione?
Ecco esattamente cosa intendevo!
Moderatori, fate una cosa: mettete questa discussione in evidenza, assieme a quella della pettorina, così quando l'ennesimo nuovo arrivato chiederà la stessa cosa eviteremo che decine di persone perdano tempo per spiegare il proprio punto di vista, pericoli e quant'altro.
Per fare un esempio, non so quanto sia costato emotivamente a Mialuce rivivere i suoi drammi, da parte mia sono nuovamente due notti di fila che mi sveglio con l'urlo in gola per la sparizione di Pedro....
Un bel link a questa discussione e evitiamo perdite di tempo, tanto nessuno (giustamente, per carità) cambia idea.
A questo punto, coerentemente con me stesso, anche io non cambio idea: non serve una sega parlarne! Quindi, da parte mia, spero tanto di avere la forza di riuscire a non farmici più coinvolgere.
....sopportatemi, altra giornata da piscio agro.....
comunque...
Il mio Pedro veniva dalla strada, dove disperatamente credo sia anche adesso.
Birba è di razza purissima, unico al mondo, perché l'ho inventata io (tanto leggendo come sono state "certificate" tante razze, ho praticamente fatto uguale: un gatto ha caratteristiche che piace, lo si chiama razza "pippo", lo si fa riprodurre e diventano "di razza" quelli con le medesime caratteristiche....)
E' un Norvegese della Rocca di Legino (un tigratino a pelo lungo, che specie nel muso e collo da piccolo poteva essere simile ad un norvegese: io abito alla Rocca di Legino, ecco fatta la razza: e non crediate che scherzo, ce l'ha scritto sul libretto :D) , unico al mondo perché avendolo fatto sterilizzare non si potrà riprodurre, quindi di valore inestimabile.
La Pippi è una Guerriera della Strada.
Se ne stanno in casa e non rompono i marroni se vogliono che esca io per andarmi a guadagnare i soldi per la loro pappa.
Se rompono i marroni rischiano seriamente di saltare cena, come vedete anche loro hanno il loro bel libero arbitrio ;)
@ linguadigatto @ hannyca
A nome dei miei gatti invidio i vostri gatti, io farei altrettanto....
L'ho scritto io, e ribadisco che se avessi la possibilità, come l'avete voi, farei altrettanto
Che cara :) sono qui dal 2012 quando presi il primo...allora scrivevo tantissimo poi per un paio d'anni ho scritto molto poco e sono tornata con l'arrivo della seconda.. non preoccuparti, mi sono sempre sentita a mio agio qui dentro!:)
:micimiao06:
Ho letto tutti i messaggi con estremo interesse, invidio molto chi di voi può avere una situazione di sicurezza in cui fare uscire il gatto e chi invece ce la fa a non farlo uscire assolutamente.
Per quanto mi riguarda tutte le mie buone intenzioni di limitare le uscite sono andate in fumo anzi stamattina visto che era giorno di pulizie è stato fuori tutto il tempo e adesso l'ho lasciato uscire dopo ripetuti miagolii e grattate alla porta finestra. Io non ce la faccio per me è uno strazio!
Ma scrivo di nuovo per chiedervi come facciate a tenere il gatto dentro? Ma soprattutto i vostri sono gatti che provengono da allevamenti? perché il mio e' di campagna abituato fin da appena nato a stare fuori e forse è impossibile abituarlo per questo.
Con i gatti di razza che provengono da allevatori cambia la situazione?
Volland è l'unico gatto di allevamento che ho e che abbia mai avuto, eppure è il più consapevolmente intraprendente, ma io ho sempre avuto terrazzi, chiusi in casa mai.
Tutto dipende sia dalla razza ma anche dall'indole.
Tienilo d'occhio, anzi esci con lui, stagli alle calcagna, cerca di limitare le uscite e appena possibile lo sterilizzi e metti in sicurezza una parte del giardino. Non chiuderlo mai fuori anche se ci sei tu, deve avere la possibilità di rifugiarsi in un posto che considera sicuro e conosciuto in caso di paura perché in situazione di paura sono incontrollabili e la nostra presenza non li rassicura, li rassicura soltanto il territorio compresa e soprattutto la casa, sempre che la consideri zona centrale del territorio. Il tuo micio è giovane, il primo anno di vita è quello più a rischio, sono ancora poco esperti. Gli incidenti purtoppo capitano anche ai gatti adulti, ma il primo anno è il più delicato. Fai attenzione ;)
Ciao ritpetit, penso che si possano mettere in evidenza questi, quelli dell'alimentazione, ed altri, ma così non è gentile nei confronti di chi chiede consigli, anche se in altri forum si fa ed utenti e mod dicono "guardati le discussioni già fatte".
Poi fate come preferite
:)
Ma soprattutto i vostri sono gatti che provengono da allevamenti? perché il mio e' di campagna abituato fin da appena nato a stare fuori e forse è impossibile abituarlo per questo.
Con i gatti di razza che provengono da allevatori cambia la situazione?
Nessuno dei miei viene da allevamento. Molly, la prima, l'abbiamo presa in gattile che aveva circa due mesi e mezzo. E' nata lì poichè la mamma era stata recuperata incinta e Molly, con i suoi fratellini, è nata in gattile. Brilu invece è stato trovato che aveva 40 giorni. Abbandonato con i suoi fratellini in una scatola a fianco di un cassonetto. Non so da dove provenga e il tipo di vita che avesse...molto probabilmente nato in casa da mamma non sterilizzata. E veniamo a Trici. Lei è arrivata da noi che aveva oltre un anno (a detta della veterinaria). Lei era una randagia che ha inziato l'inverno di tre anni fa a gironzolare nel nostro giardino. Io le davo un po da mangiare e lei ah cominciato a tornare ogni sera. Un giorno si è messa a dormire nella nostra cantina su degli scatoloni...era freddo...a sera era ancora lì che dormiva e allora ho chiuso la saracinesca con lei dentro...per la notte sarebbe stata lì. Ovviamente le ho portato tutto il necessario: lettiera, ciotole con acqua e pappa, una cuccetta che i miei non usavano più, anche se lei aveva trovato il suo posticino su quelle vecchei coperte sugli scatoloni. Da quel giorno ogni pomeriggio la chiamavo e la facevo rientrare...di lì a poche settimane è definitivamente diventata la MIA Trici. Essendo randagia lei non amava molto stare in casa...e io la lasciavo fuori, stava in giardino o in quello die vicini...ma sapevo che attraversava anche la strada...a volte la beccavo nella casa al di là della strada. E io stavo in ansia, superansia...ogni mezzogioro quando rientravo a casa la chiamavo e lei arrivava...neòòe ore di punta, quando davanti a casa mia c'è grande movimento di auto, la facevo rientrare in cantina. Ho provato a farla incontrare ai miei ma lei e Molly proprio non si amano...ormai avevamo la nostra routine: la mattina usciva e nelle ore di punta e la sera dentro. Ormai saliva anche in casa dei miei...ma dopo un po voleva uscire...finechè una mattina di agosto ha avuto una crisi epilettica. Tralascio tutta la storia ma il vet alla fine ci disse che per lei sarebbe stato un pericolo stare fuori anche per poche ore perchè questi attacchi potevano verificarsi in qualsiasi momento e se fosse stata lontana da casa sarebbero stati guai. E cosa potevo fare? Ho chiesto ai miei genitori che abitano al piano di sopra se potevano ospitarla loro in casa e loro hanno accettato. Quindi ora Trici vive in pianta stabile in casa dei miei genitori. Non hanno tutto in sicurezza (il balcone ad esempio), ma cmq Trici non esce quasi mai e se lo fa, d'estate, c'è sempre qualcuno vicino che la sorveglia (anche se l'altezza non è cmq pericolosa per un gatto). Si è ambientata in casa? Sì. Soffre? No, immagino all'inizio un po sì...ma devo anche dire che non ha mai avuto comportamenti da gatto stressato, non graffia la porta, non miagola disperata per uscire...certo...se lasciamo la porta aperta lei esce di corsa...del resto era abituata così (al contrario di Molly ad esempio che se anche lascio la porta aperta sta solo sulla soglia e non esce più di tanto). Ha i suoi spazi, le sua comodità, che credo per un micio che ha sofferto il freddo, i diasgi del vivere fuori e soprattutto la paura e la cattiveria degli uomini, sia veramente il top.
Infine abbiamo Pikula Boh, 4 mesi e mezzo circa. Buttata quest'estate nel nostro giardino che aveva anche lei una quarantina di giorni. Non so da dove venga e quali erano le sue abitudini...forse anche lei nata da una cuccciolata indesiderata...
Ma scrivo di nuovo per chiedervi come facciate a tenere il gatto dentro?
Semplice...abituandolo a non uscire. A 4 mesi è ancora fattibile senza alcuna difficoltà. Tu scrivi che un po lo fai uscire...e allora certo che poi quando è in casa soffre e non ci vuole stare...quando prima divcevo che è più deleterio per loro fare un po fuori e un po dentro secondo la nostra volontà intendevo proprio questo. Un gatto non capisce perchè ad esempio questa mattina mentre facevi i mestieri l'hai lasciato fuori e poi nel pomeriggio invece lo volevi dentro. Certo che lui piangeva e grattava alla porta. Lui non capisce...prima si e ora no. Non è un bambino al quale spieghi. O hai una gattaiola con la quale lui è libero di gestire le uscite e i rientri o altrimenti queste sono le conseguenze.
Scusa Ivo- lo dico da persona che ha una grande stima nei tuoi confronti, che apprezza e condivide molte cose che scrivi e che prova un sincero cordoglio per la perdita del tuo Pedro, anche se continuo a pensare che lui sia ancora vivo e spero stia anche bene- detto questo, ma che ti prende?!
Il forum è- lo dice il nome stesso- una piazza o un luogo virtuale in cui si discute, ponendo o rispondendo a determinate questioni (che giocoforza saranno a volte dei doppioni di discussioni già aperte), portando argomenti a favore di questa o di quella tesi, appellandoci ad un esperto (etologo, nutrizionista, autore di questo o quello studio) o alla propria personale esperienza e talvolta dissentendo anche aspramente da chi la pensa in modo diverso da noi. Però se non rispondiamo più né tu, né io, né altri a discussioni come questa o altre, viene un po' a mancare lo scopo del forum secondo me.
Per tornare a bomba, io tengo chiuse le mie gatte qui a Torino (d'altro canto abitando in zona semi-centrale non ho molta scelta, perché, come dice Linguadigatto, l'unica opzione sarebbe metterle sul marciapiede- letteralmente- e non mi sembra il caso), ma in campagna le faccio uscire perché il contesto è diverso (la zona è tranquilla, non ci sono macchine, le proprietà adiacenti sono recintate come anche la nostra) e perché mi sembra una crudeltà mostruosa fargli vedere un giardino (il nostro) con alberi su cui arrampicarsi, farfalline da rincorrere e pretendere che non mettano zampa fuori di casa. Cerco di stare loro addosso il più possibile, ho preso delle precauzioni di base (collare con banda riflettente/catarinfrangente e medaglietta + bossolo portaindirizzo) e ho sensibilizzato i miei genitori, in particolare mia mamma, perché le tenga costantemente d'occhio e le faccia rientrare categoricamente la sera; ciononostante Edhel quest'anno ci ha presi bellamente per i fondelli socializzando con tutto il vicinato (molto ben disposto, per fortuna) e andandolo a trovare regolarmente a nostra insaputa.
Lo so che sono ripetitiva e noiosa e detesto auto-citarmi, ma credo davvero che non ci sia un modo unico o più meritevole di prendersi cura dei propri gatti e del loro benessere. Tu, Mialuce e io abbiamo fatto determinate esperienze che ci hanno portato a sviluppare una particolare sensibilità verso le ragioni del no (oddio, mi sembra di parlare del referendum...:rolleyes:) e sarebbe mostruoso e aberrante se, dopo diversi gatti, smarriti, incidentati, ecc..., ancora dubitassimo se sia il caso di farli uscire in un contesto che non offre garanzie adeguate di sicurezza; altre persone (mi sembra sia il caso di Alessia Pippi) hanno constatato che il loro gatto è molto più sereno e meno sofferente dacché ha la possibilità di uscire con la pettorina. E' chiaro che la sua esperienza la porterà ad avere una posizione diversa rispetto alla mia o alla tua. Altri ancora si collocano a metà e va bene anche quello; come diceva Alimiao l'importante è avere ben presenti sia i pro (gatto più sereno, arricchimento esperienziale), sia i contro (rischio smarrimento, incidenti, aggressioni da parte di cani, umani str****), così come è importante e giusto che soprattutto chi la pensa come me, te, Mialuce, 7M faccia presente in maniera più che esplicita, senza sconfinare nel terrorismo psicologico, i pericoli che possono capitare concretamente quando il gatto esce liberamente.
Detto questo, non c'è nessuno meglio di Sylla che possa decidere se per il suo gatto sia essenziale uscire, altrimenti impazzisce, oppure sia meglio condannarlo a qualche ora in più di noia, ma vivere senza l'ansia di ritrovarselo morto o di non ritrovarlo proprio più.
Un'ultima cosa (abbiate pazienza: la sintesi non so neanche cosa sia): io ho sempre avuto gatti europei, cioé ex randagi (non gli europei veri, che sono una razza con tanto di standard) alcuni presi o trovati da piccolissimi, altri adottati già adulti.
Solo con uno (nato in casa) non c'è stato verso di farlo abituare alla vita di appartamento e bisognava portarlo fuori con una pettorina da cane chihuahua (eravamo agli inizi degli anni '90, non credo che esistessero quelle per gatti). Gli altri, persino una che avevamo portato su dalla campagna e che ha passato i primi 8 anni della sua vita da gatta libera, passavano/passano con molta disinvoltura dall'esistenza casalinga alla libertà della campagna, apparentemente senza stressarsi troppo.
Poi c'erano due fifoni (una in particolare: Sophie) che soffrivano di agorafobia, al punto che ho dovuto riportarla in fretta e furia in città, perché giù in campagna aveva smesso di mangiare e passava le giornate rincantucciata sotto un letto.
Quindi, boh, non so dirti come faccio a far restare in casa i miei gatti; per lo più ci restano loro (dopo qualche piccola insistenza da parte nostra), senza troppi traumi.
alepuffola
26-11-2016, 22:31
Da un lato hai ragione, in effetti si potrebbe mettere in evidenza, Rit, in questa discussione l'argomento è stato sviscerato come un calzino, e virtualmente non ci sarebbe più nulla da sviscerare, se uno ha dei dubbi basta rileggerselo con calma e valutare.
Però rimane sempre una variabile sconosciuta, e per chi è nuovo serve un pò da faro per applicare i consigli: il mantenimento delle opinioni da parte di chi ha scritto.
Ovvero, Aletto o Ritpetit, partiti contrapposti, due anni fa hanno scritto così...la pensano ancora così con un'esperienza arricchita di due anni?
Postiamo la domanda e vediamo un pò..;)
E' il bello del forum :)
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