emanuela.susani3
04-01-2007, 18:46
Il japanese bobtail, come dice il nome stesso, è un bel micione dalla coda corta a ponpon originario del Giappone. Nella sua patria d'origine viene considerato portafortuna ed appare, oltre che in carne, ossa e pelliccia, raffigurato sotto forma di statue e dipinti nei templi buddhisti e shintoisti.
Nell'iconografia tradizionale è rappresentato come un tricolore cicciottello e con una zampetta alzata, come se stesse salutando o giocando con qualcosa: quest'immagine si chiama mi-ke, o maneki-neko, ed appare in innumerevoli talismani e soprammobili.
C'è un'antica leggenda zen che riguarda questo micio. Una volta c'era un uomo, maestro d'arti marziali, che aveva un problema: un topo si era sistemato in casa sua e gli vuotava continuamente la dispensa. L'uomo conosceva alcuni gatti e decise di chiedere il loro aiuto. Il primo era un gatto nero, esperto di lotta. Entrò in casa, fece mille evoluzioni, ma il topo vinse. Il gatto si inchinò e andò via. Il secondo era un micione tigrato, grande pensatore. Lottò contro il topo usando la sua forza psichica, ma anche lui ne uscì sconfitto. Il terzo era una micia grigia, abituata a combattere contro le ombre. Anche lei fu molto abile, però non ebbe fortuna migliore. Per quarto venne chimato un vecchio gatto ormai stanco e con la coda mozza. Il micio entrò in casa dell'uomo e si acciambellò per riposare, ignorando il topo. Il roditore ormai era spavaldo, sentendosi sempre vincitore. Perse ogni precauzione, non si curava neppure più di nascondersi, e certamente non temeva un gatto anziano e malandato. Ma un giorno, mentre trascinava una grossa porzione di cibo rubato all'uomo, il topo si avvicinò moltissimo al gatto, e gli chiese perfino aiuto per trasportare la refurtiva. Rapidissimo, il gatto afferrò il topo e lo sconfisse. Battuto, al piccolo roditore non rimase altro da fare che inchinarsi e andar via: l'anziano e saggio gatto, annullando il sé, aveva vinto. Il problema esiste se esiste il sé, annullando il sè scompare anche il problema.
da "miti e leggende"
Nell'iconografia tradizionale è rappresentato come un tricolore cicciottello e con una zampetta alzata, come se stesse salutando o giocando con qualcosa: quest'immagine si chiama mi-ke, o maneki-neko, ed appare in innumerevoli talismani e soprammobili.
C'è un'antica leggenda zen che riguarda questo micio. Una volta c'era un uomo, maestro d'arti marziali, che aveva un problema: un topo si era sistemato in casa sua e gli vuotava continuamente la dispensa. L'uomo conosceva alcuni gatti e decise di chiedere il loro aiuto. Il primo era un gatto nero, esperto di lotta. Entrò in casa, fece mille evoluzioni, ma il topo vinse. Il gatto si inchinò e andò via. Il secondo era un micione tigrato, grande pensatore. Lottò contro il topo usando la sua forza psichica, ma anche lui ne uscì sconfitto. Il terzo era una micia grigia, abituata a combattere contro le ombre. Anche lei fu molto abile, però non ebbe fortuna migliore. Per quarto venne chimato un vecchio gatto ormai stanco e con la coda mozza. Il micio entrò in casa dell'uomo e si acciambellò per riposare, ignorando il topo. Il roditore ormai era spavaldo, sentendosi sempre vincitore. Perse ogni precauzione, non si curava neppure più di nascondersi, e certamente non temeva un gatto anziano e malandato. Ma un giorno, mentre trascinava una grossa porzione di cibo rubato all'uomo, il topo si avvicinò moltissimo al gatto, e gli chiese perfino aiuto per trasportare la refurtiva. Rapidissimo, il gatto afferrò il topo e lo sconfisse. Battuto, al piccolo roditore non rimase altro da fare che inchinarsi e andar via: l'anziano e saggio gatto, annullando il sé, aveva vinto. Il problema esiste se esiste il sé, annullando il sè scompare anche il problema.
da "miti e leggende"