Visualizza Versione Completa : Inserimento secondo gatto
Ciao a tutti!
È arrivato un nuovo membro della famiglia, si chiama Margot e ha sei mesi. Era una gattina di strada, nata in una villetta disabitata e l'ho vista crescere. Abbiamo cercato adozione per mesi, senza esito, poi con una vicina di casa avevamo deciso di sterilizzarla per evitare che potesse sfornare cuccioli in strada, ma non avevo preventivato che io e la mia famiglia non saremmo riuscite a rimetterla in strada :D
C'è un solo problema: in casa con me ho una cagnolina di 11 anni e una gatta di 4 anni. Con la cagnolina il problema in teoria non c'è, non ama particolarmente i gatti ma le abbiamo fatto vedere la gattina e non ha avuto reazioni particolari. Il problema più grosso è con l'altra gatta.
India ha 4 anni e ha un carattere un po' particolare. Con noi è molto dolce, ma è una gatta paurosa e diffidente e definita dal veterinario come "sensibile". Anche lei è stata presa dalla strada, ma aveva 2 mesi e non so quanti contatti con altri gatti abbia avuto (la piccola invece è ampiamente socializzata con gli altri gatti e con le persone). Abbiamo messo la piccola Margot in una stanza a parte, quindi per diversi giorni non si sono viste. Solo sentendo l'odore di Margot addosso a noi India soffiava e ringhiava, e poi scappava via. Al diminuire dei soffi e ringhi ho fatto - a questo punto penso sbagliando - il tentativo di farle avere un contatto visivo e portandole nella stessa stanza.
India ha cominciato a soffiare, non ha cercato il contatto con l'altra gattina, si è spaventata (con tanto di naso arrossato per l'agitazione) e si è infilata sotto al letto prima di scappare via. Margot si è incurvata tutta e ha fatto dei versi strani girando un po' la testa di lato. Dopo questa cosa India per un giorno ci ha "odiate" e non ci veniva più incontro, è stata tutto il giorno nella sua stanzetta ignorandoci e scansandoci, o tollerando a stento le coccole. Poi, complici qualche sessione di gioco con i suoi giochini preferiti, la situazione è ritornata normale. Da allora non hanno avuto nuovi contatti.
Quindi, chiedo un consiglio: che faccio? Non voglio causare troppo stress alla gatta residente, è la mia vita e non voglio farle un torto. Che posso fare?
Ciao, e complimenti per l'adozione!
Qua sul forum c'è un post che è paticamente un manuale per il perfetto inserimento graduale. Se usi la funzione di ricerca lo trovi di sicuro.
Però qui siamo anche in tanti che in realtà abbiamo adottato (chi più consapevolmente, chi meno, chi... ha fatto come ha potuto) un "inserimento brutale": ovvero tutti insieme appassionatamente, e vedetevela tra di voi.
Personalmente, per un motivo o per un altro, ho sempre inserito i membri della tribù con il metodo "vedetevela voi" ed è sempre andata bene: anche l'ultimo, di Matt con Lina, e non ci avrei scommesso un cent.
Gobbe, soffi, pelo ritto, code gonfie, orecchie indietro, andature sghimbescie, ecc ecc sono tutto il prepertorio tradizionale del primo incontro con un intruso e quindi perfettamente normali. Non si sono azzuffate, e soprattutto non si sono fatte male, quindi direi che tutto sommato è andata bene.
Anche India, dopo una giornata ha smesso di tenervi il broncio, quindi le cose non stanno andando così male.
Io continuerei a scambiare gli odori: fa' cambio di copertine, ecc. Se mostrano di volersi incontrare, lascia che si vedano, ma non forzarle; e se vedi che gli animi si scaldano, interrompi l'incontro e ripetilo solo quando mostrano di nuovo segno di volersi vedere.
Metti in contro, come dicevo, urla, soffi ecc. magari anche qualche zuffa, ma nella maggior parte dei casi è per lo più scena e non si fanno realmente male.
In un paio di settimane - massimo un mese - dovresti arrivare ad un armistizio; e quando meno te l'aspetti te le trovarai a dormire abbracciate. Margot è ancora cucciola, e scommetto che eleggerà India a sua mamma, e viceversa.
Attendiamo anche i consigli degli altri.
:micimiao62:
Ciao e benvenuta
Ti riporto un articolo dell'etologa dott.ssa Eva Ricci sull'inserimento di un altro gatto in un territorio dove già c'è o ci sono gatti residenti. E' tratto dalla sua pagina fb
....."Ho ricevuto spesso richiesta di aiuto per inserire un nuovo gatto ma più spesso mi è stato chiesto di intervenire quando l’introduzione era già avvenuta e non era andata a buon fine, portando con sé stress per i gatti e per tutta la famiglia. E’ invece importante lavorare in prevenzione. Questa è una situazione da non sottovalutare. Inoltre, nonostante la possibilità di trovare informazioni in internet e nonostante la sensibilità sul tema del benessere etologico del gatto stia aumentando, ci sono ancora “vecchie credenze” sulla relazione tra gatti.........Se da una parte il legame tra gatti che vivono nella stessa casa può diventare forte e duraturo, dall’altra non è detto che il gatto di casa figlio unico abbia per forza bisogno di un compagno per vivere bene
........Spesso sento dire "all'inizio è normale che si picchino, poi se la sbrigano da soli". Purtroppo non è sempre così: se ci sono conflitti iniziali è più difficile che i due gatti vadano d'accordo nel futuro. Invece, con un inserimento graduale, le probabilità di avere poi una buona convivenza - che sia di arricchimento per entrambi i gatti - aumentano molto.
Riporterò di seguito i concetti e gli step GENERALI che è bene tenere a mente quando si decide di inserire un nuovo gatto in casa. Sottolineo che queste sono assolutamente indicazioni di massima, perché il percorso va adattato ad ogni singolo caso e sarebbe comunque meglio chiedere l’aiuto di un professionista, veterinario comportamentalista od etologo.
Il difficile non è tanto ricordare i passi da fare, ma saper leggere le risposte dei gatti, per adattare via via il percorso e non creare stress.
Bisogna predisporre per il nuovo arrivato una stanza o una porzione di casa dove il nuovo gatto soggiornerà inizialmente, fornita di tutto l’occorrente (lettiera, ciotole, giacigli, giocattoli, tiragraffi, scatole dove nascondersi). I primi giorni il gatto deve avere modo di ambientarsi in questo ambiente “ristretto” e di conoscere gli umani con i quali vivrà. Lo step successivo è fare uno scambio di odori tra i gatti, attraverso oggetti: conoscersi gradualmente attraverso gli odori aiuta i gatti.
Si dovranno quindi monitorare le reazioni dei gatti ai nuovi odori.
Poi è possibile far esplorare la casa al nuovo arrivato mentre il gatto già residente non c’è (può essere messo temporaneamente in una stanza con dei diversivi piacevoli - giocattoli o cibo); successivamente si riaccompagna il nuovo gatto nel proprio spazio e si lascia libero il vecchio, che passerà in rassegna gli odori.lasciati dall’altro. Anche in questo caso si devono osservare i comportamenti dei gatti. Il passo seguente è un contatto visivo, ma senza che i gatti possano “farsi male”, quindi attraverso uno spiraglio della porta o ancor meglio attraverso una rete (tipo zanzariera) apposta alla porta, o se proprio non si può avere la rete, un foglio di plastica spessa da attaccare allo stipite della porta. Posto che fin qui le cose siano andate “bene” si dovranno poi far incontrare direttamente i gatti lasciandoli liberi nello stesso spazio, sempre monitorando i loro comportamenti (anche per interrompere eventuali situazioni di tensione).
Alcune cose da non fare: 1-mettere il nuovo gatto in un trasportino o gabbia mentre l’altro è fuori che lo guarda/annusa/minaccia. 2-non tenere i gatti in braccio per farli avvicinare uno all’altro. 3-non pretendere che i gatti, anche una volta che l’inserimento è andato a buon fine, mangino nella stessa ciotola ed usino la stessa lettiera. A questo proposito, vale la regola che le risorse dovrebbero essere in numero pari al numero di gatti+1; esse vanno fornite in abbondanza, poi saranno i gatti a scegliere come gestirsele. 4-a volte viene suggerito, per favorire la conoscenza e l’accettazione, di far mangiare i gatti vicini ai lati della porta che li divide. Io sconsiglio questa pratica poiché il momento del pasto è "sacro", questo potrebbe aumentare lo stress e i conflitti. Anche solo perché in questo modo la ciotola viene necessariamente spostata dalla sede abituale. Al massimo si potrebbe provare con bocconcini appetitosi, che sono "nuovi" e appunto attrattivi, senza andare ad intaccare le risorse cibo di ogni gatto, tuttavia vi spingo alla riflessione: perché “adescare” i gatti con il cibo per velocizzare un processo così delicato?
In conclusione, ricordate cosa significa socialità per il gatto e quanto sia importante fare un inserimento graduale, meglio se aiutati da un esperto."
In questo articolo si dice più di una volta di osservare e monitorare, alla fine si dice anche che il processo è delicato e non va velocizzato con adescamenti tramite il cibo, perché il gatto è un essere tendenzialmente solitario e territoriale anche se poi può accettare e tollerare la coabitazione con i suoi simili
Spero possa esserti utile, considerando inoltre che la tua micia residente è paurosa e diffidente, adottata a due mesi e quindi non ne conosciamo il percorso di crescita evolutivo personale
Continuerei le sessioni gioco con ambedue ma separatamente
babaferu
05-11-2018, 07:59
Ciao! Seguirei decisamente i consigli di aletto, evitando di stressare ulteriormente la nuova finché la diarrea non rientra, sia perché se avesse mai ancora parassiti potrebbe contagiare l'altra, sia perché un inserimento è comunque stressante e quindi può abbassare le difese immunitarie, quindi è meglio che sia in forma.
Baci, ba
Stregatta74
05-11-2018, 16:51
ciao io ho sempre fatto come c'e' scritto nel post di aletto e non ho maia vusto problemi.
meglio fare le cose graduali e avere la sensibilita' di capire e rispettare I tempi dei mici.
e' perfettamente normale che si soffino etc..etc..non avere problemi per questo.
l'importante e' anche dare le stesse attenzioni - e forse anche maggiori - al gatto "Vecchio" in modo tale che capisca che non verra' messo da parte.
vedrai che andsra' tutto bene
Io invece ho sempre fatto esclusivamente inserimenti diretti e non ho mai avuto problemi, neppure quando avevo residenti abbondantemente adulti e che non avevano avuto i giusti insegnamenti da mamma gatta, in quanto li avevo adottati a pochi giorni di vita.
Il sistema di inserimento graduale proposto dall'etologa Ricci sulla carta potrebbe anche essere ineccepibile (per come la vedo io, no, ma non faccio testo, non sono etologa, sono sola una persona che ha alle spalle decenni di condivisione della vita con i gatti) però mi sembra anche abbastanza utopico, perché non tiene conto di quella che è la realtà "reale" di molte persone.
Prendiamo la stanza da dedicare al gatto: ma quanti hanno un locale disponibile per questo scopo? Sì, vabbè che c'è chi ha la stanza dedicata esclusivamente al coniglietto nano o al riccio africano, con la pappa, i giochi, l'angolo lettiera, quindi tutto è possibile, ma nella vita reale vedo tantissime persone che hanno problemi a dedicare una stanza ai figli, figuriamoci se ne hanno una da mettere a disposizione del gatto...(che poi un gatto non ha bisogno della sua stanzetta, non è un bambino, ha esigenze e motivazioni di vita ben differenti).
E chi vive nel classico mono o bilocale, dove lo trova un posto ad uso esclusivo del gatto? Nel ripostiglio delle scope?
E poi il numero di cassette igieniche per cui sarebbe l'ideale averne una per gatto più una; sì, avendo una piazza d'armi (non i 53 metri quadri di casa mia) si potrebbero disseminare cassette igieniche ovunque, diversamente si finirebbe per inciampare ogni tre per due in questa o quella cassetta.
Che poi va a finire che i gatti usano tutti la medesima e lasciano intonse le altre.
A questo proposito, in passato avevo 4 cassette in terrazzo e i gatti non ricordo più se 5 o 6; ebbene, la pipì la facevano tutti in quella vicino alla porta, la cacca nella successiva; le altre due non le usavano proprio, tanto che a un certo punto le ho eliminate.
Quando poi dopo anni ho deciso di metterne una in casa, per agevolare Susy che nel frattempo era diventata vecchiotta e un po' pigra, tutti quanti hanno disertato in massa le cassette del terrazzo e hanno preso ad usare esclusivamente quella in casa, tant'è vero che oramai ne ho solo una, molto grande, solo in casa e non ci sono stati problemi neppure quando ho inserito l'ultimo gatto, Yuri, già abbondantemente adulto e intero.
L'inserimento graduale proposto dalla Ricci secondo me prevede che ci sia anche una costante presenza umana, per monitorare la situazione; ma ve l'immaginate, la plastica o la zanzariera quando arriva il momento che sono l'unica cosa che divide i gatti residenti dai nuovi? Se non c'è un umano in casa, al suo ritorno quasi sicuramente troverebbe un macello di reti e plastiche lacerate.
Secondo me tenerli forzatamente separati per fare l'inserimento graduale non è una buona cosa; mica sono dei peluche, sanno benissimo che dietro quella porta chiusa c'è uno di loro e non riuscire a fare ciò che un gatto farebbe incontrando un consimile diventa fonte di grande stress.
Certo ci saranno soffiate, ringhiatine, magari qualche sberlotta, qualche ciuffo di pelo che vola in aria, fughe, rincorse, ma fa tutto parte del "gioco" e di certo non si uccideranno, e poi è cosa di pochi giorni o di qualche settimana.
L'aspetto fondamentale per un buon inserimento per come la vedo io non è tanto la gradualità, bensì come è strutturato l'ambiente, che deve avere molti nascondigli e possibilità per i gatti di isolarsi anche in punti sopraelevati e naturalmente avere accesso al maggior spazio possibile, quindi a tutti i locali di casa.
Allora sì che ognuno può trovare il suo spazio sicuro, il suo fazzoletto di territorio dal quale monitorare la situazione, studiare il consimile, decidere il da farsi.
E naturalmente molto importante è lo stato d'animo degli umani; il gatto è sensibilissimo ed in grado di captare e risentire delle ansie dell'umano, quindi è essenziale affrontare con calma interiore la nuova situazione, così da trasmettere ai gatti il nostro senso di tranquillità.
ciao io ho sempre fatto come c'e' scritto nel post di aletto e non ho maia vusto problemi.
meglio fare le cose graduali e avere la sensibilita' di capire e rispettare I tempi dei mici.
e' perfettamente normale che si soffino etc..etc..non avere problemi per questo.
l'importante e' anche dare le stesse attenzioni - e forse anche maggiori - al gatto "Vecchio" in modo tale che capisca che non verra' messo da parte.
vedrai che andsra' tutto bene
Quindi secondo te chi fa inserimenti diretti non avrebbe sufficiente sensibilità e rispetto per i tempi dei mici? Francamente mi sembra un'affermazione un po' azzardata.
Se volessimo essere al 100% rispettosi delle esigenze di un gatto, non dovremmo costringerlo a vivere in casa e neppure alla convivenza con altri gatti solo perché noi umani decidiamo di prenderne altri con noi.
Intanto grazie a tutti! I tentativi di inserimento li ho fermati non solo per la questione soffi ecc ecc, ma anche perchè la piccola ha i vermi quindi voglio evitare che li passi anche alla mia gatta più grande.
Ho letto con attenzione tutti gli interventi e ho un paio di dubbi.
- La questione dello scambio degli odori. Avevo cominciato a farlo. Margot non interessa minimamente, è tranquillissima e non dà reazioni strane; per quanto riguarda India, appena sente l'odore di Margot o soffia, o prende e se ne va (o entrambe le cose). Quindi se per esempio le metto una copertina di Margot semplicemente non ci dorme sopra e dorme altrove. Per il momento quindi si limita a sentire l'odore di Margot dalle nostre mani e dai vestiti. Sto cercando di fare sessioni di coccole in modo che associ l'odore a cose belle; in realtà la sento ancora un po' irrigidita, vedremo col passare dei giorni...
- Questione contatto visivo senza però poter interagire fisicamente: ecco, qui mi trovo in difficoltà ad ipotizzare una cosa simile. Margot dorme in una camera da letto che si trova nella parte opposta della casa a dove gironzola India. Prima dell'arrivo di Margot India entrava tranquillamente in quella stanza o in quella zona della casa, adesso non si avvicina proprio più. Quindi se volessi per esempio aprire la camera di Margot e mettere un divisorio trasparente o una rete o qualcosa di simile, sarebbe inutile perchè India tanto non ci passerebbe. Nè si avvicinerebbe col cibo, lei mangia solo ed esclusivamente nella sua cameretta, è altamente selettiva su queste cose. Ho pensato che potrei mettere la rete per qualche ora nella cameretta che è la tana di India (tanto Margot per com'è curiosa si affaccerebbe sicuro), ma così non corro il pericolo di far sentire India prigioniera nella sua stessa "tana"?
Secondo me tenerli forzatamente separati per fare l'inserimento graduale non è una buona cosa; mica sono dei peluche, sanno benissimo che dietro quella porta chiusa c'è uno di loro e non riuscire a fare ciò che un gatto farebbe incontrando un consimile diventa fonte di grande stress.
Certo ci saranno soffiate, ringhiatine, magari qualche sberlotta, qualche ciuffo di pelo che vola in aria, fughe, rincorse, ma fa tutto parte del "gioco" e di certo non si uccideranno, e poi è cosa di pochi giorni o di qualche settimana.
Nel forum credo di aver letto altri post in cui parlavi dell'inserimento non graduale. E diciamo che caratterialmente tenderei per la tua linea. Quello che mi ha fermato finora è però il fatto che 1) la mia prima micia è altamente sensibile, quasi fobica, e l'incontro diretto che ha avuto l'ha quasi shockata; e 2) in casa ho i miei parenti che sono estremamente apprensivi ed ansiosi: già so che creerebbero un'aura di ansia nella stanza e di riflesso si angoscerebbero pure i gatti...
Facendo in questo modo le "umane" di casa sono più tranquille e di riflesso, di spera, lo saranno di più i gatti. Ad ogni modo sento molto il peso della responsabilità nel fare la cosa giusta, ho il timore di sbagliare e di pregiudicare la relazione futura tra le gatte :(
violapensiero
05-11-2018, 23:23
Io ho sempre fatto inserimento graduale. Separazione durante sverminazioni e cure, ma da una a tre volte al giorno, gatto nuovo in braccio e residenti a spasso nella camera del nuovo, il nuovo a spasso per casa in braccio a me.
Scambio di odori con me medesima. Giochi tanti, insieme, appena possibile. nanna separata fino a inserimento concluso, poi quasi tutti sul mio letto.
C'è sempre il micio solitario e quello mammone che prende tutti sotto la sua ala. L'importante è che ci sia un umano su cui possano contare per avere sicurezza. Ognuno fa quello che riesce a fare. I mici, sentono la calma e il nervosismo. Quindi se l'umano è tranquillo, anche loro si fidano.
Soffi e zampatine sono normali, i primi tempi, ma possono continuare. Sono modi per affermare la territorialità, difficilmente si fanno male.In bocca al lupo.
Qualche considerazione:
......
Ti riporto un articolo dell'etologa dott.ssa Eva Ricci .....
[I]"........ Riporterò di seguito i concetti e gli step GENERALI che è bene tenere a mente quando si decide di inserire un nuovo gatto in casa. Sottolineo che queste sono assolutamente indicazioni di massima,......
Il difficile non è tanto ricordare i passi da fare, ma saper leggere le risposte dei gatti, per adattare via via il percorso e non creare stress.......
Si dovranno quindi monitorare le reazioni dei gatti ai nuovi odori.
......sempre monitorando i loro comportamenti (anche per interrompere eventuali situazioni di tensione).........
La Ricci dice chiaramente che sono concetti e step GENERALI volti a ridurre lo stato di stress che potrebbe insorgere. Sono quindi indicazioni di massima perché ogni gatto risponde secondo la propria soggettività e non c'è un prestampato valido per tutti i casi
Io stessa ho fatto sia inserimenti diretti che graduali e tutt'ora, a parte il tentativo di limitazione dello stress ed il rispetto dei loro tempi di reazione ed adattamento -che secondo me sono importanti- non vedo altri aspetti positivi per due motivi:
1) essendo esseri viventi e senzienti le loro dinamiche di relazione non sono statiche ma cambiano nel tempo
2) l'introduzione graduale è di stampo behaviourista: si basa sul concetto stimolo-risposta e quindi se fai così allora il gatto farà così e se non funziona allora si farà cosà in modo che il gatto risponderà cosà considerando la sua mente come una bobina da riavvolgere per riimprimere con altre sensazioni e tagliare le parti sbagliate per sostituirle con quelle giuste....per noi! perché poi siamo noi a decidere cosa è giusto e cosa no nonostante inevitabilmente si torna al punto 1.
Questo gliel'ho espresso in un'altra pagina fb nella quale mi ha dato ragione dicendo che però l'inserimento graduale perde un po' lo stampo behaviourista tramite la presenza di un esperto che riadatta i concetti generali allo stato particolare, cosa che se sappiamo ben interpretare anche noi possiamo tentare di fare.
Sappiamo interpretare le loro reazioni? Non lo so
E più che altro non empatizziamo con la prima sensazione che quel gatto ha avuto e che lascia una traccia nella sua mente esattamente come la lascia a noi una persona che di primo acchito ci è stata simpatica o antipatica
.......
Il sistema di inserimento graduale proposto dall'etologa Ricci sulla carta potrebbe anche essere ineccepibile.......
..... sanno benissimo che dietro quella porta chiusa c'è uno di loro e non riuscire a fare ciò che un gatto farebbe incontrando un consimile diventa fonte di grande stress.
......Se volessimo essere al 100% rispettosi delle esigenze di un gatto, non dovremmo costringerlo a vivere in casa e neppure alla convivenza con altri gatti solo perché noi umani decidiamo di prenderne altri con noi.
Secondo me non è ineccepibile e lei lo sa perché lei stessa dice che sono indicazioni generali
Sul fatto che sanno che dietro quella porta chiusa c'è un loro simile mi trovi perfettamente d'accordo
Sul fatto dello spazio disponibile in casa è logico che se non c'è, non c'è
Sulle reti lacerate, quando si esce si leva la rete e si chiude la stanza, io personalmente non sono favorevole all'uso di reti o altra roba ma questo è un altro discorso
Però sul fatto che tutti poi usano la stessa lettiera chi ci dice che non sia un riaffermare /rimarcare la propria presenza nel territorio più che una libera scelta?
........ma così non corro il pericolo di far sentire India prigioniera nella sua stessa "tana"?
Penso che quella rete per India, come per altri gatti, non abbia lo stesso significato che ha per noi
babaferu
06-11-2018, 09:12
Nel forum credo di aver letto altri post in cui parlavi dell'inserimento non graduale. E diciamo che caratterialmente tenderei per la tua linea. Quello che mi ha fermato finora è però il fatto che 1) la mia prima micia è altamente sensibile, quasi fobica, e l'incontro diretto che ha avuto l'ha quasi shockata; e 2) in casa ho i miei parenti che sono estremamente apprensivi ed ansiosi: già so che creerebbero un'aura di ansia nella stanza e di riflesso si angoscerebbero pure i gatti...
Facendo in questo modo le "umane" di casa sono più tranquille e di riflesso, di spera, lo saranno di più i gatti. Ad ogni modo sento molto il peso della responsabilità nel fare la cosa giusta, ho il timore di sbagliare e di pregiudicare la relazione futura tra le gatte :(
Ma come vedi la gatta? È insofferente e vuole uscire? La residente la cerca?
Lluvia ha ignorato per 40 giorni Abebe nel bagnetto (x motivi sanitari).... Io stupidamente non ne ho approfittato per un inserimento graduale!!!!
La Lluvia ha soffiato a noi e a loro, vivendo rintanata nel letto, per un anno (non qualche giorno e qualche buffetti bensì un anno di quella che col senno di poi era vera e propria depressione.... Se la residente è così sensibile, sii cauta....
Credo che le indicazioni della ricci vadano prese come spunti, e che tu sia avvantaggiata perché le due sono separate già per altre ragioni.
linguadigatto
06-11-2018, 10:04
Se volessimo essere al 100% rispettosi delle esigenze di un gatto, non dovremmo costringerlo a vivere in casa e neppure alla convivenza con altri gatti solo perché noi umani decidiamo di prenderne altri con noi.
non è scontato che i gatti "liberi" abbiano abbastanza territorio e risorse da ritagliarsi un pezzo di mondo tutto per se. anzi, finiscono bene o male a convivere a decine in colonie feline, condividendo un territorio che non sarà delimitato da muri o reti ma comunque è circoscritto.
oltre ovviamente a vivere di stenti e per lo più a morire malissimo, ma questo lo sappiamo già tutti.
detto questo, io per esperienza con gli inserimenti graduali mi sono trovata bene, meno stress per tutti. quando non è stato possibile, l'inserimento è stato brutale e non è morto nessuno, ma abbiamo episodi di mobbing ad oltre due anni dall'inserimento e non penso che finiranno mai. sicuramente non dipende solo da quello, ci sarà tutto un concerto di fattori in ballo (noi siamo poco a casa e quando siamo a casa abbiamo sempre 3000 cose da fare, alcuni gatti hanno subito notevoli traumi e scarsa socializzazione con simili da cuccioli, cibo non sempre a disposizione, ecc ecc), ma la riduzione dello stress da parte di tutti è stata davvero evidente con l'inserimento graduale. ovvio che il residente sa che c'è un altro gatto, ma sa anche che sta chiuso lì, e può prendergli le misure per bene prima di vederlo andare in giro a profanare le sue cose.
linguadigatto
06-11-2018, 10:07
Però sul fatto che tutti poi usano la stessa lettiera chi ci dice che non sia un riaffermare /rimarcare la propria presenza nel territorio più che una libera scelta?
bisognerebbe metterne altre in altri punti per scoprirlo, mi sa.
qui ognuno vorrebbe 4 lettiere per sè, in modo da fare ogni giorno la cacca in una, e una pipì ciascuna nelle altre.
:micimiao24:
bisognerebbe metterne altre in altri punti per scoprirlo, mi sa.
qui ognuno vorrebbe 4 lettiere per sè, in modo da fare ogni giorno la cacca in una, e una pipì ciascuna nelle altre.
:micimiao24:
Mica lo so sai!? perché se fosse fatto per ribadire che "qui ci sto io quindi sovrappongo i miei odori ai tuoi", anche se ne metti altre in punti diversi forse verrebbero ignorate per questo motivo.
Comunque il fatto principale per Anneke è la vita emotiva della micia residente a cui risponde con il suo comportamento reattivo
[...]
Però sul fatto che tutti poi usano la stessa lettiera chi ci dice che non sia un riaffermare /rimarcare la propria presenza nel territorio più che una libera scelta?
[..]
Secondo me è una loro scelta che non ha nulla a che vedere col rimarcare il territorio.
Penso così perché la cassetta che tutti usavano (quella vicino alla porta) era la più grande e comoda e quando ho provato a scambiarla con un'altra che a me piaceva di più come colore (si intonava meglio al terrazzo...), ma era più piccola, loro preferivano la vecchia, grande cassettona.
E' stata cosa di pochissimi giorni, perché la location per me era più scomoda per le operazioni di pulizia, così l'ho rimessa al solito posto...e i gatti naturalmente l'hanno "seguita".
Anche ora che è in casa, piace proprio quella cassettona e piace dov'è messa, anche se il posto, secondo le regole canoniche tutto sarebbe tranne che adatto a un gatto: è in un corridoietto alla confluenza di ben 3 porte e naturalmente ci passiamo davanti centomila volte al giorno, ma loro non fanno una piega mentre fanno i bisogni, non fuggono, non si affrettano, continuano con tranquillità; Remì a volte ci porta dentro anche i suoi giochini...o qualche pezzetto di carne...
La cassetta è grande e succede anche che ci vadano in 2 contemporaneamente.
non è scontato che i gatti "liberi" abbiano abbastanza territorio e risorse da ritagliarsi un pezzo di mondo tutto per se. anzi, finiscono bene o male a convivere a decine in colonie feline, condividendo un territorio che non sarà delimitato da muri o reti ma comunque è circoscritto.
oltre ovviamente a vivere di stenti e per lo più a morire malissimo, ma questo lo sappiamo già tutti. [...]
Territorio ce ne sarebbe per tutti, il fatto che si aggreghino nelle colonie è solo perché c'è qualcuno che fornisce cibo.
Nè più né meno come capita con le anatre selvatiche o con i cigni che vivono lungo i fiumi e i laghi; si riuniscono in gruppi molto numerosi per il motivo che gli umani portano regolarmente cibo. Dove non c'è questa inopportuna attività umana, gli animali si "diluiscono" sul territorio e si arrangiano a procacciarsi di che vivere. E per la fauna selvatica dovrebbe essere proprio così.
Certo non tutti ce la fanno, certo ci sono malattie e stenti, ma è legge della natura; non possiamo pensare di riuscire a salvare tutti.
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Per mia (e loro) fortuna non so cosa sia un gatto stressato, non ne ho mai avuti con questo problema e infatti non ci sono mai stati i classici segnali da stress come autolesionismo (leccamenti, grattamenti compulsivi, strapparsi il pelo) e neppure disturbi alimentari, cacca e pipì fuori posto, aggressività tra di loro o con noi umani di riferimento.
E naturalmente non c'è mai stato un solo episodio di cistite da stress, che anche leggendo nel forum mi sembra sia abbastanza frequente quando c'è qualche cambiamento sostanziale, uno per tutti il trasloco. Ebbene, i miei neppure nel trasloco epocale che avevamo fatto si erano stressati, anzi, avevano preso subito possesso della nuova e completamente sconosciuta casa.
E per subito intendo il giorno seguente; giravano già tranquillamente come se avessero sempre abitato qui, in pratica un pomeriggio e una notte sono bastati a prendere confidenza col posto.
(Non sono i gatti che ho adesso, sono oramai passati molti anni e quei 10 gatti di allora oramai sono sul Ponte...)
Forse è dipeso dal fatto che il trasloco per noi umani è stato sì faticoso, vista l'enorme mole di roba da trasferire e i due mesi per preparare tutto, ma l'abbiamo affrontato con gioia, eravamo felicissimi e impazientissimi di poter andare nella nuova casa e i gatti in quei due mesi di preparativi si sono divertti come matti, invece di stressarsi; i giochi e le cose pazze che favevano in mezzo a tutte le cianfrusaglie e gli scatoloni!
Tornando al problema di Anneke, certo la presenza di altri umani ansiosi non facilita le cose, tutt'altro, quindi un inserimento diretto stresserebbe ancor di più i bipedi e di conseguenza i gatti e soprattutto Indy.
Però se sono così ansiosi c'è il rischio che anche con l'inserimento graduale, visti i tempi per forza più lunghi, si stressino ugualmente; ma speriamo di no.
Ma come vedi la gatta? È insofferente e vuole uscire? La residente la cerca?
Lluvia ha ignorato per 40 giorni Abebe nel bagnetto (x motivi sanitari).... Io stupidamente non ne ho approfittato per un inserimento graduale!!!!
La Lluvia ha soffiato a noi e a loro, vivendo rintanata nel letto, per un anno (non qualche giorno e qualche buffetti bensì un anno di quella che col senno di poi era vera e propria depressione.... Se la residente è così sensibile, sii cauta....
Credo che le indicazioni della ricci vadano prese come spunti, e che tu sia avvantaggiata perché le due sono separate già per altre ragioni.
La nuova è tranquilla e serena. Le piace stare in camera (ma comunque lei ha avuto sempre la tendenza a restare nella sua tana: per sei mesi non è praticamente mai affacciata dalla villetta abbandonata dove è nata, se non quando vedeva me. E, tra parentesi, è questo che l'ha salvata perchè il fratello si avventurò fuori dalla villetta e morì investito) La residente, invece, da quando è arrivata Margot non si avvicina più alla camera da letto dove si trova la nuova arrivata nè alla parte finale del corridoio che dà accesso alla camera.
Con noi adesso India (la residente) è normale, solo leggermente meno vispa. Sembra un po' più diffidente ma niente di eccessivo. Quando sente l'odore della nuova gatta addosso a noi è comunque ancora più irrigidita del solito... a volte prende e se ne va, anche se le stai facendo le coccole
linguadigatto
07-11-2018, 09:12
il fatto che le colonie si formino attorno alle risorse è chiaro, ma la realtà è proprio quella: la maggior parte dei gatti liberi o randagi che dir si voglia si concentrano in zone favorevoli, o per la presenza di umani che forniscono cibo, o per la presenza di ripari o altre fonti di cibo tipo cassonetti della spazzatura. convivono a tutti gli effetti con altri individui della loro stessa specie entrando tra parentesi in fortissima competizione anche per la riproduzione. insomma non so se stress e competizione territoriale siano tanto più ridotti nei gatti randagi, anzi. e non dimentichiamoci che stiamo parlando del felis silvestris catus, che non è più un animale selvatico a differenza del felis silvestris silvestris che abita effettivamente i boschi e col cavolo che va a vivere in colonia... anzi solitamente rifugge il contatto umano.
anneke forse lo hai detto ma non ricordo, com'è la disposizione di ciotole cibo - acqua - lettiere - giacigli?
hai già aumentato la quantità di queste risorse?
da quando la piccola è in casa, hai notato se India ha cambiato atteggiamento con la cagnolina? quando India è arrivata a casa, il cane era già con voi o è stato anche lui "inserito" dopo?
anneke forse lo hai detto ma non ricordo, com'è la disposizione di ciotole cibo - acqua - lettiere - giacigli?
hai già aumentato la quantità di queste risorse?
da quando la piccola è in casa, hai notato se India ha cambiato atteggiamento con la cagnolina? quando India è arrivata a casa, il cane era già con voi o è stato anche lui "inserito" dopo?
le due gatte hanno a disposizione una lettiera ciascuno, un graffiatoio ciascuno, giochi per entrambe e ovviamente le ciotole per acqua e pappa separate. Tutte queste risorse trovano in stanze diverse (anche considerando il fatto che Margot ora sta in una stanza a parte).
India non ha cambiato atteggiamento nei confronti della cagnolina, ma considerate che loro due coabitano a stento: ho Leni che non è socializzata e odia qualunque animale. Con India si è arrivati ad una semi-tregua, nel senso che si ignorano o al massimo Leni le abbaia in faccia. Leni è la primogenita di casa, poi è arrivata India che tentò di avere approcci amichevoli nei confronti della cagnolina ma non c'è stato verso di farle diventare "amiche". Provai pure a far associare India ad uno stimolo positivo (Cibo), ma non è che la situazione sia migliorata poi tanto
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........ho Leni che non è socializzata e odia qualunque animale.......Provai pure a far associare India ad uno stimolo positivo (Cibo), ma non è che la situazione sia migliorata poi tanto
Forse lo hai già spiegato in altri post, ma cosa intendi dicendo che Leni non è socializzata?
Non ha potuto avere insegnamenti dalla sua mamma?
Non ha avuto socializzazione primaria?
Entro i primi 24 mesi di vita non ha avuto interazioni sociali guidate e quindi
-Non riesce a rispettare le regole sociali che per il cane sono essenziali?
-Non riesce a gestire la frustrazione?
-Non è stata allenata alla distinzione tra la sua specie ed un'altra?
-Qual è stato il suo modello di attaccamento per sviluppare la socializzazione?
Con quali rappresentazioni (strutture di conoscenza e quindi dotazioni personali) si interfaccia col suo mondo inclusi gli altri esseri viventi? e questa mi rendo conto che è una domanda a cui è difficile rispondere
Scusa questa raffica di domande, ma sembra, anzi lo dici tu stessa, che il cane ed il gatto residenti abbiano avuto finora scarse o nulle possibilità di interazione positive sostenute almeno dalla tolleranza, ai quali ora si è aggiunto/hai aggiunto un terzo individuo che, stando a quel che dici, è dotato di pacchetti di informazioni -e conseguenti espressioni di comportamento- completamente diversi dagli altri due, ma questo potrebbe essere positivo se la nuova micia, nonostante un primo momento di spaesamento dovuto ad aspettative deluse, non si lascerà inghiottire dalle dinamiche preesistenti
Secondo me, ma anche secondo altri, l'associazione stimolo-risposta-premio (cibo) non può funzionare granché perché il vero premio è l'acquisizione di nuovi strumenti positivi per affrontare il mondo. Col cibo si può rischiare che il cane (o il gatto) bypassi il nocciolo della situazione pur di ottenerlo
linguadigatto
08-11-2018, 09:21
mmm questa cosa del rapporto difficile con Leni complica un po' le cose.
bisognerebbe lavorare su tutte e due, Leni e India, e soprattutto sui problemi di Leni. avreste modo di sentire un comportamentalista?
Spero di riuscire a rispondere a tutte le domande, anche se è un discorso un po' complesso.
Leni è stata recuperata in un tombino di fogna, unica sopravvissuta. Madre e fratelli erano morti lì dentro. E' stata allattata da una volontaria, noi l'abbiamo adottata quando aveva poco più di 2 mesi. Prima dell'adozione ha avuto pochissimi contatti con altri cani (adulti e in stallo dalla volontaria) e sono state tutte esperienze negative, visto che le rubavano le crocchette e la mobbizzavano. Tant'è che la volontaria fu costretta a tenerla sempre con sè, separata dagli altri cani. Il risultato è stato che la cagnolina è venuta più "attaccata" più agli uomini che ai cani.
Quando è arrivata da noi era un cucciolo estremamente fobico, per qualunque cosa. Abbiamo provato a farle avere contatti con altri cani socializzati ed equilibrati, ma o reagiva spaventandosi o metteva in atto degli schemi comportamentali che gli altri cani non riuscivano ad interpretare (ci mancava solo che gli comparisse un enorme punto interrogativo sulla testa :confused:). In altri casi, con incontri al parco con altri cani, è capitato che scappasse a mo' di preda, facendo scattare l'istinto predatorio negli altri cani che la inseguivano per attaccarla.
Detto in maniera molto succinta, non sa fare il cane. Non sa giocare con gli altri cani o interagire con loro. Scherzando, abbiamo sempre detto che lei pensa di essere una bambina, non un cane, anche perchè con gli umani sa interagire e una volta fatta amicizia cerca le coccole e vuole giocare. Ci ho messo mesi, direi anni di lavoro per farle passare o diminuire tutte le fobie (prima era un'impresa anche solo portarla a fare una passeggiata). Gestirla è stato difficilissimo, anche perchè ero più piccola e non avevo le competenze e le possibilità, anche economiche, che ho ora.
La situazione con India è la seguente: per la maggior parte del tempo fanno vite separate. Riescono a convivere anche nella stessa stanza senza pericolo di zuffe. Di tanto in tanto, Leni bullizza India: le abbaia in faccia, le impedisce l'accesso a determinate aree della casa, eccetera. India teme Leni e quindi si comporta in maniera cauta quando è vicina a lei. Anche se, ogni tanto, ha la sua vendetta: se India reagisce in maniera meno sottomessa, Leni si inquieta e si allontana. La situazione tra le due è comunque gestibile, non ci sono rischi che una delle due possa fare del male all'altra, per intenderci.
Secondo me, ma anche secondo altri, l'associazione stimolo-risposta-premio (cibo) non può funzionare granché perché il vero premio è l'acquisizione di nuovi strumenti positivi per affrontare il mondo. Col cibo si può rischiare che il cane (o il gatto) bypassi il nocciolo della situazione pur di ottenerlo
Sì, concordo.
mmm questa cosa del rapporto difficile con Leni complica un po' le cose.
bisognerebbe lavorare su tutte e due, Leni e India, e soprattutto sui problemi di Leni. avreste modo di sentire un comportamentalista?
A quasi 12 anni? E' un cane anziano, ormai, è strutturata in un certo modo. Non so quanti margini di miglioramento possano esserci... e vi garantisco che in questi anni ce ne sono stati. Nei primi anni di vita era totalmente ingestibile :eek:
Comunque Margot ha conosciuto Leni e la cagnetta non ha avuto reazioni negative. Non la facciamo ingelosire coccolando Margot in presenza di Leni, e le due si sono perfino addormentate (una sul letto, l'altra a terra) nella stessa stanza.
Io da inesperta credevo che India nel lungo termine potesse trovare in Margot quella compagna di giochi che non ha potuto avere in Leni...
A quasi 12 anni? E' un cane anziano, ormai, è strutturata in un certo modo. Non so quanti margini di miglioramento possano esserci.....
Sì, ha marcature somatiche negative difficili da reindirizzare a qualsiasi età e in lei hanno avuto molto tempo per consolidarsi. Però interpellerei comunque un comportamentalista cognitivo per farle vivere al meglio la sua vita
Spero che le due micie vadano d'accordo, le premesse ci sono
Dunque...
Abbiamo provato a farle vedere facendole mangiare a distanza e non è successo nulla.
Margot ha iniziato a fare i giri turistici per la casa senza la gatta residente e la cagnolina.
Adesso Margot per diverse ore al giorno è libera di girare in casa con India e Leni presenti.
Reazione di Leni = niente, dorme o gironzola tranquilla, neanche un abbaio (grido al miracolo?)
Reazione di India = la prima volta che si sono viste si è avvicinata cauta, ma spaventata, poi si è allontanata e tuttora osserva Margot da posizioni tendenzialmente alte (mobili, sgabelli). Una sola volta è capitato che Margot, gironzolando, si sia trovata a tipo 20 centimetri di distanza da India e quest'ultima le ha soffiato. Margot dal canto suo alterna momenti in cui, in presenza di India, gioca e esplora, altri in cui - soprattutto quando si rende conto di essere osservata - sembra temerla e cammina al rallentatore, più cauta.
India è coccolata come prima, la vedo attentissima a Margot quando lei è presente, ma è anche meno agitata (il naso non le diventa più rosso, si fa accarezzare da noi come se niente fosse, non ci ringhia o soffia). Secondo voi come sta andando?
babaferu
10-11-2018, 10:37
Bene!!!! Molto bene direi.
Ma evita i pasti....
Il momento del cibo è difficile, potrebbero sentirsi minacciare sia l'una che l'altra, meglio momenti neutri di serenità (no sonno).
Meglio postazioni cibo separate....
Rafforzate la residente quando margot non c'è facendola giocare....
Baci, ba
Dunque, aggiornamento.
Adesso Margot è libera quasi tutta la giornata e ha accesso a tutta la casa.
India non si avvicina a Margot, la studia (tendenzialmente dall'alto) e quando Margot prova ad avvicinarsi le soffia. Ne ha paura, se vede che dopo tot. tempo Margot insiste nel voler giocare lei prende e se ne va.
Il massimo dell'aggressività che ha avuto India è stato tentare di darle una zampata quando se l'è vista piombare quasi addosso (Margot stava giocando con un topino di peluche che è schizzato nelle vicinanze di India). Credo sia stata una reazione di paura, più che di aggressione. Diciamo che pure io mi sarei spaventata se mi fossi vista arrivare di botto qualcuno addosso!
Margot ha la tendenza ad invadere gli spazi altrui, si vede che era abituata a convivere con altri gatti: fa la pipì nella lettiera di India, cerca di mangiare nella sua ciotola (questo glielo abbiamo impedito), addirittura si mette nella cuccia di Leni. Tenete conto che India non si è MAI permessa di toccare la cuccia di Leni, figuriamoci mettercisi dentro. Le reazioni impietrite e di agitazione dei primi giorni di India stanno diminuendo. Anche se capita di ringhiare o soffiare a Margot, appena finisce la situazione di confronto con l'altra gatta riprende immediatamente la sua routine quotidiana, facendosi accarezzare o giocando con noi senza problemi. L'unico fatto, è che non entra più nella camera dove Margot dorme e ha la sua lettiera e scodelle personali.
Il rapporto tra Leni e Margot procede abbastanza bene, almeno per gli standard a cui eravamo abituate: Margot è incuriosita da Leni - ma anche un po' intimorita - mentre Leni ignora Margot e non ha alcuna reazione negativa nei suoi confronti.
linguadigatto
23-11-2018, 07:15
mi ero persa l'aggiornamento!! stanno continuando a fare piccoli progressi?
Ciao a tutti! Volevo aggiornare sui progressi fatti.
Adesso le due gatte convivono senza problemi. Al mattino e di sera giocano insieme facendosi degli "attentati" reciproci e giocano a rincorrersi alternando i ruoli (prima ti rincorro io, poi mi rincorri tu) e il massimo dell'aggressività è una zampata senza unghie. E' una cosa che mi fa immensamente piacere anche perchè così la gatta adulta è spronata a fare movimento e ad essere più attiva, visto che è una gran dormigliona
Non sono amiche per la pelle, tipo non dormono insieme nè si leccano ecc ecc ma è bello vedere la gatta più grande che non è più in sofferenza per la presenza della nuova arrivata. Hanno imparato a dividersi gli spazi.
Stanno comunque ancora imparando a studiarsi reciprocamente. Noi tendiamo a non intrometterci quando le due interagiscono così possono essere libere di interfacciarsi senza che percepiscano l'umano come una terza presenza che possa parteggiare involontariamente per l'uno o per l'altro. Secondo me c'è ancora margine di miglioramento. Già così, però, va più che benone...
Sono contenta che le cose stiano procedendo verso una convivenza tranquilla :)
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