Visualizza Versione Completa : I gatti capiscono il loro nome?
Probabilmente è una domanda stupidissima, ma i vostri gatti capiscono il loro nome quando li chiamate? Io sin da piccola ho avuto numerosi gatti, quasi tutti con nomi brevi e semplici, ma nessuno di loro ha mai risposto in qualche modo quando li chiamavo per nome. Nemmeno un cenno, al massimo muovevano le orecchie ma niente di più. Da allora ho sempre pensato, forse stupidamente, che i gatti non assiciassero il loro nome ad un richiamo, come fanno i cani, visto che si giravano o venivano da me solo col classico "smack smack" (il tipico verso per richiamare l'attenzione dei gatti). Dopo circa una 15ina di gatti poi è arrivata Nebbia, che io chiamo quasi sempre Babi, ed è la prima gatta a rispondere al suo nome e questo mi ha molto colpito. Quando la chiamo "Nebbia" reagisce un po' meno, diciamo che capisce che mi rivolgo a lei dal tono di voce, ma quando la chiamo "Babi" lei risponde sempre voltandosi, miagolando, venendo verso di me, insomma credo capisca che lei sia Babi o quantomeno che Babi è un richiamo. Voi avete o avete mai avuto qualche gatto che reagisce al suo nome? Giusto per capire se sono stata io a sottovalutare la capacità dei gatti di apprendere il loro nome o se effettivamente è normale che i gatti rispondano a richiami sonori più particolari che ad un nome o una parola.
Muset2005
23-02-2019, 17:35
Matisse non era minimamente interessato a venire da noi quando lo chiamavano, se si nascondeva e lo chiamavamo potevamo anche sgolarci, non sarebbe mai uscito nemmeno con il rumore delle crocchette nella sua ciotola.
Isotta è molto diversa caratterialmente, almeno quando la chiamo con il classico "smack smack" (ti cito testualmente :D) se non arriva subito, basta continuare e la vedi arrivare trottando con la codina alzata e lo sguardo incuriosito! Inoltre, non appena sente il rumore delle bustine che vengono aperte o delle crocchette, possiamo stare sicuri che arrivi... però chiamarla proprio per nome funziona solo a volte e sempre quando ha fame o non mi vede da un po'.
Avevo letto qualcosa a riguardo comunque, ma non ricordo bene dove... interessante questo thread! :)
A parte i gatti avuti quando ero molto piccola e che venivano chiamati con mille soprannomi piuttosto che col loro nome, ho sempre avuto gatti che rispondevano al nome.
Fufi, la mia gatta storica non mancava mai di drizzare l'orecchio anche se sentiva il suo nome in una conversazione o anche in televisione, Shanti anche si voltava al suono del suo nome, Kalé accorreva sempre se chiamata, e ora Amelie fa corse pazze quando la sera la chiamo e quasi mi commuove.
Però io ho sempre fatto in modo che si abituassero al nome e che fosse sempre solo quello, i soprannomi li riservo alle coccole e ai momenti di gioco.
Secondo me, assolutamente sì! Quasi tutti i miei gatti rispondono al loro nome, l'unico escluso è Bizet ma non credo sia perché non capisce, ma proprio perché non rivolge alcuna considerazione a noi umani (se non per il cibo) e quindi gli può fregare di meno se lo chiamo. :D
Gli altri sanno tutti esattamente come si chiamano! Quando chiamo qualcuno, ancora mi sorprendo a vedere che è proprio lui o lei a rispondere o a correre da me, anche se sono in un'altra stanza, e non uno degli altri... che se non è il loro nome quello che sentono si fanno i fatti loro.
Però io ho sempre fatto in modo che si abituassero al nome e che fosse sempre solo quello, i soprannomi li riservo alle coccole e ai momenti di gioco.
Anche io! Hanno tutti mille soprannomi ma quando li chiamo proprio per chiamarli uso il "nome vero".
Qui rispondono tutti sia al nome che ai diminutivi, circa duemila a testa...
Luna non risponde mai al suo nome, eppure per non confonderla, quando è entrata nella nostra vita , ci hanno detto che si chiamava Luna e chiesto se volevamo mantenere il suo nome.
Primo ci piaceva, poi non mi sembrava giusto confonderla dato che aveva 2 anni e sicuramente doveva essere abituata a sentire il suo nome.
Invece è come stato detto, non riconosce il suo nome. :disapprove:
Tutti i miei rispondono al loro nome, persino Valerietto pur non essendo un "gatto di casa" ma un libero e indipendente micio che vive in natura; in qualsiasi posto sia, purché a "portata di voce" se lo chiamo arriva prontamente.
Di solito ognuno però risponde al suo nome, ma non a quello degli altri, tranne che quando chiamo per la pappa: in questo caso mi basta chiamarne uno e arrivano tutti.
Ci impiegano poco a far proprio il nome; a Lara sono bastati pochi giorni per capirlo.
@Tigro il fatto che Luna avesse già quel nome prima che tu la adottassi a 2 anni di età è poco significativo; se i precedenti proprietari non la chiamavano per nome o lo facevano una volta ogni morte di papa, non ha potuto associarlo se stessa.
Zampetta16
24-02-2019, 10:35
Sì, entrambi. Anche quando sonnecchiano, sollevano la testa e ci guardano. Non sempre vengono, se quel che stanno facendo è più interessante, si girano, ci guardano e proseguono la loro attività.
Obama sa anche che Drolla è il nome della mamma. Quando la chiamiamo e lei non viene, nascosta da qualche parte, spesso lui va a cercarla.
volperossa
24-02-2019, 17:35
La micia di mia madre comprende perfettamente il suo nome e alza la testa quando lo pronunci...(a meno che non stia ronfando alla grande, è chiaro)....il mio micio invece è sordo dalla nascita, quindi ha mille soprannomi diversi, anzi dico sempre che potrei dargli un nome al giorno:D
Una sola domanda a tutti noi:
Che significa per noi il fatto che un gatto risponda al suo nome?
Scusa Leny se ho risposto con un'altra domanda, perché tu in effetti hai posto una domanda importantissima
Per me è la conferma che ha piena coscienza di sè, essendo in grado di associare il suono della parola (cioè il nome) a se stesso e non ad altri.
@Tigro il fatto che Luna avesse già quel nome prima che tu la adottassi a 2 anni di età è poco significativo; se i precedenti proprietari non la chiamavano per nome o lo facevano una volta ogni morte di papa, non ha potuto associarlo se stessa.
Mi sa che hai proprio ragione Malinka, effettivamente da come mi raccontava la signora, credo che lei non ha ricevuto molte attenzioni, se alla fine quello che era più legato a lei era fuori tutto il giorno per problemi di salute e sua moglie e la figlia sono andate via lasciandola a lui, un disinteresse c’è.
Comunque con Luna ci intendiamo benissimo ed a volere approfondire la questione, non c’è
bisogno di chiamarla o lei di chiamare noi, basta guardarsi e con piccoli gesti ci capiamo.
Due esempi:
Lei sale sul tavolo, alza la zampetta verso di me , vuole la pappa.
Io prendo un gioco, vado a fargli vedere una pallina, lei capisce che voglio giocare e viene.
Per me è la conferma che ha piena coscienza di sè, essendo in grado di associare il suono della parola (cioè il nome) a se stesso e non ad altri.
Mica ne sono del tutto convinta, perché se così fosse il gatto che non risponde al suo nome non avrebbe coscienza di sé, il che è difficile, perché sarebbe spacciato.
Scusate, so che tendo a spaccare in quattro un capello, però mi sembra importante
Credo che il fatto che rispondano al loro nome possa essere una risposta adattativa
E penso che molto dipenda anche dal desiderio di interazione che hanno in quel momento, cosa stanno facendo e quanto ne sono interessati, quale alternativa pensano che gli possa venir offerta
Tutti i gatti hanno piena coscienza di sè; il fatto che ci siano quelli che rispondono al nome secondo me indirettamente lo conferma, la mancata risposta non è la negazione della coscienza, tutt'altro, ha una sua motivazione, può significare che il gatto non ha interesse o voglia di rispondere o che fra lui e l'umano si è sviluppata un'altra forma di comunicazione.
Rispondere al nome non significa che necessariamente smetta di fare ciò che sta facendo per venire da noi, non lo farebbe neppure un bambino, anzi, se lo si chiamasse ogni 3x2 si rischierebbe di ottenere l'effetto opposto a quello voluto.
Il gatto che al richiamo non corre da noi, però drizza le orecchie, ci guarda con espressione interrogativa...e a volte fa proprio finta di niente, ci sta ugualmente rispondendo.
Quando chiamo i miei gatti non è certo solo per la pappa (per la quale più sovente uso il fischietto...oppure dico a voce alta : PAPPAAAA!!!!).
A volte li chiamo perché non li trovo...e poi alzando lo sguardo ne vedo uno in cima all'armadio, che mi guarda aspettando che mi accorga di lui e quando il mio sguardo incrocia il suo mi fa un mrrr e si rimette a fare ciò che stava facendo prima che lo chiamassi: si rimette a riposare.
Chiamo quello con il quale vorrei interagire, che sia per un bacino, una carezza, un invito a venire in braccio, a giocare o semplicemente per dirgli che gli voglio bene.
Quando sono a letto e chiamo Viola, viene lei, mica gli altri.
Se chiamo Lara per distoglierla dal grattare la cassapanca, smette e viene da me, non ci viene uno degli altri.
Muset2005
25-02-2019, 07:08
E penso che molto dipenda anche dal desiderio di interazione che hanno in quel momento, cosa stanno facendo e quanto ne sono interessati, quale alternativa pensano che gli possa venir offerta
Concordo al 100% e posso anche fare un esempio pratico. Se Isotta non sta facendo nulla di che e la chiamo viene subito, ma se intenta a giocare, mangiare o sul terrazzo non è detto.
Qui tutti capiscono il loro nome, altrochè! E pure il compianto Isidoro, che generalmente rispondeva al saluto con un "miao". In effetti anche Camilla, quando la chiami, risponde "miao".
Lina è ancor più emblematica: era con me da poco più di due settimane, e da pochissimi giorni aveva deciso di uscire dal suo nascondiglio, sicchè non avevo ancora deciso che nome darle. A un bel momento, mi viene l'ispirazione e le comunico che la chiamerò Lina; lei è sul terrazzo, che lo sta esporando.
Dopo un po' di esplorazioni la vedo che si avvicina al separè che ci divide dal vicino; noto che ha l'intenzione di sconfinare e allora mi rivolgo a lei: "Lina, non andare di là: non sappiamo se il vicino gradisce. Vieni qui a farmi le coccole!". Tutto subito mi ignora, ma poi si ferma, ci pensa su e... salta giù dal muretto e viene da me a darmi una testastina, poi si sdraia vicino a pancia all'aria :micimiao12:
Una sola domanda a tutti noi:
Che significa per noi il fatto che un gatto risponda al suo nome?
Per me ha tantissimi significati; molti sono di ordine pratico: se un micio si fa vedere, o risponde a voce quando chiamato, mi può servire per sapere dov'è, o per capire come sta, per giocare con lui, per dargli la pappa o una medicina... ecc.
Altri significati sono di ordine diverso, non saprei esprimerli se non dicendo che il loro rispondere al nome ha per me lo stesso significato che ha per loro il *mio* rispondere al loro richiamo quando sono loro a voler interagire con me; come quanco Camilla mi viene a chiamare per giocare, o Lina per farsi fare le coccole, e via dicendo.
Tutti i gatti hanno piena coscienza di sè; il fatto che ci siano quelli che rispondono al nome secondo me indirettamente lo conferma, la mancata risposta non è la negazione della coscienza, tutt'altro, ha una sua motivazione, può significare che il gatto non ha interesse o voglia di rispondere o che fra lui e l'umano si è sviluppata un'altra forma di comunicazione.
Quando sono a letto e chiamo Viola, viene lei, mica gli altri.
Infatti la mancata risposta, come dici, è una delle risposte possibili.
Ed è' proprio questo che mi fa distinguere la coscienza di sé che, assieme ad altri strumenti, implica le funzioni cognitive, dal sapere il proprio nome che non le implica essendo un collegamento associativo alla Pavolv, il proprio nome non li vincola a quello che faranno dopo o a quello che hanno fatto in precedenza, è l'interazione col mondo che li fa agire.
Riconoscere il proprio nome è consapevolezza, come riconoscersi allo specchio (vedi gli studi di Gallup)
Ieri ho messo insieme coscienza e consapevolezza, scusate
Quindi, stando a quello che ho evidenziato, credo che sia una questione adattativa, perché solo noi diamo nomi a tutti e a tutto
Infatti la mancata risposta, come dici, è una delle risposte possibili.
Ed è' proprio questo che mi fa distinguere la coscienza di sé che, assieme ad altri strumenti, implica le funzioni cognitive, dal sapere il proprio nome che non le implica essendo un collegamento associativo alla Pavolv, il proprio nome non li vincola a quello che faranno dopo o a quello che hanno fatto in precedenza, è l'interazione col mondo che li fa agire.
Riconoscere il proprio nome è consapevolezza, come riconoscersi allo specchio (vedi gli studi di Gallup)
Ieri ho messo insieme coscienza e consapevolezza, scusate
Quindi, stando a quello che ho evidenziato, credo che sia una questione adattativa, perché solo noi diamo nomi a tutti e a tutto
E' proprio "consapevolezza" il termine che avrei voluto usare, ma non mi veniva la parola!
(La coscienza di sè però sono convita che ce l'abbiano)
E' proprio "consapevolezza" il termine che avrei voluto usare, ma non mi veniva la parola!
(La coscienza di sè però sono convita che ce l'abbiano)
Certo che ce l'hanno! E' una delle funzioni cognitive, una delle tante, che a volte facilita il processo cognitivo ed altre lo ostacola
Per rispondere a Leny:.....Giusto per capire se sono stata io a sottovalutare la capacità dei gatti di apprendere il loro nome.......
Penso, forse l'ho già detto, che riconoscere il proprio nome non riguardi l'apprendimento vero e proprio, ma riguardi piuttosto l'apprendimento associativo che è una forma, diciamo, più passiva
linguadigatto
25-02-2019, 14:08
io credo che alcuni dei miei gatti mi abbiano dato un nome, nel senso che usano un certo vocalizzo nello specifico per rivolgersi a me o richiamare la mia attenzione, è possibile? se no c'è sempre la neuro che mi aspetta :rolleyes:
King of Pain
25-02-2019, 14:47
Non c'è bisogno della neuro. Isidoro quando voleva la pappa saltava sul davanzale della finestra e chiamava mamma. E diceva proprio "mamma". Sembra incredibile ma è così. Arturo invece comincia con dei miagoloni di protesta che sono completamente diversi dai suoi miaglii sdolcinati che fa quando ad esempio vuole le coccole
linguadigatto
25-02-2019, 15:11
allora niente neuro! :D
tesla ha un mrrhh che fa solo con me, lo fa per chiedermi i bacini sulla capoccetta, per attirarmi verso elementi verticali su cui si vuole arrampicare in mia presenza, per mangiare, entrare dalla finestra... se chiede le stesse cose al mio ragazzo fa un maaahr, tutt'altro verso... :micimiao12:
E diceva proprio "mamma". Sembra incredibile ma è così. A
Ahahah, allora non sono l'unica che sente che chiamano mamma!:D:D (vengo alla neuro anche io)
Comunque, non so se sia un caso, se capiscano o meno, però quando le chiamo per nome si girano, ognuna per il suo nome.
Zampetta16
25-02-2019, 21:08
Una sola domanda a tutti noi:
Che significa per noi il fatto che un gatto risponda al suo nome?
Per me riguarda l'adattabilità con la nostra specie nell'ambito della comunicazione.
Da una parte, il gatto che vive a contatto con gli umani utilizza non ricordo quanti suoni e versi in più rispetto al gatto che non ha contatti con l'uomo.
Addirittura secondo alcuni utenti - per i quali è al vaglio la richiesta del TSO :D - riproducono il suono "mamma" o ci danno un "nome" con un suono particolare.
Dall'altra, apprendono un nostro strumento di comunicazione quali le parole.
Riconoscersi in quel nome, in quel suono, per me è un adattarsi, in senso positivo, alla nostra mancanza di ormoni, ferormoni, suoni precisi, insomma alle nostre mancanze/ differenze di strumenti comunicativi rispetto ai loro.
Perché? Direi che si parte dalla necessità, il cibo. Spesso li si chiama per offrire cibo.
Si prosegue col "desiderio" di coccole, di salutarci quando rientriamo a casa.
Da un bisogno primario alla socialità che, chi più chi meno, vuole instaurare con noi umani.
PS. Aletto, spero si capisca la sostanza, anche se ho usato una terminologia impropria o scorretta...
Per me riguarda l'adattabilità con la nostra specie nell'ambito della comunicazione.
Da una parte, il gatto che vive a contatto con gli umani utilizza non ricordo quanti suoni e versi in più rispetto al gatto che non ha contatti con l'uomo.
Addirittura secondo alcuni utenti - per i quali è al vaglio la richiesta del TSO :D - riproducono il suono "mamma" o ci danno un "nome" con un suono particolare.
Dall'altra, apprendono un nostro strumento di comunicazione quali le parole.
Riconoscersi in quel nome, in quel suono, per me è un adattarsi, in senso positivo, alla nostra mancanza di ormoni, ferormoni, suoni precisi, insomma alle nostre mancanze/ differenze di strumenti comunicativi rispetto ai loro.
Perché? Direi che si parte dalla necessità, il cibo. Spesso li si chiama per offrire cibo.
Si prosegue col "desiderio" di coccole, di salutarci quando rientriamo a casa.
Da un bisogno primario alla socialità che, chi più chi meno, vuole instaurare con noi umani.
PS. Aletto, spero si capisca la sostanza, anche se ho usato una terminologia impropria o scorretta...
Ok, quindi
- secondo te ha significato adattativo per facilitare la comunicazione interspecifica
- per Malinka conferma la consapevolezza di sé
- per iw1dov ha come conseguenza immediata la praticità del controllo
- e mi ci metto anche io che avevo detto che per me è una risposta adattativa
Per me sono punti di vista significativi sia della flessibilità evolutiva/comportamentale del gatto, sia del punto di vista su cui ognuno di noi si è concentrato
@ Zampetta 16
penso di aver capito quello che hai scritto, nessuno di noi si esprime in termini rigorosamente corretti. Inoltre hai messo un accento sul desiderio di socialità diversamente emergente in ogni gatto
Vi ringrazio per avermi risposto nonostante non sia il mio thread, e mi scuso ancora con Leny
linguadigatto
26-02-2019, 11:57
Riconoscersi in quel nome, in quel suono, per me è un adattarsi, in senso positivo, alla nostra mancanza di ormoni, ferormoni, suoni precisi, insomma alle nostre mancanze/ differenze di strumenti comunicativi rispetto ai loro.
Perché? Direi che si parte dalla necessità, il cibo. Spesso li si chiama per offrire cibo.
Si prosegue col "desiderio" di coccole, di salutarci quando rientriamo a casa.
Da un bisogno primario alla socialità che, chi più chi meno, vuole instaurare con noi umani.
condivido questa analisi, e anche noi facciamo lo stesso quando impariamo a fare gli occhiolini e offriamo testatine ai nostri mici. il mondo degli odori ci è precluso come percezione, ma non è escluso che ne facciamo parte attivamente ad esempio emanando un particolare "odore" quando siamo rilassati in piena miciolanza con i nostri compagni gatti, un segnale che non ci accorgiamo di dare e che non percepiamo a livello conscio ma che loro percepiscono. chissà? questa ipotesi del tutto campata in aria forse può farmi guadagnare un ulteriore punto nella categoria psichiatrica ;) però è stupendo vedere quanti modi di comunicare e relazionarsi si trovino tra individui di specie diverse!
Zampetta16
26-02-2019, 12:25
Ecco, non ci avevo pensato, in effetti trovo probabile che anche noi trasmettiamo qualcosa di "chimico", senza rendercene conto.
Loro ad esempio avvertono il nostro stato d'animo, credo non sia solo solo "un sesto senso" ma che possa avere a che fare anche coi nostri odori/ferormoni.
Volevo chiedere un parere, Luna oltre alla poltrona in camera con noi ha una bella coperta di pile caldo sul nostro lettone dove lei quando non dorme ci va per rilassarsi, di solito quando osserva la vecchiettina del balcone di fianco quando si affaccia a fare le pulizie. Chissà che effetto le fa.... :D
Quando arrivo la sera dopo lavoro, di solito quando mi cambio appoggio i vestiti sul letto invece di metterli sulla mia sedia, lo so sono un pigrone.....
Ho notato che Luna tante volte la sera la trovo sui miei vestiti e non sulla sua coperta. Può essere che capisce che sono i miei vestiti ?
È spassosa vederla appollaiata perfettamente in mezzo al maglione di turno.... :)
violapensiero
26-02-2019, 23:48
Capiscono eccome.
Tutti qui i famosi 4 non solo conoscono il loro, ma anche quello altrui.
Quando ho preso dal cortile la nerina, volevo chiamarla Blackie, o Nerina appunto, non si girava di striscio, ha risposto solo quando ho cominciato a chiamarla Chicca.
Amy ha riconosciuto immediatamente il suo nome. Lo stesso Fiorello, e lo stesso MInou.
Quando vogliono loro naturalmente, NON rispondono, o fanno finta di non sentire...ma il loro nome lo capiscono alla grande...
......Ho notato che Luna tante volte la sera la trovo sui miei vestiti e non sulla sua coperta. Può essere che capisce che sono i miei vestiti ?.......
Certo che sa che sono i tuoi vestiti, e talvolta li preferisce alla coperta, Berenice lo fa sempre!
Qualunque odore li orienta e va nella memoria olfattiva e produce emozioni positive o negative
Zampetta16
27-02-2019, 12:01
Ok, quindi
@ Zampetta 16
penso di aver capito quello che hai scritto, nessuno di noi si esprime in termini rigorosamente corretti. Inoltre hai messo un accento sul desiderio di socialità diversamente emergente in ogni gatto
Vi ringrazio per avermi risposto nonostante non sia il mio thread, e mi scuso ancora con Leny
Leny ci perdonerà, altrimenti cancelleremo tutti i post :D
In realtà, perché a scrivere e a rileggersi si delinea meglio anche il nostro stesso pensiero, dentro quel accento, ci sono due variabili.
La prima, quella più immediata, è proprio come l'hai scritta tu. Credo ci sia un'indole diversa di base ma ci sono altri mille fattori che influiscono, la socializzazione con l'uomo nelle prime settimane di vita, l'uomo col quale ha a che fare il gatto che "ispira" meno, che da parte sua non sa porre le basi per una relazione/comunicazione tra specie diverse. Quando scrivo, penso ai tanti gatti liberi e di cortile del paese dei miei, a questo contesto.
La seconda è la necessità/volontà/capacità del gatto di utilizzare i nostri codici di comunicazione. Qui mi baso sulla differenza in casa tra Drolla e Obama, quindi il campo di analisi è davvero limitato :D
Drolla ha sempre "parlato" in modo molto evidente, miagola per avere il cibo, per uscire in cortile, per rientrare in casa, per chiedere di giocare, Obama no, miagola pochissimo, lui usa altri modi, lo si capisce se gli si presta attenzione ma non richiama la nostra attenzione col miagolio.
Esempio: richiesta di cibo.
Drolla fin da piccolina miagola, va verso la postazione cibo, si ferma e controlla se la stai seguendo, se non lo fai torna indietro e rimiagola. Poi si struscia alle gambe, e miagola. Se proprio nessuno le da da mangiare, dopo svariati tentativi, morde le caviglie.
Obama, fino ai 5/6 mesi in pratica non ha mai chiesto cibo, in nessun modo. Stava spesso con la mamma, era lei che miagolava per chiedere, lui seguiva e mangiava.
Oppure eravamo noi ogni tot ore a offrire il cibo
Adesso lui va verso la postazione piatto e si siede. Se nessuno lo segue, nessuno se ne accorge, lui non "chiede", non miagola. Torna dove siamo noi, si siede per terra e ci guarda, fisso negli occhi. Ora noi lo sappiamo, abbiamo anche degli orari di riferimento, per cui è facile capire che vuole mangiare. Qualcuno si alza e lui va alla postazione piatto, gira intorno a dove poggeremo il piatto e comincia a fare le fusa. Da poco, da un paio di mesi, forse meno, e compirà due anni a marzo, miagola se finito il cibo, ne vuole altro.
Allora mi viene da rifletterci su.
I primi mesi diciamo che non aveva la necessità di chiedere, e va bene.
Dopo, perché non ha utilizzato il codice del miagolio, che conosce bene dalla mamma, che vede e sa che funziona? Ha una capacità inferiore di farlo? Non che sia inferiore come "intelligenza" in senso lato, penso alle persone, alcune sono più predisposte di altre ad apprendere una lingua straniera. Oppure non è proprio nelle sue corde, diciamo così, utilizzare un codice diverso, il miagolio che è pensato/utilizzato per gli umani, non gli piace proprio usare questo canale di comunicazione?
Scusate, sono andata OT anche all'interno dell'OT...
Ma c'ho impiegato un po' a scriverlo e ora lo lascio :D
........ la necessità/volontà/capacità del gatto di utilizzare i nostri codici di comunicazione. Qui mi baso sulla differenza in casa tra Drolla e Obama, quindi il campo di analisi è davvero limitato :D
Drolla ha sempre "parlato" in modo molto evidente, miagola per avere il cibo, per uscire in cortile, per rientrare in casa, per chiedere di giocare, Obama no, miagola pochissimo, lui usa altri modi, lo si capisce se gli si presta attenzione ma non richiama la nostra attenzione col miagolio.
Esempio: richiesta di cibo.
Drolla fin da piccolina miagola,....dopo svariati tentativi, morde le caviglie
Obama,...... va verso la postazione piatto e si siede. Se nessuno lo segue, nessuno se ne accorge, lui non "chiede", non miagola. Torna dove siamo noi, si siede per terra e ci guarda, fisso negli occhi......
Allora mi viene da rifletterci su...... perché non ha utilizzato il codice del miagolio, che conosce bene dalla mamma, che vede e sa che funziona? Ha una capacità inferiore di farlo? Non che sia inferiore come "intelligenza" in senso lato, penso alle persone, alcune sono più predisposte di altre ad apprendere una lingua straniera. Oppure non è proprio nelle sue corde, diciamo così, utilizzare un codice diverso, il miagolio che è pensato/utilizzato per gli umani, non gli piace proprio usare questo canale di comunicazione?.....
Molti animali utilizzano la voce per comunicare tra loro, pensa agli uccelli, ai bramiti dei cervi, o alle scimmie -i cercopitechi del Kenia hanno tre richiami di allarme a seconda che si tratti di segnalare aquile, serpenti o leopardi-.
Partendo da questa considerazione, gli animali con cui viviamo hanno esteso la comunicazione alla nostra specie, ma come, con quali mezzi? Drolla in un modo ed Obama in un altro
Come tu stessa dici tra le righe, l'intelligenza non c'entra niente
Qui secondo me entra in ballo la soggettività animale, questa a sua volta è espressione ontologica (della vita del singolo individuo) della soggettività di specie.
Dobbiamo prendere in considerazione come quel gatto ha scelto di usare i suoi strumenti perché un solo strumento può essere multitasking ed essere abbinato ad un altro strumento tipo la memoria, la coscienza, la consapevolezza, ecc. e diventa una modalità di soluzione di problema più coerente con quell’essere piuttosto che con quell’altro.
Come appunto dici tu, non è questione di intelligenza. Per me è scelta di strumenti adatti a se stessi.
E’ chiaro che vocalizzando attirano la nostra attenzione anche se siamo in un’altra stanza ma questo nella valutazione dell’intelligenza rischia di essere uno specchietto per le allodole perché non per tutti i gatti questa è la strategia emergente infatti possono attirala anche facendo cadere oggetti, nel qual caso però siamo propensi a pensare che ci stanno facendo un dispetto. E' chiaro che queste due strategie di comunicazione ci possono trarre in inganno nella valutazione del soggetto perché mettiamo la nostra specie come termine di paragone con quella loro
Questi sono solo due tra i modi scelti dal gatto per attirare l’attenzione, e, se ci facciamo caso sono sono due esempi di exaptation dove per exaptation si intendono strutture e comportamenti che si sono sviluppati precedentemente in altri contesti e vengono ora riutilizzati ora per avere nuove funzioni in circostanze diverse. Perciò dobbiamo saper riconoscere una titolarità di capacità comportamentali che ogni soggetto (un gatto o un altro animale) preso singolarmente utilizza in modo libero e flessibile e di conseguenza gli permette di non essere mai uguale a se stesso, tu scrivi di Obama:"Da poco, da un paio di mesi, forse meno, e compirà due anni a marzo, miagola se finito il cibo, ne vuole altro."
Spero di essermi spiegata
Zampetta16
28-02-2019, 10:40
Sull'intelligenza non avevo dubbi. Mi viene sempre in mente la vignetta, che mi pare pubblicasti proprio tu, dove l'uomo chiede a specie diverse di arrampicarsi sull'albero, come "test" sull'intelligenza.
Applicata alla specie gatto per il tema di cui parliamo, sarebbe un po' come contare quante volte un gatto chiede col miagolio e decidere di ritenerlo più intelligente di un altro.
Credo di aver capito il resto, lo rielaboro come verifica.
Abbiamo la specie gatto che ha determinati strumenti di comunicazione, definiti dal suo essere gatto, dalla sua stessa anatomia e "storia", diciamo.
Poi abbiamo il singolo gatto che come singolo soggetto sceglie quale utilizzare, se utilizzarne uno in maniera prevalente; se utilizzarne uno con determinate persone, un altro con altre.
Aggiungo io, penso, senza averne la certezza, che la scelta dipenda anche dall'interlocutore, umano in questo caso, dalle "risposte" che non solo l'essere umano in generale ma il singolo individuo riesce a dargli.
E' un aspetto che mi affascina moltissimo nei gatti e tra noi e i gatti. Osservo tantissimo questo aspetto, mi viene da fare mille considerazioni. Credo che in parte questo mio interesse derivi dalla grande differenza che vedo in casa tra Drolla e Obama.
Tutto questo, come hai notato tu, è in continua evoluzione.
Non sono rimasti uguali a sé stessi, il loro modo di relazionarsi a noi cambia, continua a presentare delle novità, più o meno evidenti, così come siamo cambiati noi singoli soggetti umani, chi più chi meno, nei loro confronti, nel "dire" e nel "rispondere".
Spero di esserci quando capiterà una discussione incentrata su questo aspetto, qui la smetto :D
......Aggiungo io, penso, senza averne la certezza, che la scelta dipenda anche dall'interlocutore, umano in questo caso, dalle "risposte" che non solo l'essere umano in generale ma il singolo individuo riesce a dargli....
E' un aspetto che mi affascina moltissimo nei gatti e tra noi e i gatti.......
Non sono rimasti uguali a sé stessi, il loro modo di relazionarsi a noi cambia, continua a presentare delle novità, più o meno evidenti, così come siamo cambiati noi singoli soggetti umani, chi più chi meno, nei loro confronti, nel "dire" e nel "rispondere".
Spero di esserci quando capiterà una discussione incentrata su questo aspetto, qui la smetto :D
Hai ragione, perché l'interlocutore è parte del mondo esterno ed il comportamento è sempre il risultato del dialogo tra mondo interno (la mente) e mondo esterno
La relazione, il valore della relazione, è un concetto base della zooantropologia
I miei sanno benissimo qual è il loro nome, e tutti i loro soprannomi, tutti e tre e ognuno di loro usa mezzi comunicativi differenti!
Bizet usa molto la vocalizzazione, però solo con me...quando io gli parlo lui mi risponde sempre, usando tonalità differenti in base alla situazione; quando è lui che mi chiama per attirare la mia attenzione fa un miagolio che riserva solo a me e sembra proprio che dica "mamma" :micimiao18:! Con gli altri, se lo chiamano, arriva solo se si tratta della pappa e non li va mai a cercare lui per primo, insomma per lui è come se esistesse solo la sua mamma!
La Trilly preferisce usare dei rituali: come ho già scritto in un altro post, lei è la prima che si sveglia la mattina e di solito ha fame (tanto per cambiare :D), per farmelo capire mi porta nel letto il suo pupazzo preferito e poi corre nella sala da pranzo sul tiragraffi, la sua postazione della pappa per ottenere la sua ricompensa per essere stata brava a cacciare la preda :micimiao65:! Nell'ultimo periodo però ho notato che tende a farlo di meno e ora se non mi vede in casa piange disperata con il suo pupazzetto in bocca e poi uno a uno mi porta tutti i pupazzi nel letto...piccina piange talmente forte che la sento da stare fuori in giardino mentre faccio l'orto! A tal proposito volevo aprire un post per chiedervi consigli!
Skipper quando lo chiamo mi risponde con un prrrr, non è un micio che usa molto la voce con gli umani, la usa già abbastanza per urlare dietro a Bizet :D...con le persone di solito miagola forte quando vede che preparano la carne cruda nelle varie ciotoline, altrimenti non cerca mai di attirare l'attenzione miagolando, preferisce usare i gesti e il contatto fisico strusciandosi addosso ripetutamente!
Tra tutti e tre quello che "parla" di più è Bizet e mi viene da pensare che non sia un caso; è con me da piccolissimo e credo che ciò abbia influito vedendo che noi umani comunichiamo attraverso la parola, più che con i gesti; non so quanto la sua mamma pelosa sia riuscita ad insegnargli in un solo mese di vita...poi magari mi sbaglio!
Gli altri due vengono dalla strada, non so niente del loro passato e li ho presi che erano molto più grandi di Bizet, sicuramete usano molto di più i gesti per comunicare che il miagolio, un po' come fanno generalmente i mici in natura!
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