Visualizza Versione Completa : Cosa mi vuoi dire?
Sono giorni e giorni che mi arrovello cercando di capire un aspetto del comportamento di Iska, che è cambiato rispetto anche solo a quello delle scorse settimane.
Lei mi sta dicendo qualcosa, mi sta mandando un messaggio, che però non riesco a decifrare.
Rispetto a qualche tempo fa la vedo più fiduciosa; se passa e non sa che sono lì, subito si spaventa e si avvia correndo verso il giardino, poi quando ritiene di essere a distanza di sicurezza si volta e vedendo che sono io si ferma e torna indietro, miagolando.
Al mattino come capisce che mi sono alzata, sbuca dal garage e miagola perché ha fame.
Quando è in giro per i fatti suoi basta che la chiami e arriva immancabilmente.
Sta sempre qui in giardino o appena oltre il confine.
Da molti giorni dorme sempre in garage, nello scatolone coibentato con solo il buco d'accesso; gradisce moltissimo le copertine di pile che ho messo dentro.
Lo scatolone senza tetto che usava all'inizio ora non lo guarda più e ieri l'ho portato via.
Dal momento che sono tantissimi giorni che piove e addirittura diluvia, si allontana dal garage solo per fare i bisogni; le ho messo una cassetta con la sabbietta, ma non la conosce, le è estranea, non la usa perché è abituata alla terra.
Finalmente oggi abbiamo avuto un tempo quasi asciutto e un pomeriggio soleggiato e ha potuto andarsene un po' in giro.
Oramai mangia 3-4 volte al giorno, ma gradatamente ha diminuito il quantitativo, non si abbuffa più come prima; penso che passando poche ore fra un pasto e l'altro il senso di fame non è più così forte; oltretutto anche se c'è bel tempo fa pochissimo movimento; è capace di starsene sdraiata al sole per ore, quindi il consumo calorico non è alto.
Adesso mangia non più di 160 grammi al giorno.
Ogni tanto vedo che tende agguati agli uccellini, ma dopo quella prima volta non l'ho più vista predare efficacemente; mi sembra che più che altro sia attratta dal movimento.
Ed eccomi al "cosa mi vuoi dire?"
Quando vado in garage, che sia per portarle la pappa, per controllare se è lì a dormire o semplicemente perché sto facendo qualche lavoro che mi porta ad entrare lì, lei si avvicina e io mi accuccio.
Come sempre viene a darmi sonore testatine sulla mano oppure si strofina con il lato della bocca o mi dà le solite 5 o 6 leccate.
Non sono io che vado da lei, è lei che viene da me.
E poi improvvisamente capita che mi dia una zampata sulle mano, con le unghie, magari fa anche una bella soffiata o come l'altro giorno accenna a mordere, ma vedo che non lo fa con convinzione, tanto che riesco tranquillamente a ritirare la mano; so che se lo volesse, riuscirebbe di sicuro nel suo intento.
Come mette in atto queste azioni, si ritrae di un paio di passi, ma subito dopo si riavvicina senza che io la chiami e come se niente fosse fa le fusa, impasta sul pavimento...e mi dà nuove testatine, senza più manifestazioni ostili.
In tutto questo, sono sempre stata zitta, ma giorni fa di proposito l'ho "sgridata" seccamente a voce decisamente alta.
E lei, così sempre sul chi vive, così spaventevole, che ha fatto?
Niente, anzi, dopo pochi istanti mi si è avvicinata dandomi le solite testatine, come nulla fosse.
E' successo altre due volte che l'ho "sgridata" dal che ne deduco che non ha nessuna paura di me, visto che non si scompone neppure se grido, mentre con chiunque altro, compreso mio marito, basta un normale tono di voce per metterla in allarme o addirittura farla fuggire a gambe levate.
Già, ha anche molta paura degli uomini.
Comunque capito che non ha paura se alzo la voce, non ho più intenzione di farlo ancora.
Però vorrei proprio capire cosa significa questo suo comportamento verso di me apparentemente contraddittorio, ma che dal suo punto di vista senz'altro ha una logica, che purtroppo mi sfugge.
Ho cercato in internet ma non sono riuscita a trovare niente.
Cosa mi sta dicendo?
C'è qualcosa che faccio o che non faccio, che non le piace e me lo fa capire in quel modo e che io non capisco?
BobTheCat
03-11-2023, 22:09
Forse è stressata per qualcosa, anche se penso che sia piuttosto improbabile... Non lo so, mi dispiace di dare spesso questa risposta deludente ma non so come aiutarti, credimi se potessi lo farei, davvero. @Iska.
@ BobTheCat
Iska è una gatta che ha alle spalle una storia travagliata, tra abbandono (o abbandoni?), gravidanza, cattura, adozione e successivo rifiuto come fosse un oggetto difettoso.
L'ho conosciuta circa un anno e mezzo fa e solo da pochi mesi accetta, anzi, chiede il contatto, ma sempre con estrema parsimonia.
Figurati che sono l'unico essere umano a cui ha concesso fiducia e a cui permette il contatto fisico.
Con quel che ha passato ci sta che sia un po' diversa da quel che ci si aspetterebbe da un gatto.
BobTheCat
04-11-2023, 08:19
@ BobTheCat
Iska è una gatta che ha alle spalle una storia travagliata, tra abbandono (o abbandoni?), gravidanza, cattura, adozione e successivo rifiuto come fosse un oggetto difettoso.
L'ho conosciuta circa un anno e mezzo fa e solo da pochi mesi accetta, anzi, chiede il contatto, ma sempre con estrema parsimonia.
Figurati che sono l'unico essere umano a cui ha concesso fiducia e a cui permette il contatto fisico.
Con quel che ha passato ci sta che sia un po' diversa da quel che ci si aspetterebbe da un gatto.
In effetti hai ragione
Ad una lettura rapida, così su due piedi, a me viene in mente una sequenza di gioco che impostate reciprocamente ma che, nel bel mezzo a te sfugge ciò che a lei non sfugge: Sto giocando e lo sto facendo sul serio.
Nel gatto il gioco è meno rigidamente ritualizzato che non nel cane, ma vale sempre regola che nel gioco non si danno fregature con la variante -nel gatto- che se mi dai una fregatura nell'ambito di un gioco, io non ti estrometto ma continuo a giocare la mia parte, tu gioca la tua. Se si mette male, io gatto, giro i tacchi e me ne vado. Cosa che non mi sembra metta in atto Iska. Quindi per lei è tutto ok.
Il soffio in teoria non è mai da sottovalutare, ma non è da sottovalutare neppure il contesto in cui esercita questo suo "potere", lo fanno anche i cani col morso.
Prova a lasciare la mano se lei tenta di afferrarla, osserva come lei, emittente del messaggio, si comporta con te che sei il destinatario e come riceve la tua controproposta che sicuramente sta aspettando.
Secondo me dovresti fare questa prova per capire quanto sono elevate le loro capacità cognitive.
Farà male lasciare la mano? Sì, ma se non lo fai non capirai.
Con Berenice lo faccio da praticamente sempre, con tanto di morso e mano tenuta ferma dalle zampe anteriori e le posteriori che scalciano accanendosi sulla mano. Dopo pochi secondi lei molla il morso e con le zampe anteriori e la testa inclinata in avanti mi invita ad accarezzargliela. E' una sequenza di gioco che si ripete finché mi è possibile.
Io darei importanza a quei momenti così intimi ma anche così esplicativi della fiducia che rendono il gioco un affare estremamente serio, perché entra in campo la simulazione scevra dalla pressione di sopravvivenza.
E' sempre la relazione a creare i rituali e mai viceversa.
Queste cose, ammesso che la mia deduzione su due piedi sia giusta, non le trovi su internet.
BobTheCat
04-11-2023, 10:41
Ad una lettura rapida, così su due piedi, a me viene in mente una sequenza di gioco che impostate reciprocamente ma che, nel bel mezzo a te sfugge ciò che a lei non sfugge: Sto giocando e lo sto facendo sul serio.
Nel gatto il gioco è meno rigidamente ritualizzato che non nel cane, ma vale sempre regola che nel gioco non si danno fregature con la variante -nel gatto- che se mi dai una fregatura nell'ambito di un gioco, io non ti estrometto ma continuo a giocare la mia parte, tu gioca la tua. Se si mette male, io gatto, giro i tacchi e me ne vado. Cosa che non mi sembra metta in atto Iska. Quindi per lei è tutto ok.
Il soffio in teoria non è mai da sottovalutare, ma non è da sottovalutare neppure il contesto in cui esercita questo suo "potere", lo fanno anche i cani col morso.
Prova a lasciare la mano se lei tenta di afferrarla, osserva come lei, emittente del messaggio, si comporta con te che sei il destinatario e come riceve la tua controproposta che sicuramente sta aspettando.
Secondo me dovresti fare questa prova per capire quanto sono elevate le loro capacità cognitive.
Farà male lasciare la mano? Sì, ma se non lo fai non capirai.
Con Berenice lo faccio da praticamente sempre, con tanto di morso e mano tenuta ferma dalle zampe anteriori e le posteriori che scalciano accanendosi sulla mano. Dopo pochi secondi lei molla il morso e con le zampe anteriori e la testa inclinata in avanti mi invita ad accarezzargliela. E' una sequenza di gioco che si ripete finché mi è possibile.
Io darei importanza a quei momenti così intimi ma anche così esplicativi della fiducia che rendono il gioco un affare estremamente serio, perché entra in campo la simulazione scevra dalla pressione di sopravvivenza.
E' sempre la relazione a creare i rituali e mai viceversa.
Queste cose, ammesso che la mia deduzione su due piedi sia giusta, non le trovi su internet.
In effettui anche @Aletto ha ragione, potrebbe essere un gioco.
Dimenticavo: Prova da non fare se non si conosce il gatto e la relazione tra noi e loro, neppure se "ho gatti da tutta la vita".
BobTheCat
04-11-2023, 12:17
Dimenticavo: Prova da non fare se non si conosce il gatto e la relazione tra noi e loro, neppure se "ho gatti da tutta la vita".
Esatto, anche perché non ha alcun senso dire che si ha avuti gatti per tutta la vita e che quindi si sa come comportarsi, magarti a tratti è vero, ma bisogna ricordare che ogni gatto è diverso.
@ Aletto
E' come dici tu!
Avevo fatto millemila ipotesi, ma al gioco proprio non c'ero arrivata.
E pensare che uno dei mici di casa fa sostanzialmente come Iska.
Quando sono alla scrivania oppure dopo cena mentre sono ancora seduta al tavolo, Lara arriva e mi salta sulle ginocchia, poi si sdraia e si appoggia al mio braccio (rigorosamente il sinistro, chissà perché).
Mi mette la testolina nell'incavo del gomito, allunga le zampe fin verso il mio collo e fa un mare di fusa quando l'accarezzo o anche se sto ferma.
Poi dopo alcuni minuti di punto in bianco mi afferra rapidamente la mano destra trattenendola verso di sè con le unghie e scalcia e nel contempo ringhia oppure soffia, poi comincia a leccarmi facendo le fusa, ma continua a tenermi la mano, ringhiando se tento di sottrarmi; allora me ne sto ferma e finalmente lei molla la presa e balza via, soffiando.
Ma non si allontana, è solo una finta: torna alla carica e con un salto mi afferra il braccio all'altezza del gomito restandoci appesa, poi scappa via con la coda storta...e di nuovo ritorna e via così finché io non mi stanco e la ignoro.
Questo lo fa solo d'inverno, quando ho le braccia coperte, mentre in estate non le maltratta mai; sono nude e sa che mi farebbe male.
Solo le mani per lei sono "4 stagioni".
Oggi ho seguito il tuo consiglio; Iska prima mi ha dato qualche testatina, poi un soffio e non una, ma ben tre zampate in rapida successione; non ho ritirato la mano e ho sentito solo pungere lievemente, ma non mi ha neppure scalfito la pelle, segno che non intende farmi male.
Si è ritratta di quel poco come le altre volte, poi è tornata a darmi una testatina.
Se invece ritiro la mano, come avevo provato a fare in passato, l'unghia essendo ricurva si impiglia nella pelle e almeno un buchino lo lascia.
Ora mi non resta che sperimentare il morso, ma tutto sommato è poco propensa, preferisce lavorare di zampa.
BobTheCat
04-11-2023, 21:33
Mistero risolto, eh, @Iska?:395::usikker:
Mistero risolto, eh, @Iska?
Meno male, avevo anche preso in considerazione la possibilità di starle sulle palle!
BobTheCat
05-11-2023, 08:39
Meno male, avevo anche preso in considerazione la possibilità di starle sulle palle!
Eheheh bene dai.
@ Aletto
E' come dici tu!
Avevo fatto millemila ipotesi, ma al gioco proprio non c'ero arrivata......
Poi dopo alcuni minuti di punto in bianco mi afferra rapidamente la mano destra trattenendola verso di sè con le unghie e scalcia e nel contempo ringhia oppure soffia, poi comincia a leccarmi facendo le fusa, ma continua a tenermi la mano, ringhiando se tento di sottrarmi; allora me ne sto ferma e finalmente lei molla la presa e balza via, soffiando.
Ma non si allontana, è solo una finta: torna alla carica e con un salto mi afferra il braccio all'altezza del gomito restandoci appesa, poi scappa via con la coda storta...e di nuovo ritorna e via così finché io non mi stanco e la ignoro (Questa è Lara)
Oggi ho seguito il tuo consiglio; Iska prima mi ha dato qualche testatina, poi un soffio e non una, ma ben tre zampate in rapida successione; non ho ritirato la mano e ho sentito solo pungere lievemente, ma non mi ha neppure scalfito la pelle, segno che non intende farmi male.
Si è ritratta di quel poco come le altre volte, poi è tornata a darmi una testatina.
Se invece ritiro la mano, come avevo provato a fare in passato, l'unghia essendo ricurva si impiglia nella pelle e almeno un buchino lo lascia.
Ora mi non resta che sperimentare il morso, ma tutto sommato è poco propensa, preferisce lavorare di zampa.
Sono contenta per voi :)
Quello di Lara è palesemente un gioco con tanto di codice di invito, quando per te arriva il momento, ignorandola interrompi quel dialogo ludico.
Quando Iska usa bonariamente gli artigli come uncini, è un diverso codice di invito che può portare sia ad un breve momento di carezze che al gioco predatorio intervallato da una comunicazione che segnala che sta giocando.
Se Iska non usa anche il morso, tanto meglio per te.
IMPORTANTE, scusate le maiuscole:
Come ho già scritto ieri, questo non è da farsi se non si conosce bene -oltre al gatto- la dinamica e la tipologia della relazione e non è da farsi mai con cucciolo, perché per passare da una semplice interazione ad un gioco che utilizza una nostra parte del corpo come target predatorio è sempre sconsigliato perché può diventare il gioco preferito del micio, e saperlo interrompere prima che degeneri può non essere facile. Per loro, se è un gioco, resterà una simulazione della realtà ma a noi può portare problemi
L'ho consigliato ad Iska perché si è posta il problema comunicativo e penso di conoscere un pochino la maturità e la tipologia della relazione tra le due Iska, come lo consiglierei, a dir tanto, solo ad un altro paio di utenti.
Declino ogni altra responsabilità perché, anche se di piccole dimensioni, il gatto è un predatore
Sono contenta per voi :)
Quello di Lara è palesemente un gioco con tanto di codice di invito, quando per te arriva il momento, ignorandola interrompi quel dialogo ludico.
Quando Iska usa bonariamente gli artigli come uncini, è un diverso codice di invito che può portare sia ad un breve momento di carezze che al gioco predatorio intervallato da una comunicazione che segnala che sta giocando.
Se Iska non usa anche il morso, tanto meglio per te.
IMPORTANTE, scusate le maiuscole:
Come ho già scritto ieri, questo non è da farsi se non si conosce bene -oltre al gatto- la dinamica e la tipologia della relazione e non è da farsi mai con cucciolo, perché per passare da una semplice interazione ad un gioco che utilizza una nostra parte del corpo come target predatorio è sempre sconsigliato perché può diventare il gioco preferito del micio, e saperlo interrompere prima che degeneri può non essere facile. Per loro, se è un gioco, resterà una simulazione della realtà ma a noi può portare problemi
L'ho consigliato ad Iska perché si è posta il problema comunicativo e penso di conoscere un pochino la maturità e la tipologia della relazione tra le due Iska, come lo consiglierei, a dir tanto, solo ad un altro paio di utenti.
Declino ogni altra responsabilità perché, anche se di piccole dimensioni, il gatto è un predatore
Grazie per la fiducia!
Non ho mai avuto occasione di provare il morso di un gatto arrabbiato o spaventato, ma ho visto un umano nell'atto di venir morsicato da un gatto terrorizzato; i canini gli hanno trapassato la mano da parte a parte; il poveretto si contorceva letteralmente dal dolore.
Ho però provato il morso di un criceto; era ferito, non me n'ero accorta e prendendolo in mano gli ho fatto male e lui ha reagito mordendomi un dito; è stato davvero molto doloroso.
Oggi nulla da segnalare sul fronte gatta Iska.
Solite testatine, miagolii e fusa, ma niente zampate o altro.
Stasera come ha finito di mangiare si è rintanata nel suo scatolone, nella morbidezza di strati di pile.
Ieri notte come al solito sono andata a controllare se fosse ancora lì; mi sono avvicinata e l'ho trovata addormentata, acciambellata e col musetto infilato sotto una piega della copertina.
Il respiro era lento e regolare, come di chi dorme profondamente; non ha mosso neppure un pelo, nonostante avessi acceso la luce e mi fossi annunciata chiamandola dolcemente, come faccio di solito per non rischiare di spaventarla.
In verità penso che mi abbia sentito, ma siccome si fida, ha fatto finta di niente.
BobTheCat
05-11-2023, 21:03
Grazie per la fiducia!
Non ho mai avuto occasione di provare il morso di un gatto arrabbiato o spaventato, ma ho visto un umano nell'atto di venir morsicato da un gatto terrorizzato; i canini gli hanno trapassato la mano da parte a parte; il poveretto si contorceva letteralmente dal dolore.
Ho però provato il morso di un criceto; era ferito, non me n'ero accorta e prendendolo in mano gli ho fatto male e lui ha reagito mordendomi un dito; è stato davvero molto doloroso.
Oggi nulla da segnalare sul fronte gatta Iska.
Solite testatine, miagolii e fusa, ma niente zampate o altro.
Stasera come ha finito di mangiare si è rintanata nel suo scatolone, nella morbidezza di strati di pile.
Ieri notte come al solito sono andata a controllare se fosse ancora lì; mi sono avvicinata e l'ho trovata addormentata, acciambellata e col musetto infilato sotto una piega della copertina.
Il respiro era lento e regolare, come di chi dorme profondamente; non ha mosso neppure un pelo, nonostante avessi acceso la luce e mi fossi annunciata chiamandola dolcemente, come faccio di solito per non rischiare di spaventarla.
In verità penso che mi abbia sentito, ma siccome si fida, ha fatto finta di niente.
Bene dai, forse ha capito che hai capito che si trattava di un gioco.
Vorrei tanto riuscire a capire gli animali e a farmi capire da loro.
Sarebbe stupendo poter "dialogare" fra specie diverse.
Per noi umani sarebbe un arricchimento, per loro non saprei.
Di fronte al comportamento di un animale con il quale c'è una reciproca conoscenza, ma che mi spiazza, come nel caso di Iska, non mi chiedo "perché fa così o cosà", non la vedo come una sorta di reazione "causa-effetto".
La vedo appunto come una comunicazione dell'animale che mi sta dicendo qualcosa, che purtroppo non so decifrare e mi sento così...tonta...inadeguata...e mi chiedo se un gatto, ma potrebbe essere anche un altro animale, riesce a capire noi umani più di quanto noi riusciamo a capire lui.
E mi verrebbe da rispondere di sì.
BobTheCat
06-11-2023, 06:43
Vorrei tanto riuscire a capire gli animali e a farmi capire da loro.
Sarebbe stupendo poter "dialogare" fra specie diverse.
Per noi umani sarebbe un arricchimento, per loro non saprei.
Di fronte al comportamento di un animale con il quale c'è una reciproca conoscenza, ma che mi spiazza, come nel caso di Iska, non mi chiedo "perché fa così o cosà", non la vedo come una sorta di reazione "causa-effetto".
La vedo appunto come una comunicazione dell'animale che mi sta dicendo qualcosa, che purtroppo non so decifrare e mi sento così...tonta...inadeguata...e mi chiedo se un gatto, ma potrebbe essere anche un altro animale, riesce a capire noi umani più di quanto noi riusciamo a capire lui.
E mi verrebbe da rispondere di sì.
Beh,di sicuro molti gatti riescono a capire i loro umani.
Ma non essere così dura con te stessa: è normale non capire tutto di ciò che il gatto ci vuole dire, e penso che davvero pochi di riescono.
Vorrei tanto riuscire a capire gli animali e a farmi capire da loro.
Sarebbe stupendo poter "dialogare" fra specie diverse.
Per noi umani sarebbe un arricchimento, per loro non saprei.
Di fronte al comportamento di un animale con il quale c'è una reciproca conoscenza, ma che mi spiazza, come nel caso di Iska, non mi chiedo "perché fa così o cosà", non la vedo come una sorta di reazione "causa-effetto".
La vedo appunto come una comunicazione dell'animale che mi sta dicendo qualcosa, che purtroppo non so decifrare e mi sento così...tonta...inadeguata...e mi chiedo se un gatto, ma potrebbe essere anche un altro animale, riesce a capire noi umani più di quanto noi riusciamo a capire lui.
E mi verrebbe da rispondere di sì.
Non è il fatto di essere tonti o inadeguati, secondo me quello che ci è d'impiccio in queste situazioni è il nostro punto di forza della nostra specie che si trasforma in un punto di debolezza: non poter utilizzare la comunicazione verbale, diverso sarebbe non volere utilizzarla
Questa comunicazione è fatta da due componenti, una è comunicazione corporea (vicinanza tra i due corpi) e l'altra deve per forza escludere il corpo ma includere anche un meta-segnale, ossia qualcosa che nell'intervallo comunicativo rafforza l'intenzione di quel che si vuole esprimere.
Quello che per noi è difficile è sia l'assenza dell'uso della parola, sia la difficoltà di cogliere i meta-segnali che loro invece sono bravissimi a cogliere ed interpretare, e che ci mandano nella speranza di essere compresi.
Un esempio terra-terra e neppure molto calzante, ma è una scena muta: uno dei mici è fuori con un caldo boia o con un freddo boia, la porta è socchiusa, sa che è socchiusa. Io esco e rientro, senza far altro. Basta questo nella comunicazione a fargli decidere se assecondare il mio invito o rifiutarlo. Forse lo accetta dopo pochi minuti o forse resta lì. La metacomunicazione mi dice cosa vuol fare perché lui non si alza, non cambia posizione, e in questo caso decide di non fare. Quello è il suo feedback.
Non siamo tonti o inadeguati, siamo solo disabituati e persi nell'evoluzione verbale
Sono contenta per voi :)
Quello di Lara è palesemente un gioco con tanto di codice di invito, quando per te arriva il momento, ignorandola interrompi quel dialogo ludico.
Quando Iska usa bonariamente gli artigli come uncini, è un diverso codice di invito che può portare sia ad un breve momento di carezze che al gioco predatorio intervallato da una comunicazione che segnala che sta giocando.
Se Iska non usa anche il morso, tanto meglio per te.
IMPORTANTE, scusate le maiuscole:
Come ho già scritto ieri, questo non è da farsi se non si conosce bene -oltre al gatto- la dinamica e la tipologia della relazione e non è da farsi mai con cucciolo, perché per passare da una semplice interazione ad un gioco che utilizza una nostra parte del corpo come target predatorio è sempre sconsigliato perché può diventare il gioco preferito del micio, e saperlo interrompere prima che degeneri può non essere facile. Per loro, se è un gioco, resterà una simulazione della realtà ma a noi può portare problemi
L'ho consigliato ad Iska perché si è posta il problema comunicativo e penso di conoscere un pochino la maturità e la tipologia della relazione tra le due Iska, come lo consiglierei, a dir tanto, solo ad un altro paio di utenti.
Declino ogni altra responsabilità perché, anche se di piccole dimensioni, il gatto è un predatore
Capisco cosa intendi nel dire che non è cosa che consiglieresti. Va fatto con assoluta cautela e solo con gatti che si conoscono e con i quali abbiamo un determinato tipo di interazione.
Personalmente, mi è stato utile a comprendere il comportamento di una gatta della mia infanzia, che all'epoca mi lasciava triste e disorientata, e mi aiuta ora a comprendere certi, del tutto nuovi, approcci al gioco da parte di Amelie. Difatti ieri ho anche io seguito il consiglio di non ritrarmi, e come per Iska ha funzionato. Ma appunto, non è cosa su cui si possa giocare alla leggera. In ogni caso, ti ringrazio perché offri sempre nuovi spunti di riflessione per un'interazione più profonda tra me e la gatta con cui condivido la vita.
Capisco cosa intendi nel dire che non è cosa che consiglieresti. Va fatto con assoluta cautela e solo con gatti che si conoscono e con i quali abbiamo un determinato tipo di interazione.
Personalmente, mi è stato utile a comprendere il comportamento di una gatta della mia infanzia, che all'epoca mi lasciava triste e disorientata, e mi aiuta ora a comprendere certi, del tutto nuovi, approcci al gioco da parte di Amelie. Difatti ieri ho anche io seguito il consiglio di non ritrarmi, e come per Iska ha funzionato. Ma appunto, non è cosa su cui si possa giocare alla leggera. In ogni caso, ti ringrazio perché offri sempre nuovi spunti di riflessione per un'interazione più profonda tra me e la gatta con cui condivido la vita.
Mettiamoci nella testa del micio che pensa: finalmente mi ha capito! Tosti di comprendonio sti umani!*
Sono felice anche per voi.
Ciò detto, resta sempre la raccomandazione di non prendere alla leggera la comunicazione con un predatore, anche se piccolo.
In fondo ricordiamoci che il gatto rispetto a noi è sempre il più cauto ed il più diffidente, e lui nell’incertezza evita sempre.
*Vale anche quando vogliono essere ignorati o lasciati in pace :)
Gatti e altri piccoli predatori (penso ai mustelidi) possono fare danni davvero gravi, viste le "armi" di cui sono naturalmente dotati.
Lasciare che usino il nostro corpo come un giocattolo non va affatto bene.
Dei miei ce n'è solo uno irrimediabilmente appassionato di gioco predatorio con le mie mani come target: Milo.
L'ho adottato adulto e già con questa passione ben radicata, direi irrimediabilmente.
Non ha mai mostrato interesse per palline, pupazzetti, corde e piumette; per lui esistono solo gli agguati dietro l'angolo, seguiti da corse pazze e la predazione.
Ho cercato di fare in modo che potesse continuare questa sua unica attività ludica, senza farmi sfracellare le mani.
Quando mi invitava (e tuttora mi invita) al gioco, mi infilavo un paio di guanti di cuoio spesso, ma morbido; li avevo comprato al consorzio agrario, guanti da apicoltore che devono essere robusti, ma allo stesso tempo flessibili; avevano anche un manicotto di cotone molto spesso che arrivava quasi al gomito.
Quando puntava alle mani nude, cacciavo di proposito un urlo e lui si bloccava, mentre quando avevo i guanti lasciavo che si sfogasse, mordendo e scalciando, appendendosi al mio braccio; il tutto fatto sempre e solo sul letto, che è la sua palestra; ha capito subito.
Uso tuttora questo sistema; non ho mai graffi sulle mani, immancabilmente aspetta i guanti per aggredire e lo fa unicamente sul letto.
Ovviamente la sua non è mai un'aggressione fatta sul serio, è sempre un gioco, pur molto rude.
Se facesse sul serio, non sarebbero quei guanti a salvarmi.
La mia comunicazione con i gatti non contempla grandi discorsi; utilizzo poche e brevissime frasi dove più che il significato intrinseco sono importanti il tono e la contestuale comunicazione del corpo.
Per esempio una frase che uso con Iska quando, mentre sta mangiando, si allarma perché magari sente i passi di qualcuno che scende lungo la stradina, é un sussurrato "pappa Iska", mentre socchiudo gli occhi, ma sbircio; mi guarda per un istante e si rimette a mangiare tranquilla.
L'ho detta quasi come una cantilena in occasione della prima volta in cui aveva accettato, pur con una certa titubanza, di mangiare in garage, invece che sul solito davanzale; si era tranquillizzata ed è diventata la frasetta rilassante.
Però la quasi totalità delle mie comunicazioni con lei è fatta di sguardi, silenzio e movimenti tranquilli e anche lei fa così.
Solo quando non so dove sia e la chiamo a gran voce risponde miagolando sonoramente.
Altre volte non sto neppure pensando a lei, ma mi vede e anche se è distante richiama la mia attenzione miagolando.
In altri momenti, quando Iska si irrigidisce perché un rumore, una presenza, la mettono in allarme, mi sono resa conto di rispondere al suo irrigidimento comportandomi allo stesso modo.
E passato il "pericolo" entrambe ci rilassiamo.
Fa un po' ridere, eh? Io che mi lascio condizionare da lei.
Mi succede anche con i gatti di casa e altri animali.
Cambio per un momento la domanda della discussione in:
Cosa si sono detti?
Un paio di giorni fa Volland stava sul comò seduto compostamente, le zampe anteriori unite, rivolto a 45* verso l’interno della camera e non guardava né me né la porta che era aperta. Buio sonnecchiava sul trespolo/tiragraffi. Arriva Berenice e si ferma appena fuori dalla porta, come se qualcosa le impedisse di entrare.
Le faccio il cenno con la mano per invitarla a varcare la soglia. Niente.
Dopo qualche minuto entra guardinga e si mette vicino a me.
Ho sbagliato, Volland era di vedetta, ma lei essendo vecchietta è la mia cocca. Ho sbagliato ad interagire con la loro comunicazione.
@ Aletto
Fantasticando, molto.
Berenice ha visto lo sguardo di Volland riflesso in uno specchio o in un vetro o in qualche altra superficie riflettente.
Oppure c'e stato un contatto visivo diretto; il campo visivo del gatto è più ampio del nostro, è di circa 200°, praticamente vedono davanti, di lato e anche un pochino dietro.
Idem per Volland verso Berenice.
Fermati lì, le ha detto Volland con gli occhi e lei titubante non sapendo che fare, ha sciolto le sue riserve in quel lasso di tempo fra il tuo tacito invito e la sua decisione di accoglierlo.
Resta l'interrogativo sul perché Volland le abbia detto di non entrare in camera.
Tu cosa pensi che si siano detti?
Più probabile, secondo me, che la postura apparentemente normale di Volland invece dicesse altro. Non c’erano specchi alla portata di ambedue.
Penso ad un mobbing da parte di Volland, perché ammesso e non concesso che non l’avesse vista, sapeva dove fosse. Sanno sempre dove sono tutti gli altri abitanti del territorio.
Volland sembrava un poliziotto, ma non vorrei con questa parola eccedere nell’antopomorfizzazione.
Parte seconda (nel post precedente era squillato il timer della pasta :) )
Berenice entra e sale sul letto ma non è tranquilla, pensa forse di averla fatta grossa, di aver violato il loro tacito accordo, di aver sfidato il suo conspecifico in campo territoriale.
Si siede e si guarda continuamente intorno con attenzione, appoggio appena la mano su di lei, ma la sua attenzione per il contesto offusca totalmente il mio gesto rassicurante, almeno lo era nelle mie intenzioni.
E a quel punto mi sono detta: sono una cretina, non vedi che ti ignora? Non ha bisogno di me, e io non riesco ad abbattere i paletti della mia specie, lei ha già preso possesso della zona più ambita, ora deve mantenere il punto ad ogni costo con o senza la mia lieve, inutile ed ingombrante carezza. Lavora da sola perché è un gatto anziano ed esperto, ha vissuto in strada per diversi anni, e in quanto gatto, non ha bisogno di fare squadra con me.
Questo penso, alla parte più difficile: provare a prendere le distanze dalla propria specie di appartenenza per provare a capirne un’altra.
Però lei è la mia cocca.
Qui un mobbizzato, anzi, una mobbizzata, c'è: Vesna.
Gli altri vanno d'accordo fra di loro, ma lei deve avere qualcosa che non la rende simpatica, neppure all'ultima arrivata è piaciuta.
In effetti è una micia un po' strana, è sempre stata scostante, non ha mai legato con i suoi simili, penso da quando era neonata o giù di lì.
Una decina di anni fà qui è comparsa una cucciolata di circa 3-4 mesi di età; bei gattini, bel pelo, cicciottelli; evidentemente qualcuno aveva pensato di liberarsene scaricandoli nel mio giardino.
Ho cominciato a offrire loro la pappa, ma non avevo nessunissima intenzione di prenderli con me; avrebbero fatto parte del gruppetto di gatti liberi che circolavano da queste parti.
Siccome stavano volentieri in giardino, ho avuto modo di osservarne bene il comportamento.
Come tutti i cuccioli, giocavano moltissimo fra di loro, si arrampicavano, lottavano e poi riposavano ammucchiati all'ombra del carpino, ma Vesna no, lei se ne stava immancabilmente in disparte e se uno dei fratellini le si avvicinava per giocare, lo respingeva in malo modo, a zampate e soffi; non l'hoi mai vista giocare, neppure da sola, neppure con le classiche foglie spinte dal vento.
Quando era l'ora di mangiare aspettava che gli altri se ne andassero, prima di avvicinarsi al piatto e se malauguratamente qualcuno tornava indietro, gli ringhiava di brutto e lo allontanava a sberle.
Erano tutti molto selvatici, non sono mai riuscita a toccarli, anzi non è che ci avessi provato molto; Vesna poi era la peggiore.
Un mattino ero seduta sui gradini di casa e lei, con mia grande meraviglia, mi si è avvicinata timidamente strofinandosi contro le mie gambe e nel mentre ho notato che aveva il culetto tutto arrossato.
Quando ho fatto per toccarla, è scappata via; stesso copione i giorni seguenti, finché ad un certo punto mi ha permesso di accarezzarla, mostrando di provare decisamente piacere.
Siccome aveva il problema cacca molle (mi era capitato di vederla in giardino intenta a fare i suoi bisogni) l'ho portata in casa e lei non ha protestato, anzi.
Sono andata a sedermi sul letto, mi ha seguito, è saltata su sommergendomi con un mare di fusa e testatine e da quel giorno è rimasta qui.
I gatti di allora l'hanno accolta bene, se non che lei ha presto cominciato ad essere scostante, così alla fine l'hanno presa in antipatia; di quei gatti ora c'è solo Milo.
Il loro rapporto è altalenante; dormono insieme, ma di quando in quando Milo la rincorre e lei soffia e va a rifugiarsi sul suo mobile preferito.
C'è da dire che Milo è un po' come quei bimbi stupidini che quando cominciano a fare gli scemerelli si autogasano e non smetterebbero più.
Igor è l'unico che non la mobbizza, ma lui è speciale, va d'accordo con tutti; come arriva un nuovo, vorrebbe subito leccarlo e prenderselo vicino.
Masha generalmente la ignora, ma Ruslan e Lara ci godono un mondo a guardarla fisso negli occhi, così si imbestialisce e scappa, oppure vanno sotto al mobile dove si rifugia e prendono a sberle le antine.
Non so perché Vesna sia così.
Resta il fatto che mi dispiace che non interagisca con nessun suo simile; forse non le interessa o forse sì, non saprei.
Per lei ci siamo solo mio marito ed io; con noi è affettuosissima.
Non dovrei farlo, ma quando gli altri la fanno arrabbiare, la chiamo e corre subito da me.
E' la mia cocca.
Le antipatie tra loro ci sono, le sopportazioni forzate anche, non a caso è definita come una specie a socialità facoltativa.
Che lei sia antipatica a tutti è forse dovuto al fatto che tutti le sono antipatici.
“Quando era l'ora di mangiare aspettava che gli altri se ne andassero, prima di avvicinarsi al piatto e se malauguratamente qualcuno tornava indietro, gli ringhiava di brutto e lo allontanava a sberle.”: su questo non posso che concordare con Vesna perché se io sono un gatto e in quanto tale mi procuro e consumo da solo le mie prede, perché vini a rompermi le scatole?
I gatti con cui condividiamo la nostra vita vivono tutti, per un motivo o per un altro in una situazione che io definisco “da esperimento”, ossia, vediamo cosa succede a far convivere e condividere spazi e tempi una specie solista, e a socialità facoltativa. Involontariamente noi agiamo così.
Ad alcuni va anche bene, ad altri Sembra che va bene, ad altri ancora non va bene.
“Resta il fatto che mi dispiace che non interagisca con nessun suo simile; forse non le interessa o forse sì, non saprei.”
Credo che Vesna se fosse libera di scegliere se ne starebbe per i fatti suoi, l’interazione con gli altri conspecifici, come noi la intendiamo e vorremmo che fosse, non porta ad alcun vantaggio alla sua e alla loro sopravvivenza. Anzi, più sono lontani tra loro e più aderiscono alla loro filogenesi.
Non portando alcun vantaggio alla sopravvivenza non hanno alcun interesse, anzi, sono completamente disinteressati alla riappacificazione che nelle specie sociali porta a tutti i vantaggi della convivenza pacifica.
Ciò detto, c’è qualche momento della giornata in cui invece noti che fa cose che normalmente non farebbe?
E’ anche normale che preferisca voi, che non siete suoi antagonisti come specie, a chi vede come potenziale antagonista.
Credo di aver dimenticato molte cose da dire.
Indubbiamente gli altri le sono antipatici, da sempre, nessuno escluso.
Ma è possibile che neppure uno dei suoi fratellini le fosse simpatico?
Figurati che per non rischiare di incontrarli, non va nemmeno in terrazzo.
Anzi, a volte ci va di notte, quando tutti sono in casa e dormono.
Capisco che è lei dal rumore della gattaiola; ognuno ha il suo sistema particolare; capisco ad occhi chiusi chi la sta usando, così come capisco chi va in lettiera anche se non lo vedo, perché ognuno smuove la sabbia e la sbatacchia con un ritmo univoco.
D'estate esce solo se ci sono io e se gli altri sono stravaccati e insonnoliti sulle varie mensole del terrazzo.
Ama stare su un mobiletto del corridoio, dal quale può tener d'occhio i movimenti tra cucina, soggiorno e camera da letto: è una postazione strategica.
Se uno degli altri passa a fianco del mobiletto, aspetta che le dia le spalle poi allunga la zampaccia con fuori le unghie cercando di artigliarlo, ma al massimo riesce a toccargli la coda.
Gioca di notte, strapazzando il tappetino della cucina oppure di giorno con un topino di pezza, ma solo in mia presenza e senza che gli altri siano nei paraggi.
Oppure, sempre di notte, fa in velocità il percorso cucina-corridoio-mio comò-letto-sgabello-comò di mio marito-scaffale-armadio-altro armadio-altro scaffale-di nuovo armadio e atterraggio sul letto.
Quando fa freddo si mette sulla sedia vicino alla stufa o sul divano e in quelle occasioni accetta la vicinanza di Milo o di Igor.
Cosa non farebbe pur di starsene al calduccio nel piumone.
Apparentemente ha timore degli altri, ma per me non è paurosa; quella aggressiva è lei e gli altri reagiscono mobbizzandola.
Il fatto che gli altri fossero fratelli secondo me conta poco.
Non è paurosa, è molto infastidita dalla presenza dei consimili al punto tale da usarti come scudo. Il mobbing da parte degli altri in cosa consiste di preciso?
Sto aspettando la risposta di un webinar con Sonia Campa sulla personalità dei gatti, non vorrei essermi decisa troppo tardi e non ci sia più possibilità di partecipare :disapprove:
I mobbisti sono Ruslan, Milo e Lara; raramente Masha.
Igor è buono come un pezzo di pane, vuol bene a tutti, vuole solo star vicino agli altri e leccarli sulla testa. E fanno letteralmente la fila, tranne Vesna, per ricevere leccate.
In cosa consiste il mobbing?
È presto detto.
Quando Vesna è sul suo amato mobiletto, Lara o Ruslan o Milo la guardano da lontano con gli occhi sbarrati e fissi, poi quando sono sicuri che se n'è accorta, scattano verso di lei...per prendere rumorosamente a sberle le antine del mobile, e fuggono; succede quasi tutti i giorni, una sola volta.
Milo si diverte, scappa via con la coda storta facendo stridere le unghie sul pavimento; mi è anche venuto il dubbio che voglia invitarla al gioco; d'altra parte lui è un micio solare, allegro, giocherellone, nonostante sia anziano.
Vesna ringhia e soffia, a volte lancia un urlo, ma resta lì.
Da qualche tempo ho notato che Vesna accetta la presenza di Milo sul mobiletto, insieme a lei.
Anche sul letto stranamente accetta Milo e Igor; condizione necessaria è che il mio corpo faccia da linea di separazione.
Oppure che lei gli dia le spalle.
Hai già saputo qualcosa per il webinar?
Sarebbe davvero un peccato perderlo.
Avevo ascoltato L'etogramma del gatto.
Sonia Campa mi piace perché riesce a farsi capire anche dai non addetti ai lavori.
Oggi ho avuto Volland alla mia sinistra e Berenice alla mia destra tranquillamente per un paio di ore almeno (il tempo di seguire una conferenza), improvvisamente Volland mi scavalca e fronteggia Berenice che abbassa le orecchie, soffia e se ne va.
Lei era pronta allo scontro, ma andandosene lo ha evitato. Lei è più saggia, più anziana, più propensa all’evitamento di una situazione di tensione che i gatti non amano affatto.
Ora è qui in postazione notturna accanto al cuscino, ci sarà il rituale dell’accudimento reciproco, del gioco con la mia mano e niente e nessuno la sposterà. Silenzio, è arrivato anche Volland.
Del webinar non ho notizie, di solito mandano un modulo di adesione. C’è da dire che ho mandato la mail oggi all’ora di pranzo ed è anche sabato :disapprove: , secondo me fino a lunedì non saprò nulla
Sonia Campa quando parla e spiega adora anche le nostre digressioni, si diverte un sacco.
Iska non mi ha più dato zampate con le unghie; solo l'altro ieri mi ha toccato piano piano con la zampotta morbidosa.
Niente neppure sul fronte "morsi".
Come al solito non mangia se prima non mi dà testatine e io non le faccio i grattini.
Oramai direi che si fida parecchio di me; ieri per esempio stavo scendendo di corsa dal giardino e non mi sono accorta che lei era lì vicino sdraiata sulle cortecce scaldate dal sole.
Al mio sopraggiungere è schizzata via, ma mi è bastato chiamarla perché facesse un rapido dietro front e corresse verso di me, miagolando.
Ho notato che oramai non viene solo per mangiare, ma semplicemente per un po' di silenziosa compagnia e qualche reciproca coccola.
L'altra sera mi sono avvicinata come al solito allo scatolone col buco dove lei dorme; ho provato ad allungare la mano; me l'ha annusata come fa di solito, senza mostrare fastidio.
Ogni notte vado a vedere se è lì a dormire e oramai non apre nemmeno gli occhi e se è di spalle non si prende il disturbo di voltarsi, tanto sa che sono io; di certo mi riconosce dal passo e per non rischiare di spaventarla prima di entrare sussurro il suo nome.
Vesna invece, stranamente, non è scostante come al solito con gli altri mici, anzi l'ho già sorpresa a dormire vicino a Milo o a Igor.
PS: Sei riuscita a iscriverti al webinar?
Sì, mi sono iscritta ma è posticipato a fine mese, mi ha detto che posso anche aggregarmi nelle ultime ore. Vabbè ci conosciamo da una decina di anni.
Grandi passi di Iska!
Si vede che mordere non è il suo modo di giocare.
Più passa il tempo e più Iska vive il suo piccolo mondo formato dal giardino e dal garage.
Dopo la colazione delle 7,30 si rintana nel suo scatolone e ci resta fin verso metà mattina, quando la temperatura si è un po' alzata.
Che poi non è che ci siano temperature polari, al mattino 4 o 5 gradi.
Bighellona in giardino, poi si mette al sole contro la rete frangivento e ci resta fin verso mezzogiorno, quando scende per il pranzo o se mi vede.
Il pomeriggio lo passa acciambellata al sole sulle cortecce tiepide dentro il cassone col cespuglio di ligustro, ma come tramonta dietro le montagne, va in garage: è il momento della merenda, dopo la quale va a fare i bisogni, per poi rintanarsi nello scatolone col buco, che è più confortevole da quando ho messo anche un cuscino morbido sotto la coperta di pile.
Verso le 18 le porto la cena, gliela lascio vicino allo scatolone, lei mangia e poi...torna dentro e ci resta tutta notte; non la vedo più nei filmati delle telecamere che guardo al mattino.
Prima di andare a dormire vado a controllarla e lei comincia a fare forti fusa.
Non c'è che dire, le comodità piacciono a tutti, non solo a noi umani! Ma non avevo dubbi in proposito.
Giorno dopo giorno la vedo più tranquilla, più rilassata rispetto a poco tempo fa; quando è in garage e mio marito è di sotto a spaccare legna, che sembra che tiri giù la casa tanto ci dà dentro, lei non fa una piega.
Anche mio marito è più rilassato, finalmente non cerca più di instaurare a tutti i costi un rapporto diretto con lei, chiamandola o guardandola; ha capito che non deve essere assillante e che Iska ha i suoi tempi e lui li deve rispettare.
Lei fugge se lui la guarda anche da distanza, mentre se le dà le spalle si fa più coraggiosa e non si nasconde, ma lo osserva.
"Se non mi guardi, non sai che io ci sono e di conseguenza non mi fai paura".
C'è una cosa che tranquillizza molto Iska: se tossisco.
Penso che lei associ la mia tosse a un bel ricordo; quando lo scorso inverno le nostre distanze si cominciavano ad accorciare quasi impercettibilmente e io me ne stavo seduta sopra un ceppo di legno a guardarla, avevo un po' di tosse e lei probabilmente associava me (con la mia tosse) che non la disturbavo, non le ero ostile, e le portavo la pappa.
Quindi per lei la mia tosse è tranquillizzante; mi capita di farlo appositamente quando la vedo un po' agitata e così lei si calma; anche se mi dà le spalle, è il suono del "va tutto bene".
...... mentre se le dà le spalle si fa più coraggiosa e non si nasconde, ma lo osserva.
"Se non mi guardi, non sai che io ci sono e di conseguenza non mi fai paura"......
L'incontro visivo, quello tra gli sguardi, fa parte della grammatica della comunicazione alla quale non si può sfuggire, come due persone in ascensore che evitano di guardarsi per non comunicare. Penso che agendo così, senza guardarla, tuo marito faccia parlare la distanza sociale evitando il corpo e lo sguardo, e ad Iska va benissimo. Non la vedo così sprovveduta da considerare di non essere vista.
Sicuramente il tuo tossire è associato all'inizio di un altro benessere che prima non conosceva
Pensa che se tossisco Volland schizza via anche da sotto il piumone, poveretto.
Anche se mio marito non si accorge della sua presenza, quindi non la guarda volontariamente, però è girato verso di lei, Iska si ritrae in garage e lo sbircia dalla fessura fra tenda e muro.
Per questo pensavo che non essendo voltato dalla sua parte, per lei era come se non esistesse, nel senso che chi non la guarda non può costituire una minaccia.
Ruslan fa esattamente come Volland!
Oggi avevo appena portato a Iska il piatto con la pappa; ero chinata a fianco della macchina sotto la quale c'era lei; con la coda dell'occhio ho visto che si avvicinava decisa, dandomi una zampata in contemporanea con una sonora soffiata e arretrando subito di un paio di passi.
I nostri sguardi si sono incrociati, subito è tornata timidamente verso di me e mi ha dato un'altrettanto timida testatina senza staccare gli occhi dai miei, poi mi ha dato una leccatina alla mano.
Pensando a cosa poteva aver innescato quel comportamento che non mi aspettavo, ho cercato di capire se avessi fatto qualcosa, ma no, tutto come al solito.
L'unica differenza rispetto al consueto, anche rispetto allo scorso anno, era che indossavo un maglione nero e forse durante la breve adozione di questa primavera, quando lei viveva perennemente sotto il divano e tentavano inutilmente di stanarla, erano vestiti in nero.
Potrebbe essere o è solo una mia fantasia?
Come si può conciliare l'etogramma del gatto con uno specifico individuo, che magari ti spariglia le carte?
Soprattutto quando non si conosce il suo passato è davvero difficile.
Spero non impossibile.
Non ricordo se avevo già messo questo link: dall’etogramma all’individuo (gatto)
https://www.youtube.com/watch?v=uaijua6uKI8&t=820s&pp=ygUXZGFsbCdldG9ncmFtbWEgYWwgZ2F0dG8%3D.
Salta i primi minuti durante i quali Michela chiacchiera.
L’etogramma non è uno schema fisso, è indicativo di una specie ma non è fisso. E’ l’individuo a declinarlo implementando l’innato con l’appreso che si consolidano a vicenda, ma l’appreso varia al variare dell’ambiente dando risposte modificabili nel tempo e sempre in armonia con l’ambiente interno del gatto, ossia il qui ed ora, ma sempre coerentemente con la filogenesi di specie.
Provo a spiegare il concetto di coerenza filogenetica di specie collegata all’etogramma, così come non vivrei in un dirupo scomodissimo per la mia specie ma assai comodo altri mammiferi come ad es gli stambecchi, così i gatti non prederanno mai in branco. A prima vista è una banalità , ma ci dà un’idea del retaggio di specie: l’individuo farà quello che vuole ma non farà niente di incoerente con la sua specie di appartenenza. Altro esempio: il gatto che ci riporta la pallina che abbiamo tirato, non lo fa per lo stesso motivo del cane, l’uno lo fa perché è interessato al movimento e l’altro per fare gioco di squadra.
Non penso che il colore degli indumenti possa influire su una relazione consolidata, ed infatti secondo me il suo ripensamento ne è la prova. L’unica cosa che mi viene in mente è l’elemento prototipico associato al colore che riporta a vecchie esperienze, ma mi sembra un po’ tirato per i capelli. Lo stanamento non è mai una buona idea se pensiamo che è una specie diversa
Come invece, quasi sicuramente, associa la figura maschile ad una socializzazione secondaria con effetti negativi nei primi mesi di vita, ma anche che non ne abbia affatto ed ora per lei è difficile.
La socializzazione secondaria è prototipica ma, a differenza di quella primaria, deve essere rinnovata. Per quel che riguarda l’essere umano è divisa in donna adulta, uomo adulto, bambino/a ed anziano/a.
Probabilmente, ma non conoscendo il suo vissuto non lo sappiamo, vedendo tuo marito rivive un’esperienza negativa (dovuta anche semplicemente alla voce) o non sa come approcciare la tipologia, e nel dubbio, si astiene.
Sì, i gatti ti cambiano le carte in tavola, ed anche in questo consistono l’incontro e la relazione
Sì, avevo già visto l'interessante video sull'etogramma del gatto.
Proprio perché non è uno schema fisso (per fortuna, altrimenti avremmo né più né meno che degli automi) non è sempre agevole "decifrare" un comportamento.
Neppure io penso che il colore in sè possa influire su una relazione e tanto meno sulla nostra; Iska sa benissimo che sono io e non un'altra persona. Forse per un attimo essendo sopra pensiero potrebbe esserci stato un flash back con conseguente risposta automatica ad un ricordo spiacevole, ma questo lo potrebbe dire solo Iska...
Micro passo avanti con mio marito: se entra in garage e sale in macchina, lei non fa una piega; solo nel momento in cui mette moto schizza via, ma d'altra parte quel rumore forte e improvviso, così vicino, per lei è ancora troppo; dopo pochi minuti però torna lì.
Le ci vorrà un po' per abituarsi, anche perché usiamo l'auto più o meno una volta alla settimana; forse se la usassimo frequentemente si abituerebbe prima. O forse no.
Il rapporto tra Iska e me pian piano sta crescendo.
Lei è quella che ci mette più impegno attivo, nel senso che è lei a prendere nuove iniziative; la lascio fare perché non la voglio forzare, però sono disponibile e lo capisce.
Di conseguenza decido come muovermi.
Vedo che desidera interagire, ma allo stesso tempo è ancora molto cauta.
La paura del rumore del motore dell'auto è sempre uguale, così come quella di qualsiasi umano che non sia io: scappa a razzo, pancia a terra, facendo stridere le unghie sul cemento del cortile, come avesse il diavolo alle calcagna; si fionda giù per quei pochi scalini, svolta a sinistra lungo il lato nord della casa, poi di nuovo a sinistra sul lato ovest.
La perdo di vista, perchè continuando a correre arriva sul lato sud e viene nascosta dalla vegetazione.
Quando dopo pochissimi minuti ritiene che il pericolo sia passato, me la ritrovo qui in giardino o in garage.
Mi piacerebbe che non fosse così spaventata dagli esseri umani che può incontrare qui, tanto più che non hanno mai avuto atteggiamenti ostili nei suoi confronti, anzi, neanche la degnano di uno sguardo.
Mio marito, finalmente, ha capito com'è fatta Iska e la accetta così com'è, sfuggente e per ora assolutamente refrattaria a rapportarsi con lui.
Dopo tutto anch'io sono un umana e come si fida di me, perché non riesce ad avere neppure un minimo briciolino di fiducia verso gli altri?
Saranno il carattere, le esperienze pregresse con gli umani a farla essere così?
I nostri progressi.
La vedo molto più rilassata, lo noto non solo dal linguaggio del corpo, ma anche molto dallo sguardo.
Fino a settimana scorsa se sopra pensiero o perché lei si avvicinava troppo e le sfioravo fugacemente il fianco, si girava di scatto lanciandomi un'occhiataccia traducibile in linguaggio umano come "se ti azzardi ancora a sfiorarmi, ti uccido".
Ebbene, un bel giorno senza farlo consciamente ho spostato la mano verso di lei che stava camminando e ho sentito il suo pelo lungo tutto il corpo
Si è voltata e mi ha guardato con occhi tranquilli e sorpresi che non fosse spiacevole, né pericoloso.
Oramai le sfioro il fianco tutti i giorni e lei a volte non si gira neppure.
Quando è l'ora della pappa non si fionda più sul piatto.
Non mangia se prima non le permetto di darmi tante testatine e strusciatine della bocca sulla mano.
Se mi avvio per andarmene, mi segue miagolando, chiedendo di fare e ricevere contatto e così ricominciamo.
Pochi giorni fa si è rizzata sulle zampe posteriori e ha preso la mia mano fra le sue; mi ha fatto tanta tenerezza.
Fa freddo e se non c'è il sole passa la giornata e la notte nella sua stanzetta-scatolone.
Le ho fatto un materassimo caldo e soffice, foderato di pile e lei se ne sta lì affondata e spunta solo la testolina.
Il buco di accesso è a sua misura e c'è una tendina sempre di pile che trattiene il calore all'interno.
Il buco d'ingresso è l'unica via di fuga, ma quando mi avvicino e sollevo un lembo della tendina se ne sta lì fusando con gli occhi socchiusi.
È il nostro rituale della sera e della notte.
Infine si ritira in fondo a dormire, dopo aver fatto la pasta su una copertina morbida e calda.
Le piace immensamente la sua cuccia, chissà, forse farà il paragone con quel brutto, sporco, puzzolente, ventoso e freddo ricovero dove aveva trovato rifugio lo scorso inverno?
Probabilmente questi progressi sono poca cosa, ma per Iska e per me significano tanto.
Penso che Iska abbia avuto una socializzazione secondaria decisamente controversa per quel che riguarda paura e fiducia. In qualche modo ce lo siamo già detto. Paura e fiducia danno emozioni decisamente contrastanti.
La sua fiducia nei tuoi confronti se l’è sudata, ha avuto un prezzo emozionale che a sprazzi ancora perdura. Il suo passato di progresso di socializzazione un po’ burrascoso, conoscendolo solo in parte, ripercorre però la forzatura che ha subito traducendolo in comportamento ancora evitante, infatti non ce la sta facendo con la figura maschile e col rumore dell’auto che ancora non ha inglobato come elementi sicuri per la sua sopravvivenza e forse l’ha messa in una condizione assai comune: quella di anticipazione emozionale ovvero di continua attesa di un potenziale pericolo.
Quando arriva il pericolo ha la reazione salutare e salvifica di fuga. Anche questo ha il prezzo di perdita di omeostasi già precaria, conferma dell’esistenza e permanenza di quello che per lei è un pericolo, e non può mollare perché quella paura la protegge. Continuare ad aver paura per lei è di vitale importanza.
Ma continua a stare lì perché i vantaggi, ossia la relazione con te, il riparo che le hai offerto ed il cibo contornato dal bel rituale tra voi, superano gli svantaggi. Il rapporto costi/benefici è a favore dei benefici, altrimenti avrebbe lasciato perdere.
Decide lei quando depositare su di te i feromoni di familiarità col territorio a cui appartieni e non mi sembrano compromesse le problematiche che la colpiscono sia genericamente che focalizzate in altre parti del corpo.
La relazione con te progredisce, tu sei stata la sua salvezza emotiva ed emozionale, e questo è stato possibile grazie al tuo rispetto per una creatura che non era stata “salvata” da una vita libera, bensì condannata all’assenza di libertà.
Chi ci dice che se tuo marito e la macchina non ci fossero lei smetterebbe di voler stare fuori?
Quello che mi dispiace è che tu sia costretta a sentire me come unica campana, che nel forum non ci siano altri comportamentalisti con cui confrontarsi per avere anche altre opinioni.
Aletto, se arriverà sul forum un esperto di comportamento felino, speriamo che non sia un behaviorista.
Per fortuna ci sei tu; i tuoi interventi sono davvero preziosi, in questi pochi mesi sul forum sto imparando tanto.
Ho sempre amato i gatti, ma ora li guardo con occhi diversi e li amo ancora di più.
A proposito di Iska, se da un lato mi piacerebbe che non avesse così tanta paura degli umani, dall'altro lato preferisco per il suo bene che sia così.
I gatti e in genere gli animali confidenti con gli umani, sono estremamente vulnerabili; con tanta brutta gente che si diverte a far del male ai più indifesi (le cronache lo dimostrano) preferisco centomila volte che Iska sia com'è ora.
Certo, avevo pensato che non sarebbe male che ci fosse almeno un'altra persona di cui lei di fida, nel caso per un qualsiasi motivo in futuro ci fossi solo io, ma non fossi più in grado di darle una mano; gli anni avanzano per tutti e io non sono più una giovincella...
Ed è lo stesso problema che avrebbero anche i gatti di casa.
Mi rendo conto però che sono quei pensieri per ora fortunatamente basati sul nulla, dal momento che sto benissimo e sono perfettamente in grado di occuparmi di Iska e degli altri.
È che a volte mi faccio prendere dall'ansia, specialmente quando vengo a conoscenza di casi in cui cani e gatti perdono il loro umano di riferimento e finiscono nei rifugi.
Per la macchina, spero che si abitui, ma più che altro che scappi con meno foga.
La mia preoccupazione è che invece di scendere giù per le scale si fiondi diretta fuori dal cancello, come faceva fino a un paio di mesi fa, sulla nostra strada dove le uniche auto che possono transitarvi sono la nostra e quella dei vicini che abitano poco più avanti e che la percorrono sempre in velocità.
Se mai Iska corresse fuori mentre transitano, l'investimento sarebbe garantito.
Pochi giorni fa, guardando fuori l'ho vista che stava di schiena sul balcone, al sole, a un metro dalla porta di casa; penso che se non ci fosse mio marito avrebbe già avuto una mezza idea di entrare.
Prima di essere abbandonata qui una casa l'aveva di certo e il ricordo riaffiora, forse.
A volte anche se si segue l'indirizzo etologico cognitivo zooantropologico, ma si è caratterialmente behaviouristi, alla fine tra le righe si intravede questa tendenza che inevitabilmente sminuisce ogni soggetto, anche quello umano mutilandolo dalla presenza della mente.
Nessuno è un topo di Skinner o il povero bimbo di Watson, per fortuna questo ormai è assodato.
Chissà da dove le viene la paura del rumore della macchina, potrebbe riportarla al ricordo di un trigger potente, ma siamo nell'ambito delle ipotesi.
Chissà come era stata nella casa precedente per rimanere così impaurita nel tempo, chissà in quale malo modo è stata catturata. Forse ci sono stati tentativi falliti e forzature meccaniche, o forse lei è così e ci piace che sia così, perché quel suo essere sospettosa è la sua salvezza da ulteriori abusi della sua soggettività.
Ricordo che qui quando fu il momento della cattura di mamma e figli per la sterilizzazione/castrazione, la volontaria al secondo tentativo fallito con le buone disse: più di così non voglio fare, quella gatta resterà intera qui nel suo territorio. Per le altre due la cattura fu più soft, ma mai e poi mai vorrei riassistere alla cattura di un altro animale.
Per me gli scienziati o come li si voglia chiamare, che non si fanno scrupolo di commettere nefandezze inconcepibili da chiunque sia in grado di provare un minimo di empatia verso tutti gli esseri viventi, sono dei subumani della peggior specie.
Lo stesso Mengele se invece di essere dalla parte perdente fosse stato da quella dei vincitori, avrebbe continuato imperterrito con i suoi esperimenti.
Esattamente come i vincitori hanno continuato a fare per decenni e decenni; ho letto in merito dei rapporti che fanno accapponare la pelle e non sono riuscita ad arrivare fino in fondo, tanto quella lettura mi ha fatto star male.
Penso che in Iska la paura del rumore del motore dipenda dal trauma di quando è stata catturata la scorsa primavera; due trappole, in una lei e un figlio, nell'altra gli altri due cuccioli.
Gabbie caricate in auto e portate dal veterinario a circa 25-30 chilometri di distanza, in una città trafficata.
Ho l'impressione che ora lei, anche se è ancora nella cuccia, come sente qualcuno che sale in macchina stia già aspettando l'accensione del motore, pronta a schizzar via.
Non è il rumore in sè che la spaventa così tanto, ma la spiacevole esperienza di cui quel rumore era una componente importante, almeno credo.
E poi è stata di nuovo caricata in macchina quanndo è stata adottata e come se non bastasse, altro viaggio quando l'hanno riportata al gattile e poi l'ultimo, quando l'hanno riportata qui.
Invece quando mio marito è in legnaia (che sta esattamente nel locale sotto il pavimento della cuccia di Iska) e spacca la legna con l'ascia...lei non ha nessuna paura, non si scompone; se è nella cuccia, ci resta; se sta mangiando, non fa una piega.
Non lo percepisce come una minaccia.
Della sua vita prima che comparisse qui dal nulla, ignoro tutto, però potrebbe essere uno di quegli animali adottati durante il lockdown del Covid e poi una volta finita l'emergenza diventati solo un impiccio di cui a un certo punto molti si sono liberati; i cani sovente venivano riportati al canile, mentre i gatti è più facile scaricarli lontano.
In quella casa era senz'altro accudita perché aveva le orecchie pulitissime e nonostante fosse estate non si grattava; probabilmente le davano l'antiparassitario.
Nella seconda adozione, quella dopo il trappolaggio, non riuscivano a gestirla e stava perennemente sotto il divano, da dove cercavano di stanarla senza successo.
Probabilmente lì sotto si sentiva protetta e le è rimasta questa cosa di voler avere un riparo sopra la testa.
Qui infatti sta sotto la macchina e generalmente sporge fuori solo la testa, però anche in questo ora noto dei cambiamenti.
Oggi per esempio è uscita di lì sotto affiancandosi a me, mi ha pestato una ciabatta e per la prima volta si è strusciata timidissimamente contro la mia gamba.
Oggi in diversi momenti le ho accarezzato il fianco e lei ha lasciato fare, non si è neppure girata.
Ho scoperto un'altra cosa: a volte mentre striscia il naso sulla mia mano, fa un piccolo scatto come per mordere; di solito ritiro appena la mano, oggi invece l'ho lasciata fare e ho capito che appena intuisce che mi sto ritraendo, cerca di fermarmi prendendomi delicatamente fra i denti la pelle delle nocche. E poi che fa? Mi lascia e si mette a slinguazzarmi la mano.
E io tonta che non capivo!
Sono molto contenta di ogni piccolo passo che la fa star meglio e di poterla aiutare.
Oggi era molto più rilassata del solito, lo noto da come si muove, da come mi guarda, da come finge di scappare per subito tornarmi vicino; questa mattina aveva un aspetto gioioso, come se fosse riuscita a liberarsi di una parte di ciò che la opprime.
Secondo me va sempre considerato il contesto storico e politico nell’ambito del quale si sviluppano le scuole di pensiero, non solo scientifico ma anche filosofico ed altre discipline ed anche il contesto geografico. Il behaviourismo nasce in America più o meno durante la prima guerra mondiale, l’etologi classica nasce in Europa. Ma i behaviouristi, per quanto riguarda l’apprendomento, ci hanno lasciato la legge dell’effetto che non è da buttar via ma solo da ampliare, come poi è stato fatto.
Subivamo ancora il retaggio del pensiero cartesiano dal quale ci siamo svincolati definitivamente, per quel che riguarda gli animali, solo con Lorenz e l’avvento dell’etologia classica che però all’epoca dello sviluppo del behaviourismo, aveva una ventina di anni. Più o meno contemporaneamente Pavlov faceva esperimenti violenti sugli animali, questo perché l’animale era ancora una macchina cartesiana.
Lorenz intraprende gli studi di etologia classica prima (dal 1935 al 1938e durante la seconda guerra mondiale). Pavolv morì, Waston morì più tardi nel 1958, Mengele ancora dopo. Anni dopo nasce l’etologia cognitiva.
Tutto si è concentrato in un arco temporale assai ristretto che includeva due guerre mondiali, una pandemia micidiale, il nazismo che induce Einstein ad espatriare, il suicidio (dovuto ad omofobia) del geniale Turing, la scoperta dell’attività farmacologica della penicillina. Per citare solo sommariamente alcune catastrofi e rivoluzioni del pensiero scientifico.
Il rumore del motore in Iska scatena i marcatore somatico, poi se non ricordo male non la usate spesso. Forse potreste prima associare il rumore delle chiavi o qualunque altro segnale ed usarlo come avvertimento per provare a modificare l'aspettativa stressogena, visto che si mette sotto l'auto per trovare riparo. Lo stesso oggetto in uno stato di quiete ha una funzione e in uno stato di attività ne ha un altro. Questo per es è un bel po' behaviourista come metodo, ma almeno mira a depistare la risposta del neurotrasmettitore del marcatore somatico.
Cit
"Ho scoperto un'altra cosa: a volte mentre striscia il naso sulla mia mano, fa un piccolo scatto come per mordere; di solito ritiro appena la mano, oggi invece l'ho lasciata fare e ho capito che appena intuisce che mi sto ritraendo, cerca di fermarmi prendendomi delicatamente fra i denti la pelle delle nocche. E poi che fa? Mi lascia e si mette a slinguazzarmi la mano."
Questo potrebbe far parte del desiderio di un gioco (constatato qualche tempo fa) che si trasforma in accudimento lasciando ampio spazio alla flessibilità di trasformazione comportamentale in un contesto forse ritualizzato.
D'accordo, consideriamo pure il contesto storico-politico, i retaggi culturali e scientifici, la religione, però non ce la faccio proprio a considerarle come attenuanti.
E il fine non giustifica i mezzi.
Questi esseri mascheravano le loro tendenze sadiche, la loro assoluta mancanza di empatia, di compassione, sotto le spoglie dell'uomo di scienza, dello sperimentatore, del ricercatore.
Mi è capitato di vedere alcune foto dei poveri cani di Pavlov.
Ma come si può!!!
E che dire degli esperimenti dello statunitense Harlow negli ultimi anni 60, come il "pozzo della disperazione" dove relegava dei poveri macachi per studiare la depressione?
Harlow in un'intevista dichiarò anche: "Non ho alcun amore per loro(i macachi). Non mi piacciono proprio gli animali. Disprezzo i gatti, odio i cani"
Miserabile!
La macchina la usiamo solo una volta alla settimana.
Quando dobbiamo uscire, mi faccio sempre sentire da Iska, le parlo e sa che io sono lì, ma è più forte di lei, si spaventa ugualmente e schizza via.
Chissà, forse col tempo potrebbe non spaventarsi più così tanto, ma la vedo lunga, anche se parrebbe esserci qualche leggera avvisaglia di miglioramento.
Proprio stamattina siamo usciti, come al solito le ho parlato, ma lei come prevedevo è corsa via, ma devo dire con un po' meno foga del solito, senza stridore di unghie, senza pancia a terra.
Forse si sta rendendo conto che non è presagio di sventura.
Poi magari la prossima volta fuggirà di nuovo a razzo.
È presto per fare previsioni, staremo a vedere.
È la prima volta che ho a che fare con un animale libero e in salute, ma allo stesso tempo in difficoltà per il cibo e soprattutto che cerca un contatto con me e viceversa.
C'era Vanja, il "mio" micione libero e intero che veniva regolarmente a mangiare, ma lui conduceva la sua vita da gatto e io mi limitavo a fornirgli il cibo; infatti arrivava, mangiava e dopo alcuni minuti o anche subito, se ne andava per i fatti suoi.
Con gli altri miei pelosi è stato facile, erano tutti in difficoltà fisica, non sarebbero sopravvissuti se non li avessi accolti in casa e curati.
Qui di gatti ne ho sempre visti, passano in giardino o in cortile, ma non ho mai cercato un contatto con loro e neppure loro con me; ovvio che ci si osserva vicendevolmente, ma niente di più.
Io faccio parte del loro territorio; loro fanno parte del mio.
E invece con Iska è stato tutto diverso, per entrambe, e non so perché, è successo e basta.
Ed essendo la mia prima esperienza di questo tipo a volte mi sento non all'altezza della situazione come vorrei essere.
Però dal mio punto di vista è una bellissima esperienza e vorrei che lo fosse anche e soprattutto per Iska.
Scusa per l'ennesimo papiro, proprio non riesco a sintetizzare, è un mio grande difetto!
La contestualizzazione non ha come scopo la giustificazione del pensiero ma la comprensione della sua provenienza. Questo vale per tutte le discipline e correnti di pensiero. Dove e perché è nato il blues, dove e perché è nato il decadentismo e via dicendo.
Che alcuni abbiano utilizzato il contesto per assecondare le proprie tendenze è fuori dubbio, come è fuori dubbio la deriva del pensiero cartesiano riguardo l'altro animale, per il resto del suo pensiero Cartesio non è da demonizzare.
Guardiamo per es alla rana di Galvani (chissà quante rane furono uccise e non solo da lui) e alla sua applicazione, più tardi, anche su un essere umano decapitato.
Di roba macabra ce n'è tanta e per fortuna il metodo scientifico ora ha molti strumenti non invasivi. Ciò non toglie che di pazzi in giro ce ne siano.
Capisco.
Non si può buttare tutto; d'altra parte ogni medaglia ha il suo rovescio.
Sono passati 5 mesi e mezzo dall'ultima volta che ho scritto in questa discussione.
Iska non si allontana praticamente più dal giardino e le rare volte che lo fa si limita a pochi metri, restando sempre bene in reciproca vista.
È come se lei avesse tracciato un confine invisibile che per sua scelta non supera.
Come tutti i gatti, Iska è a socialità facoltativa e, nella fattispecie, non ha socializzato con nessuno dei suoi simili che di tanto in tanto passano per il giardino, anzi, quando le capita di notarne uno, si precipita a cacciarlo oltre il confine fisico della mia...ed evidentemente anche sua, proprietá.
Non ha socializzato neppure con mio marito, pur vedendolo quotidianamente, ma ora, se non altro, non corre più via spaventata, ma si limita ad allontanarsi abbastanza tranquillamente.
Con me invece il rapporto si è evoluto, è maturato.
Il garage è sempre il posto in cui si sente più sicura, ma si lascia avvicinare anche all'aperto e talvolta mi annusa timidamente la mano.
È comunque evidente che si fida di me e lo noto per il fatto che si sdraia in cortile dandomi le spalle, anche se...fiducia sì, ma comunque con sempre disponibile la via per un'eventuale fuga.
In garage invece è tutta un'altra storia, è lì che si scioglie in mille moine, che si appoggia pesantemente a me, che preme la fronte contro la mia mano, che si lascia accarezzare dalla testa fino alla punta della coda, rigorosamente ad occhi chiusi, facendo un mare di fusa o che si lascia stropicciare le orecchie, sempre ad occhi chiusi, facendo la pasta e le fusa.
Posso tranquillamente avvicinare il viso al suo musetto quando le parlo e per tutta risposta strofina la bocca sulla mia mano, spesso perdendo gocce di saliva mentre mi guarda con occhi gioiosi.
A volte mentre sono accovacciata si sdraia accanto a me, allungando una zampa per sfiorarmi la mano; capisco che la voglia sarebbe di fare di più, ma non si sente ancora pronta, come del resto non lo sono neppure io, che in quell'occasione vorrei toccarla, ma per ora me lo impedisce il timore di essere troppo invadente.
Certe cose sia per lei che per me verranno in modo naturale, senza forzature, quando sarà il momento in cui entrambe saremo pronte.
Per adesso ci godiamo quello che abbiamo raggiunto in questi quasi due anni da quando i nostri sguardi si erano incontrati per la prima volta e visti i presupposti di partenza direi che è già tantissimo dove siamo arrivate.
Che bella questa storia ❤️
Anche io ho avuto un gatto semi domestico (più di Iska) per 11 anni, non è stato possibile portarlo in casa ma era comunque al sicuro. I gatti si devono accettare e rispettare per quello che sono...cosa che d'altronde si dovrebbe fare con tutti gli esseri viventi.
Che bella questa storia ❤️
Anche io ho avuto un gatto semi domestico (più di Iska) per 11 anni, non è stato possibile portarlo in casa ma era comunque al sicuro. I gatti si devono accettare e rispettare per quello che sono...cosa che d'altronde si dovrebbe fare con tutti gli esseri viventi.
Sono d'accordo con te.
Noi umani tuttavia abbiamo un innato e purtroppo talvolta esagerato istinto di protezione verso chi, a torto o a ragione, consideriamo indifeso, vulnerabile, bisognoso del nostro aiuto per poter vivere.
La prima cosa che, in buona fede, cerchiamo di fare è privare gli animali della loro libertà, per poterli avere sempre sott'occhio mettendoli al riparo da tutti i pericoli della vita libera, senza tenere nella dovuta considerazione il loro diritto all'autodeterminazione.
Poi naturalmente c'è caso e caso.
Nella mia esperienza personale ho trovato il gatto di strada adulto, malato e bisognoso, che accolto in casa e curato, poi non ha mai più voluto mettere letteralmente piede fuori casa, per tutta la sua vita.
Siccome non sono mai andata a cercarmi di proposito un gatto, mi sono limitata ad aiutare quelli davvero bisognosi, i classici rottamini impossibilitati a badare a se stessi e sopravvivere liberi e questi sono sempre rimasti a vivere tra casa e terrazzo.
Vanja, un altro micio di cui mi sono occupata per un decennio, era però adattissimo alla vita libera e quella ha scelto fin da subito; in casa è entrato fugacemente alcune volte i primi tempi, poi ha optato definitivamente per il fuori; il mio aiuto quindi è rimasto il cibo e un posto in giardino al riparo dalle intemperie, quando lo desiderava...e un po' di compagnia a distanza.
Con Iska è più o meno la stessa cosa.
Dico "più o meno" perché lei finora, a differenza di Vanja, pur non avendo mai cercato di entrare in casa, vedo che ne è molto interessata.
Vanja frequentava il giardino indifferentemente come il territorio circostante, Iska invece ha eletto il giardino a "sua casa" e non si allontana.
Con Vanja non c'era un rapporto fisico, al massimo talvolta si lasciava sfiorare con un dito la punta del naso...ma una sola volta e non di più, tuttavia c'era un legame affettivo profondo tra di noi.
Ho sempre rispettato il suo modo di essere, così come sto rispettando quello di Iska.
Lei però il contatto fisico lo cerca, vedo che ne ha piacere ed io non mi tiro certo indietro; fa piacere anche a me, eccome.
E poi c'è anche tutto il resto fatto di gesti, sguardi e reciproca comunicazione vocale.
Due dei gatti che ora vivono con me potrei lasciarli uscire, se lo volessero, ma dove abito adesso non ci sono le condizioni adatte, rischierebbero di essere avvelenati, vista certa brava gente nei dintorni...
È anche un po' la mia paura per Iska, però visto che ha scelto di non allontanarsi dal giardino per ora posso stare relativamente tranquilla.
Siamo sempre lì: il problema è la cattiveria umana ed io non sono
disposta a mettere a rischio l'incolumità fisica dei miei gatti.
Se abitassi in un posto sperduto, lontano dalla gente, i mici sarebbero liberi di uscire a loro piacimento.
Sono ben consapevole che la vita libera comporta comunque dei rischi, anche di predazione e e sono disposta ad accettarli.
Quello che non accetto è il rischio derivante dal comportamento umano.
Eh si il comportamento umano troppo spesso è il vero problema :/ Intorno a me non credo che ci siano problemi di avvelenamento ma comunque non è un luogo in cui possono vivere liberamente, è ad alta densità di traffico automobilistico e, soprattutto di notte, la strada si trasforma in una specie di circuito di formula uno 🤬
Chissà forse un giorno Iska potrà decidere di stabilirsi in casa, magari con l'avanzare dell'età 🤭
Dove abitavo prima di trasferirmi qui, il problema era il traffico; la casa dava sulla strada principale e non avevo neppure il giardino.
Se li avessi lasciati liberi sarebbero durati poco.
All'inizio, con la mia prima gatta, avevo deciso di consentirglielo, ma dopo pochi giorni mi sono ricreduta, perché ha rischiato di morire, ma non investita, bensì sbranata da un cane lasciato libero di scorrazzare per strada, senza controllo del proprietario, per altro ignoto.
Quando poi ho saputo che lo stesso cane aveva già ucciso il micio di un'anziana che abitava in zona, la mia decisione è stata irrevocabile.
Ho pensato anch'io che forse un domani Iska potrebbe scegliere la casa e mi piacerebbe che prendesse questa decisione.
Staremo a vedere.
4
Merlinone
27-06-2024, 15:51
Quando avevo 10 o 11 anni vivevo in una casa di campagna in Umbria. Dei contadini avevano una specie di dependance nella proprietà. Un giorno ci portarono un cucciolo di razza mista e lo lasciarono attaccato ad una catena, a volte per giorni. Piano piano cominciai, di nascosto all'inizio, a staccarlo dalla catena. Poi a giocarci, poi a portarlo in casa (all'insaputa dei miei, che però lentamente si affezionarono a lui almeno quanto me). Per farla breve divenne rapidamente "il nostro primo cane". Veniva in vacanza con noi al mare, in montagna, ovunque. Stava sempre con me.
Era un cane da caccia molto affettuoso, tranquillo, intelligente ma di indole libera e selvaggia. Scavava gallerie sotto la recinzione per scappare o la scavalcava direttamente arrampicandosi (era un fenomeno nell'arrampicare e mi seguiva ovunque). Un giorno per errore i contadini lo chiusero in una conigliera per sbaglio: la mattina dopo scoprimmo che aveva fatto secchi tutti i conigli, una quarantina, uno per uno... Era tutt'altro che aggressivo ma... la Natura aveva chiamato.
C'era una lunga strada senza uscita di 4 km che portava ad un piccolo paesino li vicino che passava proprio vicino a casa mia. Quando uscivo con la mia bicicletta non c'era modo di trattenerlo: scavalcava la recinzione e mi correva dietro come un forsennato. Di solito mi stava accanto, anche se libero.
Scusate il racconto non proprio felice...
Un giorno vide una lepre sull'altro lato della strada e... la Natura chiamò anche questa volta.
In quel momento passava un'auto ad altissima velocità che lo prese in pieno. Lo vidi roteare sulla strada per diverse decine di metri, per fermarsi sul bordo guaendo. Andai subito impazzito di dolore ad abbracciarlo ma... mi morì tra le braccia poco dopo, guardandomi fisso negli occhi, sperando che potessi fare un miracolo. Ricordo ancora quello sguardo che si spense in pochi minuti.
Ci sono tanti bambini che hanno assistito a ben altre morti nella loro vita, lo so. Penso a Gaza, all'Ucraina, alle mille guerre in giro per il mondo, ma anche a qualche vicino di casa o collega... Al confronto il mio "era solo un cane"... Eppure quell'episodio mi scioccò fortemente e il ricordo di quella scena mi perseguitò per anni, e in un certo senso mi servì a capire l'immensità incalcolabile dei traumi subiti ogni giorno da tante persone più sfortunate di me. Il dolore fu letteralmente atroce, piansi per giorni e giorni. I miei genitori non sapevano più cosa fare con me.
E accettai un altro "pet" solo quasi quaranta anni dopo.
Questo per dire che capisco bene racconti come quello di Iska e dei tanti che soffrono della morte e delle sofferenze dei propri cari animali. E' solo un cane, è solo un gatto, è solo un canarino o un pesce rosso. Non importa: l'attaccamento a questi animali può essere esattamente lo stesso.
Quando si ama si ama e basta e quando si perde chi si ama il dolore è il medesimo, senza differenze di specie.
Il legame con il passato è indissolubile e quando ripenso ai tanti che ho amato e che mi hanno amato e non ci sono più mi prende una struggente nostalgia e riprovo emozioni così intense come se il tempo non fosse mai passato.
Quando si ama si ama e basta e quando si perde chi si ama il dolore è il medesimo, senza differenze di specie
Questo è vero però secondo me è anche vero che non tutti abbiamo la stessa sensibilità.
Da ciò derivano, appunto, considerazioni spiacevoli tipo "è solo un animale".
Certa gente non è capace di amare, neanche se stessa.
@merlinone mi fa piacere che hai deciso di aprire il tuo cuore ad un nuovo pet che immagino sia merlino 🤭
Dall'altra sera c'è stata un'inattesa evoluzione del nostro rapporto che mi ha fatto indubbiamente molto piacere e di sicuro anche a Iska e mi sento di affermarlo perché le iniziative le ha prese lei e hanno sbloccato una situazione di stallo, direi quasi cristallizzata nei soliti rituali di contatto fisico abbastanza rilassato unicamente in garage, con lei che sporge da sotto la macchina solo testa e spalle, anche se ultimamente riuscivo a passarle la mano lungo la schiena.
Dunque, l'altra sera dopo che Iska aveva cenato e se n'era andata in giardino da un pezzo, sono andata a fare un giro come mio solito.
Non l'ho vista e ho pensato che probabilmente era appisolata da qualche parte, così l'ho chiamata a voce bassa un paio di volte, ma niente.
Mentre mi avviavo verso l'orto mi è parso di sentire la sua vocina dietro di me: mi sono girata e lei mi stava seguendo, mai successo fino a quel momento
e vedendo che non l'avevo notata, mi chiamava.
Sono tornata sui miei passi, lei si è fermata ed io mi sono avvicinata con cautela, visto che all'aperto si allarma facilmente e scappa a distanza di sicurezza (circa 3 metri).
Ho allungato il braccio verso di lei, le ho data una grattatina sul collo e ha lasciato fare, anche se non era completamente rilassata, poi con un balzo si è allontanata.
Il mattino seguente all'ora di colazione è venuta in cortile verso di me, porgendomi alternativamente le guance per una grattatina e subito dopo infilandosi in garage per la pappa.
Ma la cosa bella e inattesa è successa ieri sera, all'imbrunire.
Iska era in giardino accovacciata su una delle grandi pietre che fanno da scalini; mi sono avvicinata parlandole e allungando una mano verso di lei.
Stranamente non si è mossa, non ha cercato di allontanarsi, anzi, ha avvicinato il musetto alla mia mano, strofinandosi forte, poi del tutto inaspettatamente si è buttata lunga distesa a terra, a pancia in su, facendo la pasta nell'aria e tantissime fusa.
Si è allungata così tanto che la testolina le pendeva giù dal gradino e si è lasciata accarezzare a lungo, con gli occhi chiusi.
Ovviamente ho evitato di toccarle la panzotta, nonostante la posizione che aveva assunto fosse di fiducia nei miei confronti.
Dopo circa 5 minuti ho smesso con le carezzine perché, nonostante Iska non mostrasse segni di non più gradire, ho ritenuto più opportuno non andare troppo oltre, per evitare che quello che stava vivendo come una piacevole esperienza potesse virare verso il fastidio.
Iska quando mi vede mi chiama e immancabilmente si avvicina per ricevere grattatine e carezzine.
Oggi pomeriggio sono scesa in cortile e lei vedendomi si stava avvicinando, se non che quando oramai era a neanche un metro da me si è improvvisamente bloccata, guardandomi i piedi.
Ho allungato la mano verso di lei, ma titubava, capivo che voleva avvicinarsi, ma "qualcosa" di importante glielo impediva, faceva mezzo passo avanti e mezzo indietro e mi guardava come smarrita, miagolando e spostando lo sguardo dal mio viso ai miei piedi.
Ma certo, aveva paura delle ciabatte che calzavo, non le aveva mai viste prima!
Strano però, non ci sono mai stati problemi quando cambiavo abbigliamento o calzature, ma questa volta c'era qualcosa di diverso, che andava ben oltre il fatto che vedesse per la prima volta quel tipo di ciabatta.
Si tratta di "ciabattones" bianche, tipo Crocs e credo di aver capito perché la loro vista l'ha spiazzata.
Deve averle riportato alla mente il trauma della cattura e della prigionia dal veterinario dell'associazione che l'aveva ingabbiata; i sanitari sono soliti portare proprio quel tipo di calzatura.
Sono rientrata in casa e ho cambiato ciabatte, poi sono uscita nuovamente e lei si è avvicinata senza timore, anzi, mi si è infilata fra le gambe mentre camminavo, che quasi mi fa cadere per non pestarla.
Penso proprio che non userò più quelle ciabatte che le ricordano brutte esperienze.
Redmaine
24-08-2024, 13:55
Ho letto questa storia e sono contento che sia migliorato il tuo rapporto. Considera che il centro dell'affettività e quello dell'aggressività nel cervello di umani e dei gatti sono vicini. Per questo a volte si hanno atteggiamenti incongruenti come passare dalle fuse alla graffiata ma è tanto più probabile quanto questa gatta ha avuto un trascorso difficile.
Da parte tua credo possa essere utile la tecnica del rinforzo. Ovvero carezze e premi quando è dolce, mentre nel momento in cui soffia o è aggressiva allontanati e non donarle più la tua presenza. Il gatto associa il suo comportamente al tuo allontanamento e piano piano capisce che non deve essere agressiva se vuole stare con te.
si sdraia in cortile dandomi le spalle, anche se...fiducia sì, ma comunque con sempre disponibile la via per un'eventuale fuga.
Quando il gatto mostra il posteriore è sempre una manifestazione di fiducia nei confronti di chi gli è vicino. In natura diversi animali predati (i gatti sono tra questi) adottano la strategia del ventaglio, ovvero si dispongono con il posteriore rivolto uno contro l'altro per avere tanti occhi che guardano a 360° il possibile arrivo di pericoli.
Considera quindi che mostrare il posteriore è sempre un segno di grande fiducia per un gatto. Non lo farebbe mai verso chi non ha fiducia.
….
Da parte tua credo possa essere utile la tecnica del rinforzo. Ovvero carezze e premi quando è dolce, mentre nel momento in cui soffia o è aggressiva allontanati e non donarle più la tua presenza. Il gatto associa il suo comportamente al tuo allontanamento e piano piano capisce che non deve essere agressiva se vuole stare con te…...
oommmmm
Oramai le novità, piacevoli per entrambe, sono all'ordine del giorno: l'altra mattina Iska è venuta a sedersi sul balcone, a pochi passi dalla porta.
Ieri sera mentre ero seduta sul gradino di casa si è avvicinata per le reciproche coccole.
Quando è in campo aperto non scappa più, anzi si avvicina spontaneamente.
Se accenno a correre, lo fa anche lei e mi segue.
Mi capita di non accorgermi che lei è in giardino, ma lei mi vede, eccome se mi vede, e mi chiama e a volte mi segue.
I suoi approcci non sono finalizzati alla richiesta di cibo.
La pappa arriva a orari prestabiliti, non do mai nulla al di fuori di questi, dal che ne deduco che quando in altri momenti mi si avvicina è semplicemente per il piacere di dare e ricevere coccole o anche solo per stare lì sedute a poca distanza l'una dall'altra.
Non ho mai usato la tecnica del rinforzo positivo, perché secondo me è sminuire la soggettività altrui, non tenendo conto delle sue emozioni, intelligenza, desideri e paure, quasi ci si trovasse di fronte ad un oggetto animato, che può solo rispondere meccanicamente ad uno stimolo.
Se Iska mi tira una zampata, ha di sicuro i suoi motivi e spetta a me cercare di capire.
Per me la cosa importante non è fare in modo che non lo faccia più, ma capire perché lo fa.
Attualmente non lo fa più; negli ultimi mesi è successo una sola volta, ma l'ha fatto con talmente poca convinzione, che lei stessa ha fermato il gesto a mezz'aria.
Redmaine
24-08-2024, 18:24
fa piacere sentire che il rapporto si è avviato verso un continuo miglioramento.
A questo punto le difficoltà maggiori sono superate e il metodo del riforzo positivo simile al metodo pavloviano sembra persino un'ingerenza verso la sua personalità felina.
Questo significa che non c'è più alcuna crisi tra voi.
Se ti fossi trovata veramente ai ferri corti anche i metodi un po' meccanici sarebbero stati ben accetti.
Quindi bene così, verso interazioni umano/felide sempre più profonde da cui possiamo solo imparare.
Ci sono voluti due anni perché il nostro rapporto diventasse quello che è ora, ma con gli animali non umani sono estremamente paziente, li rispetto, mi adeguo ai loro tempi e cerco di entrare in sintonia con loro.
Redmaine, per com'è il mio modo di sentire, ti garantisco che non avrei mai fatto ricorso al rinforzo positivo, come del resto non l'ho fatto quando ho avuto a che fare con animali selvatici di vario tipo.
Rispetto, empatia, fiducia reciproca e tanta pazienza sono, secondo me, le chiavi necessarie per riuscire a comprendere e interagire con gli animali non umani, tanto più con quelli selvatici o quelli "domestici" reduci da brutte esperienze.
Redmaine
24-08-2024, 22:14
dipende sempre dalle situazioni.
quando la vita è in pianura si fa tutto con calma.
quando la vita è in salita e ti morde un serpente mortale mentre sei nel deserto puoi anche tagliarti il braccio morsicato con un coltello. (è un esempio)
Spero che troverai sempre i metodi più lisci per risolvere ogni problema, sia con i felini sia con altri.
Ma non dipenderà sempre ed esclusivamente da te ma anche da ciò che è intorno a te.
Ovvio che ogni caso è un caso a sè e non esiste la ricetta universalmente valida.
Dico solo che il mio modo di rapportarmi con gli animali è quello che ho usato e che userò, perché è congeniale al mio modo di sentire e alla mia concezione di rispetto per un altro essere vivente; non potrei né vorrei fare diversamente.
Conquistare la fiducia di un selvatico che non ha mai avuto contatti con gli umani è molto più facile e rapido rispetto a conquistare quella di un animale domestico che ha avuto a che fare con gli umani vivendo brutte esperienze; questo per quella che è la mia esperienza diretta, ma non intendo certo farne un dogma; altri potranno aver avuto esperienze differenti e opposte.
Il tuo esempio di terreno pianeggiante oppure difficile lascia il tempo che trova (a parte che se ti recidi prontamente il braccio morso dal rettile letale non morirai avvelenato, ma dissanguato, sì) è un'idea che ti sei fatto non so se su basi tue di vissuto concreto o su ragionamenti astratti o se sei un fautore del comportamentismo behaviorista, ma non puoi pensare di farne un qualcosa di pressoché universalmente valido.
Per farla breve: bastone e carota (figurativamente) così come yogurth e chissà cos'altro a venire, non sono proprio nelle mie corde, fattene una ragione!
E non mi interessa neppure la "via facile", non parto mai da questo presupposto.
Redmaine
25-08-2024, 09:14
ma certo che me ne faccio una ragione, non voglio mica convincerti.
io vivo con il mio amoretto, mica con te. :D
Disapprova pure il metodo yogurt per insegnare ad un gattino come pulirsi la faccia da solo. Perchè no? hai piena libertà di disapprovare. https://micimiao.net/forum/showthread.php?t=128058
Io non ero presente h24 e prima che gli venisse una infezione oftalmica ho preferito che imparasse in fretta. è questo un piccolo es. di vita in salita, in questo caso salita lievissima.
Tanto quanto ci vogliamo bene lui e io lo sappiamo solo noi, come è ovvio che sia.
Non ho mai pensato che tu intendessi convincermi, è che mi hai dato l'impressione, giusta o sbagliata che sia, di essere un pelino insistente.
Come ben hai immaginato non approvo il metodo dello yogurth e non vi ricorrerei mai, ma come hai giustamente fatto notare sei tu che vivi con il tuo "amoretto" e non io.
E visti i presupposti, con te non ci potrei stare nemmeno col pensiero...:D
Quindi almeno su questo punto mi sembra che siamo perfettamente d'accordo!
Poi mai dire mai, potrà anche capitare in futuro di concordare su qualcosa; chi vivrà, vedrà.:)
carlina62
25-08-2024, 12:36
anche la sequenza di gioco con la mia gattina di 10 mesi è sempre la stessa... si mette pancia in alto rotolandosi per farsi fare le coccole, ma dopo poco mi agguanta con le zampe, mi morde e scalcia con le zampe posteriori...
morde non fortissimo, mentre se volesse potrebbe farmi male, ma io di solito non la lascio proseguire perchè mi fa male con le unghie...
poi si ricomincia, coccole e agguanto mano con morso e scalci...
finora avevo pensato che si stancasse delle coccole, oppure che il mio modo di fargliele la infastidisse, ma ora leggendo penso che forse è il suo modo di giocare, di relazionarsi, però non ho ancora capito se è giusto lasciarglielo fare oppure no...
l'ultima volta ho resistito e lei ha morso sempre più piano, e anche le unghie non le ha tirate fuori più di tanto, credo che proverò a continuare su questa strada... ma sono quelle posteriori a farmi male però...
Cit carlina62:
"ma sono quelle posteriori a farmi male però..."
Perché con le anteriori ed i denti agguantano e con quelle posteriori feriscono fino anche a dilaniare la preda, questo dipende dalle dimensioni.
E' una sequenza tipica di gioco intercalata dalle pause che ci indicano che le vere intenzioni non sono malevole.
Il gioco è sempre uno specchio delle motivazioni specie specifiche
Ed è sempre bene conoscere a fondo la relazione ed il gatto con cui si intraprende questa attività.
vBulletin® v3.8.11, Copyright ©2000-2025, vBulletin Solutions Inc.