Visualizza Versione Completa : Trauma, i suoi effetti
L’inassimilabilità del trauma consiste nella sua natura della ripetizione del reale che si innesca grazie al potere della rappresentazione in questo caso acquisita –e qui dovremmo sapere quali, quante, e come sono suddivise le rappresentazioni. Ti prego di risparmiarmi un riassunto di pagine e pagine e di esempi su esempi-.
Ciò che nel trauma si ripete non ha, infatti, la natura interpretativa dell’insistenza di una circostanza che aspetta di essere decifrata – come quella di un messaggio sospeso – ma è una ripetizione che esige unicamente la sua riproduzione inesorabile e necessaria.
Un trauma è ciò che non può essere rimosso e, dunque, risulta impossibile da dimenticare.
Finora ho attinto dalla filosofia e dalla psicologia e dalla zooantropologia, passo ad altro:
Detta così, praticamente siamo fottuti perché non si riesce ad assimilare e scegliere la via lunga (ricordi?)
Mi chiedo allora: il trauma ha un solo epilogo, quello di restare nell’unità organismo-mente-ambiente? E chiedo non solo a te ma anche a chi leggerà questo post di non commettere l’errore di Cartesio perché non è più possibile scindere l’entità indissolubile corpo-mente-ambiente.
Trauma psichico e fisico vanno a braccetto, non posso dualizzarli di nuovo, non solo perché sarebbe irrazionale, ma anche perché verrei bocciata con un gran calcione sul di dietro :)
Come schiodo allora l’animale, quindi noi inclusi ovviamente, da una strada senza biforcazioni alternative salvifiche?
Penso questo: che il trauma è un evento di solito, direi quasi per definizione, inaspettato e violento, mentre lo stress è l’esposizione graduale e continua ad un evento.
Le ripercussioni possono essere diverse e variabili da individuo a individuo pur restando circoscritte nell’ambito del trauma
Se durante l’evento stressogeno protratto l’organismo risponde con l’espressione del gene FKBP51 che provoca, tipo effetto domino, il cortocircuito ipotalamo-ipofisi-surrene, l’evento traumatico cosa provoca? E c’entra anche lo stress post traumatico? In che misura?
Questo penso sia utile da sapere quando chi dà in affidamento un gatto o un cane con stress o traumi pregressi con troppa faciloneria, spesso per ignoranza/non sapere, e si vede rispedito al mittente un essere senziente perché considerato ingestibile facendo accumulare stress su stress e trauma su trauma al malcapitato, che, se fortunato, viene sottoposto all'attenzione di un comportamentalista bravo ed esperto.
Non so se entrerà in ballo anche la parte cognitiva perché non conosco quella dottoressa che comunque sarà affiancata da un educatore con approccio cognitivo zooantropologico SIUA.
Credo che il webinar miri a far capire il sottostante biologico che poi si presenta a noi come comportamento. Ci sarà però sicuramente descritto per filo e per segno il trattamento quotidiano dei tre soggetti traumatizzati che mira ad una sua riabilitazione ed una qualità di vita assai migliore.
Ma allora questo sarebbe in discordanza con quanto ho asserito sopra: il trauma è impossibile da dimenticare, è ciò che non può essere rimosso.
Staremo a vedere
Penso che il trauma non si possa rimuovere e non si possa dimenticare; anche se non ci pensi, lui è sempre inesorabilmente lì, dentro di te, magari nascosto sotto lo scorrere della vita, fosse anche fatta di soli momenti belli.
Poi all'improvviso, senza motivo contingente, dal nulla riemerge in tutta la sua potenza e ti fa tornare indietro a quei momenti, rendendoli presenti, dolorosi, nell'impossibilità di cambiarli, perché quel che è stato è stato e indietro non si torna, annullando il tempo trascorso, gli anni, i decenni e l'illusione di esserti lasciato tutto alle spalle.
Ed è lì di nuovo, sai che non c'è, ma hai una paura folle che un domani possa ripetersi realmente.
Questa sofferenza della psiche diventa anche sofferenza del fisico e del comportamento.
Penso sia la stessa cosa per umani, gatti e altri animali.
Ma è tutto così soggettivo!
Quello che per me, umana, è un trauma, per altri umani che vivono la stessa esperienza è tutt'al più motivo di stress, quando non addirittura di sollievo, di contentezza.
Mi chiedo il motivo di queste differenze e se succede anche agli animali.
Sì, l’esperienza traumatica è soggettiva come lo è la reazione.
Ci sono però traumi che definisco arbitrariamente “classici” che fanno da spartiacque nella vita di un individuo: prima del trauma e dopo il trauma, mettendo a dura prova proprio per il suo ripresentarsi sotto altre forme, le appropriate risposte fisiologiche e cognitive/comportamentali. Come se la memoria del trauma facesse da amplificatore ad un evento di per sé poco significativo.
Studieremo proprio la neurofisiologia del trauma e la risposta di individui che non riescono più a collegare opportunamente mente e corpo.
E di nuovo sì: le risposte sono comuni nei mammiferi, viene detto chiaramente nel video di presentazione. Ovviamente comuni ma specie specifiche, nel senso che io sottoposta a trauma è molto improbabile che mi metta sotto il letto per giorni.
Penso che sia importante per noi sapere se siamo di fronte ad un gatto impaurito, stressato o traumatizzato.
Sembra che l’effetto trauma possa essere ribilanciato anche se annidato da anni, ma la procedura ancora non la conosco
Longo post tempore, un post scriptum :)
Tempo fa è stato pubblicata una ricerca: “La mia paura non sarà mai la tua paura”
Avevo anche cominciato a scrivere qualcosa per postarlo qui, ma è decisamente troppo lungo, mi sono fermata al canone di parsimonia cognitivo, non sono più andata avanti per vostra fortuna ;)
Vabbè che al massimo non si legge e si passa oltre.
@ Iska
però vedi che prima o poi tutto torna?
Le lezioni per me sono state così traumatiche da non riuscire, al momento, a trasmettervi qualcosa di costruttivo ed utile dal punto di vista della conoscenza del trauma e dell’imprevedibile effetto domino sulla vita dell’individuo.
Adesso la consapevolezza, tangibile perché osservabile non solo dal comportamento ma anche dalle risonanze magnetiche, di essere di fronte ad esseri senzienti che ragionano ed agiscono con gli strumenti del trauma ha aggravato, caricandola di emozioni ed empatie, la narrazione che “loro sono come noi”, rendendola banale e riduttiva.
Ricordo che ormai anni fa lessi il libro del neurologo Oliver Sacks “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.
Il titolo fa quasi sorridere, ma quel vissuto no.
Se io vedo un cane che non riconosce che quelle zampe sono le sue zampe e le morde fino all’amputazione delle falangi, il titolo di quel libro non mi fa sorridere più incuriosendomi fino ad acquistarlo e leggerlo.
Devo solo ringraziare che esistono comportamentalisti veterinari e neuroscienziati che lavorano in team e che sono in grado di assistere in dieci persone tutti i giorni con webcam notturna –per verificare anomalie dei ritmi del sonno- per osservare anche un solo individuo per mesi e mesi.
Il trauma, con la T maiuscola c’è e resta, lo si vede dalle alterazioni della risonanza magnetica del loro cervello uguale a quella dei soldati tornati dal Vietnam o Afghanistan e via dicendo, ma non deve essere una gabbia psicofisica per tutta la vita.
Sono a metà corso, ma ho paura ad andare avanti perché non riesco ad avere la giusta distanza che mi permetterebbe di empatizzare e razionalizzare.
La mia paura di essere inadeguata, inutile, è uguale alla loro paura e al oro senso di inutilità della vita.
Aiutare chi ti considera un problema, sia se esisti che se non esisti, è difficile.
@ Aletto
Già, prima o poi tutto torna.
Ultimamente riflettevo che però forse non è così totalmente negativo.
Se il ricordo traumatico si ripresenta in un momento di grande difficoltà, ripescare dalla pregressa esperienza riuscendo a estrapolare quanto ci può essere in termini di utilità contingente, può contribuire a levargli quella connotazione così totalmente negativa, che gli avevamo attribuito.
È possibile per noi umani, sarebbe possibile anche per gli animali?
Va' avanti, che non sei per niente inadeguata.
Grazie a te si apre davanti agli occhi un mondo inimmaginabile.
Il ricordo del Trauma è innescato da un nonnulla che appare non inerente al qui ed ora, e coinvolge il sistema nervoso autonomo, autonomo appunto, ossia indipendente dalla nostra volontà e coscienza.
La via di scampo c’è ma l’individuo traumatizzato non chiede aiuto, e se glielo offri per lui sei un problema proprio perché è dissociato dalla realtà.
Può mordere, graffiare, aggredire e scapparti da sotto il naso. E glielo devi lasciar fare.
La selezione stessa dei casi deve seguire, per aver dati attendibili, dei criteri molto precisi.
E prima di incontrare il Trauma dell’altro devi aver incontrato e risolto i tuoi traumi, qui volutamente indicati con la T e la t perché mi auguro che nessuno qui abbia incontrato quello con la T.
Iska, io non riuscivo a prendere sonno dopo le lezioni. Eppure eravamo stati avvisati che avremmo dovuto fare dei conti scomodi.
Sì, è possibile che una ferita diventi una feritoia, ma da soli se è quello con la T non ce la facciamo come non ce la fanno gli altri animali.
Se il Sé va in frantumi ogni pezzo diventa una come una scheggia di vetro tagliente, coinvolgendo corpo e mente.
Toccante rilevare che c’è nei professionisti del settore un altro amore tanto profondo per gli altri animali. Un amore empatico che ti fa dire: io così non ti lascio e se non ce la faccio coinvolgo altri umani fino a proteggerti nelle ore di veglia. Poi il sonno viene indotto con particolari metodi/senza farmaci, per recuperare le memorie perse. Toccante la tutela dell’anonimato per proteggere il soggetto traumatizzato da probabili riconoscimenti.
Tutto il resto, almeno per me, è come sottoporsi volontariamente ad una scossa elettrica.
Mi auguro anch'io che qui nessuno abbia subito un Trauma.
Con quelli con la t minuscola penso che più o meno quasi tutti ci abbiano avuto a che fare almeno una volta nella vita.
E appunto siccome ogni individuo è unico, unici sono anche i modi di percepirli e affrontarli.
Non oso o per meglio dire non sono in grado di immaginare cosa sia un Trauma, ma certo deve avere un impatto devastante su chi lo subisce e forse anche su chi cerca di portare aiuto.
Perdona la mia ignoranza, ma cosa sono le memorie perse?
Tipo quel cane che si mutila recupera la memoria di sè andata persa e prende coscienza che quelle dita fanno parte di lui, non sono altro da lui?
Tra gli animali dati frettolosamente in adozione per cercare di svuotare canili e gattili chissà quanti di loro hanno subito traumi e Traumi, poi vengono definiti ingestibili e si cerca di sbarazzarsene, aggravando così la loro sofferenza.
Avevo inviato per due volte lo stesso messaggio, così l'ho cancellato
Le memorie perse vanno dalla normale necessità di nutrirsi alla memoria di progressi cognitivi conquistati durante la terapia. Il sonno ci serve quotidianamente anche per questo.
Il cane recupera, aveva anche altre manifestazioni motorie inadeguate e disconnesse dal contesto qui ed ora, hanno capito qual era l’evento scatenante casualmente proprio grazie al fatto che era monitorato a turno da ben dieci persone.
Detta in due parole, l’episodio scatenante attivava il marcatore somatico su un sistema corpo-mente-ambiente frammentato* e dissociato. Pensa che casino.
L’impatto su chi lo ha riabilitato è stato importante. La docente mentre ne parlava ne era consciamente e razionalmente scossa, il che sembra una contraddizione in termini ma è la sensazione che ho avuto assieme al rispetto e al coinvolgimento professionale del dolore del Trauma.
È riaffiorato il ricordo dell’odore pungente di sangue e del ferro che contiene che sentii da piccola quando il cane con cui sono cresciuta si fece male e lo portammo con mio padre dal veterinario, si fece male proprio ad un dito correndo su un terreno dissestato e dal veterinario mi sentii male.
Chi aiuta sa di non essere il benvenuto perché paradossalmente, come in quel caso, il soggetto è come se preferisse provocarsi un dolore conosciuto per toglierne un altro altrettanto conosciuto, piuttosto che cambiare dolore. Per cui lui ti vede come un problema. E sei un problema anche se non ci sei, perché non può ritrovarsi e può solo continuare con la sua non-vita.
Non parliamo di canili e gattili che sbolognano individui, magari catturati sani, traumatizzati poi, e affidati a persone ignare da volontari altrettanto ignari. Ricordo di aver conosciuto un cane catturato e vissuto in canile e poi adottato: non sapeva stare in un altro ambiente, ricercava sempre pareti e reti e si metteva fermo lì per ore. Quelli erano i suoi riferimenti sicuri in casa e in giardino. Cancellata ogni possibilità di spostare concetto di sicurezza, di base sicura, di attaccamento sicuro dal muro/rete all’umano di riferimento. Ecco, smetto altrimenti sclero.
*Per frammentato intendo proprio frammenti di un Sé che l’individuo non ritrova. Sono persi. E se li riincontra sono come schegge taglienti che l’individuo non può usare, in quanto taglienti, e non può ricomporre il Sé intero.
Traumi così devastanti sono conseguenza di maltrattamenti psicofisici diretti o indiretti, da parte di esseri umani?
L'autolesionismo è un comportamento riscontrabile sia nell'animale che nell'umano, mi verrebbe da pensare.
L'immagine di quel cane che si automutila è sconvolgente, anche se non l'ho visto, posso benissimo figurarmelo.
Ma com'è possibile spingere a tal punto una povera creatura?
Le persone che si occupano del recupero di questi animali sono davvero eccezionali, nel loro amore incondizionato e nella determinazione per riuscire a rimettere insieme frammenti di vite spezzate.
Mi ha colpito anche il comportamento di quel cane adottato, che continuava a cercare nella nuova casa gli stessi riferimenti sicuri che erano poi quelli del muro e della rete del canile, una non vita la sua, né più né meno di quella che conduceva da recluso.
Sai, quando leggi sulle pagine dedicate dei rifugi o delle rubriche dei quotidiani, sembra che ogni adozione sia l'inizio di una nuova e bella vita con e per il cane.
E si crede che sia la norma, ma evidentemente non lo è sempre.
Chissà per quale motivo quel cane e quegli adottanti non sono riusciti a "incontrarsi" e a stabilire un canale di comunicazione reciproca.
No, non solo maltrattamenti da parte di esseri umani, anche la madre biologica può essere fonte di maltrattamento.
Il Sé frammentato non ti fa più vivere il qui ed ora, e “protegge” il soggetto da incursioni salvifiche perché è costantemente connesso col passato quasi per impedirgli un sovraccarico di elementi che non riuscirebbe ad elaborare.
Gli individui traumatizzati hanno una frattura cronica dei processi di attaccamento, e certe volte non riconoscono né i loro simili, né –nel caso del cane che ho conosciuto, ma anche altri cani- una probabile possibilità di un innesco di relazione sociale con l’uomo. Di quel cane non ho più saputo nulla, ma parlando con il suo umano ho capito che era molto preparato. Certo che vederlo e non essere l’umano di riferimento impediva ogni approccio.
Nel gatto, che non è un animale che ha una struttura sociale ma conta solo su sé stesso, queste osservazioni vanno tutte riviste da cima a fondo. Forse, in un certo senso, per lui potrebbe essere un vantaggio evolutivo poter bypassare la fase di incapacità di avere un attaccamento sicuro.
Il cane che si auto-mutila, è senz'altro il corrispondente dell’autolesionismo nell’uomo. Vive nel passato ed il qui ed ora non esiste. Come ho scritto l’altro giorno a quel dolore conosciuto, il soggetto non può aggiungere un dolore sconosciuto. Potrebbe, in scala minore, essere paragonato al gatto che si lecca troppo in una zona del corpo fino a ferirsi: trovare dapprima un sollievo (endorfine per es) per poi azzerarne il contributo.
Di fatto in persone ed altri animali si spengono i lobi frontali impedendo di elaborare il qui ed ora.
A volte purtroppo la figura umana di riferimento è a sua volta vittima di altre patologie rendendo impossibile fungere da figura di riferimento: attenzione a chi è l’adottante!, a volte è insospettabile che possa essere a sua volta vittima di patologie.
Ci è stato chiesto, per rispetto, il massimo riserbo sui casi, quindi non posso scendere in particolari altrettanto raccapriccianti.
L’attivazione del marcatore somatico nel Trauma è di cruciale importanza, permane anche in situazioni che in qualche modo riportano alla mente l’episodio iniziale.
Guarda, se un cane o un gatto vengono strappati alla loro vita libera, subiscono il Trauma.
Hai mai visto come a volte un cane in canile si sottrae all'incrocio dello sguardo? Lo fa con gentilezza mista a paura, chiedendo-implorando di non essere visto.
Il suo corpo parla, ma noi ignoriamo quella comunicazione
Voglio precisare:
"raccapriccianti" anche dal punto vista del vissuto dell'umano a cui viene affidato un altro animale.
Quindi se un gatto o un cane Traumatizzati -ma anche con la t minuscola- capitano casualmente a casa di un umano a sua volta Traumatizzato -solo T maiuscola-, vanno dalla padella alla brace.
Assieme a comportamentalisti, biologi, educatori, genetisti, veterinari, psichiatri per l'umano, ecc, interviene l'ATS o ASL, l'umano se necessario va in TSO, ed il povero cane o gatto comincia anche lui un percorso di riabilitazione fuori dall'ambiente che ha peggiorato il suo stato, perché non si può guarire dove ci si è ammalati.
C'è da dire che sono assai pochi i centri riabilitativi per altri animali così organizzati.
Una vet abilitata alla guarigione da Traumi del Sé vive praticamente isolata, quasi in un eremo dedicandosi ai Traumi del Sé.
I vet e/o comportamelisti SIUA sono in contatto con lei e lavorano con lei e gli altri animali.
Devo dire che appartenere a quella scuola per me ha costituito un grande passo in avanti nella comprensione sia dell'uomo che dell'altro animale, a qualunque specie -diciamo genere- appartenga.
Purtroppo di persone apparentemente normali e idonee ad adottare, mentre invece non lo sono affatto, ce ne sono.
La necessità di svuotare canili e gattili porta ad affidare gli animali con troppa facilità.
I volontari non sono quasi mai preparati a questo delicato compito.
Mi è capitato di leggere i questionari allegati ai moduli di adozione e ci trovi le solite domande tipo se lo terrai in casa, se finestre e balconi sono in sicurezza, cosa ne farai durante le ferie e così via.
Ovviamente tutti sanno rispondere in modo da sembrare adeguati.
Poi va a finire che ti ritrovi animali stipati in qualche abitazione, quando non su balconi o chiusi in piccole gabbie.
Le cronache periodicamente riportano di questi casi estremi, ma ce ne sono tanti altri, non così eclatanti, ma spesso invisibili.
Forse come dici tu il gatto per la sua caratteristica di animale solista riesce a esserne meno danneggiato rispetto a un animale sociale come il cane.
O forse riesce a nascondere la sua sofferenza ai nostri occhi.
Non sono mai andata in un canile o in un gattile.
Posso immaginare cosa ci troverei (sul web ci sono immagini a iosa e qualche testimonianza diretta di chi ci è andato l'ho ascoltata) ma sento che la realtà sarebbe peggiore.
Ho paura di quello che vedrei, per la consapevolezza di non poter fare niente per aiutare quelle creature.
Non potrei dare loro la libertà, ma neppure una casa e ancor meno potrei aiutare chi si è perso, a ritrovare se stesso.
Ci andrei solo se volessi adottare un animale, ma la vedo improbabile, visto che ne trovo puntualmente senza andarne a cercare.
Sì per il cane dovrebbe essere più facile se non avesse come riferimento sociale il muro e la rete, per gli altri casi a volte non riconoscono neanche i conspecifici come tali.
Ieri ci hanno mandato alcuni video. Con molta cautela li vedrò, anzi uno l’ho già visto e parla di umani Traumatizzati e della loro ricerca del dolore.
Decisamente non è una passeggiata nei campi fioriti in primavera, sembra piuttosto una passeggiata tre le radici di mangrovia durante la bassa marea :(
Riprendo un momento questa discussione per scrivere che:
è stato osservato sperimentalmente che una secrezione massiccia di neurormoni noradrenergici, al momento del trauma, determina il potenziamento a lungo termine e quindi, il sovraconsolidamento dei ricordi traumatici.
La desensibilizzazione del trauma e l'integrazione nella memoria (integrazione nel senso: ci sei ma non mi dai fastidio) sarebbero favorite da EMDR* che ne modifica il circuito amigdala-ippocampo-corteccia orbitofrontale rendendo i ricordi traumatici meno invasivi proprio perché finalmente questa esperienza arriva alla corteccia e non è più intrappolata a livello limbico
*EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing
metodologia che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo. Il ricordo dell’ esperienza traumatica entra a far parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. (preso dal web)
P.S. non so come avvenga a livello di macchinari e sedute, non so come facciano, ma per uno stress postraumatico, tipo i reduci di guerra ecc, è una tecnica che viene usata con successo
Ovviamente notare la secrezione di neurormoni noradrenergici al momento del trauma è un improbabile colpo di chiulo e giustamente hai scritto "sperimentalmente". Questo significa che nel soggetto, anzi, a sto punto meglio chiamarlo "oggetto" della sperimentazione, il trauma è stato indotto di proposito.
Dico bene o sbaglio?
Ottima la tecnologia EMDR; può essere utilizzata anche per gli animali con disturbi post traumatici?
Ovviamente notare la secrezione di neurormoni noradrenergici al momento del trauma è un improbabile colpo di chiulo e giustamente hai scritto “sperimentalmente". Questo significa che nel soggetto, anzi, a sto punto meglio chiamarlo "oggetto" della sperimentazione, il trauma è stato indotto di proposito.
Dico bene o sbaglio?
Ottima la tecnologia EMDR; può essere utilizzata anche per gli animali con disturbi post traumatici?
:D Vabbè, buona notte :D
Trauma indotto di proposito.
Da qualche parte sicuramente sta succedendo anche adesso, ma non negli istituti di ricerca di neuroscienze.
Infatti sbagli.
Basta sapere come lavorano i neuroscienziati e non supporre chissà quale tortura immaginaria da lager.
Sperimentalmente significa in questo caso fare neuroimaging o anche rinomanza magnetica funzionale durante un compito che può anche essere semplicemente olfattivo e sapere quali aree si attivano in seguito a odori di diversa natura: lattosio, profumi o puzze varie opportunamente diffusi mentre si osservano sequenze di foto per esempio di bambini, di campi, di guerre, di piogge e via dicendo.
Penso che tu non abbia mai visto come si svolgono queste ricerche se dici che trasformerebbero i soggetti in oggetti, un po’ alla Pavlov
EMDR sì, anche su altri animali bisogna essere certi che sia Trauma. Credo che in Italia solo un centro sia abilitato.
errata corrige
risonanza magnetica funzionale
rinomanza, sto correttore del piffero si inventa le parole :mad:
Qui c’è un esempio che riguarda la coscienza e la volontà di agire, nel Trauma è un po’ diverso perché le prime fasi o mesi addirittura, entra in gioco prevalentemente il sistema nervoso autonomo che è involontario.
se ne trovo almeno uno lo linko in un secondo momento
https://m.youtube.com/watch?v=Bq_2EzMvwcc&pp=ygUmY29tZSBzaSBmYW5ubyBlc3BlcmltZW50aSBuZXVyb3N jaWVuemU%3D
E dai, Aletto, se una persona come me che non è certo alla tua altezza in quanto a istruzione e competenze specifiche (e l'ho sempre detto e ripetuto) fa delle ipotesi sbagliate, non vedoil
motivo di spendersi in inutile sarcasmo; limitati a spiegare come stanno le cose.
Un bravo insegnante non si prende gioco degli allievi.
Di sicuro se tu fossi stata più chiara e avessi speso due parole in più nel tuo precedente intervento, avrei evitato di scrivere inesattezze.
Ah, non pensare che io..., ma siine certa che non ho mai, mai visto come si svolgono queste ricerche e d'altra parte come potrei? Forse che mi consentirebbero di entrare e scorazzare nell'Istituto?
Affermi che certe cose capitano di sicuro da qualche parte, ma non negli istituti di neuroscienze.
Mi auguro che nell'Istituto di Neuroscienze e sue varie sedi sia davvero così.
E buon per te che hai certezze assolute.
Da parte mia l'unica certezza assoluta è che prima ogni essere vivente muore.
Per tutto il resto, la mano sul fuoco non la metto, non sia mai che faccia la fine di Muzio Scevola!
Ma come fai a pensare che un trauma possa essere indotto di proposito per poi studiarlo con tutti i traumatizzati che ci sono in giro! Basta andare in un hot spot, poveretti.
Poi con tutte le guerre che ci sono!
L’ho presa a ridere perché mi è sembrato incredibile
Siamo tutti uguali, nessuno è meno all’altezza di un altro, dipende solo da come si pensa a sé e all’altro.
E non insegno niente a nessuno: quindi nessun allievo, penso, capisco -non così spesso- racconto quanto ritengo possa interessare e basta.
Nessuno scorrazza negli istituti.
Vallortigara per es ha i suoi video, ma sono suoi e li mostra quando c’è un tema di pertinenza.
Idem tutti gli altri.
Sono anche su youtube, che come la rete, in questo campo contiene sia pseudoscienza che scienza
Non ho mai inteso riferirmi agli umani, ma unicamente agli animali ed è fin troppo noto quanto siano stati usati in campo scientifico, medico, di ricerca e a volte lo siano tuttora.
Ecco a chi mi riferivo parlando della possibilità di trauma indotto per studiarne in tempo reale le implicazioni di cui parlavi.
Certo che tu non insegni di proposito, ma quando scrivi nel forum, volente o nolente trasmetti le tue conoscenze a chi non le ha, sempre che ne abbia interesse.
Ma questo non capita solo a te, capita a chiunque nel forum scriva di qualcosa che altri non conoscono bene; non è questione che Caio sia più di Sempronio e meno di Tizio, non l'ho mai pensato e non mi sento né inferiore, né superiore, nè a te, né a nessun altro.
Siamo tutti semplicemente persone ognuna con le sue competenze e ben venga quando si riesce a imparare qualcosa di nuovo.
Ognuno di noi quindi è al contempo docente e allievo, che lo voglia oppure no.
Se non fosse così i forum non avrebbero ragione di esistere.
….
EMDR sì, anche su altri animali bisogna essere certi che sia Trauma. Credo che in Italia solo un centro sia abilitato.
Il trauma è studiato dapprima in umana, poi si è applicato lo stesso principio agli altri animali.
Ma come fai a pensare che un trauma possa essere indotto di proposito per poi studiarlo con tutti i traumatizzati che ci sono in giro! ……
Basta andare nei canili e nei gattili e abbiamo altrettanti traumatizzati, ed altrettanti già adottati.
Non c’è necessità di indurre ulteriori traumi
Non ho mai inteso riferirmi agli umani, ma unicamente agli animali ed è fin troppo noto quanto siano stati usati in campo scientifico, medico, di ricerca e a volte lo siano tuttora.
Ecco a chi mi riferivo parlando della possibilità di trauma indotto per studiarne in tempo reale le implicazioni di cui parlavi……
Ho risposto sopra, non c’è nessun bisogno di indurre un trauma. Ce ne sono di già traumatizzanti, e se un individuo ha un Sé traumatico, col Trauma si accolla, purtroppo, tutto il pacchetto. Umano o non umano che sia.
Non dimentichiamo che dei farmaci studiati sugli animali ne usufruiscono poi anche gli animali stessi.
Consideriamo un solo momento le cozze dalle labbra verdi: animali usati per curare animali.
E i batteri dei fermenti lattici?
E il nostro genoma che contiene genoma di virus? Da dove pensiamo che provenga la placenta dei mammiferi? Quella placenta di mamma gatta o la nostra?
È tutto straordinariamente collegato, anche se i virus non sono considerati animali
Non mi dici niente di nuovo facendomi notare che è sufficiente andare nei canili/gattili per trovare animali traumatizzati, il punto non è questo.
Le mie perplessità sono nate da quanto avevi scritto:
...è stato osservato sperimentalmente che una secrezione massiccia di neurormoni noradrenergici, al momento del trauma, determina il potenziamento a lungo termine e quindi, il sovraconsolidamento dei ricordi traumatici...
Mi sono chiesta: come si fa a osservare sperimentalmente una secrezione massiccia di questi neurormoni al momento del trauma, se non nelle more del verificarsi del trauma?
Se il soggetto ha già subito il trauma secondo me non è possibile capire cosa è successo contestualmente al verificarsi del trauma.
A meno che non si induca appositamente il trauma per studiarne effetti e modificazioni ormonali, cerebrali, ecc.
O forse con sperimentalmente devo intendere che lo studio si basa su simulazioni al computer e non è condotto in vivo?
...Non dimentichiamo che dei farmaci studiati sugli animali ne usufruiscono poi anche gli animali stessi...
Lo scopo primario della sperimentazione animale era, è, trovare terapie per gli umani; l'utilizzo terapeutico sugli animali è stata una conseguenza secondaria.
Forse adesso si sperimenta anche per trovare cure per animali e se poi vanno bene anche per umani, si utilizzano.
Personalmente non approvo la sperimentazione in vivo, su nessun essere vivente, tranne virus, batteri e parassiti, che avranno magari anche loro una sensibilità di non so quale tipo e grado, ma indubbiamente sono fonte di grandissima parte dei guai nostri e degli animali.
......
Mi sono chiesta: come si fa a osservare sperimentalmente una secrezione massiccia di questi neurormoni al momento del trauma, se non nelle more del verificarsi del trauma?
Se il soggetto ha già subito il trauma secondo me non è possibile capire cosa è successo contestualmente al verificarsi del trauma.
A meno che non si induca appositamente il trauma per studiarne effetti e modificazioni ormonali, cerebrali, ecc.
O forse con sperimentalmente devo intendere che lo studio si basa su simulazioni al computer e non è condotto in vivo?
Lo scopo primario della sperimentazione animale era, è, trovare terapie per gli umani; l'utilizzo terapeutico sugli animali è stata una conseguenza secondaria.
Forse adesso si sperimenta anche per trovare cure per animali e se poi vanno bene anche per umani, si utilizzano.
Personalmente non approvo la sperimentazione in vivo, su nessun essere vivente, tranne virus, batteri e parassiti, che avranno magari anche loro una sensibilità di non so quale tipo e grado, ma indubbiamente sono fonte di grandissima parte dei guai nostri e degli animali.
Daje con l' induzione al trauma.
Le modifiche apportate dal trauma restano, infatti si nota che non solo l'amigdala aumenta di dimensioni, ma hanno anche i surreni grossi come una casa. Questi non rientrano nella norma dall'oggi al domani.
Il cortisolo che invece passa in secondo piano durante il trauma per riemergere in un secondo momento durante la fase di stress post traumatico, viene misurato dal suo quantitativo nelle feci. Tutto il resto arriva in un lampo e persiste. Si misura con le tecniche citate ieri. Il sonno durante l'episodio traumatico si monitora con l'actigrafo e con telecamere (quando necessario)
Questi umani che studiano ed apportano miglioramenti alla qualità di vita del soggetto (ieri indebitamente definito oggetto) hanno necessità di maltrattare un altro animale traumatizzato o traumatizzabile?
Sulla sperimentazione in vivo, ricordo che la prima fase è in vitro e l'ultima fase è il "doppio cieco" effettuata sugli umani da un umano ignaro ad un altro umano ignaro per garantire la validità del farmaco.
Quindi la scaletta è questa.
Che poi in ogni settore ci possano essere dei pazzi lo sappiamo, c'è per es l'avvocato che fa assolvere i mafiosi o riduce praticamente a zero la pena di un omicida.
Non capisco perché fare insinuazioni inutili ed accanirsi su metodologie non invasive e su persone che cercano di salvare gli altri animali.
Non ho mai chiuso una discussione, ora ci proverò perché questa discussione non progredisce, sta diventando inutile e faziosa anziché procedere apportando nuovi contenuti.
Chiudo, spero, con un pensiero di Bekoff: Entrando in campo ero già fermamente convinto della questione morale contro la sofferenza degli animali. Se riconosciamo l’importanza della sofferenza degli animali, diventa nostra responsabilità prevenirla o alleviarla quando possibile.
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