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linguadigatto 23-01-2019 17:06

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Quote:

Originariamente inviato da Muset2005 (Messaggio 2138939)
Tipo “Eternal Sushine of the Spotless Mind” tradotto con “Se mi lasci ti cancello”. Un film a mio parere molto profondo che con quel titolo pare una commediola...

pensavo esattamente a quel film!!

Riri 23-01-2019 17:29

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Ah, per quanti anni ho rifiutato categoricamente di vedere quel film solo per il titolo!
Ultimamente leggo molto di più in lingua originale (quando possibile, non vado oltre l'inglese) anche per questo.

Muset2005 23-01-2019 17:43

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Con me sfondate una porta aperta visto che sono all'ultimo anno del corso di laurea in Traduzione :253::253:

Riri 23-01-2019 18:30

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Che meraviglia! E da aspirante editor direi che potremmo parlare per ore di questi argomenti :D

Muset2005 23-01-2019 20:52

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Quote:

Originariamente inviato da Riri (Messaggio 2138947)
Che meraviglia! E da aspirante editor direi che potremmo parlare per ore di questi argomenti :D

Che bello! :)
Anche per me si potrebbe parlare di queste cose per ore! Ormai anche quando guardo una serie tv e sento le battute doppiate in italiano devo sempre stare a commentare come suonino meglio in lingua originale (Salvo vari esempi di doppiaggi davvero efficaci)... I miei amici e il mio ragazzo non mi sopportano più :p

Riri 23-01-2019 21:05

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Quanto ti capisco! Io per fortuna ho amiche se possibile peggiori di me in questo senso, quindi in genere quando guardiamo una serie tv prima guardiamo ogni episodio in inglese, poi lo riguardiamo in italiano per stare a sindacare su ogni minima imperfezione nel doppiaggio.
Con i libri poi non ne parliamo, io adoro Tolkien e definire le traduzioni spaventose è ancora un complimento. Ma sono pesantemente OT e mi autocensuro :-).

Muset2005 23-01-2019 22:53

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Se vuoi fare un po' di critica a traduzioni varie io sono sempre disponibile :D
Però forse ora è meglio tornare in tema... :)

Muset2005 19-02-2019 11:54

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Sono a pagina 150 del libro e devo ammettere che ha rispettato, se non superato, le mie aspettative. Si tratta di un volume diviso in otto capitoli, ognuno dedicato a vari aspetti del gatto, dalla storia evolutiva, alla sua natura e alle sue emozioni.
Vi lascio alcuni estratti che mi hanno colpita molto, sperando che vi invoglino a leggere questo libro, che a mio parere merita davvero molto.
Mi piacerebbe discutere insieme su questi tre punti che vi vado a riportare: provengono tutti dall'introduzione del libro e pongono le basi per gli argomenti che, nei capitoli successivi, saranno trattati.

Il primo è questo:

"La trasformazione del gatto da sterminatore stanziale a compagno e coinquilino è recente e rapida, anche se, soprattutto dal punto di vista felino, ancora incompleta. I proprietari attuali richiedono al gatto delle qualità diverse da quelle che sarebbero state normali un secolo fa. In un certo senso, i gatti devono ancora venire a patti con la loro popolarità, da poco acquisita. La maggior parte delle persone preferirebbe che i loro gatti non uccidessero uccellini indifesi o topi, e coloro che sono più amanti degli animali selvatici che di quelli domestici dichiarano che gli istinti predatori dei gatti andrebbero repressi. In realtà, attualmente i gatti sono più osteggiati di quanto non sia mai accaduto negli ultimi duecento anni."


Il secondo:

"I gatti devono ancora sviluppare quell'entusiasmo ottimista verso il contatto con i propri simili tipico dei cani. Ecco perché molti mici passano l'intera vita a evitare il contatto con altri consimili. Allo stesso tempo, i proprietari li obbligano, senza saperlo, a convivere con felini dei quali non hanno motivo di fidarsi: potrebbero essere i gatti del vicinato, oppure un secondo gatto che viene preso in casa "perché si facciano compagnia"".


E infine il terzo, che è stato il concetto che mi ha incuriosita a proseguire in una lettura interessante, stimolante e che mi sta aprendo gli occhi sul mio animale preferito:

"Rischiamo di pretendere dai nostri gatti più di quanto ci possano dare. Ci aspettiamo, da un animale che da migliaia di anni ci aiuta a tenere a bada i topi, che ora abbandoni il suo stile di vita perché abbiamo iniziato a trovare sgradevoli o inaccettabili le conseguenze. Ci aspettiamo anche di essere liberi di scegliere compagni di vita per il nostro gatto, senza considerare le sue origini di animale solitario e territoriale. Sembra che si tenda a pensare che, essendo i cani flessibili nella loro scelta di compagni canini, anche i gatti debbano essere altrettanto tolleranti nei riguardi di qualsiasi relazione imponiamo loro, e unicamente perché così vogliamo."

Aspetto i vostri pareri :)

Aletto 19-02-2019 15:19

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Quote:

Originariamente inviato da Muset2005 (Messaggio 2140617)

Il primo è questo:

"La trasformazione del gatto da sterminatore stanziale a compagno e coinquilino è recente e rapida, anche se, soprattutto dal punto di vista felino, ancora incompleta. I proprietari attuali richiedono al gatto delle qualità diverse da quelle che sarebbero state normali un secolo fa. In un certo senso, i gatti devono ancora venire a patti con la loro popolarità, da poco acquisita. La maggior parte delle persone preferirebbe che i loro gatti non uccidessero uccellini indifesi o topi, e coloro che sono più amanti degli animali selvatici che di quelli domestici dichiarano che gli istinti predatori dei gatti andrebbero repressi. In realtà, attualmente i gatti sono più osteggiati di quanto non sia mai accaduto negli ultimi duecento anni."

Grazie Muset2005 per questi spunti di riflessione
Intanto credo che in questi 3 punti che hai riportato ci siano le derive relazionali tra noi ed i gatti, in pratica penso che molti noi, intendo nel mondo in generale (esclusi veramente pochi), non sanno chi sia il gatto, cosa significhi essere gatto, anche se lo conoscono fin da quando erano bambini e li hanno avuti in casa da sempre.
E' vero che è in corso una demonizzazione -non nel senso medioevale- del gatto perché è un predatore, un concetto difficile da mandar giù, gli attribuiamo la colpa di mettere a rischio altre specie, ma anche perché abbiamo deciso che vanno sterilizzati a tappeto il che, su vasta scala (mondiale), contribuirebbe ad una decimazione della specie qualora ci riuscissimo


Quote:

Originariamente inviato da Muset2005 (Messaggio 2140617)
Il secondo:

"I gatti devono ancora sviluppare quell'entusiasmo ottimista verso il contatto con i propri simili tipico dei cani. Ecco perché molti mici passano l'intera vita a evitare il contatto con altri consimili. Allo stesso tempo, i proprietari li obbligano, senza saperlo, a convivere con felini dei quali non hanno motivo di fidarsi: potrebbero essere i gatti del vicinato, oppure un secondo gatto che viene preso in casa "perché si facciano compagnia"".

Qui penso che alcune specie si sono evolute raffinando il sistema della vita sociale ed altre si sono evolute per vivere una vita non sociale e raffinando il sistema di vita solitaria. Ambedue hanno pregi e difetti, per esempio chi vive in società è protetto dalla stessa ma deve scendere a compromessi, chi vive una vita da solista non è protetto da nessuno se non da se stesso, in compenso dal punto di vista sociale non deve barattare nulla con nessuno.
Noi siamo animali sociali ed estendiamo questa caratteristica di specie anche a chi non lo è.

Non penso che i gatti potranno mai essere entusiasti di incontrare un consimile. Non hanno dovuto sviluppare molti comportamenti che nei millenni hanno modellato il dna per esprimere la socialità e lo stile di relazione che ogni specie offre all'uomo dipende dallo stile sociale della specie stessa, così come noi offriamo al gatto lo stile di relazione della nostra specie. Non sappiamo cosa significhi essere un solista perché anche il meno sociale tra noi ha a che fare con la nostra società da migliaia di anni

Quote:

Originariamente inviato da Muset2005 (Messaggio 2140617)
E infine il terzo, che è stato il concetto che mi ha incuriosita a proseguire in una lettura interessante, stimolante e che mi sta aprendo gli occhi sul mio animale preferito:

"Rischiamo di pretendere dai nostri gatti più di quanto ci possano dare. Ci aspettiamo, da un animale che da migliaia di anni ci aiuta a tenere a bada i topi, che ora abbandoni il suo stile di vita perché abbiamo iniziato a trovare sgradevoli o inaccettabili le conseguenze. Ci aspettiamo anche di essere liberi di scegliere compagni di vita per il nostro gatto, senza considerare le sue origini di animale solitario e territoriale. Sembra che si tenda a pensare che, essendo i cani flessibili nella loro scelta di compagni canini, anche i gatti debbano essere altrettanto tolleranti nei riguardi di qualsiasi relazione imponiamo loro, e unicamente perché così vogliamo."

Aspetto i vostri pareri :)

In effetti questo terzo punto è la ciliegina sulla torta
Vorremmo che i gatti cambiassero stile di vita e lo facciamo in tutti i modi, alterandone l'alimentazione, l'habitat, cinomorfizzandoli, portando in casa altri gatti, mettendo le pettorine, sgridandoli se salgono su un mobile, se fanno cadere oggetti......

Il nostro rapporto con i gatti è veramente strano. Cosa desideriamo dal gatto? Cosa siamo in grado di offrire che vada oltre le nostre motivazioni di specie?

Ci sarebbero tantissime cosa da dire, per il momento questi sono i miei pareri

Muset2005 20-02-2019 19:40

Re: L’incredibile intelligenza del gatto
 
Quote:

Originariamente inviato da Aletto (Messaggio 2140628)
Grazie Muset2005 per questi spunti di riflessione

[...]

In effetti questo terzo punto è la ciliegina sulla torta
Vorremmo che i gatti cambiassero stile di vita e lo facciamo in tutti i modi, alterandone l'alimentazione, l'habitat, cinomorfizzandoli, portando in casa altri gatti, mettendo le pettorine, sgridandoli se salgono su un mobile, se fanno cadere oggetti......

Il nostro rapporto con i gatti è veramente strano. Cosa desideriamo dal gatto? Cosa siamo in grado di offrire che vada oltre le nostre motivazioni di specie?

Ci sarebbero tantissime cosa da dire, per il momento questi sono i miei pareri

Grazie a te Aletto di aver risposto, davvero interessante il tuo intervento; lo avevo letto già ieri ma volevo aspettare di essere al computer per commentare meglio.
Diciamo che leggere la frase che ho messo in grassetto mi ha riportato un po' indietro nel tempo, a quando avevo 10 anni e volevo tanto un gatto. Mia madre era molto scettica perché noi viviamo in appartamento e lei ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in un piccolo paesino, casa con grande giardino e pochi pericoli in giro, tanto che tutti i gatti erano liberi di scorrazzare per il paese. Ricordo di aver fatto le mie prime ricerche su internet (parliamo del lontano 2004) e di aver trovato diversi articoli in cui veniva spiegato che il gatto poteva vivere bene anche in appartamento e i miei alla fine si convinsero, portando nella mia vita Matisse, che è stato con noi per ben 13 anni e che ci ha lasciati lo scorso novembre.

Tutto questo per dire che mia madre aveva potuto vedere con i suoi occhi la vita del gatto indipendente, libero, che tornava a casa per assicurarsi il pasto dagli umani e farsi fare qualche coccola.

Nel primo capitolo del libro, che racconta l'evoluzione del gatto, viene spesso menzionata la poca chiarezza riguardo il passaggio da animale selvatico a animale domestico: in effetti, il gatto si è presentato nelle nostre vite come un utile cacciatore di topi e ci ha conquistati con la sua adattabilità e l'aspetto dolce.

Ma cosa ci aspettiamo dal gatto?

Spesso ci si presenta il paragone con il cane, inevitabilmente. Nel libro spesso l'autore cerca di spiegare come tendiamo ad antropomorfizzarlo, a proiettare su di lui pensieri tipicamente umani.

In ogni caso, io alla suddetta domanda non so rispondere.
Fondamentalmente non mi aspetto nulla, non mi sono mai aspettata nulla da nessun gatto. Se avessi un cane, mi aspetterei di addestrarlo, di portarlo a spasso e che mi fosse fedele. Dal gatto mi aspetto che si comporti come preferisce, che giochi spesso, che dorma spesso, che faccia le fusa (ma non è neanche detto!)... ma chi ha avuto gatti sa che ognuno è un universo a sé. Per carità, anche i cani hanno le personalità più disparate, ma da loro ci si può aspettare fedeltà assoluta al padrone perché la loro domesticazione ha una storia molto più antica rispetto a quella dei loro "cugini" felini.

Per concludere, l'autore del libro si chiede: come sarà il gatto tra 50 anni, se gli toglieremo la possibilità di cacciare gli uccellini e di comportarsi come ha sempre fatto?

Non so davvero rispondere, magari una volta terminato il libro potrò farlo. Il prossimo capitolo che mi attende è "Pensieri ed Emozioni", mi incuriosisce molto.


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