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-   -   bekoff e l'etologia cognitiva (https://www.micimiao.net/forum/showthread.php?t=122808)

linguadigatto 09-08-2017 12:57

bekoff e l'etologia cognitiva
 
apro qui per evitare un OT enorme :o

Quote:

OT lungo per linguadigatto: il testo di Bekoff che sto leggendo non contiene argomentazioni scientifiche classiche perché gli etologi cognitivi osservano sul campo per mesi se non per anni. I riscontri scientifici in senso stretto li hanno con i biologi/neuroscienziati che si trovano nelle note tipo " Cells that real mind- Mirror neurons........ alcuni stanno anche in rete
Scusate l'intrusione
ecco, a me interesserebbe proprio trovare le pubblicazioni di quegli studi lunghissimi fatti sul campo tra gli animali liberi...

lui dice che l'etologia cognitiva viene sempre vista in modo naif dai colleghi più rigorosi, perchè non si può fare in laboratorio, e perchè entrano in campo le emozioni. però le emozioni fanno parte della vita e della biologia stessa degli animali, che senso ha studiare la mente animale senza studiarne le emozioni? come si può dire di conoscere i topi avendo solo materiale su quanto siano bravi nei labirinti, e sui recettori dei loro neuroni, senza sapere nulla di come vivono da liberi, del coraggio della mamma topo, della gioia dei topolini che esplorano e si infilano in mille pertugi?

Aletto 09-08-2017 16:05

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
Cioè ti vorresti leggere cosa ha osservato Jane Goodall in anni di osservazione degli scimpanzé o cosa ha osservato Frans de Waal per anni sui bonobo? Io no. :o .
Intanto ti metto questo
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...V2c1fEjWlE34Wg
e questo
https://www.ted.com/talks/jane_gooda...es?language=it
L'obbiettivo più difficile degli etologi contemporanei, anche per Bekoff e non ne fa mistero, è spogliarsi di emotività umane per entrare nei panni e nelle emozioni degli altri animali osservati rapportandole alla specie osservata, altrimenti cosa stai lì per anni ad osservare cosa?
Dice anche:bisognerebbe essere estremamente prudenti nelle comparazioni tra gli esseri umani e e gli altri animali, resistendo alla tentazione di utilizzare i nostri parametri come pietra di paragone..... introducendo un interessante tolleranza di valori e termini antropomorfi

poi questo
http://www.cell.com/trends/cognitive...613(98)01262-5

Ora , io sono secchiona ok, ma non so se ce la faccio

linguadigatto 09-08-2017 16:43

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
Quote:

Originariamente inviato da Aletto (Messaggio 2113535)
Cioè ti vorresti leggere cosa ha osservato Jane Goodall in anni di osservazione degli scimpanzé o cosa ha osservato Frans de Waal per anni sui bonobo? Io no. :o .

esatto! fossero filmati poi, ci passerei le ore. :o
più tardi mi guardo i link, ma se sono libri devo prima smaltire quelli che sto leggendo ora :shy:

Aletto 09-08-2017 16:50

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
i link riguardano interventi della Goodall e di der Waals ad una conferenza, il terzo è la pubblicazione di un lavoro sui neuroni specchio citato da Bekoff, ma non ho l'accesso al testo intero
niente libri :)

linguadigatto 09-08-2017 17:13

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
allora stasera ci butto un occhio.

così domani sono orba :rolleyes:

Aletto 09-08-2017 17:27

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
errata corrige, scusate
de Waal e non der Waals, purtroppo lo confondo con quello quasi omonimo delle forze di van der Waals, quello delle forze di interazione intermolecolari,
ma guarda te la prepotenza della memoria di studi ormai inutili :disapprove:

Aletto 09-08-2017 17:36

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
PS,
ti metto il link ad in articolo di Leonardo Caffo su Frans de Waal
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...An7w-jDoyv_mnQ

Aletto 10-08-2017 09:38

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
Ascoltando tramite youTube una conferenza di Telmo Pievani (filosofo epistemologo) vengo a sapere che già Darwin nel libro L'origine dell'uomo del 1871 dice compiendo il grande passo: com'è che si sviluppa il senso morale ed il conformismo sociale nelle società complesse? e dà anche la risposta dicendo che queste società sono avvantaggiate nell'equilibrio del gruppo e di conseguenza nella riproduttività -> vantaggio nella selezione naturale

Ma quante vite ha vissuto Darwin in una sola volta se 150 anni dopo è ancora al centro delle discussioni odierne?

linguadigatto 10-08-2017 10:09

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
dopo darwin siamo tornati indietro di secoli, perchè così faceva comodo: l'animale macchina-ingranaggio più misero e basso della società industriale non sarebbe potuto esistere altrimenti.

mi è sempre stato molto caro il pensiero di horkheimer a questo proposito:

Quote:

Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe configurarsi all'incirca così: su in alto i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici che però sono in lotta tra loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi – suddivise in singoli strati – le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di grado inferiore, della manovalanza politica, dei militari e dei professori, degli ingegneri e dei capiufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti quanti, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attraverso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi e ai malati.
Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria, sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato solo dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta dall'orribile apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-coloniali e coloniali, ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo.
Larghi territori dei Balcani sono una camera di tortura, in India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione.
Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l’indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali.
Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettivamente una bella vista sul cielo stellato.

Max Horkheimer, «Il grattacielo», da Crepuscolo.
infatti non riesco a scindere la lotta per la liberazione animale da quella per la liberazione umana - e qui mi fermo per non violare le linee guida sulla politica :358:

Aletto 10-08-2017 11:23

Re: bekoff e l'etologia cognitiva
 
Guarda, per non farci trasportare dall'impeto del flusso sanguigno alle giugulari vediamola così:
le società umane sono inquinate da ingenti quantità di free riders (per dirla con gli evoluzionisti), che in qualsiasi società, anche non umana, rappresentano un problema

capita che si coalizzino tra loro formando altre società antitetiche a quelle cooperative e queste società sono apparentemente perdenti in quanto non seguono il senso logico della cooperazione, ma in realtà poi creano nuove regole valide solo tra di loro ma seguendo il senso logico di fluttuazione tra altruismo ed aggressività


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