Allora, il mercato del pet food è una branca del settore dell'industria della carne per uso umano che si è affermato grazie alla possibilità di riutilizzare con
profitto e quindi di
capitalizzare una notevole mole di scarti, i quali per evidenti ragioni di igiene sarebbero altrimenti destinati al macero. Un 50% del volume della carcassa dell'animale ucciso è considerato sottoprodotto e diventerà pet food. Negli ingredienti a volte si legge "
derivati di carne o
farine di carne. Queste ultime indicano che la materia prima è derivata da un processo di riciclaggio,
la legge 15 febbraio 1963 n. 281 e sml le definisce "Prodotto ottenuto dal riscaldamento, dall'essiccamento e dalla macinazione della totalità o parte delle carcasse di animali terrestri a sangue caldo" , i derivati sono invece
"sottoprodotti provenienti dalla trasformazione del corpo di animali terrestri a sangue caldo" ovvero scarti di lavorazione di origine animale non meglio identificati. La cottura prevista per uccidere i batteri non elimina le endotossine rilasciate dagli stessi, con la cottura non sempre si annientano gli ormoni, gli antibiotici o i barbiturici usati come anestetici. In compenso le alte temperature raggiunte per le farine possono alterare gli enzimi e le proteine della "materia prima" riducendone il già scarso potere nutritivo
Inoltre l'industria deve rendere appetibile la poltiglia così ottenuta altrimenti chi tira fuori il portafogli cambia marca! quindi aggiunge grasso animale riciclato, olii troppo rancidi per essere destinati all'uso umano che vengono spruzzati su crocche, bocconcini e paté prima del confezionamento.
Fonte: www. terranauta. it
Metto un link
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j..._GG4CViagtzu0A
Dopo tutto questo sproloquio, ai miei per fortuna non piacciono paté, mousse e bocconcini quindi do sfilaccetti (anche se vai a sapere come sono prodotti) almeno si vede che roba è, e se c'è scritto gamberi o frutti di mare almeno si vedono! poi Acana e carne cruda decongelata