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Vecchio 01-07-2016, 12:57   #1
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iw1dov
Gattone
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Predefinito Come fu che Lina vinse alla lotteria

Ciao a tutti!

Voglio raccontarvi la storia di Lina, la micia che da due anni e mezzo condivide la mia casa.

Alla fine di agosto del 2013 torno a casa dalle vacanze e vedo una bella micetta, bianca a macchie soriano, nel giardinetto del mio palazzo. Sembra affettuosa: appena mi vede fa "prruutt" e si mette pancia all'aria. Mi avvicino: struscia il musetto contro le mie scarpe, ma quando mi chino per accarezzarla si ritrae sotto il balconcino dell'appartamento al pianterreno.
Penso che sia la nuova micia dei ragazzi di quell'alloggio: a inizio anno è mancato il loro persiano, che loro lasciavano appunto gironzolare nel giardinetto (non senza una buona dose di coraggio!!) quando ne aveva voglia. La saluto e vado a casa.

Passano i giorni e non vedo più la micia: mi convinco che fosse effettivamente la nuova pelosa dell'alloggio al piano terra.

Dopo due settimane dal primo incontro, tornando a casa, incrocio sul cancello un tizio che esce con un trasportino, o qualcosa di simile. Non l'ho visto bene: saprò poi che non era un trasportino, ma una gabbia trappola.

Ed ecco di nuovo lì la micetta: avrà un anno o poco più, è più affettuosa che mai. Ma le tapparelle dell'alloggio al pianterreno sono tutte chiuse: è evidente che sono via. Non è di sicuro il loro gatto. Incomincio a coccolarla: questa volta si lascia toccare, partono le fusa. Si lascia perfino grattare il pancino!!

E' evidente che è una micia di casa, persa da qualcuno, mi dico. Ho le borse della spesa: non mi posso fermare più di tanto. Decido di andare in casa a sistemare la spesa, ma tornare subito in giardino. Prenderò la gattina e la porterò a casa, poi metterò un avviso nell'androne; dev'essere per forza di qualcuno del palazzo: avrà voluto ficcanasare all'esterno ed è rimasta chiusa fuori.

Così faccio: tornato in giardino, la micia è ancora lì; coccole a profusione per una buona mezz'ora. Quando mi sembra pronta, la prendo in braccio: non si ribella. E' fatta: la porto a casa. In realtà, dopo un paio di minuti in braccio vuole scendere, ma capisco che non ha paura: se avesse voluto, mi avrebbe potuto disossare, invece protestava (vigorosamente), e basta.

"Spiacente, bella, è per il tuo bene", le dico: tengo duro e non la mollo finchè non siamo in ascensore; poi la faccio scendere.

Arrivati al mio piano, usciamo dalla cabina: lei inzia ad esplorare il pianerottolo. Io entro in casa, lasciando la porta d'ingresso aperta. Preparo tutto il necessario ad accoglierla: ho sempre l'occorrente a disposizione, per quando Isidoro e Carlotta sono ospiti a casa mia. Quando tutto è pronto, torno sul pianerottolo per vedere che cosa combina la micia: come mi vede, si dirige verso la porta di casa ed entra: vede subito una brandina che ho in soggiorno e si rintana immediatamente là sotto. Chiudo la porta, poi le porto cassetta, acqua e croccantini vicino al suo nascondiglio e la lascio tranquilla.

(segue)
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