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Vecchio 24-09-2016, 20:53   #6
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SerenaF
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Predefinito Re: Considerazioni generali sulla qualità del cibo industriale

Non vorrei sembrare polemica, perché il mio intento non è quello di contestare il post d'apertura che anzi condivido in linea di massima, ma di introdurre qualche considerazione controcorrente o alternativa per stimolare la discussione. E' verissimo che il prezzo elevato non è sinonimo di qualità elevata (vedasi Royal), che alcune cose tipo il "profilo nutrizionale ottimale" (sempre Royal) sono delle panzane da far accapponare la pelle, ma, andando in ordine sparso:

1) la zona grigia o fascia intermedia esiste eccome; ci collocherei tutte quelle marche che dichiarano una percentuale di carne totale tra il 50 e il 70%, ma senza specificare nel dettaglio gli ingredienti (tipo: Naturina Easy, Applaws paté, Animonda vom Feinstein, Schmusy, Taste of the Wild e financo le vaschette della Lily's kitchen, a dispetto del prezzo astronomico)

2) oggi ho dato alle befane una scatoletta da 200 gr di Feringa Menù carne al pollo (divisa in 2, che fa 100 gr a testa, cioé suppergiù 2/3 della loro razione quotidiana di umido); a pranzo, successone, mai visto ciotole così pulite, a cena Edhel l'ha rifiutata, nonostante avessi richiuso la lattina con coperchietto ermetico e l'avessi tenuta a temperatura ambiente, perché a loro fredda di frigo non piace. Perché ve lo racconto? Perché non sempre "andate sui formati grandi e affamate i vostri gatti" può essere la soluzione di fronte al prezzo non basso delle bustine di Feringa o Granatapet (quest'ultimo tra l'altro qua fa schifo in tutti i formati). Io- e non credo di essere l'unica- non me la sento di affamare Edhel che è già sottopeso e quindi sono mio malgrado costretta a comprare formati piccoli, privandomi tra l'altro della possibilità di acquistare prodotti a mio avviso di qualità ottima (Terra Faelis, O' canis for cats, Feringa menù carne, che è un monoproteico disponibile solo nel formato da 200 grammi).
E' vero che, se si guarda il prezzo al kg, si spende di meno a comprare le scatolette da 200 gr o quelle da 400, ma se poi se ne deve buttar via la metà o più, allora tanto valeva orientarsi sul formato piccolo, se è nelle nostre disponibilità economiche.

3) si sente spesso dire anche da persone che ne sanno sull'argomento (Gerlinde ad esempio e io mi trovo d'accordo con lei) che è meglio un'alimentazione umida di qualità media, piuttosto che una secca di qualità ottima; se però io possiedo un gatto fetente che mi fa il gesto dell'ombrello di fronte a Mac's, Grau, Hermann's, Feringa, ecc..., mentre di secco spazzola tutto, mi trovo di fronte al dilemma (che per fortuna non ho mai dovuto affrontare) se sia meglio nutrirlo solo a Orijen o associando anche un umido di qualità media (mettiamo il solito Animonda o Mr Stuzzy). Che faccio? Secondo me è meglio dargli anche Animonda o Mr Stuzzy, ma ovviamente ciascuno è libero di dissentire.

4) Ci sono i gatti che sono ormai anziani (più di 15 anni) e che hanno mangiato tutta la vita un cibo magari non ottimo, sono legati a quello che non gli ha mai dato problemi e si rifiutano di mangiare altro (e magari sono pure sottopeso o con un principio di IRC, per cui meglio che mangino qualunque cosa anche se l'etichetta è da museo degli orrori, piuttosto che digiunare) oppure quelli che devono per motivi di salute mangiare un medicato- e lo sappiamo tutti che i medicati sono delle schifezze da un punto di vista qualitativo- ma quanti tra noi se la sentono di dare un cibo che sulla carta è migliore, ma che magari contiene troppo fosforo/magnesio/rame per la patologia da cui il nostro gatto è affetto?

5) condivido anche quello che dice Mirrina sul cibo industriale, da cui comunque non mi schiodo , ma essendo riuscita a portare Edhel da un emetismo piuttosto ricorrente ad un vomito sporadico somministrando cibi industriali con tutte le loro integrazioni arcane, poi mi piglia a male quando devo bilanciare un mucchietto di carne e frattaglie con il Felini o con il guscio delle uova in polvere.
Poi ci sono casi (come quello del gatto di Alimiao o della Pippi) in cui invece è proprio il passaggio ad una dieta casalinga (senz'altro più sana) ad aver risolto gran parte dei problemi, ma io non me la sento di fare un passo simile con Edhel perché con una dieta di questo tipo non riuscirei a dosare bene le integrazioni e ritengo che invece sia proprio quella la chiave del suo miglioramento.

6) Sui cereali io sono più possibilista, sia perché il grain free non è necessariamente sinonimo di qualità e nella categoria si trovano sì cibi eccellenti come Orijen, Acana, Carnilove, Nutrivet..., ma anche delle cose inconcepibili come Hill's Ideal Balance No Grain, Exclusion Pork and Potato o Hill's D/D cervo & piselli, e sia perché in modicissima parte i cereali possono trovarsi nello stomaco delle prede del gatto, anche se potremmo giustamente obiettare che in questo caso sono già pre-digeriti. Certo il 5% di cereali è già troppo, ma un 2-3% a mio avviso ci può ancora stare.

Quello che voglio dire è che è giustissimo quello che scrivete, ma ci sono tante situazioni contingenti che possono portare (più o meno a malincuore) ad orientarsi su un cibo di qualità non top e non perché vogliamo male al nostro gatto, ma perché la dieta dei nostri mici è frutto di un accomodamento tra quello che sappiamo, quello che possiamo permetterci e quello che loro accettano di mangiare (oppure quello che siamo disposti a fare perché loro accettino di mangiare ciò che offriamo loro). Non sempre il compromesso raggounto si attesta su Hermann's o Natures:menu, a volte ci si deve accontentare di Schmusy.

Ultima Modifica di SerenaF; 24-09-2016 at 20:55.
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