Re: Allevatori, benessere del gatto e zooantropologia
Beh, mi sembra evidente che l'allevamento, la selezione (e l'addestramento) di esemplari vuoi per determinati compiti (caccia, corsa, guardia alle greggi, difesa), vuoi sulla base di criteri estetici, sia piuttosto antitetica al modo di concepire e relazionarsi all'animale proprio della zooantropologia. Anche l'uso dell'animale per sport o per passatempo (quindi la monta a cavallo non competitiva, la semplice passeggiata) non è in linea con una considerazione dell'animale in termini di partner dialogico da concepirsi nella sua alterità specifica (quindi al di fuori di qualunque rappresentazione antropomorfica) quale quella propugnata dalla zooantropologia, perché a prevalere in questo caso è il mio divertimento (non credo che il cavallo smani per portarmi in giro sulla sua groppa).
O ho capito male?
Preciso inoltre che il mio rifiuto/perplessità della zooantropologia parte da ragioni teoriche, ovvero io non credo che si possa studiare, conoscere e pensare l'animale (un qualsiasi animale) al di fuori di ogni categorizzazione e ogni umanizzazione. Credo però che non per il fatto che lo si categorizza e lo si umanizza in una certa misura (non sto a ripetere ogni volta i miei pipponi), l'animale diventi oggetto o peggio ancora strumento piegato al volere umano.
Ultima Modifica di SerenaF; 01-03-2017 at 23:10.
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