Discussione: Gatta scappata di casa
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Vecchio 30-04-2019, 21:08   #21
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damasco
Cucciolo
 
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Predefinito Re: Gatta scappata di casa

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Ciao damasco, se non fosse successo l'altro ieri sarebbe successo un altro giorno qualsiasi. Non penso quindi ad una situazione infelice o favorevole per un suo ritorno perché incontrare Bali era solo uno degli eventi probabili, Bael sa che lì da qualche parte c'è Bali e la vede come la peste, ha saggiato la sostenibilità del fatto in una situazione di fame (forse, non possiamo esserne certi) e non dimentichiamo la competitività di Bali in merito al cibo. Bael non intende competere per il cibo perché filogeneticamente il gatto consuma da solo le piccole prede che cattura e non è disposto a condividerle con i consimili. Bali per questo consuma anche il cibo che non è suo (se non ricordo male), sono due facce della stessa medaglia.
Per questo è meglio che i gatti mangino ognuno per fatti suoi.
In casa inevitabilmente e involontariamente sfidiamo l'adattamento evoluzionistico del predatore solitario (per inciso, in questo caso adattamento inteso come ad+aptus ossia idoneo ad essere ecc), col risultato che se non lo vediamo nel contesto stesso, si rileva facilmente due o tre ore dopo, due o tre giorni dopo e via dicendo, mentre entrano in competizione tra loro per un nonnulla e ci chiediamo come mai e le consideriamo zuffe o evitamenti di poca importanza.

Non ho letto gli studi a cui ti riferisci, ma ci considero come facenti parte del territorio sotto forma di vita ma non di vitale importanza. Certo, per un gatto nato e/o cresciuto in casa, siamo più importanti in quanto manca di competenze.
Nonostante gli etologi asseriscano che anche un gatto vissuto sempre in casa sia in grado di riprendere la sua vita da felino solista -ed questo consiste il concetto di "domesticazione in corso"-, personalmente non ho nessuna voglia di metterli alla prova e, alla Enzo Jannacci, vedere di nascosto l'effetto che fa.
E' vero che assieme ad altre motivazioni assecondiamo la loro motivazione et-epimeletica ed è anche vero che nella loro espressione di socievolezza probabilmente ci preferiscono ai loro consimili, ma il loro territorio deve essere sicuro ed affidabile secondo i loro canoni, con margini di variabilità gestibili secondo la storia formativa di ognuno di loro.
La soggettività è flessibile ma ad un prezzo per loro considerato ragionevole e la ragionevolezza varia al variare dell'ontogenesi. Entrano perciò in ballo molti altri fattori che qui sarebbe impossibile valutare.
La socievolezza del gatto che si esprime con la convivialità è questione di territorio, ossia di sicurezza ed emozioni che affiorano in quello spazio
Ciao Aletto.
Prendo atto di ciò che scrivi, e sò che hai perfettamente ragione riguardo l' interpretazione della mente del gatto.
Altresì credo che con medesima facilità, per quanto possa non essere questa la sede per dibatterne, tu possa cogliere il senso di "delusione" (passami il termine!) che soffia dentro la mia...
In passato avevo già avuto altri gatti (anche simultaneamente) e, grosso modo, il loro atteggiamento si era sempre allineato a quello di Bali.
Vale a dire: una innata indipendenza che non andava però a scapito della continuità.
Ciò che, al di là di ogni sforzo razionale, capisco ma fatico ad accettare è proprio: l'abbandono.
Sopratutto in virtù del fatto che Bael sembrava una gatta nata per vivere in casa: sono anni che la vedo girovagare nei dintorni, entrare nelle case dei vicini, cercare contatti con gli umani... oltretutto con scarsi successi, sopratutto a causa dell' arcaica ma radicata superstizione che dal lontano Medioevo, in Italia, discrimina il gatto dal manto nero.
Ricordo comunque bene che nel corso del nostro primo approccio, si era subito lasciata accarezzare, e dopo pochi attimi, stava già sdraiata sul dorso mostrandomi la pancia.
Quando iniziò a frequentare la mia casa con regolarità, passava la maggior parte della giornata tra le mura domestiche: mangiava, dormiva, giocava da sola col tiragraffi, oppure con me. Usciva qualche ora, poi rientrava; con regolarità; ad orari ben precisi; puntuale come un orologio svizzero.
Percepivo che questa nuova dimensione la rendeva serena, per non dire felice.
In virtù di tutto questo, mi ero convinto che da qualche parte avesse, o avesse avuto, un padrone.
Certo, Bali per lei ha sempre rappresentato un problema. Ma un problema che, a mio modesto parere, albergava più nella sua mente che non nella realtà dei fatti: Bali pretendeva sempre di mangiare per prima, questo è vero. Bali spesso si infilava (non ho mai capito se affettuosamente o dispettosamente) nella sua cuccia mentre lei dormiva, e questo a Bael non piaceva affatto. Ma, ti dirò, col passare del tempo avevo riscontrato una maggiore tolleranza. Quando scrivi che Bael "evitava lo scontro perchè il combattimento avrebbe potuto costituire un pericolo alla sua incolumità, nonchè un inutile spreco di energie", credo che tu descriva perfettamente Bael ed il Bael-pensiero....ed io, a mia volta, pensavo che sulla base di questo pensiero si fosse ormai stabilizzato il compromesso tra le due.
Tutto è infatti filato relativamente liscio fino al giorno del parto...

Morale...Bael non è tornata neanche oggi.
E se i primi giorni la vedevo vagare nei pressi di casa confusa e spaventata, ormai gli avvistamenti si sono pressochè azzerati.
E questo mi dispiace.
damasco non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima