Oggi anche Kodami, una rivista on line che si occupa in modo divulgativo, ma con la giusta precisione scientifica, del mondo animale, riprende la notizia del Felixer:
https://www.kodami.it/laustralia-ado...-biodiversita/
L'articolo è decisamente interessante, anche se batte molto, direi quasi esclusivamente, il tasto sulla necessità di limitare le specie "infestanti", per ridurre i rischi per la biodiversità. E snocciola numeri impressionanti.
Il punto è che gatti, volpi, conigli, pecore ed oggi persino cammelli, quasi tutti animali molto territoriali ed originari di aree lontanissime del pianeta, "in Australia non ci volevano venire", per citare "Totò Le Mokò": ci sono stati portati.
Dall'unica specie vivente realmente "infestante", che rappresenta il vero rischio mortale per ogni forma di biodiversità sulla Terra: l'Homo Sapiens.
Nel caso australiano, poi, la pervicacia, l'arroganza e l'insistenza nel ripetere sempre gli stessi errori, ha provocato nel corso degli ultimi due secoli un circolo vizioso da cui non si riesce ad uscire in alcun modo.
Più ci rifletto, più rileggo l'articolo di Kodami, e più penso che tutto sommato ha ragione Iska: la soluzione migliore è il "metodo Mc Intosh", e lasciar fare, per i successivi due o te secoli (almeno), alle sapienti mani di Madre Natura per rimettere le cose a posto.