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Vecchio 20-02-2019, 19:40   #30
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Muset2005
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Predefinito Re: L’incredibile intelligenza del gatto

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Grazie Muset2005 per questi spunti di riflessione

[...]

In effetti questo terzo punto è la ciliegina sulla torta
Vorremmo che i gatti cambiassero stile di vita e lo facciamo in tutti i modi, alterandone l'alimentazione, l'habitat, cinomorfizzandoli, portando in casa altri gatti, mettendo le pettorine, sgridandoli se salgono su un mobile, se fanno cadere oggetti......

Il nostro rapporto con i gatti è veramente strano. Cosa desideriamo dal gatto? Cosa siamo in grado di offrire che vada oltre le nostre motivazioni di specie?

Ci sarebbero tantissime cosa da dire, per il momento questi sono i miei pareri
Grazie a te Aletto di aver risposto, davvero interessante il tuo intervento; lo avevo letto già ieri ma volevo aspettare di essere al computer per commentare meglio.
Diciamo che leggere la frase che ho messo in grassetto mi ha riportato un po' indietro nel tempo, a quando avevo 10 anni e volevo tanto un gatto. Mia madre era molto scettica perché noi viviamo in appartamento e lei ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in un piccolo paesino, casa con grande giardino e pochi pericoli in giro, tanto che tutti i gatti erano liberi di scorrazzare per il paese. Ricordo di aver fatto le mie prime ricerche su internet (parliamo del lontano 2004) e di aver trovato diversi articoli in cui veniva spiegato che il gatto poteva vivere bene anche in appartamento e i miei alla fine si convinsero, portando nella mia vita Matisse, che è stato con noi per ben 13 anni e che ci ha lasciati lo scorso novembre.

Tutto questo per dire che mia madre aveva potuto vedere con i suoi occhi la vita del gatto indipendente, libero, che tornava a casa per assicurarsi il pasto dagli umani e farsi fare qualche coccola.

Nel primo capitolo del libro, che racconta l'evoluzione del gatto, viene spesso menzionata la poca chiarezza riguardo il passaggio da animale selvatico a animale domestico: in effetti, il gatto si è presentato nelle nostre vite come un utile cacciatore di topi e ci ha conquistati con la sua adattabilità e l'aspetto dolce.

Ma cosa ci aspettiamo dal gatto?

Spesso ci si presenta il paragone con il cane, inevitabilmente. Nel libro spesso l'autore cerca di spiegare come tendiamo ad antropomorfizzarlo, a proiettare su di lui pensieri tipicamente umani.

In ogni caso, io alla suddetta domanda non so rispondere.
Fondamentalmente non mi aspetto nulla, non mi sono mai aspettata nulla da nessun gatto. Se avessi un cane, mi aspetterei di addestrarlo, di portarlo a spasso e che mi fosse fedele. Dal gatto mi aspetto che si comporti come preferisce, che giochi spesso, che dorma spesso, che faccia le fusa (ma non è neanche detto!)... ma chi ha avuto gatti sa che ognuno è un universo a sé. Per carità, anche i cani hanno le personalità più disparate, ma da loro ci si può aspettare fedeltà assoluta al padrone perché la loro domesticazione ha una storia molto più antica rispetto a quella dei loro "cugini" felini.

Per concludere, l'autore del libro si chiede: come sarà il gatto tra 50 anni, se gli toglieremo la possibilità di cacciare gli uccellini e di comportarsi come ha sempre fatto?

Non so davvero rispondere, magari una volta terminato il libro potrò farlo. Il prossimo capitolo che mi attende è "Pensieri ed Emozioni", mi incuriosisce molto.


There are two means of refuge from the misery of life: music and cats.
Matisse sempre con me
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