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Vecchio 08-03-2017, 14:10   #23
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SerenaF
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Predefinito Re: alcune riflessioni sparse sui gatti di razza

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Originariamente inviato da morghi Visualizza Messaggio
Io sinceramente non ho mai sentito dire queste cose da allevatori di bengala
Morghi, questo è quello che scrive un'allevatrice di Bengala: "Il Bengal instaura col padrone un rapporto esclusivo e fortissimo, è un gatto che si presta all’addestramento ed all’uso del guinzaglio." E' vero che dice anche:"è quindi indispensabile non aspettarsi un gatto da divano. Il Bengal adora saltare, correre ed ha ancora un lieve istinto predatorio verso i piccoli animali, attenti quindi a canarini e acquari.", ma quanti capiranno, leggendolo, che il Bengala è un gatto-gatto anche per via della sua ascendenza, e non un cane travestito da leopardo in miniatura che puoi portare in giro al guinzaglio? E' vero che l'allevatore non è responsabile di quello che capiscono, o meglio fraintendono, i visitatori del suo sito, ma ormai nelle varie descrizioni mi sembra ci sia un appiattimento e un'omologazione davvero pronunciata, per cui i gatti sono tutti "speciali", "hanno un rapporto esclusivo con il padrone", "ti seguono come delle ombre"...

... Esempi (sempre tratti da vari siti di allevatori):
Maine Coon: Caratterialmente è simile ad un cane, cerca continuamente il contatto (anche solo visivo) ed è per questo che è molto difficile che il padrone resti da solo in una stanza.
Per attirare la sua attenzione, gli avvicina alcuni dei suoi giochi preferiti, o addirittura delle palline per giocare al riporto (questo gioco potrebbe durare delle ore!).
E' talmente affezionato al padrone che, con un adeguato addestramento, lo segue volentieri al guinzaglio anche nelle passeggiate.


Siamese: i siamesi sono spesso definiti "gatto-cane" perchè si legano al loro padrone in modo assoluto ... Questi gatti meravigliosi sono molto, molto affettuosi e dimostrano il loro amore continuamente, cercando coccole e contatto fisico con il loro umano... arrivano anche a "chiedere" le carezze con una voce particolare ... Questo gatto è un piccolo tesoro da custodire con cura e dedizione perchè ha tanto,tanto bisogno di coccole e non vuole mai star solo,

Scottish Fold: "Lo Scottish Fold o Highland Fold è un gatto tranquillo, si affeziona al suo padrone e lo segue ovunque... Ha bisogno di compagnia ed è un giocherellone: va lasciato solo il meno possibile. Si adatta a tutte le sistemazioni, anche se preferisce dormire vicino al padrone.

A questo punto, io comincio a non capire più le differenza (caratteriali) tra le varie razze: sono tutti gatti-cozza, che amano interagire e comunicare con il loro padrone, al punto da sembrare più cani che gatti, tanto che possono addirittura essere addestrati in qualche caso ad indossare guinzaglio e pettorina e a fare delle belle passeggiate.

@ Linguadigatto: le foto degli Sphynx tatuati sono tristemente vere!

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Originariamente inviato da flor
I gatti non hanno percezione di handicap. Quindi la valutazione che il gatto preferirebbe essere nato con il pelo non rientra nella sua sfera percettiva. Lui esiste e basta.
Vero; un gatto cieco non è cosciente della sua disabilità, non sa che gli altri vedono, così come un gatto con gli arti corti (il famoso Muchkin: eccolo) non sa che è uno svantaggio non riuscire a saltare (tanto mica vive in mezzo alla giungla e ha necessità di sfuggire ai predatori). Il problema è nostro, perché noi umani invece sappiamo che in generale l'assenza di pelo, la polidattilia, gli arti deformi, il prognatismo, le orecchie rovesciate o cascanti sono delle deformità in sé oppure si accompagnano a tare genetiche, e quindi: che senso ha selezionare quelle caratteristiche? Non dico curare un gatto che ne sia affetto, permettendogli di vivere una vita abbastanza lunga, ma proprio ricercarle e fissarle???

Un'ultima considerazione (anche questa random): volere un gatto con certe caratteristiche caratteriali o informarsi sul carattere e sulla storia di quel gatto dai volontari che lo hanno gestito è, a mio avviso, tutt'altro che reificazione, ma adozione consapevole: dei gatti che ho avuto fin qua, uno (Maktum) l'avevamo preso da una famiglia a scatola chiusa (mai scelta fu più infelice, perché lui adorava uscire e si trovava a vivere suo malgrado in un appartamento: la cosa curiosa è stata che secondo i precedenti proprietari era un gattino molto tranquillo che viveva benissimo tra quattro mura. Delle due l'una: o è cambiato passando dalla loro casa alla nostra o ci hanno mentito spudoratamente per darlo via) e altri 4 (Matabà, che era un maschio a dispetto del nome, Esmeralda, Chiquita e Sophie) li abbiamo raccattati in giro (nessuna possibilità quindi di sapere qualcosa sulla storia del micio, la sua indole, ecc...). Edhel è l'unica che abbiamo adottato da un'associazione e, vi giuro, che ci siamo fatti reciprocamente un terzo grado, loro per capire quanto la mia fosse una scelta consapevole, come l'avrei trattata, cosa le avrei dato da mangiare, quali misure avevo preso per rendere la casa a misura di gatto (sono pure venuti a ispezionarla ovviamente) e io per conoscere meglio la storia di questa gatta e cercare di capire se si sarebbe inserita bene in un ambiente di 3 persone adulte con un altro gatto all'epoca spumeggiante e tendenzialmente un po' bullo. Non l'ho scelta come se avessi dovuto scegliere una t-shirt (lì mi faccio guidare dal capriccio del momento e bon), ma, più o meno con i dovuti distinguo, come se avessi dovuto scegliere un partner, quindi ok l'aspetto fisico gradevole, ma anche il carattere e soprattutto l'affinità di interessi e stili di vita (nel senso che se io sono una pantofolaia doc, come in effetti sono, e incontro un uomo bellissimo, affascinante, spiritoso, intelligente, ma per il quale tempo libero e divertimento vuol dire correre, nuotare, arrampicarsi, andare in bicicletta, in barca, a sciare... beh, forse non è l'uomo per me, così come se io sto fuori casa 15 ore al giorno e arrivo a casa stanca morta, è inutile e poco proficuo che mi prenda un gatto, di razza o meno, per cui è importantissimo passare il tempo con il padrone e che reclama attenzioni continue, mi prenderò un gatto di indole riservata, indipendente, che non soffre particolarmente la solitudine). Secondo me molte relazioni e molte adozioni falliscono perché non si fanno e non ci si fanno domande e perché si segue più che altro il cuore o gli occhi e non la testa, poi che non ci siano algoritmi per decidere a priori se due persone o una persona e un gatto staranno bene insieme è verissimo, ma secondo me occorre chiedersi se quel gatto, al di là della bellezza, è davvero quello che fa per me. Ad esempio, ad essere totalmente onesta, forse per me sarebbe più adatto il Birmano che, da quello che ho sentito, è più tranquillo e riservato che non un Maine che è più "appiccicoso" in senso buono, però il Maine coon è il Maine coon
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