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Vecchio 12-05-2019, 18:51   #10
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Aletto
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Sono in ritardo? Se sì cancellate il post

Innanzi tutto, grazie Muset!
Poi vorrei dire che uscire dell’antropocentrismo è difficile. Almeno per il momento secondo me, lo si può fare a sprazzi ma non avere continuamente una percezione decentralizzata rispetto al nostro essere.

Siamo da sempre abituati a servirci di quello che ci offre la natura in modo più o meno consapevole e quando parlo di modo “meno consapevole” intendo la sensazione innata che sia normale fare alcune cose che vanno dall’utilizzo di alcuni animali come compagnia ed altri come cibo (normalissimo vero? E non sono vegana!), all’utilizzo di alcune piante come ornamentali (la scelgo solo perché è bella o perché fa dei bei fiori) ed altre come cibo. Tutto normale. Tutto normale? Forse no, forse dovremmo considerare diversamente il valore di queste identità di cui ci serviamo quotidianamente.
Partiamo da un presupposto abbastanza duro da mandar giù: "l’antropocentrismo è quel sistema metafisico secondo cui una particolare specie, Homo Sapiens, abbia un qualche tipo di relazione privilegiata con gli oggetti del mondo."(Leonardo Caffo)

Torno sugli stermini di massa.

Siamo in un periodo destabilizzante per il pianeta, non è il gatto a far danni, purtroppo è l’homo sapiens (così ci siamo autodefiniti).
Ci sono state cinque crisi fondamentali a partire da 500.000.000 di anni fa. La biodiversità è andata calando vertiginosamente con piccoli picchi di ripresa.
Qui si vede bene, le frecce gialle indicano le cinque crisi fondamentali nell’ambito di perdita di biodiversità, le frecce blu indicano quelle meno drammatiche:
https://www.google.com/url?sa=i&sour...57759768806154

250.000.000 di anni fa fu drammaticissima, 65.000.000 di anni fa si sono estinti i dinosauri e parecchie altre specie. Le cause più o meno le conosciamo: cambiamenti climatici, asteroidi eruzioni vulcaniche e così via nel tempo. In quei tempi non erano presenti primati ed ominidi. Secondo i paleontologi c’era uno schema con tre elementi comuni, ossia cambiamento climatico accelerato, alterazione della composizione dell’atmosfera, il terzo elemento comune è lo stress ecologico molto forte e veloce, tale non poter essere assorbito ed elaborato dalla vita presente sul pianeta. Queste tre condizioni tutte assieme formano la tempesta perfetta.

https://ai2-s2-public.s3.amazonaws.c...-Figure2-1.png

L’elemento presente nella sesta estinzione che determina stress ecologico non è né un asteroide né un vulcano, ma è homo sapiens. Negli ultimi cinque secoli solamente l’uomo ha lasciato un’impronta geologica e geofisica tale da nominare questo periodo come Antropocene.
Deviamo corsi di fiumi, deforestiamo, aumenta la desertificazione, immettiamo anidride carbonica ed altri gas tossici, immettiamo animali estranei alla fauna locale, estraiamo combustibili fossili, consumiamo acqua, cresciamo di numero………
Il termine Antropocene ancora non è ufficiale, ma solo perché non si mettono d’accordo su quando farlo iniziare, probabilmente lo faranno cominciare a partire dal fallout radioattivo del 1945 perché è una firma drammatica, geologica, che si riscontrerà anche tra 10.000.000 di anni.

Questo è quanto sta succedendo, si vede bene quanto è veloce il cambiamento e, aggiungo, quanto sia difficile la reversibilità di questi valori:

https://www.google.com/url?sa=i&sour...57762539866841

Tornare indietro non si può, ma, secondo Edward Wilson considerato un padre della biodiversità, ci si può fermare salvaguardando il 50% della terra (oceani inclusi), ora siamo al 18%.

Rodolfo Dirzo, Stanford University, studioso di ecologia evolutiva delle interazioni tra specie, ha recentemente coniato il termine “defaunazione”:
"Tra i vertebrati terrestri, 322 specie si sono estinte dal 1500, e le popolazioni delle restanti specie mostrano un calo medio del 25% in abbondanza. Gli schemi degli invertebrati sono ugualmente disastrosi: il 67% delle popolazioni monitorate mostra un calo medio dell'abbondanza del 45%. Tale declino degli animali avrà influenza sul funzionamento degli ecosistemi e sul benessere umano. Molto rimane sconosciuto su questa "defaunazione antropocenica"; queste lacune nelle conoscenze ostacolano la nostra capacità di prevedere e limitare gli impatti sulla defaunazione......"

Homo sapiens sta distruggendo il proprio ambiente e sta arrivando al punto di non poter più sopravvivere dignitosamente. La specie umana sembrerebbe la prima specie autominacciata. La sfida è quella di riuscire a garantire lo standard di benessere attuale, non di migliorarlo.

Durante le estinzioni di massa quasi mai i dominatori del periodo precedente sopravvivono nel successivo. E noi siamo i dominatori di questo periodo.

La terra ha visto periodi più caldi e più freddi, ma mai si era verificato che la causa potesse essere una sola sola specie (ma con circa sette miliardi e passa di individui!)

I dati che ho riportato sono stati esposti da Temo Pievani che a sua volta li ha evidenziati in conferenza. Appartengono a pubblicazioni su Science e su Nature, non sono riviste di militanza ecologica -alle quali non voglio con questo togliere credibilità-, ma sono le riviste scientifiche più autorevoli, gli articoli subiscono fino a tre severe revisioni prima di essere pubblicati. Possiamo considerarli attendibili ahimé

Capisco che homo sapiens se la prenda ora con una specie e poi con un'altra, poi con i lupi
e poi sarà il turno del gambero della Louisiana e chissà quanti altri animali. Vedere la trave nei propri occhi è difficile anche se ce lo fanno notare.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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