[Iska]

Anche per me quel veterinario è un soggetto socialmente pericoloso, e anche tanto.

Riguardo al commento del neurochirurgo non posso che concordare.
Oggi è indubbiamente più difficile di ieri esercitare la professione medica.
Un tempo il dottore era circondato da un'aura, quasi fosse un dio in terra, perché riusciva a guarire; quando il paziente moriva era il dio del cielo che l'aveva chiamato a sè...
Si riponeva la pressoché totale fiducia nel medico e nel prete.

Per fortuna è venuto meno quel timore reverenziale verso il medico; non siamo più disposti a subire e tacere se qualcosa non ci convince.
Ed è una buona cosa.
Il rovescio della medaglia è che non siamo diventati più intelligenti, ma solo più furbi.
Si sta lì attenti a cogliere chiunque in fallo, con l'avvocato già in caldo e il baluginare di risarcimenti milionari.
E la reazione dei medici è la medicina difensiva, ed è comprensibile.

Tirando le somme, ho l'impressione che abbiano perso tutti: il malato, il medico, la Medicina.

Sì, oggi la terra non copre gli errori come in passato, ma forse è perché possiamo vedere solo quella che in mare chiameremmo "punta dell'iceberg".
Da ragazza ho rischiato di diventare uno dei tanti errori sepolti; ce l'ho fatta non grazie ai medici, ma alla mia fibra robusta.
Anche un mio familiare aveva rischiato di andare a vedere l'erba dalla parte delle radici; si è salvato, ma non grazie ai medici.
Grazie a me.

Non si è invece salvato un mio gatto, vittima dell'incompetenza di due veterinari, e che non ho saputo e potuto aiutare perché ero ancora troppo ignorante.

Queste emozioni negative hanno lasciato il segno, mi hanno reso fondamentalmente diffidente verso la classe medica in generale e mi hanno spinto a cercar di conoscere, pur con i paletti dei tanti miei innegabili limiti, una materia che mi ha sempre affascinato.