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Vecchio 23-06-2023, 12:54   #8
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leucio
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Predefinito Re: Dubbi su gattina appena arrivata

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Originariamente inviato da Mimas Visualizza Messaggio
... So che il gatto non è il cane, ma vorrei davvero tanto poter condividere con la micia le mie uscite come facevo con i cani la paura è che anandosene da sola possa finire predata piuttosto che investita, comunque vedrò quando cresce e dopo la sterilizzazione...
Non mi piace fare la parte del guastafeste, però penso che sia praticamente impossibile che tu possa condividere le passeggiate che facevi in natura con i tuoi cani anche con Runa.
Per quel che può valere, ti racconto brevemente la mia (piccola) esperienza in proposito.
Abito accanto a un bosco di castagno enorme, che abbraccia un'intera collina, e quando tre anni e mezzo fa ho preso con me Averno, reduce da un brutto incidente, ho coltivato lo stesso sogno che adesso accarezza i tuoi pensieri. Come sarebbe bello andarcene insieme a passeggio nel bosco! Il massimo che sono riuscito ad ottenere è stato percorrere insieme un centinaio di metri lungo un sentiero appena accennato. Poi, lui si è fermato e non ne ha voluto sapere di andare oltre. Aveva perso il contatto visivo con la casa, e la sua mappatura del bosco era ancora troppo limitata per consentirgli il rischio di avventurarsi in terre ignote.

Eppure, considera che abbiamo un legame molto speciale. Abbiamo fatto amicizia quando lui ancora viveva per strada, in una colonia non censita, e questo fatto è stato davvero utile per capire tante cose su cosa fare e cosa non fare, partendo dai ricordi (allora particolarmente vividi) di come avevo visto "mamma gatta" comportarsi con i cuccioli quando li lasciava liberi di giocare nel parcheggio della mia ex sede di lavoro.
Quando l'ho portato nel giardinetto sotto casa, tutt'altro che sicuro per la presenza di un cane stanziale e molti altri di passaggio, ho cercato di imitare, per quanto possibile, il comportamento della gatta. Mentre i cuccioli giocavano, lei controllava la situazione dal tetto di un Defender (lavoro in una società che fa, tra le altre cose, l'antincendio boschivo): un posto alto, per controllare meglio la situazione; sufficientemente vicino ai gattini da poter intervenire tempestivamente in caso di necessità, ma anche sufficientemente distante da lasciargli tutto lo spazio di cui avevano bisogno per esprimersi liberamente; posizionata in modo tale da essere tra i gattini e l'unica via da cui potevano venire pericoli.

Cercando di rispettare queste semplici regole che mi aveva involontariamente insegnato "mamma gatta" (che insieme ad Averno è stata la mia prima maestra: prima di lui non avevo mai vissuto nemmeno con un pesce rosso), ho sempre accompagnato Averno nelle sue passeggiate in giardino, badando bene a non mettergli pressione, perché la sua esplorazione ed il suo gioco fossero i più liberi e gratificanti possibili, e perché potesse realmente "impadronirsi" del giardino.

Gli ho solo impedito, con l'interposizione del mio corpo, di andare a ficcarsi in posti pericolosi, e quando di sua iniziativa si è spinto nel bosco (anticipando un mio desiderio), ho ripetuto lo schema, con le varianti che la diversa conformazione del territorio imponeva.
Non ho mai pensato di essere io a decidere cosa dovesse fare o dove dovesse andare: l'esperienza del bosco serviva a lui per acquisire e sperimentare le sue competenze, per affinare i suoi sensi, per esplorare e scoprire, per giocare liberamente con la natura e nella natura. Io, nei limiti del possibile e delle mie capacità ero presente, alla giusta distanza, per offrirgli sicurezza e tranquillità (le prime volte, se io non lo seguivo nel bosco, lui tornava immediatamente indietro, e se mi perdeva di vista si metteva a miagolare come un disperato).

Parlo al passato dell'esperienza del bosco perché ho dovuto responsabilmente porre termine a queste sue meravigliose scorribande: piano piano, acquisendo sicurezza e mappando sempre più dettagliatamente il territorio, si è spinto a passeggiate in solitaria che eccedevano le quattro ore. Io vivo da solo, non posso garantirgli una via di entrata e di uscita autonoma dall'appartamento, e non posso passare tutto il giorno giù alla palazzina con una mazza in mano per tenere a bada i cani che rischia di incontrare al rientro, perché comunque lui ha avuto una frattura all'attaccatura anca/femore che ne limita mobilità e velocità, ma soprattutto gli preclude la possibilità di arrampicarsi sugli alberi. Abilità questa che in caso di brutti incontri gli può salvare la vita.

Fortunatamente Runa non ha di questi problemi, grazie a dio. E noto con piacere che anche tu stai cominciando ad imparare da lei, dalla relazione che state costruendo, a capire quanto può essere bello condividere la propria vita con un gatto.
Spero che in qualche modo questo lungo "polpettone" ti possa essere utile.
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