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Vecchio 24-08-2019, 09:40   #1
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Buio: cosa ho sottovalutato

Ho sottovalutato la sua quasi sempre malriuscita necessità di imporsi sugli altri due nei momenti di convivialità
Ho sottovalutato l’effetto emotivo di queste sconfitte ed ho sottovalutato l’effetto emotivo di altre vittorie
Ho sottovalutato, di conseguenza, gli effetti che ha su lui quest’altalena emozionale

Vivo con un gatto insicuro anche quando si impone sugli altri
Vivo con un gatto insicuro perché da me ha ricevuto anche le sgradevoli cure ed attenzioni quando aveva il diabete
Vivo con un gatto che quando mi avvicino non sa mai cosa lo aspetta: carezze, trasportino, integratori o una “chiacchierata” perché non può più leggere facilmente il mio linguaggio del corpo che ho dovuto modificare per poterlo aiutare

Ma soprattutto ho sottovalutato la sua abitudine e necessità di appoggiare la sua testa e/o una sua zampa sulla mia caviglia quando andiamo a dormire


Perché racconto tutto questo?

Perché volendo andare da mia figlia che non vedevo da mesi, son dovuta star fuori per due notti con annesse le due mezze giornate per andare e tornare in città. Lui, a differenza degli altri due, non può mangiare croccantini.
L’ho portato da una volontaria con la sua dieta ferrea, la sua cassettina e sua sabbietta, tiragraffi di cartone ed il suo gioco preferito.
Uscito dal trasportino in un ambiente sconosciuto ho visto un gatto terrorizzato che si è subito nascosto tra una poltrona ed il muro. Ho provato a chiamarlo con tranquillità sperando che almeno la sua testa facesse capolino mentre la volontaria continuava a parlare seppure con grande discrezione. Ma per lui era troppo.
Dopo un po’, sconfitti tutti e due, sono andata via per andare da mia figlia portando con me l’angoscia che lui stava vivendo.

Varie telefonate con lei durante i più di due giorni.
Non mangia, non lo vedo, non fa pipì, ha mangiato durante la notte, ha fatto pipì, era sul davanzale ma quando mi ha visto è scappato dietro la poltrona.

Ieri son tornata e per farlo uscire da dietro la poltrona ho chiamato gli altri due oltre a lui come faccio sempre a casa, lei mi chiede perché chiamo anche gli altri, io le chiedo di lasciar fare a me.
Dopo un po’ infatti lui mi risponde da là dietro, dopo un altro po’ esce allo scoperto e lo accarezzo parlandogli. La volontaria (persona veramente dolce e squisita, grazie a lei ero tranquilla ed ho potuto vedere mia figlia) pensando che fosse cosa fatta si alza per uscire dalla stanza, ma per Buio non era cosa fatta e schizza a rintanarsi.
E si ricomincia daccapo. Chiamo gli altri due e lui, e Buio miagolando dopo un po’ esce da là dietro. La volontaria dice: prendilo subito. Io le rispondo senza guardarla, ma come parlassi a lui continuando ad accarezzarlo, no, voglio che sia più tranquillo prima di rifilargli un altro stress. Poi lo prendo, lo metto nel trasportino e torno a casa con lui che tra cassettina, lettiera avanzata, tiragraffi di cartone, cibo avanzato e topolino aveva più bagaglio di me.

La sera, sul letto, appoggia la sua testa e la zampina sulla mia caviglia e si addormenta.

Ho sottovalutato il significato di questo gesto quotidiano, cosa lui mi dice appoggiandosi a me. Non è abitudine piacevole o necessità di contatto. O forse è anche questo, ma anche, perché soprattutto è segno della sicurezza di cui ha bisogno e mi chiede. Sempre.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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