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Vecchio 19-06-2020, 10:42   #21
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Predefinito Re: Pipì e ancora pipì... stesso posto, stessa ora

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Parlando tra di noi e con i “proprietari” di altri gatti, la paura più grande è la morte del gatto o la perdita del gatto. Fino ad una ventina di anni fa, non era così. Con l’avvento dei social questo è diventato un amplificarsi di questo sentire comune, come quasi fosse un contagio, impedendo di fatto al gatto di esprimere il comportamento di specie.

Gradualmente per il gatto le cose hanno preso questa piega dovuta alla paura della perdita, della morte, del male, pensando solo ai gatti morti, ai gatti in pericolo, ai gatti abbandonati, ai gatti che hanno bisogno di noi ecc, e mai a quanti gatti invece vivono la loro vita tanto quanto gli altri animali, noi inclusi, che fatichiamo per vivere, per lavorare e guadagnarci il pane: è un fenomeno sociale dell’ultima manciata di anni, la narrazione del caso peggiore.

La tua gatta e molti altri ci stanno dicendo altro tramite il comportamento e le malattie psicosomatiche dovute a quello che noi pensiamo sia la salvezza per loro, considerando come trascurabili le problematiche che loro sviluppano, e focalizzandoci sulle pipì, sul fatto che fanno cadere i soprammobili, sul fatto che fanno le unghie sul divano e non sul tiragraffi, che si arrampicano sulle tende distruggendole e via dicendo. Tutti argomenti che spostano il focus dal disagio del gatto al nostro: cavolo, mi rompe tutto, mi piscia ovunque, mi rovina gli infissi, ho speso un sacco di soldi in giochi e giochini che ignora.

E’ ovvio che, se riportiamo l’attenzione sul gatto, ci si pone il dilemma di ovviare una nostra motivazione ben radicata nella nostra specie, ossia evitare l’accudimento a 360° giorno e notte perché è quello che ci rendiamo conto che ci sta chiedendo

Gli stessi professionisti, veterinari e comportamentalisti, spesso invitano a correggere il tiro con farmaci/nutraceutici ed arricchimento ambientale contribuendo a dare un’immagine del gatto piuttosto lontana dalla realtà. Il gatto si è calmato, si è abituato, e mai pensiamo che invece abbia ha ingoiato il rospo.

I pericoli ci sono, è vero, ma ci sono per tutti
Ti hanno già detto di mollare la pettorina, parole sante!

Cosa le è passato per la testa? Di conoscere la vita, di evitare lo scontro, di pattugliare un territorio dove sentirà gli odori di Klimt, e dove avrà gli stimoli propri della sua specie per tornare ad essere se stessa.

Ti costerà fatica e stress Leny, ti porrai mille domande, le risposte te le darà la micia
Quoto questo intervento finanche nelle virgole.
Verissimo, ho notato anche io come il desiderio di sicurezza verso i gatti sia aumentato con l'utilizzo dei social e l'amplificarsi di timori e ansie condivisi (sarà la mia allergia ai social che non mi fa essere ansiiosa in tal senso? ;-)) scherzi a parte, nessunissima provocazione per carità, per me che ho sempre fatto uscire i miei gatti l'idea che un giorno potesse succedere loro qualcosa fa semplicemente parte dell'ordine naturale delle cose.
Nel caso, ed è successo, ci sarebbe il dolore, la perdita, ma il rimpianto per aver fatto sì che semplicemente il gatto fosse gatto, quello Mai, non per me.
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