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Vecchio 01-11-2023, 13:21   #23
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BobTheCat
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Predefinito Re: Capretta uccisa a calci durante una festa di compleanno

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Originariamente inviato da Iska Visualizza Messaggio
Per chi non ancora non lo sapesse, ecco cos'è accaduto ad Anagni una notte di fine agosto

https://www.lastampa.it/la-zampa/202...tta-412851189/

Non commento la vicenda perché non riesco a trovare le parole adatte.
Non ho guardato il video e non lo guarderò, fa già troppo male leggere.

Al seguente link l'editoriale oggi reso disponibile anche per i non abbonati:
https://www.lastampa.it/editoriali/l...etta-13025349/

Per chi non riuscisse a vederlo, copioincollo l'articolo in questione.

"Editoriale de "La Stampa" di Caterina Soffici
04 Settembre 2023 alle 01:00

Nessuna scusa per chi uccide una capretta
(ansa)

Non ci sono scusanti. Se fai una cosa grave, poi ne paghi le conseguenze. Nel caso della capretta uccisa a calci per divertimento da un gruppetto di ragazzotti ad Anagni, la questione si carica di ulteriori significati, anche simbolici. Perché oltre all’atto di violenza, un atto grave che verrà perseguito penalmente, i ragazzotti indagati (dodici in tutto, di cui cinque minorenni) hanno postato il video sui loro canali social. Video disturbanti, come sono tutti i video dove si mostra violenza senza alcun segno di empatia verso la vittima. Li hanno diffusi loro i video (e potrebbero essere indagati anche per diffusione impropria del video sui social), non c’era qualcuno che filmava a loro insaputa. Si sono ripresi mentre i compagni incitavano a continuare, mentre ridevano sguaiati e poi li hanno mandati in rete. Volevano vantarsi della loro crudeltà, forse pensavano di suscitare stupore e ammirazione, di ottenere qualche visualizzazione e like in più. Ora si lamentano della gogna pubblica.

Non funziona così. Se la cosa grave la posti sui social, il tuo diritto a chiedere il rispetto della privacy perde efficacia, è limitato dall’atto che hai compiuto, perché sei stato tu il primo a uscire dall’anonimato. La gogna pubblica è una cosa che hai provocato tu.

Tutta Italia sa e ha visto quello che hanno compiuto i ragazzotti di Anagni contro la capretta perché sono stati loro a volerlo. Ora le famiglie e il paese si arroccano in difesa dei gaglioffi, con l’atteggiamento tipico della provincia che non ama finire sotto i riflettori, soprattutto se i gaglioffi sono figli di politici, di funzionari comunali, perfino di un poliziotto. La rete, quella che i ragazzotti hanno usato per diffondere le loro vili gesta, ha reagisce come reagisce la rete, con una violenza che viene dalla pancia. “Subumani”. “Mi fate schifo”. “Nessuna giustificazione, siete assassini”. L’ashtag #fuoriinomi è diventato virale.

Gli attivisti animalisti che hanno manifestato contro di loro, i nomi li hanno fatti. Hanno mostrato i nomi e le foto dei due diciassettenni indagati. Sotto la foto hanno scritto: “Sono l’assassino della capretta ovvero un infame!”. Si può discutere sull’opportunità di rendere pubblica la foto di un minorenne, ma la sostanza rimane: la gogna pubblica se la sono cercata ed è il minimo che ci si possa aspettare in un caso come questo.

Uno dei due ragazzi dice ora: “È una storia che mi fa stare tanto male. Ho paura delle minacce ricevute e delle offese che circolano sul web. La notte non riesco più a dormire più”. È già l’inizio di qualcosa, una prima presa di coscienza di quello che ha compiuto. Si cresce quando si capisce che a una azione corrisponde una reazione, che non possono sempre essere la mammina o il paparino a parare i colpi, anche se ad Anagni qualche genitore si è subito schierato dalla parte dei figli. Sono solo ragazzi. È stata “solo una goliardata”. Una madre ha scritto una lettera per dire che la capretta era già agonizzante, che i calci sono arrivati quando era già morta. Un padre: "Tutti bravi a criticare, ma vedrete che la realtà è ben diversa e presto la conoscerete”. Un altro genitore ha detto di aver interrogato lui il figlio e che è innocente. A quanto pare il caso La Russa jr. non ha insegnato niente. Esiste invece un principio di responsabilità che andrebbe insegnato ai ragazzi e i primi ad applicarlo dovrebbero essere proprio i genitori. A diciotto anni (o giù di lì) non si può essere inconsapevoli. E non puoi non capire che se esponi sui social le tue azioni efferate, la reazione non potrà che essere altrettanto efferata e potrai lamentarti solo con te stesso."


Agli autori materiali, senza distinzione di età anagrafica, a chi assisteva senza far nulla, a chi incitava e si divertiva, agli adulti presenti alla festa, ai genitori che difendono a spada tratta i loro figli, a quei cittadini di Anagni che si sono schierati dalla parte degli assassini, a tutti loro auguro di vero cuore il peggio del peggio nella vita e nella morte.
Che mostri. Lo dico liberamente. Che mostri.



Ah sabbadah!
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