Visualizza messaggio singolo
Vecchio 06-06-2019, 16:16   #8
Profilo Utente
CharlieRed
Cucciolo
 
Utente dal: 05 2019
Regione: Puglia
Sesso: Donna
Gatti: 2
Messaggi: 62
Predefinito Re: Piccolo sfogo-bisogno di ascolto

Quote:
Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Il gattino non è mai autosufficiente nel processo di crescita, anche se è già gatto filogeneticamente, ha bisogno di essere seguito dalla mamma nelle fasi che sono uniche ed irripetibili. Da qui ci possono essere attaccamenti sicuri se la mamma è attenta e forma con i cuccioli un’unità sotto tutti i punti di vista perché tra lei ed i piccoli c’è osmosi emozionale, ed attaccamenti insicuri se è lei stessa insicura o noncurante.

Nonostante tutte le nostre attenzioni possibili ed immaginabili noi non riusciamo ad essere così gatti da fare le veci della loro mamma in sua mancanza, perché il primo referente di apprendimento è lei permettendo che il cucciolo riempia uno spazio evolutivo tramite il continuo dialogo ed interazione con la madre. Questo triangolo mamma-cucciolo-contesto permette uno sviluppo equilibrato dalla nascita fino al distacco.

Il distacco dalla mamma, che lei stessa permette e stimola, avviene a circa due mesi di vita. Comincia gradualmente a non allattarli e a portargli le prede. Nel caso di Charlie e di suoi fratelli, a causa della morte della mamma, è avvenuto subito lasciando il grande vuoto del ruolo materno e causando involontariamente discronia nelle fasi di apprendimento dovuta a deprivazione totale della sua presenza e del suo insegnamento.

E’ in questo contesto, in questa cornice, che Charlie è diventato titolare del suo processo evolutivo. E’ per questo che non si staccava dal biberon -anche perché noi non riusciamo ad assecondare la loro necessità di distacco ancora parallela alla necessità di attaccamento- Il tutto è durato un anno, per questo ha cercato dei surrogati, perché non c’era nessuno che poteva accompagnarlo ad esplorare i suoi piani di esperienza prossimali. Si è relazionato a voi ed a te in particolare, ma, come dicevo prima, nessuno di noi sa essere gatto.
Poi sei dovuta andare fuori casa per studiare e lui si è relazionato a tuo padre. Quando tornavi lo vedevi offeso, ma in realtà era una tensione interna che lui viveva, per cui preferiva l’evitamento. Oppure si può leggere in altro modo: il distacco da te come base sicura, seppure in età troppo avanzata c'era stato.

In questa situazione di crescita, diciamo lacunosa ed asimmetrica, ora c’è Red. E da quanto intuisco Charlie non ha avuto socializzazione primaria (quella con i consimili).

Anche lei come lui, ha già un vissuto difficile e forse vede in Charlie un possibile punto di riferimento, però al momento, lui non riesce a dare reciprocità di attaccamento ma non è detto che questo possa avvenire in un secondo tempo.
A quanto dici è un gatto che al momento preferisce l’isolamento che non credo sia duraturo, è una fase di vita di un gatto maschio adulto ed intero che non può esprimere la necessità di accoppiarsi, o forse sì?

Quindi Charlie è schivo, solitario, la sua sicurezza sono le abitudini ed i rituali, quello serale con tuo padre al momento lo ha eliminato.
Gioca? Se non gioca provate a stimolarlo solo per qualche secondo e pian piano aumentate il tempo e vedete se ne è interessato. Questo va fatto separatamente da Red e ti avviso subito che se non ha voglia di giocare, per noi è molto frustrante. Ma va fatto quotidianamente come dargli da mangiare, anche il gioco è nutrimento per riattivare le sicurezze e la percezione di sé.
Il gioco anche in un gatto adulto che vive in casa, è un forte stimolo per risvegliare quelle motivazioni di specie che, almeno da qui, sembrano sopite.
In altre parole è quello che a te sembra un lasciarsi andare, lasciarsi morire, ma non per gelosia perché il processo di perdita di desideri e stimoli era già avviato.
Vedrai che si riprenderà!
Mamma mia che pappardella!
Non ti scusare assolutamente per la pappardella anzi GRAZIE DAVVERO per aver trovato il tempo di rispondermi in maniera così precisa e articolata, credimi, ti leggo con piacere. Mi hai dato tantissimo su cui riflettere, e ho delle domande da farti, se non è troppo disturbo mi piacerebbe che mi rispondessi.

Allora, tu dici:
"Il distacco dalla mamma, che lei stessa permette e stimola, avviene a circa due mesi di vita. Comincia gradualmente a non allattarli e a portargli le prede. Nel caso di Charlie e di suoi fratelli, a causa della morte della mamma, è avvenuto subito lasciando il grande vuoto del ruolo materno e causando involontariamente discronia nelle fasi di apprendimento dovuta a deprivazione totale della sua presenza e del suo insegnamento.

E’ in questo contesto, in questa cornice, che Charlie è diventato titolare del suo processo evolutivo. E’ per questo che non si staccava dal biberon -anche perché noi non riusciamo ad assecondare la loro necessità di distacco ancora parallela alla necessità di attaccamento- Il tutto è durato un anno, per questo ha cercato dei surrogati, perché non c’era nessuno che poteva accompagnarlo ad esplorare i suoi piani di esperienza prossimali. Si è relazionato a voi ed a te in particolare, ma, come dicevo prima, nessuno di noi sa essere gatto." E io ti chiedo (visto che anche Red ha un vissuto particolare, visto che comunque è ancora cucciola e non voglio fare gli stessi errori che ho fatto con Charlie): Cosa ho fatto di sbagliato? Come mi sarei dovuta comportare? Ho fatto male a dargli il biberon per così tanto tempo? Avrei dovuto "sgridarlo" quando ciucciava le mani/vestiti? Probabilmente mamma gatta lo avrebbe staccato a forza, forse mi sarei dovuta imporre e farlo mangiare esclusivamente dal cibo industriale, ma non ho minimamente pensato che gli stavo facendo danno, non mi è proprio saltato in mente che forse prendere il biberon così tanto tempo avrebbe leso il suo sviluppo futuro. In testa mia stavo facendo una cosa giusta perché lo assecondavo.

Tu dici:
"Poi sei dovuta andare fuori casa per studiare e lui si è relazionato a tuo padre. Quando tornavi lo vedevi offeso, ma in realtà era una tensione interna che lui viveva, per cui preferiva l’evitamento. Oppure si può leggere in altro modo: il distacco da te come base sicura, seppure in età troppo avanzata c'era stato." Io non so proprio che lettura dare al suo comportamento. Quando lui ha iniziato a evitarmi io cercavo di "costringerlo" a volermi bene e a giocare di nuovo con me. Inizialmente più meno funzionava (nel senso che almeno si faceva "******" da me), poi però me ne andavo di nuovo e a un certo punto non ha funzionato più. Quando poi ha ricominciato a vedermi fissa dentro casa (quindi quando ho lasciato l'appartamento vicino l'uni) ha ricominciato ad accettare le coccole, anche se non c'era più il rapporto di prima. Prima lo prendevo in braccio, gli facevo le puzzette sulla pancia, mi faceva le fusa...
Ho pensato che fosse cambiato così per la vecchiaia. Ci sono rimasta male dal suo comportamento, ma non gli ho dato peso perché lo consideravo normale per un gatto adulto. Charlie è il secondo gatto che ho (prima di lui, un gattone trovato per strada di 8 mesi che è stato con noi per un annetto), ma è il primo che sta con noi per così tanto tempo, pensavo fosse normale per un gatto "staccarsi emotivamente" dai suoi curatori. Charlie cmq si è staccato parecchio da tutti, anche da mamma, papà e fratello, non solo da me.

Tu dici: "In questa situazione di crescita, diciamo lacunosa ed asimmetrica, ora c’è Red. E da quanto intuisco Charlie non ha avuto socializzazione primaria (quella con i consimili)" Non so cosa risponderti. Nel senso, Charlie, non essendo castrato, a ogni calore, esce di casa e ha rapporti con altri gatti. Suppongo quindi che con i maschi litiga per la supremazia della specie, con le femmine ha rapporti sessuali per lo stesso motivo. Ultimamente ha una fidanzata fissa, una gattina tigrata di rosso, sterile, che è di una coppia di vicini di casa. Ogni volta che esce, c'è sempre lei che lo aspetta. Sinceramente non so se hanno rapporti visto che lei è castrata, però escono spesso insieme. Di altri amici e amiche non saprei proprio. Però comunque lui ha modo di relazionarsi ad altri gatti. Non so in che termini perché non lo vedo, però comunque non sta sempre e solo in mezzo agli umani.

Tu chiedi: "A quanto dici è un gatto che al momento preferisce l’isolamento che non credo sia duraturo, è una fase di vita di un gatto maschio adulto ed intero che non può esprimere la necessità di accoppiarsi, o forse sì?" e io ti rispondo che penso proprio che il mio gatto abbia rapporti intimi. Noi la possibilità di uscire gliela diamo, anche perché come fai a tenere un puma di 10 kg in calore dentro casa? Ti distrugge tutto! Quindi lui per uscire esce. E penso proprio che quando esca abbia rapporti sessuali.


Tu dici:
"Quindi Charlie è schivo, solitario, la sua sicurezza sono le abitudini ed i rituali, quello serale con tuo padre al momento lo ha eliminato." Anche io ho notato che la sua sicurezza si basa molto sulla sua routine. Nel senso, è un'impressione che ho avuto anche io quindi mi sento di confermare pienamente la tua analisi in toto, e questo punto in particolare.

Poi chiedi:
"Gioca? Se non gioca provate a stimolarlo solo per qualche secondo e pian piano aumentate il tempo e vedete se ne è interessato. Questo va fatto separatamente da Red e ti avviso subito che se non ha voglia di giocare, per noi è molto frustrante. Ma va fatto quotidianamente come dargli da mangiare, anche il gioco è nutrimento per riattivare le sicurezze e la percezione di sé.
Il gioco anche in un gatto adulto che vive in casa, è un forte stimolo per risvegliare quelle motivazioni di specie che, almeno da qui, sembrano sopite.
In altre parole è quello che a te sembra un lasciarsi andare, lasciarsi morire, ma non per gelosia perché il processo di perdita di desideri e stimoli era già avviato.
Vedrai che si riprenderà!"
Ti rispondo: No, non gioca. Prima sì, giocava con qualsiasi cosa. Poi ha perso interesse. Gli ho preso qualche giochino tipo palline, dischetti con cui giocare "a flipper" per casa, fili di lana, qualsiasi cosa, ma ha perso l'interesse. E noi abbiamo smesso di provarci, perché si girava dall'altra parte, si scocciava, se ne andava a dormire, tutto questo già da diversi mesi. E anche qui abbiamo pensato che fosse per la vecchiaia. Io seguirò il tuo consiglio e proverò a farlo giocare, ma ti dico già che mi manderà a quel paese.
Comunque sì, le mie paura derivano proprio dal suo atteggiamento. Prima era distaccato, ma non aveva motivo di abbandonarci o stare male, visto che aveva tutto per sè. Ora che c'è Red lui si è distaccato di più, ma ora ha motivi seri per farlo ed è chiaro che la cosa mi preoccupi.

Piccolo update: oggi Red e Charlie si sono visti divisi da una zanzariera (lei in cucina, lui nel balcone grande), si sono soffiati. Lui ha soffiato a lei, lei ha reagito soffiando a lui. Lei è stata malissimo è rimasta nervosa e penso anche spaventata per almeno un'oretta dopo l'incontro, benché avessi abbassato la serranda, chiusi i vetri, chiuse le tende e tagliato ogni possibilità di vedersi dal vetro. Ho cercato di consolare lui per primo, di dare la priorità a lui, ma appena sono uscita fuori per cercare di accarezzarlo, lui si è messo dietro al cicas gigante e non si è fatto manco sfiorare.
Il loro incontro è stato casuale ma anche no: lei era già in cucina che mi faceva compagnia mentre rassettavo, lui è tornato (sta mattina sul presto è uscito) ed è uscito in balcone/giardino per andare a mangiare, uscendo tramite il secondo accesso al suddetto balcone. Io ne ho approfittato e ho cercato di farli vedere ma separatamente, come aveva consigliato il vet. Non lo avessi mai fatto! Ora si odiano ancora di più

Scusami tantissimo se mi sono dilungata. Non sentirti obbligato a rispondermi, fallo soltanto se e quando ne avrai voglia. Grazie ancora!
CharlieRed non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima