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Vecchio 21-02-2019, 14:19   #31
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: L’incredibile intelligenza del gatto

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Originariamente inviato da Muset2005 Visualizza Messaggio
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Ma cosa ci aspettiamo dal gatto?

Spesso ci si presenta il paragone con il cane, inevitabilmente. Nel libro spesso l'autore cerca di spiegare come tendiamo ad antropomorfizzarlo, a proiettare su di lui pensieri tipicamente umani.......
In ogni caso, io alla suddetta domanda non so rispondere.
........Per concludere, l'autore del libro si chiede: come sarà il gatto tra 50 anni, se gli toglieremo la possibilità di cacciare gli uccellini e di comportarsi come ha sempre fatto?

Non so davvero rispondere, magari una volta terminato il libro potrò farlo. Il prossimo capitolo che mi attende è "Pensieri ed Emozioni", mi incuriosisce molto.
Alla domanda Ma cosa ci aspettiamo dal gatto, il soggetto siamo noi. A me viene da rispondere "mi aspetto che il gatto esprima chi è" però provo a risponderti considerando la nostra specie, le nostre motivazioni di specie e gli aspetti che le coinvolgono aprendo la relazione in un senso piuttosto che in un altro.

- Innanzi tutto bisogna tener presente la nostra fortissima tendenza affiliativa, direi quasi una volontà, che è strettamente correlata alla nostra socialità e all'epimelesi (accudire, curare, proteggere, nutrire, coccolare) che molti esseri umani hanno molto spiccata per vari motivi e quindi il gatto diventa un figlio adottivo, ci aspettiamo che lo sia.

Poi ci sono altre aree di relazione in cui noi ci aspettiamo qualcosa dal gatto
- quella ludica: mi piace giocare con lui, mi piace vederlo giocare
- quella epistemica (di conoscenza) che ci spinge a riflessioni, autonarrazioni, ad esplorare e conoscere il loro mondo
- quella edonica basata sulla piacevolezza di poterci distrarre e osservarne la bellezza
- quella affettiva, di cui ho scritto qualcosa più sopra, quindi l'epimelesi e l'attaccamento che inconsapevolmente richiedono conferme affettive: quante volte vediamo scritto "non mi cerca, non mi viene vicino, mi ignora, lo prendo e se ne va......."
- quella sociale che però riguarda più il rapporto col cane a meno di riuscire a dare valore al loro stare semplicemente nella stessa stanza in cui siamo noi

Secondo me, tutte queste cose messe insieme ma ognuna diversa dall'altra attecchiscono diversamente su ognuno di noi, a seconda delle nostre propensioni, e ci danno un quadro di cosa ci aspettiamo dal gatto ma, ma, rapportato alla nostra specie.

Quindi è il gatto che ci permette di esprimere chi siamo.
Ribaltiamo la domanda: ma cosa si aspetta il gatto da noi?
In teoria la risposta dovrebbe essere: che noi gli permettiamo di esprimere chi è.

A questo punto possiamo agganciarci alla domanda dell'autore:
come sarà il gatto tra 50 anni, se gli toglieremo la possibilità di cacciare gli uccellini e di comportarsi come ha sempre fatto?
Penso che sarà come se a noi qualcuno togliesse una delle nostre motivazioni: la possibilità di poter accudire, competere, o qualsiasi altra nostra motivazione tipica della nostra specie. Penso che sarà come sarebbe un essere umano in quella situazione: avvizzito, frustrato, demotivato e forse anche disperato, inteso come perdita di speranza di poter essere


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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