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Vecchio 07-03-2017, 16:09   #86
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SerenaF
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Predefinito Re: Gatti: sacrificarne 1 per salvarne 100?

@ Elena Rolfi: ti rimando al thread in cui avevo scritto degli escursionisti canadesi: http://www.micimiao.net/forum/showth...=121888&page=6 E' il commento n. 41, comunque avevo scritto questo sul fatto di buttar via conoscenze già acquisite per non trasgredire una supposta coerenza: c'era stato un simile dibattito durante un incidente capitato a due escursionisti in Canada (non mi ricordo più quando, l'avevo studiato per l'esame di bioetica, ma ormai i ricordi sono parecchio illanguiditi) che, rimasti bloccati a vari gradi sotto zero, erano stati ritrovati con gli arti congelati. La procedura seguita dai medici per evitare la cancrena e dunque l'amputazione era stata messa a punto da alcuni medici (colleghi ed emuli di Mengele) nei lager nazisti durante i loro esperimenti sugli internati e lì ovviamente è scoppiato un putiferio perché alcuni sostenevano che, siccome quelle tecniche erano state scoperte in circostanze tanto atroci, per rispetto ai prigionieri dei lager, non si sarebbero dovute usare.

Secondo me il fatto che si possano già creare (o pensare di creare) organi sintetici, oltre ad essere molto promettente per i trapianti (visto che non solo la questione degli xenotrapianti, ma anche quella della morte cerebrale, non cardiaca, che è condizione necessaria per espiantare degli organi vitali e non delle frattaglie da banco di macelleria), comunque dicevo la possibilità di creare, oggi o in un immediato futuro, degli organi sintetici apre a quella di ottenere un domani un sistema organizzato complesso (leggi: un organismo) interamente artificiale. Però, che questa sia una chimera o una possibilità reale (magari tra 100 anni), non ci mette al riparo da problemi etici, neanche se dovessimo riuscire a tirar fuori un essere vivente sprovvisto di nocicettori, coscienza, ecc... insomma di tutto ciò che ci fa aborrire l'idea di sperimentare su un animale (ovvero, la capacità di provare dolore, paura, ecc...), perché si porrebbe innanzitutto il problema se sia etico creare una simile classe di esseri viventi. Fa quasi pensare alla manipolazione degli embrioni nell'ipotetico laboratorio del futuro descritto da Aldous Huxley all'inizio de Il mondo nuovo in cui alcuni feti vengono intossicati per ricavarne individui subdotati fisicamente e mentalmente.
C'è poi la questione, come diceva Linguadigatto, che non sapremmo mai se queste molecole hanno effetti psicotropi, allucinogeni, ecc..., anche se pure oggi i vari farmaci vengono testati su pazienti e volontari sani (a pagamento, ovviamente), quindi state pur sicuri che in questa seconda fase della sperimentazione, che non credo verrà mai eliminata, se c'è qualche effetto collaterale sul piano psicologico salta fuori.

Per il resto ci sono due cose che mi lasciano dubbiosa a livello scientifico sulla sperimentazione animale:
1) la specie-specificità di certe malattie, reazioni...: il topo, ma anche il cane, il gatto, ecc..., è un modello sufficientemente affidabile per l'uomo? Per esempio supponiamo che un farmaco dia un effetto collaterale molto ritardato nel tempo (favorisca l'insorgere di una demenza in età senile): lo vedremmo nei topi (sia nel senso che questi vivono 2-3 anni di contro ai nostri 80 e fischia, sia in quello che per lo più gli animali di laboratorio non credo che arrivino al termine della loro aspettativa di vita naturale: di solito vengono eliminati/sacrificati una volta ultimato l'esperimento)?
2) quello che ha scritto Pumadì diversi post fa:
Quote:
Gli animali dei laboratori non vengono presi dalla campagna e portati in gabbia, ma vengono prodotti allo scopo, spesso con mutazioni genetiche che servono per indurre una malattia (non posso essere extra precisa perché non sono espertissima), allevati in ambiente controllato ed esposti agli stessi stimoli (non basta lo stesso codice genetico per avere le stesse caratteristiche, si parla di epigenetica: ambiente ed eventi passati modificano la sintesi delle proteine da parte del nostro organismo), tutti di una stessa età, tutti con la stessa alimentazione. In parole povere, i fattori confondenti vengono ridotti al fine di poter valutare l'efficacia del farmaco con meno disturbo possibile.
Il fatto che il topo possieda n cromosomi e l'essere umano n+p quali conseguenze ha a livello di manipolazione genetica e suoi effetti patogeni? (Scusate, ma in fatto di genetica sono molto capra). Ma soprattutto nelle malattie che noi sviluppiamo nel corso della nostra vita (vedi cancro) non è soltanto una questione di codice genetico e sua traduzione, ma anche di fattori ambientali e più in senso lato epigenetici. Ora lo sperimentatore cerca di ridurre al minimo queste interferenze nel modello sperimentale, ma ha senso visto che noi invece in questi fattori confondenti/distorcenti ci siamo immersi fino al collo, dato che non viviamo in altrettante campane di vetro?
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