Re: La cittą dei gatti
Nello scrivere "tesi di Jung" mi riferivo a come descriveva a l'esperienza di coma profondo vissuta nel 1944. In particolare alla parte in corsivo.
"« Quel che viene dopo la morte č qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilitą non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente... Prima o poi, i morti diventeranno un tutt'uno con noi; ma, nella realtą attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d'essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell'eternitą non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo »
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...gatta frettolosibus fecit gattini guerces..
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