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Vecchio 22-02-2019, 09:30   #32
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Muset2005
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Predefinito Re: L’incredibile intelligenza del gatto

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Originariamente inviato da Aletto Visualizza Messaggio
Alla domanda Ma cosa ci aspettiamo dal gatto, il soggetto siamo noi. A me viene da rispondere "mi aspetto che il gatto esprima chi è" però provo a risponderti considerando la nostra specie, le nostre motivazioni di specie e gli aspetti che le coinvolgono aprendo la relazione in un senso piuttosto che in un altro.
Hai ragione, non ci avevo pensato. Per quanto mi sforzi, alcuni meccanismi mentali per i quali mi pongo in primo piano non riesco a eliminarli. Devo lavorarci su!

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Ribaltiamo la domanda: ma cosa si aspetta il gatto da noi?
In teoria la risposta dovrebbe essere: che noi gli permettiamo di esprimere chi è.

A questo punto possiamo agganciarci alla domanda dell'autore:
come sarà il gatto tra 50 anni, se gli toglieremo la possibilità di cacciare gli uccellini e di comportarsi come ha sempre fatto?
Penso che sarà come se a noi qualcuno togliesse una delle nostre motivazioni: la possibilità di poter accudire, competere, o qualsiasi altra nostra motivazione tipica della nostra specie. Penso che sarà come sarebbe un essere umano in quella situazione: avvizzito, frustrato, demotivato e forse anche disperato, inteso come perdita di speranza di poter essere
Già. Anche perché, rispetto ai cani, i gatti si sono avvicinati a noi di loro spontanea volontà perché grazie alle riserve di cibo dei nostri antenati, loro potevano cacciare i topi che provavano a saccheggiarle e, involontariamente, ci facevano un favore. Poi hanno capito che il loro involontario aiutarci poteva dargli degli ulteriori benefit - ossia il cibo - e sono rimasti accanto a noi, ma sempre "silenziosamente".

Io vedo la piccola Isotta, quanto è felice di passare le mattinate sul terrazzo al sole a catturare le mosche, rotolarsi a terra e stare nella terra dei vasi. Si capisce chiaramente che si sente appagata. Non glielo toglierei per nulla al mondo!
Però, purtroppo la società odierna è molto più pericolosa... 40 anni fa non c'erano tutti questi pericoli, anche nel piccolo paese dove è nata mia madre ad oggi non si contano più i gatti morti investiti. Quindi, capisco bene chi vuole tenerli in casa a tutti i costi, magari proteggendo il proprio giardino con delle reti. In quel caso, sono convinta che possano avere una vita appagante ugualmente perché hanno comunque la possibilità di cacciare e di stare all'aperto. Forse, vivendo in un appartamento e senza terrazzo, questa possibilità scompare. Ovviamente il gatto sta bene comunque, a livello di salute e del suo rapporto con gli umani, ma forse queste sue caratteristiche intrinseche si vanno a perdere.

Ieri sera ho letto il capitolo 7, "I Gatti tra di loro". In un estratto che mi ha colpito molto, si discuteva di come un maschio intero non sarebbe mai addomesticabile. Proprio per questo motivo, i maschi domestici tendono a essere sterilizzati entro i 6 mesi di vita, evitando che il testosterone entri in circolo: così facendo, si comporteranno quasi come femmine sterilizzate. E anche qui, non posso non ricordarmi del mio ragazzo che, una volta conosciuto Matisse, mi chiese perché lo avevamo castrato. Lui ha un grandissimo giardino e vive in un paesino, vede tantissimi gatti in giro e mi ha sempre fatto notare come i maschi fossero inavvicinabili. Così facendo snaturiamo l'animale? Sicuramente sì, ma qui si entrerebbe in un discorso piuttosto complesso che potrei riassumere con una semplice domanda:
siamo disposti a rinunciare al gatto domestico?

Diciamo che è difficile fare i conti con tutte queste problematiche etiche, soprattutto perché il nostro rapporto con il gatto fatica a definirsi... sappiamo di amarlo, che faremmo di tutto per lui, ma chissà se il nostro amore non gli stia togliendo dei pezzetti di individualità.


There are two means of refuge from the misery of life: music and cats.
Matisse sempre con me
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