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Vecchio 17-09-2020, 16:36   #10
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: La PAURA nei nostri amici, ma anche in noi

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Originariamente inviato da Zampetta16 Visualizza Messaggio
Grazie Aletto, il tema è davvero affascinante.
Ma abbiamo raggiunti alcuni livelli troppo alti per la mia capacità di comprensione, considerando anche le mie poche conoscenze scientifiche di base

Torno al tuo primo post e si lega a quanto noto in casa.
Esempio del rumore, ma ce ne sarebbero anche altri: la presenza di noi umani della famiglia in stato d'animo tranquillo, ha effetto tranquillizzante su Drolla.
(Che poi capita anche agli umani, un rumore, una situazione imprevista, in alcune circostanze la presenza di qualcun altro di cui ci fidiamo, tende a darci più fiducia, a far diminuire l'emozione iniziale, limbica, della paura.)

Questo elemento rientra nella risposta esperienziale?
Cioè, in qualche modo, la corteccia elabora il fatto che se tutti attorno a me sono tranquilli, tendenzialmente significa che non ho motivo di provare quella paura e quindi la risposta emotiva di paura si "spegne/placa" ?
Oppure non c'entra nulla, fa parte di un qualche altro diverso meccanismo?
Mi dispiace Zampetta, io coniugo spesso l'amore per gli altri animali con quello che ho studiato e studio tuttora
Allora
Riprendiamo da questo che avevo scritto:
Il gatto o il cane rischia di rimanere nella risposta emotiva per 3 motivi
1) se non è riuscito a trovare risposte/soluzioni adeguate
2) se lo stimolo emotigeno è molto forte, e se lo coglie di sorpresa (per lui, anche questo è soggettivo) il rischio che rimanga inchiodato alla risposta emotiva c’è.
3) avere di fronte un soggetto già molto sensibile, già molto emotivo verso stimoli verso i quali focalizza fin troppo facilmente la sua attenzione oscurando tutto il resto

Una risposta emotiva si ottiene es di un rumore, di un odore, insomma da qualunque cosa colpisca uno dei cinque sensi. Ma anche da un ricordo

Drolla, Volland, Buio Berenice e tutti i gatti che stanno bene con noi, si fidano di noi.
Questo vale finché non subentra un terzo incomodo: un'emozione con effetti negativi
Es: tuono, Volland corre sotto il letto, mi chino e lo tranquillizzo con la mia voce, sa che io non ho nulla a che vedere col tuono. Lui esce ma sa che il temporale non è finito e al tuono successivo si rinasconde sotto il letto.
Io resto lì, ci guardiamo, faccio bene o faccio male?
Continua a sentirsi sicuro del suo nascondiglio? Mi sa di no
Provoco emozioni contrastanti? Sì, meglio che me ne vada.
Il gatto è un animale che gestisce in solitaria l'emozione, soprattutto la paura.
Non voglio costringerlo a giocare su due tavoli, quello della relazione e quello dell'urgenza della gestione della paura.

La nostra presenza stessa è portatrice di emozioni buone se siamo tranquilli, non buone se c'è tensione

La mente oscilla tra componenti disposizionali (o posizionali) e componenti elaborative che interagiscono tra loro. Dal dialogo tra il soggetto e la situazione presente non c'è stimolo ma punto d'incontro tra queste due componenti. Queste forniranno strumenti perché l'elaborazione è una risposta cognitiva con significato
mappale=dove mi conviene andare
operativo=come mi conviene comportarmi
predittivo=cosa succederà
interpretativo=a che serve

L'esperienza è data dalle competenze: situazioni, gestione dello scacco ecc che sono per forza passate dalla corteccia per essere elaborate e per dare una risposta (TOTE ricordi? Il TOTE è l'opposto dello S-R: stimolo-risposta)

Di tutto questo il soggetto emotivo non se ne fa niente se si sente minacciato
Lo possiamo aiutare? Nì, dipende dall'emozione e dal neurotrasmettitore che scende in campo

Panksepp:
1) il sistema della RICERCA, del desiderio e dell’euforia, legato alla dopamina.
2) il sistema della RABBIA e della dominanza, legato al testosterone e alla serotonina
3) il sistema della PAURA e dell’ansia, legato al cortisolo,
4) il sistema della SESSUALITÀ e della brama, legato agli ormoni sessuali,
5) il sistema della CURA e dell’amorevolezza, legato all’ossitocina
6) il sistema della TRISTEZZA, del panico e della solitudine affettiva, legati all’assenza di CURA
7) il sistema della GIOCO, della fantasia e della gioia, legati alla dopamina e all’endorfina

Ma non dobbiamo intervenire per mischiare volontariamente cose di cui non conosciamo gli effetti, soprattutto per quel che riguarda la paura in una specie che ha come punto di forza l'essere solitaria. Diverso sarebbe per il cane.

"Gattino impaurito", "Aiuto cagnetta timorosa"
Una tenerezza infinita


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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