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Vecchio 07-03-2017, 23:10   #94
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Jamis
Gattone
 
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Predefinito Re: Gatti: sacrificarne 1 per salvarne 100?

Non riesco ad aprire il secondo link, Aletto, nel senso che si apre, ma non c'è nessun articolo.
Riguardo il primo, non a caso le scimmie condividono con noi un antenato comune molto più recente rispetto a tanti altri animali. In questo senso sì, la mia frase è da correggere in senso meno assoluto, però quel 100% forse varia di qualche unità, temo non molto di più.

Magari sono sembrata un po' "fredda" nella mia esposizione, provo ad aggiungere un pezzetto.
Nella gerarchia del mondo, ritengo che l'essere umano si trovi un gradino sopra gli animali: nella lotta evolutiva, abbiamo sviluppato delle armi uniche al mondo per poter sopravvivere, perché, in un modo o nell'altro, abbiamo scommesso tutto su una caratteristica che ci rende diversi dalle altre creature. Non nego che gli animali (persino le piante) abbiano tutti a loro modo una forma più o meno sviluppata di intelligenza, un'intelligenza molto pragmatica che utilizzano ogni giorno per sopravvivere e fare cose che gli altri non sanno fare; ognuno a suo modo ha trovato la propria nicchia nella quale prosperare.

Quello a cui abbiamo dato vita noi esseri umani ci differenzia nettamente dagli altri esseri viventi: abbiamo creato civiltà (non esiste una civiltà degli scimpanzé, per quanto siano a noi affini, né una civiltà dei gatti, per quanto io spassionatamente li ami), abbiamo sviluppato una capacità di pensiero astratto e di intelligenza uniche al mondo.
Ma, per citare un film, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Credo che questa nostra capacità così incredibile e "superiore" chieda in cambio un pegno molto importante, e cioè una responsabilità verso la vita (intesa nel senso più ampio) che a nessun animale o a nessuna pianta viene chiesta. Tanto è grande la nostra capacità di fare bene, tanto ahimè lo è di fare male - e spesso prevale la seconda a scapito della prima - perché poter scegliere implica necessariamente che le opzioni siano almeno due e non una soltanto.

Io penso davvero che l'uomo, grazie all'enorme privilegio che gli è concesso, abbia il dovere morale di farsi custode del mondo, accogliendolo nelle sue imperfezioni e cercando di farlo tendere all'ideale che, in quanto esseri umani, siamo capaci straordinariamente di immaginare. Fra le altre cose, questo per me vuol dire ridurre la sofferenza al minimo (eliminarla temo non si possa, è insita nella natura stessa) e rispettare il valore della vita, soprattutto di quella che permette a noi di esistere, che sia quella dell'animale che si mangia o quella dell'animale che viene sacrificato per la ricerca.
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