Ecco, è questo che provo, il senso di colpa per non averla protetta. Mi ero illusa che quella specie di rete di protezione che le avevo costruito intorno con l'aiuto degli altri che la amavano come me sarebbe stata sufficiente. Stavo anche attenta a che non prendesse freddo, avevo dato istruzione ai senza tetto di avvertirmi se l'avessero vista raffreddata o inappetente, che avrei pagato io le medicine e la visita (come convincerla ad entrare in un trasportino era questione secondaria), e di cercare di non farla uscire col freddo.
Non è bastato, la mia unica consolazione è di non averla vista morta. Ogni volta era uno strazio lasciarla per tornare a casa, fusa, testate, strofinii alle gambe, ci siamo volute bene da subito.