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Vecchio 03-11-2017, 16:23   #23
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Malinka
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Predefinito Re: Purtroppo piace solo il monoproteico

Ma le api non sanno che la melata è cacca di insetti (afidi, metcalfa e altri); è dolce e la raccolgono, non vanno a smembrare insetti per divorarseli.

Non so dove sia stato osservato che arrivino a mangiare le loro stesse larve, se in qualche specie selvatica o nella comune ape mellifera, quella allevata per intenderci.

Ho esperienza diretta solo di apis mellifera e le mie non hanno mai divorato la prole; se l'avessero fatto l'avrei notato per il fatto che sul fondo dell'alveare sarebbero rimaste le parti chitinose e non commestibili delle larve.
C'è anche da dire che hanno sempre avuto scorte grandi scorte di miele e polline e perché ciò sia possibile è indispensabile che l'apicoltore non sia uno schiavista esoso.
Certo che se piazza sconsideratamente e lascia troppo a lungo le trappole per la raccolta del polline, le povere api riusciranno a portarne all'interno poco o niente e saranno gravemente carenti del necessario per l'allevamento delle larve; la stessa cosa se l'apicoltore lascia i melari più a lungo che può.
In tal caso la regina continuerà a deporre nel nido e le operaie concentreranno le scorte nel melario, libero da covata, perché la regina è impossibilitata ad accedervi a causa della presenza di un'apposita griglia calibrata in modo tale da permettere il passaggio delle operaie, ma non della regina che ha l'addome più grosso.

Le api continueranno ad accumulare quasi tutto il miele nei melari, non sapendo che poi l'apicoltore glieli porterà via e a loro resterà il poco messo nel nido; sarà così in grande pericolo la sopravvivenza della famiglia.
Io trappole per il polline non ne ho mai messe, l'ho sempre lasciato tutto a loro e per quel che riguarda il miele, non ho mai voluto mettere pile di melari; al massimo due melari, ma solo per gli alveari veramente forti.
Il raccolto principale si concentrava in maggio-giugno; tutto il miele primaverile e quello raccolto da luglio in poi l'ho sempre lasciato a loro.
Ho conosciuto apicoltori indegni di questo nome che portavano via quasi tutto il polline e il miele alle povere api mettendo e lasciando a lungo trappole per il polline davanti agli ingressi e melari su melari da maggio all'autunno e per non farle poi morire di fame ricorrevano alla nutrizione artificiale, sostituendo il polline con farina di soya e il miele con sciroppo o candito di zucchero.
Se in questi casi le api si fossero cibate della loro prole, proprio non lo so, ma se anche l'avessero fatto, per me continuerebbero ad essere vegane e non cannibali, perché tale comportamento anomalo sarebbe stato innescato dall'ingordigia umana.

Noi umani abbiamo un tabù che ci impedisce di cibarci dei nostri simili, ma la storia ci ha insegnato che in casi estremi questo tabù cade più facilmente di quanto non si pensi.
Un vegano sperduto nell'immensità della banchisa polare che per sopravvivere si nutrisse di carne umana cesserebbe forse di essere vegano? Per me no.
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