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Vecchio 11-11-2016, 23:08   #23
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SerenaF
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Predefinito Re: commenti, dubbi, domande, in merito all'approccio del nutrizionista dott. Bettio

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Originariamente inviato da GeorgiaGee Visualizza Messaggio
Secondo me uno studio che prenda in considerazione le malattie dei grandi felini rinchiusi negli zoo è uno studio di per sé totalmente inattendibile. Lo zoo e' la malattia. Sono condizioni di vita terribili per felini nati per correre e cacciare per chilometri e costretti a passeggiare avanti indietro in una gabbia, peraltro in un clima diverso da quello per cui sono nati. Cambia tutto, quale beneficio apporta un’alimentazione ancorché corretta su animali che soffrono 24 ore al giorno? E peraltro, gli studi analizzano anche la qualità della carne? Perché le migliori bistecche vanno dagli chef, ai felini daranno bistecche di bovini imbottiti di steroidi che costano qualche euro al chilo, non certo carne scelta e garantita. Gli studi tenevano conto anche delle centinaia di sostanze di chissa’ quale origine che siringano ai felini dello zoo per tenerli buoni e poco aggressivi? Sono animali che si limitano a sopravvivere in condizioni invivibili...Un umano in gabbia tutta la vita quali malattie svilupperebbe anche mangiando sano? Il problema della medicina moderna, compresa quindi quella veterinaria, è che ragiona in modo medievale, a compartimenti stagni. Hai il raffreddore, prendi l’aspirina. Ma non si interessa di stabilire le cause. In vero tutte le scienze moderne ragionano così.La biologia di un essere vivente invece non funziona a compartimenti stagni.Ogni sintomatologia è il risultato di uno squilibrio globale: se soffre una parte, soffrono tutte. E’ come nella matematica, se cambi una sola variabile, cambia il risultato dell’intera equazione. L’equazione in questione è la biologia dell’essere vivente, non la malattia in se, ed è proprio qui che la medicina moderna fallisce. Non si possono portare ad esempio gli esami di animali costretti a vivere in uno zoo, perché a causa delle condizioni di vita in cui sono forzati a vivere tutte le variabili saranno sempre e comunque sballate e quindi anche il risultato.

Mah, mica tanto inattendibile: certo lo studio prende in considerazione animali che vivono in una situazione innaturale, anche se alcuni si spingono persino a dire che anche il gatto vive in maniera innaturale se è rinchiuso h24 in un appartamento. Esistono inoltre svariate ricerche a sostegno della tesi che lo stress predispone all'insorgenza di malattie (mi chiedo però fino a che punto siano stressate quelle tigri nate in cattività da genitori nati a loro volta in cattività e che quindi non hanno la più vaga idea di come sia fatta la giungla o la savana); il punto però è stabilire se esiste- come affermano Bettio, Prota, la Ziegler...- una correlazione stretta tra un'alimentazione innaturale e determinate patologie (urinarie, renali, ecc...), quindi, con buona pace dell'approccio olistico ci troviamo costretti a focalizzarci su una sola variabile. Misurarle tutte quante assieme sarebbe improponibile. Sono inoltre gli stessi veterinari olistici ad isolare una variabile (quella alimentare) e a presentarla come la causa esclusiva o per lo meno preponderante dell'IRC e di tutte le altre malattie che hanno conosciuto un'impennata tra i pet negli ultimi anni/decenni.
Se è così, è lecito aspettarsi che- indipendentemente da altri fattori- la sola alimentazione (parlando di un'alimentazione corretta in linea con la fisiologia nutrizionale della specie) dovrebbe preservare da molte malattie, per cui la loro incidenza dovrebbe essere nettamente minore là dove si privilegi una dieta a crudo (come appunto avviene negli zoo) rispetto ad una commerciale. E invece, con l'eccezione- che ritengo significativa- del diabete, non è così; questo è d'altronde uno dei pochissimi studi che possa fornire qualche spunto sull'argomento e che siano accessibili in rete. Studi comparativi di gatti alimentati con la barf e gatti alimentati con una dieta commerciale che abbiano come focus l'incidenza di malattie nell'uno e nell'altro gruppo finora non ne ho trovati nemmeno citati, all'infuori di uno condotto da Pottenger tra il 1932 e il 1942 (quindi un po' datato) che è citato in svariati siti pro-barf e simili. Spero che Bettio mandi presto la bibliografia; nell'attesa ho trovato significativa questa relazione sui risultati dell'autopsia di questi 38 (mi sembra siano 38) grandi felini; l'unica alternativa sarebbe stata o un rifacimento con i nuovi mezzi diagnostici dell'esperimento di Pottenger oppure la cattura e l'abbattimento dei felini selvatici (che mi sembra se la passino molto male e figurano quasi tutti- chi più chi meno- tra le specie a rischio) allo scopo di valutarne i vari parametri, escludendo però, perché è ben difficile che ci arrivino, a differenza di quelli tenuti in cattività, gli esemplari anziani, mentre molto spesso l'IRC è collegata alla stadio maturo o geriatrico della vita dei nostri gatti.

Per il resto, è vero che la medicina tradizionale è iper-specializzata (talvolta troppo), ma storicamente è anche vero che la divisione del sapere in varie branche (la filosofia da cui sono germinate la fisica, la chimica, la biologia adottanto basi epistemiologiche proprie) ha favorito il progresso di queste stesse scienze e lo sviluppo di un metodo scientifico basato su misurazioni e verifiche sperimentali, che, finché erano ridotte a dibattiti filosofici, non avevano. Poi certamente alcune scoperte scientifiche (non a caso proprio quelle che hanno in parte demolito il metodo quantitativo, tipo il principio di indeterminazione di Heisenberg) hanno avuto delle notevolissime ripercussioni filosofiche, ma Galileo ha fatto progredire la fisica proprio perché ha introdotto un metodo matematico che l'ha definitivamente affrancata dalla filosofia (e lo dico con una punta di malinconia da appassionata e laureata in filosofia).

Ultima Modifica di SerenaF; 11-11-2016 at 23:12.
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