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Vecchio 29-03-2019, 19:41   #50
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: L’incredibile intelligenza del gatto

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Originariamente inviato da Muset2005 Visualizza Messaggio
........ Molto banalmente, io sono sempre stata convinta che provassero emozioni come la paura, l'ansia, la sorpresa e anche la felicità o la tristezza, per quanto queste ultime si aprono a svariate sfumature di significato. Lo vedo nei loro occhi, nel loro modo di agire, e infatti nel libro c'è un capitolo sulle emozioni molto interessante.
I due interventi del libro che ho riportato rappresentano ciò su cui mi interrogo maggiormente, ovvero se lo stile di vita che ho costretto Isotta (lei come Matisse, il mio primo gatto) ad affrontare la soddisfi. A volte credo che lei sia appagata, altre volte mi sorgono dei dubbi... non potrò mai saperlo con certezza, posso solo fare il meglio che ho da offrirle. Ma le basterà? Ed è proprio questo che mi lascia sempre con quel dubbio interiore, perché il gatto è un animale complesso e per questo affascinante.
Mi inteneriscono molto i cani,.......

......scusate se magari parlo un po' dell'ovvio...
Comincio dalla fine. A volte un pensiero sembra ovvio ma poi sotto sotto, giorno dopo giorno quel pensiero può prendere diverse direzioni, tornare su se stesso e poi assumere una forma più articolata. La relazione con un altro animale ci pone sempre pensieri e domande
Le emozioni sono il loro punto di forza ma anche di vulnerabilità, lo stress è il loro peggior nemico assieme alla rinuncia a poter esprimere ciò che vorrebbero.
Ognuno di noi fa quello che ritiene il massimo per loro, ma qual è per loro il massimo?
L'altra sera sentivo un gran trambusto, uno di loro aveva portato in casa una bellissima cavalletta che ovviamente ha fatto una brutta fine. Per me il massimo sarebbe stato prendere la cavalletta e portarla in giardino. Per loro il massimo è stato sfinirla.
Specie diverse, punti di vista diversi, è sempre qui che si ritorna

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Originariamente inviato da Riri Visualizza Messaggio
Ecco, a me invece i cani, oltre a suscitare spesso un certo timore per via di una brutta esperienza legata all'infanzia, tendono a non attrarre proprio per questo: la loro devozione, la loro ricerca di un branco.
Probabilmente è perché non desidero impormi a livello gerarchico, non mi interessa essere un punto di riferimento nel modo in cui il cane lo intende.
E questo mi fa chiedere una volta di più (lo faccio spesso da quando abbiamo iniziato questa discussione) ma io cosa cerco nel gatto? Perché ho in casa un animale domestico? La realtà è che probabilmente se non si piazzeranno gatti bisognosi sulla mia strada e se non riterrò di avere, come ora, la possibilità di offrire loro una vita il più possibile appagante probabilmente Amelie potrebbe tranquillamente essere l'ultima. E questo proprio perché al gatto richiedo solo che faccia il gatto e mi rendo sempre più conto che questo non implica per forza che debba essere mio compagno di vita.
Oddio, è tutto tremendamente OT, credo, e forse anche meno comprensibile del solito, ma penso sia il frutto di riflessioni che maturo da molto tempo e di questa discussione in particolare.
Il cane è un'altra specie ancora, con una socialità simile per certi versi alla nostra, ma il suo agire è sempre corale, è parte di una squadra, e nella squadra come nel coro ognuno ha il suo ruolo. Non c'è bisogno di essere ad un livello gerarchico superiore per essere accreditati da un cane, c'è bisogno che ci consideri validi collaboratori e validi punti di riferimento. Per alcuni cani con caratteri particolari c'è bisogno però di fermezza
Non so voi, ma io fin da piccola ho vissuto prima con cani e poi con gatti e mi son resa conto che quelle vite così diverse dalla mia mi hanno accompagnato nel mio percorso -buttandola sul termine meno comune ma più appropriato- ontologico
Anche Due e la sua mamma io considero come compagne di vita, eppure non vivo con loro ma solo vicino a loro


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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