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Vecchio 11-07-2019, 13:26   #4
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: Non basta vivere una vita con gli animali per capire chi sono e chi siamo

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Originariamente inviato da Pawsie Visualizza Messaggio
.....Io non sono di quelle che gioisce della morte di qualcuno, anche se era un domatore senza pietà, non gli avrei mai augurato la morte, ma al tempo stesso il mio cuore non riesce a piangerlo e spero che prima o poi si capisca quanto tutto ciò sia sbagliato e terrificante.
Grazie per il tuo intervento!
Neppure io Pawsie gioisco per la morte altrui, ma cosa capiamo degli animali e di conseguenza anche di noi che fino a prova contraria siamo uno di loro? La natura nel senso più esteso del termine non la tieni in pugno. E questo semplicemente perché ne fai parte, sei uno dei tanti e neppure il rappresentante della biosfera più riuscito.

Quel famoso "gli manca solo la parola" racchiude l'antropocentrismo cognitivo, non ammettiamo che ci siano espressioni cognitive tipiche di altre specie ma precluse alla nostra. Precluse! Non ne abbiamo accesso!

Il domatore non capisce neppure di essere senza pietà perché agisce seguendo coordinate che lo allontanano dall'animale e dal suo (umano) essere animale
In tanti modi diversi viene tolto agli animali ogni spazio di libertà, vengono sottoposti a sfruttamento e umiliazioni di intollerabile ferocia, gli viene negata ogni espressione di una vita di relazione gratificante e autodeterminata: sono schiavi a tutti gli effetti.

In moltissime di queste situazioni i non umani, esattamente come gli schiavi, sono costretti ad una acquiescenza dovuta all'impossibilità fisica della ribellione o da una paura che è terrore, che immobilizza e pietrifica ogni azione, che annienta il movimento in virtù dell’inconscia spinta a scomparire, a non esserci, ossia non essere, per non subire.

Le tigri, considerate "vigliacche" da quella grande esperta di animali, hanno solo espresso il loro essere, non penso neppure che quell'aggressione sia dovuta a semplice disobbedienza e rivolta, quanto piuttosto all'accumulo di motivazioni di specie negato dalla prigionia.
Il "domatore" tutto questo non lo prende mai in considerazione, e muore perché è una preda e non può trasformarsi in predatore.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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