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Alimentazione Domande e consigli riguardo tutto ciò che i nostri a-mici mangiano o dovrebbero mangiare

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Vecchio 17-04-2020, 11:22   #1
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Predefinito Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

Buondì a tutti, amici gattofili! Come procede la quarantena?

Come da titolo... Vi confesso che da circa metà marzo abbiamo scelto di non seguire più la dieta BARF (che poi la nostra era pseudo-BARF).

Elenco velocemente i motivi. Vuoi che i miei due pelosi hanno un comportamento decisamente particolare, vuoi che la mia scelta di diventare vegetariana (e una poca collaborazione casalinga da parte del mio moroso, per tanti motivi, pochi giustificabili ) influisca un po', vuoi anche il tempo sempre più ridotto, tralasciando il periodo di quarantena attuale... Per me la BARF stava diventando un incubo.

Cerco di entrare brevemente nei dettagli, per farvi capire come mai abbiamo fatto questa scelta molto dura.
A Loki è impossibile far seguire una dieta simile. Non accetta le integrazioni "chimiche", non tollera quelle vere (intendo dire ossa polpose, fegato eccetera), ha iniziato anche a non farsi più piacere la roba scongelata. Mangia solo bovino (adulto, vitello), il pollo puro non glielo posso dare perché gli fa venire l'acne felina sotto il mento, non mangia pesce (nemmeno cotto) e non digerisce per niente il tacchino, non si avvicina agli altri volatili. Anche se contro i miei principi, abbiamo provato a somministrargli coniglio e cavallo e... "Puoi mangiarlo tu, sai?"
Cloe è praticamente identica a lui, nonostante sia una pattumiera ambulante. In fatto di integrazioni chimiche, se le becca vomita (la confezione di VetIntegra giace mezza aperta dimenticata in dispensa), con le ossa ci gioca, non mangia le varie frattaglie, ma perlomeno tollera quasi tutti gli altri animali.
La mia scelta di diventare vegetariana influisce anche parecchio. Sono anni che cerco di esserlo in modo definitivo ed è da inizio febbraio che sto imboccando di nuovo questa via... Il fatto di dover maneggiare pezzi, grandi o piccoli, di carne animale mi ha sempre un po' disgustato, ma adesso mi manda proprio in crisi. In più (questo prima della quarentena), il mio tempo e anche quello del mio moroso, si è fatto estremamente limitato. Mi pesa davvero molto stare lì in piedi per ore a tagliare, pesare, impacchettare e congelare una montagnola di carne che dura poco più di 10 giorni.

A me dispiace fare questo passo indietro, so quanto sia importante garantire un'alimentazione più che adeguata per i nostri mici. È nel loro diritto avere la garanzia su cibo e salute, dato che sono sotto la nostra responsabilità... Ma io questa garanzia non gliela posso offrire al momento. Ci ho provato per un anno abbondante, correndo dei rischi (non indifferenti, viste le mancate integrazioni, non compensate sicuramente con una manciatina di crocchette).
Questo non vuol dire che adesso mangeranno le scatolette del più disparato discount o di una blasonata marca che lascia la qualità che trova... So che il cibo industriale sarà sempre un gradino indietro rispetto al crudo, ma mi impegnerò a tornare sui vecchi passi seguendo scrupolosamente tutti i consigli e le "linee guida" che ho sempre trovato fantastici e numerosi qui sul forum.

Qualcun* di voi ha mai avuto un'esperienza simile alla mia o comunque dove ha dovuto rinunciare al crudo per altri motivi e ritornare all'industriale ? Mi raccontate le vostre avventure?
Ovviamente si è liberi di commentare anche se "non ho fatto come te", in questo periodo di quarantena due chiacchiere e qualche confronto costruttivo (ovviamente tutto via web ) sono sempre apprezzati!

PS. Prima di scrivere il post ci ho pensato due volte, soprattutto perché l'argomento è delicato e quindi il timore di essere "investita" c'è tutt'ora... Comunque mi sto tenendo aggiornata con la mia veterinaria e abbiamo prenotato le analisi del sangue e un check-up completo per i due mici (se tutto va bene le farò a giugno).


* Loki, Cloe e Fiore vi salutano! * * Lulù ci protegge da lassù *
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Vecchio 17-04-2020, 15:01   #2
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

Non sentirti in colpa, non hai fatto niente di male, i tuoi gatti mangeranno comunque del cibo di ottima qualità e di tutto rispetto. Hai fatto bene a fare questa scelta se non eri più in grado di offrire loro una dieta equilibrata e se loro facevano difficoltà a mangiare. Meno stress per tutti è molto meglio


Misty * mamma di Milly e Maya * Crimy, Misty, Pepe e Milù nel mio cuore
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Vecchio 17-04-2020, 20:07   #3
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

Ciao Piumagica,
non vedo perché dovresti farti remore a parlare di questo argomento, la barf non è un dogma né tanto meno una religione o una setta da cui non si può uscire pena la scomunica! Poi spero proprio che con tutte le tragedie che abbiamo avuto in questo periodo, la gente abbia imparato a non scannarsi su cosa mangiano i gatti altrui (ma non è detto)...

Comunque io ti capisco. Io sono passata da una dieta 100% casalinga (non proprio barf perché alterno crudo e cotto) a una dieta mista casalinga/umido industriale. I motivi della dieta casalinga erano essenzialmente di salute (Waffle è intollerante a tante cose e la sua dermatite atopica si è risolta con la dieta). Piano piano ho introdotto l'umido industriale per vari motivi.

- Comodità: si può dire tutto quello che si vuole, ma la comodità di una scatoletta che si compra, si apre e si dà in 2 minuti non è paragonabile alla mole di lavoro che comporta la dieta casalinga. Io ho due gatti impegnativi, molto vivaci, lavoro da casa in un piccolo bilocale, già spendo tempo a intrattenerli con sessioni di gioco in vari momenti della giornata, in modo che poi siano tranquilli e io possa lavorare... dover anche scaldare e servire la carne 3 volte al giorno diventa veramente un secondo lavoro... avere almeno un pasto a scatoletta mi dà un po' di respiro.
- Integrazione: loro prendono il Felini, ma se non lo "allungo" con la scatoletta, o qualcosa di altrettanto gustoso, spesso mangiano la carne e lasciano lì l'integrazione. Inoltre stare lì a misurare tutto è complicato, anche se so che non deve essere fatto alla perfezione, e non dando le interiora (se non il cuore quando lo trovo) nè le ossa polpose, dare anche umido mi fa stare più tranquilla, anche se magari è una mia pia illusione.
- Impatto ecologico: ora, non sono proprio del tutto sicura che fare venire delle scatolette dalla Germania sia molto più ecologico che dare la carne allevata in Italia. Però nelle scatolette ci sono spesso scarti di macellazione (parti tipo polmoni, reni, ecc che non sono molto appetibili per noi) e almeno posso illudermi che sto dando ai gatti della carne che sarebbe stata buttata invece di "sacrificare" degli animali (con quello che ne consegue) appositamemte per loro. Mi piacerebbe molto diventare vegana, e credo che nel futuro lo farò, fino ad ora ho rimandato più che altro per motivi di salute. Mi limito a mangiare uova e rarissimamente pesce o pollo giusto per mantenere l'apporto di vitamine / proteine ecc. però mi sento veramente in colpa a comprare carne come vitello o agnello per i mici... mi piange proprio il cuore. Non che il tacchino soffra meno quando lo macellano, ma insomma... sono scelte molto difficili. Vogliamo il meglio per i nostri mici ma non possiamo ignorare le conseguenze etiche ed ecologiche di ciò che facciamo per loro, anche se ovviamente la perfezione in questo campo non esiste, perché chi vuole davvero avere un gatto "a impatto zero" semplicemente non deve metterselo in casa.
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Vecchio 19-04-2020, 11:07   #4
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

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Non sentirti in colpa, non hai fatto niente di male, i tuoi gatti mangeranno comunque del cibo di ottima qualità e di tutto rispetto. Hai fatto bene a fare questa scelta se non eri più in grado di offrire loro una dieta equilibrata e se loro facevano difficoltà a mangiare. Meno stress per tutti è molto meglio
Mi girano le scatole pensando che tutti i mici che conosco "di persona" sono praticamente perfetti, mangerebbero anche l'intonaco... Poi penso ai miei, o meglio penso a Loki che manco mangia il pesce e mi viene da ridere
Lo vedevo proprio che lui iniziava a patire questa dieta, pensa che negli ultimi periodi non veniva nemmeno più a farmi compagnia quando preparavo le porzioni


* Loki, Cloe e Fiore vi salutano! * * Lulù ci protegge da lassù *
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Vecchio 19-04-2020, 11:19   #5
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

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Ciao Piumagica,
non vedo perché dovresti farti remore a parlare di questo argomento, la barf non è un dogma né tanto meno una religione o una setta da cui non si può uscire pena la scomunica! Poi spero proprio che con tutte le tragedie che abbiamo avuto in questo periodo, la gente abbia imparato a non scannarsi su cosa mangiano i gatti altrui (ma non è detto)...

Comunque io ti capisco. Io sono passata da una dieta 100% casalinga (non proprio barf perché alterno crudo e cotto) a una dieta mista casalinga/umido industriale. I motivi della dieta casalinga erano essenzialmente di salute (Waffle è intollerante a tante cose e la sua dermatite atopica si è risolta con la dieta). Piano piano ho introdotto l'umido industriale per vari motivi.

- Comodità: si può dire tutto quello che si vuole, ma la comodità di una scatoletta che si compra, si apre e si dà in 2 minuti non è paragonabile alla mole di lavoro che comporta la dieta casalinga. Io ho due gatti impegnativi, molto vivaci, lavoro da casa in un piccolo bilocale, già spendo tempo a intrattenerli con sessioni di gioco in vari momenti della giornata, in modo che poi siano tranquilli e io possa lavorare... dover anche scaldare e servire la carne 3 volte al giorno diventa veramente un secondo lavoro... avere almeno un pasto a scatoletta mi dà un po' di respiro.
- Integrazione: loro prendono il Felini, ma se non lo "allungo" con la scatoletta, o qualcosa di altrettanto gustoso, spesso mangiano la carne e lasciano lì l'integrazione. Inoltre stare lì a misurare tutto è complicato, anche se so che non deve essere fatto alla perfezione, e non dando le interiora (se non il cuore quando lo trovo) nè le ossa polpose, dare anche umido mi fa stare più tranquilla, anche se magari è una mia pia illusione.
- Impatto ecologico: ora, non sono proprio del tutto sicura che fare venire delle scatolette dalla Germania sia molto più ecologico che dare la carne allevata in Italia. Però nelle scatolette ci sono spesso scarti di macellazione (parti tipo polmoni, reni, ecc che non sono molto appetibili per noi) e almeno posso illudermi che sto dando ai gatti della carne che sarebbe stata buttata invece di "sacrificare" degli animali (con quello che ne consegue) appositamemte per loro. Mi piacerebbe molto diventare vegana, e credo che nel futuro lo farò, fino ad ora ho rimandato più che altro per motivi di salute. Mi limito a mangiare uova e rarissimamente pesce o pollo giusto per mantenere l'apporto di vitamine / proteine ecc. però mi sento veramente in colpa a comprare carne come vitello o agnello per i mici... mi piange proprio il cuore. Non che il tacchino soffra meno quando lo macellano, ma insomma... sono scelte molto difficili. Vogliamo il meglio per i nostri mici ma non possiamo ignorare le conseguenze etiche ed ecologiche di ciò che facciamo per loro, anche se ovviamente la perfezione in questo campo non esiste, perché chi vuole davvero avere un gatto "a impatto zero" semplicemente non deve metterselo in casa.
Pensa che io la BARF l'avevo abbracciata principalmente erché era uno dei millemila tentativi/soluzioni che stavamo provando ad affibbiare a Loki per fargli smettere di fare la popò fuori... Direi che stato un insuccesso su ogni fronte E anche lui, grazie alla carne cruda, lo abbiamo scoperto intollerante (e schifoltoso) su tanti tipi di proteine e formati.

Quoto anche il discorso della comodità. Per lo stile di vita che abbiamo noi due è già tanto se a volte riusciamo a spadellare per noi... Figuriamo per loro. Con sempre il timore di aver mancato qualche pezzetto di norma igienica a rischio totale della loro salute.

Molto interessante il tuo accenno all'ecosostenibilità. È un discorso a cui tengo molto e ne parlerei per ore
A pensarci bene hai ragione, quante volte (nel mio caso) compravo le sovracosce e buttavo via parte della roba? Oppure l'alluminio che usavo per avvolgere le porzioni mi toccava buttarlo via nell'indifferenziata? Dai, come si fa a risciacquare un foglietto microscopico tutto accartociato, in modo tale da smaltirlo correttamente. Per questioni d spazio non potevo permettermi di usare il vetro quindi...
Perlomeno le scatolette le risciacquo con la spugna o ci do' una bella lavata con la canna dell'acqua in giardino (tra un po' cresceranno scatolette al manzo sui miei mandarini ) e le posso buttare senza troppi danni ambientali.
Non penso che alcun animale domestici siano proprio a impatto zero, no no


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Vecchio 19-04-2020, 14:39   #6
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

Non sentirti assolutamente in colpa, la Barf non è per tutti, sia per le persone (in termini di soldi, tempo e volontà) sia per i gatti stessi, dato che non tutti prediligono la carne cruda o determinate parti. Sicuramente puoi garantire un'alimentazione sana e bilanciata ai tuoi mici anche col cibo industriale di buona qualità
Anche io ho dei gatti con i quali sarebbe impossibile seguire seriamente la Barf dato che a Klimt la carne cruda (e neanche cotta a dire il vero) non è mai piaciuta sin da piccolo, ogni tanto mangia qualche pezzo di pollo crudo, un pezzetto di cuore di manzo, un assaggino di qualche avanzo da tavola ma nulla di più, è già tanto se mangia l'umido (fosse per lui mangerebbe solo croccantini).
Nebbia è messa un po' meglio, ogni tanto mangia un po' di carne cruda, altre volte no, ma non è in grado di spolpare, spezzare ossa o semplicemente mangiare cubetti di carne spessi, dato che la signorina mangia solo pezzetti microscopici. Con loro due una barf sarebbe impossibile secondo me.

Ciro e Totò invece apprezzano molto la carne cruda, infatti un paio di volte a settimana gli do ali o cartilagini di pollo e cuori di manzo. Ciro mangia con piacere le ossa e i pezzi di cartilagine e riesce a spolpare tutto per bene, mentre riguardo Totò sto notando una "involuzione". Non mangia più le ossa, le ali devo disossarle e le cartilagini le vuole tagliate, altrimenti non mangia o si arrende dopo pochi tentativi. Chissà come mai questo cambiamento, che si sia impigrito? Lui è il più ingordo dei due, mangia più di Ciro ma allo stesso tempo sembra più selettivo.
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Vecchio 19-04-2020, 14:59   #7
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babaferu
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

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Lo vedevo proprio che lui iniziava a patire questa dieta, pensa che negli ultimi periodi non veniva nemmeno più a farmi compagnia quando preparavo le porzioni
Beh questo.... Forse dipende dal fatto che tu non lo facevi con piacere, non ci hai pensato???
Abebe mi fa compagnia mentre affetto le zucchine ma poi mica le magna!!!
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Vecchio 19-04-2020, 15:15   #8
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

L'alimentazione dei gatti ci pone una marea di dilemmi ed è ricca di contraddizioni.
Siamo una famiglia che non utilizza cibi industriali cotti o precotti.
Non solo, siamo attenti lettori di etichette, in particolare alla provenienza del prodotto.
Sappiamo che un basso costo indica per lo più una bassa qualità del prodotto, un costo ambientale alto.
La carne in offerta (e quindi il prodotto confezionato dei gatti) è possibile sono grazie agli allevamenti intensivi, in cui gli animali vivono in condizioni terribili e il gusto e consistenza della carne che ne deriva non è un granché.
Frutta e verdura, lucida e perfetta e a basso costo, è necessariamente trattata coi pesticidi disseminati in terreni ampi.
Non vorremo dare un cibo industriale ma almeno, come scrive alimiao, non vengono uccisi animali in più. Pensare che per dare del cibo fresco al gatto vengano allevati e uccisi delle altre specie animali in più, in allevamenti intensivi e macelli, mi colpisce molto.
E quindi conviviamo con uno dei tanti compromessi della vita, cibo industriale in prevalenza, un pasto di crudo al giorno o ogni due giorni.
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Vecchio 20-04-2020, 07:22   #9
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

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Beh questo.... Forse dipende dal fatto che tu non lo facevi con piacere, non ci hai pensato???
Abebe mi fa compagnia mentre affetto le zucchine ma poi mica le magna!!!
Non credo che sia per il mio "disgusto", credo che sia proprio il fatto della carne cruda... Non si avvicina nemmeno più quando il mio moroso prepara i suoi hamburger o lo spezzatino, mentre per la preparazione di qualsiasi altri piatto altroché se si avvicina


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Vecchio 20-04-2020, 07:37   #10
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Predefinito Re: Una zampa indietro: ritorno al cibo industriale

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L'alimentazione dei gatti ci pone una marea di dilemmi ed è ricca di contraddizioni.
Siamo una famiglia che non utilizza cibi industriali cotti o precotti.
Non solo, siamo attenti lettori di etichette, in particolare alla provenienza del prodotto.
Sappiamo che un basso costo indica per lo più una bassa qualità del prodotto, un costo ambientale alto.
La carne in offerta (e quindi il prodotto confezionato dei gatti) è possibile sono grazie agli allevamenti intensivi, in cui gli animali vivono in condizioni terribili e il gusto e consistenza della carne che ne deriva non è un granché.
Frutta e verdura, lucida e perfetta e a basso costo, è necessariamente trattata coi pesticidi disseminati in terreni ampi.
Non vorremo dare un cibo industriale ma almeno, come scrive alimiao, non vengono uccisi animali in più. Pensare che per dare del cibo fresco al gatto vengano allevati e uccisi delle altre specie animali in più, in allevamenti intensivi e macelli, mi colpisce molto.
E quindi conviviamo con uno dei tanti compromessi della vita, cibo industriale in prevalenza, un pasto di crudo al giorno o ogni due giorni.
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L'alimentazione dei gatti ci pone una marea di dilemmi ed è ricca di contraddizioni.
Siamo una famiglia che non utilizza cibi industriali cotti o precotti.
Non solo, siamo attenti lettori di etichette, in particolare alla provenienza del prodotto.
Sappiamo che un basso costo indica per lo più una bassa qualità del prodotto, un costo ambientale alto.
La carne in offerta (e quindi il prodotto confezionato dei gatti) è possibile sono grazie agli allevamenti intensivi, in cui gli animali vivono in condizioni terribili e il gusto e consistenza della carne che ne deriva non è un granché.
Frutta e verdura, lucida e perfetta e a basso costo, è necessariamente trattata coi pesticidi disseminati in terreni ampi.
Non vorremo dare un cibo industriale ma almeno, come scrive alimiao, non vengono uccisi animali in più. Pensare che per dare del cibo fresco al gatto vengano allevati e uccisi delle altre specie animali in più, in allevamenti intensivi e macelli, mi colpisce molto.
E quindi conviviamo con uno dei tanti compromessi della vita, cibo industriale in prevalenza, un pasto di crudo al giorno o ogni due giorni.
Sul discorso della lettura delle etichette mi trovi d'accordo, noi non navighiamo nell'oro, ma per ora che siamo solo io e il mio moroso più i due quadrupedi, preferiamo spendere quel goccio di piu e assicurare il cibo migliore per tutti (ovviamente per quanto possibile). Sono una che se può acquista biologico o che comunque cerca di informarsi sui marchi da cui acquistare, comln buona pace che siano realmente "buoni", non acquisto locale (o molto raramente) perché per sfortuna dei contadini (ma fortuna nostra) conosciamo quasi tutte le terre della nostra piana, dato che vivendo in mezzo alle serre le voci corrono... E io non compro dall'orto a bordo strada o le mele dove so che nel terreno limitrofo hanno sotterrato materiale edile di dubbia natura

È vero che, per far fede ai miei principi nella loro totalità e per riagganciarmi al discorso del cibo di qualità per i mici, allora se avessi potuto continuare la BARF avrei dovuto comprare solo filetti tipo "Fileni-Bio" (o come cappero si chiama) oppure andare nel più sperduto campo sopra le nostre colline a chiedere tagli di bovino al margaro che li nutre solo a fieno e erba (per così dire ovviamente )... Ma lì ne va anche un po' del buonsenso, come dici tu, perché comunque quegli animali sono stati uccisi apposta per dar da mangiare ai miei di animali e non lo trovo giusto nemmeno io. Capisco che in natura il gatto non va a cercarsi la scatoletta, ma dato che è una bestiola domestica se posso limitare le sue impronte sul pianeta ben venga... Che poi, quotando in pieno la tua osservazione e quella di Ali, condivido il pensiero sul "riciclo" degli scarti. Se tanto vanno buttati perché non adatti all'industria umana, non è detto che siano marci o di cattiva qualità, perciò se possono avere un loro ultimo fine sono contenta di poterglielo dare.


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