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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 03-08-2017, 07:54   #21
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Aletto
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Così c'è sempre qualcuno che ti sta un gradinopiù sopra.
Il superiore e il subordinato.
L'obbligante e l'obbligato.
Quanto mi è sempre stata sulle palle sta cosa...
C'è sempre qualcuno che pretende di dirti cosa e come fare.
Sul lavoro mi rimproveravano di non andare per scala gerarchica nei rapporti con i superiori.
Non ho mai capito perché perdere tempo nel passamano, quando con un semplice salto si arriva rapidamente al gradino voluto.
Sarà anche per questo che mi sento in sintonia con il gatto.
Noi non solo abbiamo una visione distorta della gerarchia, ma applichiamo tale distorsione sia alla nostra società che alle società degli altri animali ed infine anche nel rapporto tra noi e l'altro (che sia uomo o altro animale) e tra noi e la natura in toto. Questo perché l'uomo è la specie più competitiva tra tutte
Nelle società animali la gerarchia è finalizzata alla sopravvivenza del gruppo, alla sua riproducibilità per avere una progenie forte, non nel senso io spacco tutto e tutti, ma nel senso siamo in grado di sopravvivere talmente alla grande che abbiamo figli forti che avranno a loro volta figli forti e saremo tutti adatti a questo habitat.
I ruoli a volte cambiano anche nell'ambito della stessa giornata a seconda delle necessità del gruppo ferma restando la leadership, come avviene nei gruppi dei lupi
Per ottenere questa "perfezione" mettiamo in campo le nostre competenze e una morale di gruppo. Il nostro "capo" non è tanto aggressivo nel senso umano del termine quanto è "capo" perché è in grado di sedare i conflitti, proteggere il debole, prendere iniziative ecc. Non è dominanza ma leadership e questa è gerarchia. Ovvio, l'individuo che cerca di imporsi con l'aggressività esiste, ma è considerato un rompiballe e non un leader

Tornando ai cani, l'articolo ovviamente non lo trovo, ma in sostanza era scritto che i cani aggressivi non sono quelli che cercano di imporsi sul branco, ma è l'esperienza che determina la leadership e che i cani randagi non sono sono neppure interessati a mantenerla. In realtà di articoli del genere ce ne sono a pacchi.

E tornando alle società umane, visto che differenza?
Si potrebbe pensare ma è ovvio, la nostra società è più complessa, ma secondo me è la distorsione del concetto di gerarchia a renderla complessa e fallace
Questo mio è logicamente un prospetto semplificato della società umana, ma penso che se una società non ha buone basi, cresce storta o ci diventa un po' come la torre di Pisa


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 03-08-2017, 08:39   #22
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piccolo OT, sto leggendo La vita emozionale degli animali di Bekoff, e mi piace molto l'idea di cooperazione ed empatia come strategia evolutiva parallela e complementare alla competizione. dovremmo ricordarcene sempre

(mi piacerebbe leggere su questi argomenti un libro meno discorsivo e più "scientifico", questo riporta per lo più aneddoti, a me piacerebbe vedere degli studi)


Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia
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Vecchio 03-08-2017, 09:10   #23
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Eppure si sente molto spesso..."gatto dominante o sottomesso"...
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Vecchio 03-08-2017, 09:24   #24
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[...] Il nostro "capo" non è tanto aggressivo nel senso umano del termine quanto è "capo" perché è in grado di sedare i conflitti, proteggere il debole, prendere iniziative ecc. Non è dominanza ma leadership e questa è gerarchia.[...]
In teoria dovrebbe essere così...ma in pratica...

Siamo però sicuri che a volte tra i gatti non possa esserci una specie di capo che non si è imposto con la forza, ma che è stato riconosciuto e accettato come tale?
A me è capitato solo un caso del genere con il primo Gigio.
Ancora oggi mi chiedo da cosa sia stato determinato.
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Vecchio 03-08-2017, 11:49   #25
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piccolo OT, sto leggendo La vita emozionale degli animali di Bekoff, e mi piace molto l'idea di cooperazione ed empatia come strategia evolutiva parallela e complementare alla competizione. dovremmo ricordarcene sempre

(mi piacerebbe leggere su questi argomenti un libro meno discorsivo e più "scientifico", questo riporta per lo più aneddoti, a me piacerebbe vedere degli studi)
risposta all'OT: sto leggendo, dello stesso autore, L'intelligenza morale degli animali
"......La moralità trae origine dalla socialità ed è in intima connessione sia con l'intelligenza che con le emozioni". In realtà essa può essere vista come un tipo di intelligenza *sui generis*, quella che riunisce le abilità cognitive (memoria, previsioni sul comportamento degli altri) ed emotive (la capacità di leggere le espressioni facciali, le posture, i segnali olfattivi, le dinamiche sociali) in un unico tipo di intelligenza sociale. La moralità fa uso di diverse attitudini e capacità comportamentali e apparentemente le unifica....
Occhio che dice "apparentemente", lui è sempre molto attento alle nostre deviazioni interpretative
In questo testo c'è la parte scientifica delle sue rilevazioni, ma per approfondire bisogna andare alla bibliografia
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Eppure si sente molto spesso..."gatto dominante o sottomesso"...
Non ti preoccupare, fa parte delle due diverse scuole dovute alla biforcazione dell'osservazione del comportamento. Il concetto di dominanza ha senso solo nelle società con un fine comune, ed il gatto non vivendo in società non ha interesse ad essere dominante o sottomesso, è un fatto secondo me dovuto alla territorialità ed al vissuto di ogni individuo

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In teoria dovrebbe essere così...ma in pratica...

Siamo però sicuri che a volte tra i gatti non possa esserci una specie di capo che non si è imposto con la forza, ma che è stato riconosciuto e accettato come tale?
A me è capitato solo un caso del genere con il primo Gigio.
Ancora oggi mi chiedo da cosa sia stato determinato.
Guarda, secondo me no e non solo secondo me. Cercando spiegazioni suggerite dai nostri parametri potremmo cadere in trappola e dare spiegazioni che applicate alla loro realtà sarebbero fantasiose. Forse Gigio era un gatto sicuro di sé, ma non riesco ad addentrarmi più di tanto.
Anche il mio Chicco era fermo e volitivo ma tranquillo, la sua amica Greta ne era caratterialmente sopraffatta. Penso sempre al loro vissuto ed alla loro percezione della territorialità


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Vecchio 03-08-2017, 12:57   #26
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@Aletto sto leggendo anche quello. ma sto leggendo anche altri 6 libri. modalità lettrice bulimica. grazie, allora mi appunto di dare la precedenza a proseguire quella lettura ^_^


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Vecchio 03-08-2017, 13:09   #27
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Gigio era indubbiamente un gatto sicuro di sè.
Me l'hanno buttato sul balcone che aveva 4 mesi o poco più.
Quando è diventato adulto ho cominciato a notare che il suo rapporto con gli altri 4 era diverso da come mi sarei aspettata.
Giocavano insieme, dormivano insieme, andavano molto d'accordo.
Però quando Gigio non era nei paraggi, semplicemente stava in un'altra stanza o sul balcone, a volte poteva capitare che fra gli altri 4 ci fosse qualche piccola baruffa come succede fra gatti, generalmente per un gioco un po' troppo eccitante da cui si lasciavano prendere la mano...ehm...la zampa; niente di grave, qualche soffiatina, al massimo una sberletta...ed ecco che Gigio si fiondava al volo, ma non per giocare e nemmeno per bisticciare.
Si piazzava a un paio di metri, immobile come una statua, niente pelo ritto, niente coda o orecchie "minacciose", nessun miagolio, insomma niente di niente, però li osservava fissamente.
Come gli altri si sentivano addosso il suo sguardo, si calmavano e Gigio tornava a occuparsi di quel che stava facendo prima.
Paragonandolo a un umano avrebbe potuto essere l'adulto che lancia la classica occhiata ai pargoli che bisticciano, aspettando di vedere se finalmente se ne accorgono e la piantano lì.

Non ho mai capito come inquadrare questo comportamento, la sola cosa che mi era venuta in mente è stata quella del "capo".
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Vecchio 03-08-2017, 13:16   #28
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@Aletto sto leggendo anche quello. ma sto leggendo anche altri 6 libri. modalità lettrice bulimica. grazie, allora mi appunto di dare la precedenza a proseguire quella lettura ^_^
non me ne parlare, dei libri che sto leggendo sto facendo un puzzle mentale, poi c'è il corso ed i libri del corso. ma quello che hai tu non ce l'ho.
Poi c'è da mettere d'accordo gli evoluzionisti con gli etologi cognitivi, il tutto da correlare a quello che ho capito, mica tutto! poi c'è il diabete di Buio che la fa da padrone nella mia testa..... e se mollassi tutto tranne Buio?


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Vecchio 03-08-2017, 14:26   #29
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......Non ho mai capito come inquadrare questo comportamento, la sola cosa che mi era venuta in mente è stata quella del "capo".
Non credo si possa paragonare all'adulto umano che supervisiona i piccoli, sarebbe un trappolone. Se mi faccio un film nella testa in cui vedo gatti che bisticciano, anche se qualche baruffa in questi contesti c'è sempre, penso che bisognerebbe vedere perché si azzuffano e quale contesto ha generato la zuffa tra gli individui e poi, come mai l'arrivo un terzo super partes li tranquillizza.
Bisognerebbe capire bene come nella loro testa è mappato il territorio e non come lo è secondo noi perché, a parte le zone delle risorse primarie ben visibili anche a noi c'è una mappatura chiamiamola secondaria che poi tanto secondaria non è, e se non riescono a rispettare vicendevolmente le zone di passaggio o perché c'è un corridoio, o perché sono tanti per quei mq ecc ecco che o si annichiliscono -e sembra stiano bene- o si azzuffano -allora cosa succede tra i miei gatti?- passando per carità anche per gli stadi intermedi di questi comportamenti che sono i più auspicabili
Detto papale papale, le situazioni in cui vivono la gran parte dei nostri mici sono quasi da "laboratorio", c'è poco di naturale e non possono comportarsi in modo naturale, e qui esce la figura del comportamentalista cognitivo relazionale
Dei miei penso che sicuramente Buio se fosse libero avrebbe e vorrebbe un territorio molto più ampio ma per sua esigenza personale del tipo qui ci sono io e basta. Volland anche ne avrebbe uno più ampio per esigenza di predazione e caccia. Berenice per allegria e felicità se ne andrebbe in giro. Dei tre, Buio forse non tornerebbe sempre alla base


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Vecchio 04-08-2017, 07:13   #30
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Era il gioco che a un certo punto scatenava il bisticcio, ma capitava solo quando c'era Cleo, che in un primo momento partecipava, a volte era addirittura lei che invitava, salvo poi non volerne più sapere non appena il gioco diventava probabilmente troppo rude per i suoi gusti e a quel punto compariva Gigio.
Probabilmente gli davano semplicemente fastidio certi suoni, però non so come spiegare il fatto che alla sua vista tutti si calmassero, compresa Cleo, senza che lui si intromettesse o aprisse bocca.

Lo so che la situazione non è paragonabile a quella umana, ma per far capire la scena non riesco a trovare altri paragoni; se fossi un gatto però parlante alla maniera umana, ci riuscirei senz'altro.

Se i miei fossero liberi di uscire con tutta probabilità si comporterebbero come i gatti precedenti; quasi tutti hanno sempre preferito restare in giardino, nonostante qui intorno ci sia un ambiente naturale decisamente vasto.
Se ero in casa ci restavano anche loro, salvo manifestare chiaro il desiderio di andare in giardino, ma che ci andassi anch'io.
Infatti come mi avviavo mi precedevano tutti giulivi, ma se rincasavo mi seguivano subito.
Solo Perla andava ogni giorno a caccia di toporagni vicino al bosco e talvolta ci andava anche Mira.

Non mi aspettavo proprio che non avessero voglia di esplorare in lungo e in largo; solo la gatta di mia madre era una gran vagabonda, ci era capitato di incontrarla anche 2 chilometri da casa, intenta a cacciare; portava poi a casa le prede, per la gioia di mia madre, soprattutto quando se le trovava sul letto o sul tappetino in cucina: uccellini e topi, ma anche roba più grossa, come piccioni, talpe, serpenti, una volta anche un cuculo e un torcicollo.
Invece il maschio era un tranquillone e non si schiodava mai dal giardino.
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