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Alimentazione Domande e consigli riguardo tutto ciò che i nostri a-mici mangiano o dovrebbero mangiare

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Vecchio 20-01-2021, 00:49   #1
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Franco64
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Predefinito "Lasciarsi andare" con il cibo, qualche volta

Ciao a tutti!

Continuo a leggere libri sui mici in attesa che arrivi il mio... dovrebbe mancare un mese e mezzo circa (non vedo l'ora). Qui sopra, e anche altrove, vedo che siete abbastanza ligi a una dieta fissa, soprattutto per quanto riguarda i quantitativi. Tabelle, proporzioni etc., sempre uguali o quasi un giorno dopo l'altro.

Però, il gatto è un animale che caccia, non un erbivoro ruminante che bruca l'erba. La caccia, a differenza del brucare un prato, è una attività variabile: ci sono giorni in cui si trovano tante prede, altri in cui si sta a stecchetto.

Non avrebbe senso replicare - fermo restando una media ragionevole nel corso del tempo - questa variazione in quantità?
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Vecchio 20-01-2021, 09:52   #2
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Misty
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Predefinito Re: "Lasciarsi andare" con il cibo, qualche volta

Ciao, i consigli che vengono dati non sono categorici o tassativi su quantità e tempi e scoprirai da te che a volte il micio vorrà mangiare di più e a volte di meno.
vedrai che quando non vorrà mangiare o se lascerà un po' di cibo nel piatto ti verranno mille pensieri, sta bene, sta male, perchè non mangia, ha fatto la cacca, quanta pipì fa ahahah , come dei figli


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Vecchio 20-01-2021, 13:38   #3
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Predefinito Re: "Lasciarsi andare" con il cibo, qualche volta

Ciao Franco,
certo che avrebbe senso, ma stiamo anche parlando di animali un pò diversi:
- il gatto selvatico è stato abituato fin da piccolo a mangiare prede intere, interiora, ossa e nel caso anche residui di ciò che c'è dentro lo stomaco delle prede, anche erba nello stomaco di un coniglio, per dire). E' cibo più nutriente di quel che diamo noi ( anche se a volte l'igiene lasciala perdere ), cibo industriale che contiene spesso riempitivi e cereali per farlo costare meno.
prede catturate da lui stesso.
Ha istinti e abilità superiori ai randagi delle comunità umane che se spinti dalla fame avvicinandosi all'uomo del cibo possono trovarlo più o meno sempre
Poi penso che per istinto il gatto selvatico non lo mangi tutto ma lo conservi per altri pasti, quindi non credo in natura rimanga davvero diversi giorni senza cibo.
Un gatto casalingo deve avere a che fare con il cibo industriale, che una volta aperto diventa poco appetibile in fretta.

Da un altro punto di vista, per esperienza, ho avuto gatte randagie e forastiche a cui portavo cibo, che catturavano spesso piccoli uccelli, quasi sempre colombi e li mangiavano tutti lasciando solo le penne. E conservavano il corpo dissanguato per mangiarselo con calma nei giorni successivi.
Una con i colombi uccisi ci ha svezzato pure 5 gattini, pensa.


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...gatta frettolosibus fecit gattini guerces..
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Vecchio 20-01-2021, 15:30   #4
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alimiao
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Predefinito Re: "Lasciarsi andare" con il cibo, qualche volta

Ciao Franco e benvenuto (ho anche risposto alla tua presentazione nell'altra sezione).

E' bello che tu ti stia informando e ti poni domande su come rispettare la natura del gatto. La domanda che poni è quasi di natura filosofica. Certo, in natura un gatto non mangia ad orari e quantitativi fissi, anzi magari non mangia nemmeno tutti i giorni. Mangia quello che può, quando può. Però, un gatto in natura è per l'appunto un gatto in natura, non un gatto domesticato che vive in casa. Un gatto in natura mangia quello che caccia, si riproduce quando ne ha occasione, vaga per il suo territorio. Un gatto di casa non fa nessuna di queste cose.

In particolare, nel tuo caso stiamo addirittura parlando di un gatto proveniente da allevamento, cioè un gatto non frutto degli incroci di madre natura, ma frutto del capriccio dell'uomo, che ha selezionato tramite incroci studiati un certo tipo di gatto, per questioni essenzialmente estetiche. Un tale gatto in natura non esiste proprio! (E non è una critica, te lo dice una che ha due gatti di una razza, il devon rex, che in natura sarebbe estinta perché presente caratteristiche non favorevoli alla sopravvivenza).

Dunque, con il gatto domestico, bisogna trovare un giusto equilibrio fra assecondare la natura originaria di questo animale e venire incontro alle esigenze dovute alla domesticazione, la quale fra l'altro rende il gatto un animale molto abitudinario, per cui le cose avvengono ad orari fissi (la sveglia, la sessione di gioco, il cibo) e ciò ha per lui un effetto tranquillizzante. Il cibo diventa spesso un rituale piacevole che si instaura fra il gatto e l'umano, per cui per il micio è rassicurante avere la colazione più o meno alla tal ora, e non mi sembrerebbe molto rispettoso dargliela due ore dopo "perché in natura succederebbe così".

Quindi secondo me la domanda da farsi è: qual è l'alimentazione che rispetta di più il benessere del gatto? Quindi è molto importante capire COSA dare, e abbastanza secondario il QUANDO e QUANTO.

Qui troverai varie risposte. Come per gli umani, anche per i mici impazzano le varie teorie relative alla nutrizione e alle diete appropriate. Ti basti sapere che la maggior parte dei veterinari ritiene che la dieta migliore sia dare solo cibo secco. Questo al giorno d'oggi è smentito da numerosi studi, secondo cui il cibo secco è sbilanciato e tende a creare disidratazione, in più la maggior parte del cibo secco contiene carboidrati e cereali non adatti all'organismo del gatto. Alcuni quindi propendono per una dieta mista secco+ umido, altri solo a umido industriale. Altri ancora preferiscono la dieta casalinga, che può essere basata su carne cotta o cruda integrata (la barf è un esempio di dieta casalinga piuttosto di moda). Ci sono anche veterinari nutrizionisti che impostano diete più o meno "naturali".

Per quanto riguarda il QUANTO, ci sono dei parametri abbastanza standard per il benessere di un gatto. Se ad es un gatto adulto deve mangiare (poniamo) 400g di umido al giorno, ciò significa che dargliene di più lo renderà grasso e più soggetto a varie patologie legate al sovrappeso, ma dargliene meno alla lunga lo renderà sottopeso, e quindi soggetto a patologie legate a carenze. In natura, i gatti sono naturalmente più propensi ad essere sottopeso che sovrappeso, vista la scarsità di risorse. Questo però non significa che essere sottopeso sia salutare per un gatto. Teniamo conto che in natura, un gatto ha una speranza di vita di meno della metà di un gatto domestico, quindi sarebbe a mio parere abbastanza illogico far nutrire il gatto in maniera irregolare "come se fosse fuori a cacciare".

Per quanto riguarda il COME, ci sono i padroni che, per comodità o convinzione, lasciano il cibo sempre a disposizione nel dispenser, ed è il gatto ad auto-regolarsi, quelli che lasciano a disposizione un po' di cibo solo per la notte, e quelli che invece "servono" il cibo a orari più o meno regolari.

Certo, per venire alla tua domanda, il gatto non è un ruminante, e farlo mangiare ad orari fissi ed inderogabili in dosi fisse non è necessario, soprattutto non è la cosa determinante del suo benessere. Prendiamo ad es due gatti: al gatto A si dà da mangiare un ottimo cibo (ottimi ingredienti, ben bilanciato) in dosi regolari e a orari fissi, mentre al gatto B si dà da mangiare cibo di bassa qualità (strapieno di cereali e zuccheri) però ad orari e quantità irregolari, magari nascondendoglielo per casa, in modo da stimolare il suo istinto di cacciatore/esploratore. Ovviamente la scelta più adeguata è quella fatta per il gatto A, perché rispetta di più il suo organismo e la sua salute.

Poi c'è anche da dire che un gatto proveniente da allevamento deve fare una transizione graduale dalla dieta a cui era abituato ad una eventuale nuova dieta. Tu hai parlato di questi argomenti con l'allevatore? lui cosa ne pensa? che tipo di dieta dà ai gatti?
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Vecchio 21-01-2021, 10:45   #5
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Aletto
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Predefinito Re: "Lasciarsi andare" con il cibo, qualche volta

Non possiamo uniformare o imitare il fabbisogno alimentare di tutti gatti se non attenendoci al loro metabolismo, che non conosciamo.
Le zone dove vivono in natura sono ricche di roditori piuttosto che di uccelli o lucertole, il che li specializza della cattura dell’uno o dell’altro
Un gatto in natura sceglie il suo territorio in base a ciò che è indispensabile per la sua sopravvivenza: sicurezza, ovvero cespugli in cui mimetizzarsi, alberi su cui arrampicarsi, assenza di consimili competitori, o predatori più forti di lui, ricchezza della fauna di cui si nutre ed eventualmente (secondaria) presenza di acqua. Se quel territorio non presenta questi requisiti, per il gatto non vale niente, e si sposta.
Da quando ha affiancato l’uomo, nel paleolitico, lo ha fatto perché le derrate alimentari attiravano roditori ed uccelli granivori, insetti, piccoli sauri (lucertole e ramarri) di cui lì ne trovava grande quantità. Ogni derrata alimentare o scarto della nutrizione umana ha sempre attratto non solo i felidi, ma anche i canidi e, come ora sappiamo bene, anche i suidi come i cinghiali.
Il gatto ferale è in sovrappeso? No. Il gatto selvatico è in sovrappeso? No. Il gatto abbandonato è in sovrappeso? No, caso mai è magro perché ha in parte perso l’abilità predatoria. Il sovrappeso lo notiamo spesso nei gatti di casa che ricevono cibo come appagamento di desideri negati dalla vita indoor che abbiamo reso dipendenti al 100% da noi.

Tornando a bomba, in casa mimare quello che succede nel pieno equilibrio della natura, è impossibile.
Non conosciamo le loro peculiarità metaboliche.
Non riescono a sintetizzare la taurina, inoltre il loro fegato è privo di un enzima, la glucochinasi ed è per questo che non possono metabolizzare rapidamente grandi quantità di carboidrati o zuccheri.
L’assenza della glucochinasi non costituisce un problema nei gatti sani, perché il normale comportamento alimentare di questi animali consiste nel consumo di numerosi piccoli pasti nell'arco di ogni giornata, il che tende (di solito) a far scomparire il carico di glucosio.

Il metabolismo energetico del gatto è strettamente legato a quello proteico. Quest'ultimo infatti è caratterizzato da una più elevata richiesta di proteine. La più alta domanda proteica dei gatti è legata ad un'alta attività enzimatica del fegato (transaminasi e deaminasi), che rimuove i gruppi aminici dagli aminoacidi, così che il chetoacido risultante può essere usato per l'energia o per la produzione di glucosio e non ha ritmi legati alle ore di luce, essendo il gatto un animale crepuscolare e notturno
Il top dovrebbe essere un’alimentazione dosata a piccoli pasti proteici di alta qualità durante la giornata.
Nonostante il chiuderli in casa da molti anni, questo non può variare un’organismo diversamente organizzato da millenni, che sia di razza o trovatello

@ alimiao
la barf è un esempio di dieta casalinga piuttosto di moda). Vorrei far notare che la barf è l'alimentazione di tutti i felidi da quando è comparsa la specie, e la moda è il cibo in scatola "apri e versa"

@ Franco
il digiuno a intermittenza non giova, nessuno ci assicura che il micio in natura non abbia trovato almeno una piccola preda. Il controllo del gatto in natura è difficile per la sua indole elusiva. La variazione di quantità se la giocano da soli se ben nutriti

P.S. i miei mangiano barf


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 21-01-2021, 11:21   #6
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@ alimiao
la barf è un esempio di dieta casalinga piuttosto di moda). Vorrei far notare che la barf è l'alimentazione di tutti i felidi da quando è comparsa la specie, e la moda è il cibo in scatola "apri e versa"
Non ho usato il termine "di moda" in modo spregiativo, volevo dire che è la dieta casalinga di cui in generale si sente più parlare al momento (rispetto ad esempio alla dieta casalinga cotta).
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Vecchio 21-01-2021, 12:40   #7
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Non ho usato il termine "di moda" in modo spregiativo, volevo dire che è la dieta casalinga di cui in generale si sente più parlare al momento (rispetto ad esempio alla dieta casalinga cotta).
Perché è la più affine alla palatabilità ed all'uso della dentatura carnassiale del carnivoro che trae soddisfazione esperienziale oltre che nutritivo.
Nonostante ciò la vet del corso si affida alla nutrizione in scatola, gli etologi cognitivi indicano l'alimentazione naturale, non cotta, come la più stimolante per il corretto sviluppo psicofisico di un essere senziente costretto alla vita indoor che non riesce a fornirgli tutti gli stimoli necessari per compensare l’assenza di esperienze outdoor, ovvero affinché anche la sua vita mentale (cognizione, emozioni, desideri, passioni) continui ad esprimersi ma, soprattutto, ad evolvere.

Tornando all'abissino, qui è il predatore più veloce, Non a caso l'ho messo nell'apertura del mio articolo su Animal Studies senza citarlo, ma era lui. Lascia a bocca asciutta gli altri, custodendo con ringhi la sua preda, il che vuol dire tutto ma può anche voler dire niente. E' la sua indole, come dicevo non ricordo dove, molto equilibrata, prontezza/velocità nel rispondere all'ambiente e alta capacità comunicativa con l'uomo, che ai più risulta perciò molto comprensibile. E' vivace, curioso affettuosissimo, perché esterna comprensibilmente il comportamento, ma ciò non toglie nulla ai gatti che interiorizzano il legame con l'ambiente invece di esplicitarlo così chiaramente. Anzi forse gli altri ci invitano a spremerci di più le meningi e porci delle domande.
Berenice si avvicina per interloquire, ma non lo fa lei per prima, non impone un dialogo, mi invita al dialogo. Poi sta a me accettare l'invito.
Buio mi si avvicina per territorialità competitiva, perché è complessato dal carattere degli altri due


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Vecchio 21-01-2021, 20:48   #8
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Poi c'è anche da dire che un gatto proveniente da allevamento deve fare una transizione graduale dalla dieta a cui era abituato ad una eventuale nuova dieta. Tu hai parlato di questi argomenti con l'allevatore? lui cosa ne pensa? che tipo di dieta dà ai gatti?
Devo ancora parlare con l'allevatrice. Sicuramente comunque seguirò la dieta che hanno i suoi gatti e, nel caso, farò una transizione graduale. Da quello che leggo, la dieta Barf è sicuramente una delle più consigliate; devo però capire se sarà compatibile con le esigenze di tempo di noi umani di casa e se piacerà al mio gatto.

Quello che indicavo nel post è che sono un po' preoccupato del fatto che una dieta "sempre uguale" in quantità e qualità possa alla fine rivelarsi noiosa per un gatto, che comunque non ha l'opportunità di "dire la sua" o di integrare cacciando. Questo ovviamente considerando comunque una dieta completa e orari dei pasti il più regolari possibile.

Scusate se "antropomorfizzo", ma essendo una buona forchetta, se mi condannassero a mangiare sempre le stesse cose e sempre negli stessi quantitativi, pasto dopo pasto e giorno dopo giorno, soffrirei tantissimo.

Magari un gatto non soffrirebbe, ma variare un po' avrebbe anche altri vantaggi, come per esempio riuscire a raggiungere con maggior facilità una dieta bilanciata e, magari, variando i quantitativi pur dando il pasto a orari fissi, abituarlo a un minimo di flessibilità.

Ammetto anche - e qui antropoformizzo ancora - che personalmente, la sensazione di essere qualche volta "con la pancia bella piena" non la trovo affatto sgradevole. Non può valere anche per lui, fermo restando compensare magari nei pasti precedenti/successivi?

Insomma, la vita bella è fatta anche di qualche vizio, per noi umani. Per i gatti, no?

Ultima Modifica di Franco64; 21-01-2021 at 20:52.
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Vecchio 22-01-2021, 09:39   #9
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Ma il gatto non mangerà sempre tutti i giorni la stessa quantità, perchè dipende da quanta attività ha fatto, quanto ha fame, anche noi non abbiamo sempre fame allo stesso modo, vale anche per loro.
certo che un gatto non affamato è più tranquillo e sereno, se vedi che ingrassa diminuisci, se vedi che ti sembra troppo affamato aumenta. Non bisogna però assecondarlo ogni volta che chiede perchè lo fa anche per golosità, soprattutto capita con le crocchette.
Bisogna anche variare gusti e marche, ad esempio se dai cibo industriale, come me, puoi acquistare due o tre marche diverse e gusti diversi che gli piacciono e li alterni ad ogni pasto. Anche loro si stufano di mangiare sempre la solita minestra.


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Vecchio 22-01-2021, 10:08   #10
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Ma non è scritto da nessuna parte che il micio debba mangiare sempre la stessa cosa! Dipende dalla dieta che gli imposti tu.
I miei gatti ad esempio mangiano al momento una dieta composta da: base di carne cruda (tacchino) o cotta (faraona) integrata, umido industriale di marche e gusti diversi (praticamente tutte le carni possibili e immaginabili, compreso canguro, capra, fagiano ecc tranne pollo), yogurt/kefir, croccantini al tacchino pressati a freddo dati come snack. Poi ogni tanto se io mangio pesce lo do anche a loro.
Praticamente mangiano meglio di me!

Comunque per la dieta barf, sarebbe meglio farsi aiutare da un veterinario nutrizionista per impostarla come si deve.
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