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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 23-09-2019, 21:14   #1
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Guybrush
Cucciolo
 
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Predefinito Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Ciao a tutti!

spero sia la sezione giusta, altrimenti consigliatemi e la aprirò dove è più corretto farlo.
Ho letto tempo fa una discussione dove veniva citato (Aletto era quella che aveva risposto introducendo l'argomento) che lo stress delle mamme viene trasmesso ai cuccioli, per via epigenetica... purtroppo l'argomento poi nel topic non veniva approfondito nel dettaglio ma io l'ho trovato un fatto molto curioso e ho chiesto ad Aletto se le andava di approfondire l'argomento...per cui ho aperto un topic nuovo nella speranza di poter parlare in maniera più dettagliata di tale argomento, che io trovo assolutamente interessante: oltre ai geni che trasmettono moltissime informazioni, come colore del mantello, grandezza ed anche perchè no alcune malattie genetiche, sembra che la mamma trasmetta ai piccoli anche altre informazioni come ad esempio le "sensazioni" tipo stress o simili, indipendentemente dal carattere "contenuto nei geni".

Io l'ho trovata una cosa stramegastraordinaria! Sapevo esistesse nelle piante una trasmissione simile, ma che accadesse anche negli animali rende la biologia molto molto più complessa ed interessante, che ne pensate?
Sperando che Aletto, che ci tengo a ringraziare, possa fornirci maggiori dettagli, così da poter approfondire meglio l'argomento.
Guybrush non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 24-09-2019, 10:32   #2
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Aletto
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Ciao Guybrush,
sì, la cosa è supermagainteressante ed altrettanto importante. A suo tempo non ho approfondito perché è argomento complesso e spero adesso di spiegarmi meglio senza che nessuno vada in overload.
Ci sono molti studi in proposito ai quali ho fatto riferimento nel mio articolo pubblicato sulla rivista di zooanropologia Animal Studies perché quando viviamo con un compagno di vita peloso viviamo anche col suo trascorso, con quello che si porta dentro e non si vede, con quella biologia che diventa comportamento tramite l’acquisizione di stimoli filtrati ed interpretati dallo stato emozionale non solo suo ma anche ereditato epigeneticamente dalla madre e dal padre.

Incolliamoci in testa questo: il soggetto è in dialogo col mondo, e diciamo innanzitutto che ci sono 3 tipi di eredità: 1) genetica, 2) epigenetica, 3) ontogenetica.

Il dialogo col mondo comincia nella vita intrauterina e proseguirà dopo la nascita, perciò su quella genetica, dal punto di vista che cerco di approfondire, poco c’è da dire. Ma se il cariotipo femminile nella vita fetale sta tra due maschi sarà inondato da ormoni maschili allora potremmo osservare in fase adolescenziale comportamenti maschili. Un esempio tipico è un cane femmina che fa pipì alzando la zampa, l’opposto potrà succedere ad un cane maschio che nella vita fetale stava vicino a due femmine.
L’eredità ontogenetica è quella che si forma nel corso della vita e che ci si porta dietro, è collegata alla memoria emozionale (il marcatore somatico). Questa memoria emozionale ed eredità ontogenetica (quindi dell’individuo) può trasmettersi facilmente alla prole per via epigenetica quando un gene è espresso stabilmente, e perciò non più silenziato ed espresso durante il dialogo col mondo.

Epigenetico è tutto quello che il DNA fa prevalere dell’espressione genica senza alterarne la sequenza. Questo è il DNA che interpreta il mondo in determinate situazioni, è il famoso “DNA che impara” (se volete leggerlo il testo è di Ernesto Di Mauro).

Per questo sarebbe importante conoscere il vissuto della madre e del padre dei cuccioli e come la madre ha vissuto la gravidanza, perché i cuccioli vivono le esperienze della madre durante la vita fetale tramite i neurotrasmettitori con cui vengono in contatto e diventa eredità emozionale sulla quale per chi lavora per il benessere degli animali è più difficile intervenire perché non è memoria recente e bisognerebbe conoscere tutta la cucciolata se non si conosce almeno la mamma.
Se mamma e papà tranquilli e gravidanza tranquilla tutto ok, altrimenti non è tutto ok.

Vediamolo in alcuni esempi che riguardano sia noi umani che gli eterospecifici e riguardano sempre, dico sempre, il mancato raggiungimento dell’omeostasi che non è solo sopravvivenza, ma il suo obbiettivo è quello di offrire uno stato di vita migliore della neutralità. Studi complementari sull’uomo e sugli animali indicano chiaramente che esperienze negative di vita precoci influenzano substrati neurobiologici omologhi attraverso le specie, potenzialmente attraverso meccanismi epigenetici simili.
Nei roditori, diversi studiosi hanno ora riportato prove convincenti del ruolo fondamentale svolto dai processi epigenetici nella mediazione delle conseguenze neurobiologiche e comportamentali maladattivi dovuti all’ambiente di vita iniziale e alle sue avversità. Negli esseri umani, gli studi sui tessuti post-mortem del cervello hanno iniziato a svelare alterazioni epigenetiche associate a CM (maltrattamento dei piccoli), che assomigliano sorprendentemente alle precedenti scoperte sugli altri animali.
La metilazione del DNA è un meccanismo dinamico in grado di rispondere rapidamente ai fattori ambientali, sia nei processi fisiologici sia in quelli patologici, anche nelle cellule neuronali post-mitotiche.
Le emozioni vissute, ovvero i cambiamenti effettuati ad opera dell’ambiente sull’espressione genica, sono come una memoria che resta impressa e trasmessa alla prole per più generazioni, diventando una memoria appartenente non più solo all’individuo ma alla famiglia.

Una pietra miliare del 1997, sulla rivista Science, ha mostrato come variazioni di grooming ricevuti durante l’infanzia abbia un effetto diretto su come l’ormone dello stress, incluso il corticosterone, veniva poi espresso da adulto. Più leccate da cuccioli, e meno ormoni dello stress da grandi. Un po’ come se la mamma leccasse via anche i gruppi metile dal DNA
I topi maschi che hanno vissuto una situazione stressante producono spermatozoi con un’espressione alterata dei microRNA che regolano l’attività dell’RNA messaggero e di conseguenza, la prole concepita con quegli spermatozoi mostra una risposta alle situazioni di stress più intensa del normale. I piccoli dei topi, i cui padri erano stati sottoposti a stress concomitante all’odore di ciliegia (acetofenone) nello studio condotto da Brian G. Dias e Kerry J. Ressler dell’Howard Huges Medical Institute, e concepiti tramite inseminazione artificiale, hanno mostrato una risposta di paura maggiore a quell’odore che a qualunque altro odore, benché non fossero mai stati esposti all’acetofenone. Ancora più sorprendente è che lo stesso tipo di comportamento si rilevava anche nella seconda generazione di roditori.

Altro esempio di interazione gene-ambiente è ad esempio la carestia subita dalle future mamme nei Paesi Bassi durante la seconda guerra mondiale che ha interferito sui loro figli, altro esempio sono i figli dei sopravvissuti all’olocausto che hanno ereditato caratteristiche comportamentali provenienti dal trauma dei genitori influenzandone l’espressione genica, il comportamento e la suscettibilità a malattie. I lavori di Robinson, Fernald, Clayton e altri, che comprendono studi su più organismi, dalle api e dagli uccelli alle scimmie e agli esseri umani, suggerisce qualcosa che vale la pena approfondire: le nostre vite sociali possono cambiare la nostra espressione genica con rapidità, ampiezza e profondità e precedentemente questo era stato trascurato (Dobbs 2013).

Se vuoi approfondire metto la bibliografia:

Deans C., Maggert K.A. (2015), “What Do You Mean, ‘Epigenetic’?”, in GENETICS, volume 199 no. 4, pp. 887-896;
Denny WB., Prapapanich V., Smith F., Scammell JG. (2005), “Structure-function analysis of squirrel monkey FK506-binding protein 51, a potent inhibitor of glucocorticoid”, in Endocrinology, 146(7), pp. 3194-201.
Dias BG, Ressler KJ., (2013), “Parental olfactory experience influences behavior and neural structure in subsequent generations”, in Nature Neuroscience 17, pp. 89–96
Dobbs, D. (2017), “The Social Life of Genes”, in daviddobbs.net.
Haas BW., Filkowski MM., Cochran RN., Denison L., Ishak A., Nishitani S., Smith AK. (2016), “Epi¬genetic modification of OXT and human sociability”, in Proc Natl Acad Sci USA. 5, 113(27), pp. E3816-2
Lutz PE., Turecki G. (2014), “DNA methylation and childhood maltreatment: from animal models to human studies”, in Neuroscience, 4; 264, pp. 142-56.
Yeo S., Enoch MA., Gorodetsky E., Akhtar L., Schuebel K., Roy A., Goldman D. (2017), “The in¬fluence of FKBP5 genotype on expression of FKBP5 and other glucocorticoid-regulated genes, dependent on trauma exposure”, in Genes Brain Behav., 16(2), pp. 223-232.
Iversen, D. (2014), “L’infanzia dei vostri antenati potrebbe essere scritta nel DNA”, in Scienze Na¬turali.it
O’Leary JC., Zhang B, Koren J., Blair L, Dickey CA. (2013), “The role of FKBP5 in mood disorders: action of FKBP5 on steroid hormone receptors leads to questions about its evolutionary importance”, in CNS Neurol Disord Drug Targets, 12(8), pp. 1157-62.
Rutten B.P.F, (2018), “Neuroepigenetics of Mental Illness: The Inside Outs of the Outside Within.”, in Prog Mol Biol Transl Sci.,158, pp. 1-13.

Per qualunque altra cosa, sono qua


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 25-09-2019, 10:55   #3
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Mi sono resa conto di non aver risposto direttamente alla tua domanda: "lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?"
La risposta è: sì


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 26-09-2019, 11:29   #4
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Che argomento affascinante. Ma quindi, questo principio è applicabile anche alla "creazione" di razze con determinate caratteristiche comportamentali? Faccio l'esempio dei ragdoll, quello che solitamente mi viene in mente. È una razza famosa perché questi gatti sono dei bambacioni docili e coccolosi e mi sono sempre chiesta come fosse possibile che facendo accoppiare tra loro due gatti coccolosi nascessero dei cuccioli coccolosi (ovviamente il termine "coccoloso" è puramente indicativo e generalizzante per riassumere l'esempio). La risposta a questo quesito è quindi che, così come lo stress e la paura, anche alcune caratteristiche comportamentali come docilità/aggressività, pigrizia/iperattività ecc ecc. possono essere trasmesse dai genitori per via epigenetica?
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Vecchio 26-09-2019, 11:34   #5
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Un'altra domanda, un po' più specifica perché riguarda il mio gatto.
Klimt è un gatto molto pauroso e, soprattutto, super irritabile. Quando c'è qualche presenza estranea (che sia un nuovo gatto o un semplice ospite) si agita molto, soffia, piange e vuole uscire di casa. Una cosa simile succede anche quando banalmente non lo accontento in qualcosa: per esempio, quando anziché dargli i crocchi insisto col dargli l'umido che non vuole, oppure se tardo a farlo uscire di casa. Questo suo comportamento potrebbe derivare da una gravidanza vissuta male dalla madre o dal carattere dei genitori? Pura curiosità, alla fine così è e così rimane
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Vecchio 26-09-2019, 14:12   #6
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

E’ molto impegnativo dare risposte assolute.
In generale le razze sono geneticamente manipolate dall’uomo, sia per quanto riguarda i cani che i gatti, e non solo. Nel cane si è ottenuto addirittura di aver selezionato il tipo di morso per un cane da pastore piuttosto che l’osservazione del gregge nel suo insieme, o protezione spiccata del territorio contenente il gregge. Per il gatto è invece una questione di estetica (ma anche per alcuni cani vale la stessa scelta). Al gatto di allevamento vengono richieste alcune doti non riguardanti solamente l’estetica, chi compra vuole quel tipo di estetica ma anche quel tipo di carattere. Se ne nasce uno la cui indole considerata non è consona alla richiesta allora quell’individuo può anche essere escluso dal programma di riproduzione o venduto avvisando l’acquirente della sua indole perché se è importante che risponda allo standard di razza è anche importante che risponda alle aspettative di indole richieste da chi lo compra.
In altre parole si compra il prodotto finito e confezionato così come lo volevamo, questa frase da parte mia è un po’ polemica perché rimanda alla reificazione di un essere vivente.

Allora il gatto/cane potrebbe dire: che razza di bene mi vuoi?

Sono sicura che Morghi potrà essere più chiara in merito.

Ne consegue un’alta percentuale di selezione genetica ed una bassa percentuale di ricchezza di patrimonio genetico, quindi ne consegue un’altra considerazione: un elevato indice di probabilità che quel gatto sia come noi vorremmo.
Per fortuna ogni gatto è in dialogo col suo ambiente, e questo, dal mio punto di vista, rafforza la speranza che possa dirazzare, ossia non avere quelle caratteristiche caratteriali considerate tipiche di quella razza. Per chi lo ha comprato è qualcosa di inaspettato e di conseguenza ne è impreparato.

Alla tua domanda "docilità/aggressività, pigrizia/iperattività ecc ecc. possono essere trasmesse dai genitori per via epigenetica?" non posso rispondere in modo assoluto perché se c’è l’eredità che in questo caso potrebbe essere più genetica e filogenetica che epigenetica.
C’è poi il percorso ontogenetico dell’individuo che se diciamo “inciampasse” in una qualità di vita considerata da lui negativa/pericolosa (N.B. da lui e non magari da un altro) allora si svilupperebbe quell’espressione genica che invece di andare e venire diventerebbe stabile e trasmissibile alla prole.

Ovviamente in questi casi si prende in considerazione solo il negativo che arriva al sistema limbico dell’individuo e di qui a tutto l'organismo, perché il positivo ben venga!

La docilità può essere un difetto se il gatto cade in mani sbagliate, l’aggressività è sempre una sua risorsa. L’iperattività può derivare da motivazioni di specie inespresse. La pigrizia può essere il preludio al disinteresse.

Non so se Klimt sia così per motivi ontogenetici, ossia per formazione individuale del percorso di vita o se abbia vissuto nella vita intrauterina lo stress della mamma o se la mamma e il papà fossero già individui stressati.

Fai conto che il DNA utilizza i suoi impicci e imbrogli (enzimi, microRNA….) un po’ come chi sta alla consolle per organizzare una musica e dà valore ora alle chitarreelettriche, poi le silenzia un po’ per dar valore alle chitarre classiche, ora ai bassi, e poi li silenzia, poi dà valore alla batteria e poi la silenzia un po’ per far sentire altri strumenti e alla fine esce una musica armoniosa. Questo è in parole povere in cosa consiste l’espressione ed il silenziamento dei geni. Armonia con l’ambiente che può anche sembrarci "non armonia", ma è comunque la sua risposta alle esigenze del momento.

Anche per questo è difficile per chi lavora per gli animali correggere qualcosa che è nato così anziché cosà e fargli avere una qualità di vita ottimale. Difficile ma ci si riesce, non io che mi demoralizzerei subito.

Spero di esserti stata utile.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 24-10-2019, 08:30   #7
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Guybrush
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Per prima cosa, causa un grave lutto in famiglia, mi scuso per non aver risposto prima. So che non si dovrebbe rispondere a topic così vecchi, ma essendo io l'autore...mi pare di aver letto da qualche parte che si possa fare

Grazie Aletto per la tua spiegazione (mi andrò a spulciare uno ad uno tutta la bibliografia che mi hai lasciato).

La cosa che sembra interessante è che pare di capire dalle tue parole (e sicuramente ci sarà anche negli articoli da te citati) è che le mutazioni epigenetiche potrebbero essere (non tutte, ma almeno alcuni casi specifici) in qualche modo "perenni"?
Mi spiego meglio, ai tempi dei miei studi (ormai moooolti anni fa) l'epigenetica era considerata un' aspetto importante ma veniva studiato in maniera molto secondaria (probabilmente per mille motivi, tra programmi di studi (e professori) un poco obsoleti e pochi articoli degli di nota). Ma l'aspetto principale (di quelle prese in esame) era che esse erano "temporanee", quanto meno nell'ambito delle piante. Ovvero una volta non più in presenza di quel fattore ambientale che induceva il cambiamento, la mutazione sarebbe pian piano sparita facendo tornare la pianta nello stato "normale". Sembra che potrebbe non essere così nei mammiferi? Dovrò tornare a spulciare alcuni articoli più recenti (causa lavoro non riesco a tenermi aggiornato sulle novità scientifiche degli ultimi anni) per capire se possa essere così anche nei vegetali (anche se non è detto visto che questi ultimi hanno risposte molto più pronte ai cambiamenti ambientali rispetto a noi mammiferi).

In questo caso come dici tu le risposte epigenetiche dovute a esperienze sociali sarebbero tutt'altro che di natura secondaria.
Guybrush non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 24-10-2019, 10:37   #8
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Aletto
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Predefinito Re: Epigenetica: lo stress della mamma trasmesso ai cuccioli?

Quote:
Originariamente inviato da Guybrush Visualizza Messaggio
Per prima cosa, causa un grave lutto in famiglia, mi scuso per non aver risposto prima. So che non si dovrebbe rispondere a topic così vecchi, ma essendo io l'autore...mi pare di aver letto da qualche parte che si possa fare

Grazie Aletto per la tua spiegazione (mi andrò a spulciare uno ad uno tutta la bibliografia che mi hai lasciato).

La cosa che sembra interessante è che pare di capire dalle tue parole (e sicuramente ci sarà anche negli articoli da te citati) è che le mutazioni epigenetiche potrebbero essere (non tutte, ma almeno alcuni casi specifici) in qualche modo "perenni"?
Mi spiego meglio, ai tempi dei miei studi (ormai moooolti anni fa) l'epigenetica era considerata un' aspetto importante ma veniva studiato in maniera molto secondaria (probabilmente per mille motivi, tra programmi di studi (e professori) un poco obsoleti e pochi articoli degli di nota). Ma l'aspetto principale (di quelle prese in esame) era che esse erano "temporanee", quanto meno nell'ambito delle piante. Ovvero una volta non più in presenza di quel fattore ambientale che induceva il cambiamento, la mutazione sarebbe pian piano sparita facendo tornare la pianta nello stato "normale". Sembra che potrebbe non essere così nei mammiferi? Dovrò tornare a spulciare alcuni articoli più recenti (causa lavoro non riesco a tenermi aggiornato sulle novità scientifiche degli ultimi anni) per capire se possa essere così anche nei vegetali (anche se non è detto visto che questi ultimi hanno risposte molto più pronte ai cambiamenti ambientali rispetto a noi mammiferi).

In questo caso come dici tu le risposte epigenetiche dovute a esperienze sociali sarebbero tutt'altro che di natura secondaria.
Oh mannaggia, mi spiace per il tuo lutto,
ti sono vicina
La mutazione è diversa dall'espressione genica. Per sommi capi: la mutazione è evolutiva, permanente e può essere fruttuosa o infruttuosa per la specie, l'espressione del gene è transitoria ma in alcuni casi può essere trasmessa fino alla terza/quarta generazione.

Le piante sono un esempio incredibile di dialogo con l'ambiente, ma per approfondimenti ti rimando a Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale, per rilassarti quando hai tempo digita su YouTube e guardi le sue conferenze. C'è una pianta sarmentosa, credo , il cui nome neppure ricordo , che mima la forma delle foglie della pianta a cui si appoggia rendendosi praticamente irriconoscibile

Le risposte epigenetiche (espressione e silenziamento) possono verificarsi più volte nella stessa giornata (come per il gene ZENK del fringuello zebra) o permanere, come dicevo prima, nelle generazioni successive fino alla terza/quarta.
La definizione di epigenetica è tuttora vaga, riguarda l'adesione alla definizione di Waddington o a quella più recente di Holliday e più controversa. Per questo Wu e Morris nel 2001 hanno semplificato affermando che "E' lo studio dei cambiamenti della funzione genica che sono mitoticamente e/o meioticamente ereditabili senza comportare cambiamenti nella sequenza del DNA", questo riguarderà la ricerca per i prossimi vent'anni , se basteranno.
Sembra di cadere nel determinismo ma rimane il ruolo attivo degli esseri viventi durante le emozioni sentimenti ed omeostasi, anche se purtroppo per es, il feed back ultracorto del gene responsabile dello stress, FKBP5 codificante la proteina FKBP51, è talmente potente da mandare in cortocircuito il feed back negativo dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e per questo, sempre semplificando al massimo, la sua espressione si mantiene per alcune generazioni e poi, finalmente, si torna alla normalità.


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