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Richieste di aiuto generiche Inserite qui le vostre richieste d'aiuto o aiutate chi si trova in difficoltà con i propri gatti

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Vecchio 22-01-2021, 11:23   #11
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babaferu
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Predefinito Re: Aiuto per inserimento

Ma ti abbiamo suggerito altri metodi per aiutare un gatto pauroso ad ambientarsi.... Il cognitivismo è superato da un pezzo.
Perché usare un metodo così stressante?
I gatti oltretutto vanno in competizione sul cibo, non sono contento di mangiare vicino.... Il pastopasto non è un momento conviviale per loro, lo consumano più tranquilli in solitaria anche quando non sono paurosi.... Si adattano a consumarlo insieme perché glielo imponiamo noi, ma non è un buon modo per aiutare un gatto pairoso ad esserlo meno.
Non ho ben capito il tuo esempio... Se si ririferisce alla situazione dei gatti in casa, proprio per questo ti ti abbiamo suggerito che ci siano sempre nascondigli e vie di fuga.

Ultima Modifica di babaferu; 22-01-2021 at 11:26.
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Vecchio 22-01-2021, 12:32   #12
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Aletto
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Predefinito Re: Aiuto per inserimento

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Originariamente inviato da Regen Visualizza Messaggio
Beh da questo punto di vista allora nessun gatto pauroso di qualcosa o qualcuno potrà mai abituarsi. Potrei rispondere: se io fossi obbligata a camminare con una persona che mi terrorizza che mi segue e mi fissa supererò la mia paura?

Credo che reiterando un'esperienza negativa in condizioni favorevoli un gatto si possa abituare = ci sono stata vicina e non mi è successo niente, non mi ha fatto del male.
C'è un po' di confusione, comprensibile.

Noi (inteso io ed altri non necessariamente utenti del forum) adottiamo l'approccio zooantropologico:
l’approccio zooantropologico nasce dalla necessità di mettere in primo piano la relazione tra uomo e animale individuando le differenze tra le due specie e facendone un punto di forza non di debolezza. Per l’approccio zooantropologico la comunicazione è un aspetto fondamentale e l’apprendimento avviene per consenso e non per controllo.
Si unisce all'approccio cognitivo, altra importante conquista per gli animali, creando l’approccio cognitivo-zooantropologico.

Nonostante l’approccio cognitivo-zooantropologico utilizzi come tecnica rinforzi positivi (quindi premi per lo più sociali) e punizioni negative che si adattano al cane ma non al gatto , si differenzia dagli altri proprio per l’importanza che si dà alla relazione e non al rapporto, alla comunicazione e non all’informazione, alle motivazioni non solo di specie ma dell’individuo, alle emozioni e al rispetto dell’altro come parte integrante di un binomio dove non c’è chi è più importante dell’altro.

Detto questo pare ovvio che sia indispensabile educare un gatto per il suo sviluppo e il suo benessere, rispettando le sue predisposizioni ed i suoi talenti.
L’importante è scegliere l’approccio più rispettoso del suo benessere psicofisico e, di conseguenza, il metodo più in linea con le sue predisposizioni.

La triade “stimolo-risposta-rinforzo” si accreditava un modello di animale cartesiano, privo di soggettività e di mente, che nell'apprendere in realtà acquisiva degli automatismi.
l'approccio mentalistico non può aver nulla a che fare con la triade di cui sopra perché:
a) ritiene che a muovere un animale sia il possesso di un obiettivo ossia che ogni comportamento sia un'espressione attiva della soggettività;
b) pensa che non possa darsi apprendimento senza una fase riflessiva ovvero senza una partecipazione solutiva del soggetto che prima di tutto deve inquadrare i requisiti del problema;
c) sostiene che a chiudere l'operatività dell'animale non sia il rinforzo ma la soluzione del problema ovvero il raggiungimento dell'obiettivo.
Questo significa perciò che l'apprendimento produce conoscenze e non condizionamenti, vale a dire chiavi solutive che l'individuo utilizzerà successivamente in modo libero per affrontare nuovi problemi e costruire ulteriori conoscenze.

VIVERE È IMPARARE E APPRENDERE È RISOLVERE I PROBLEMI OVVERO COSTRUIRE NUOVE TEORIE SUL MONDO (scusate il maiuscolo che equivale ad urlare, ma questo è un fondamento importante, vivere è imparare proviene da Popper)

L’utilizzo del rinforzo+ e la concezione meramente associativa dell’apprendimento non ha nulla a che vedere con l’approccio cognitivo e con quella epistemologia solutiva esposta già da Popper da Lorenz. L’uso del rinforzo + sta all’interno del paradigma behaviorista, un modo di interpretare non solo il comportamento ma soprattutto l’apprendimento basata su questi presupposti:

1. che il comportamento sia espressione di uno stato mentale ovvero di un preciso modo di coniugarsi al mondo esterno sulla base di propri obiettivi;
2. che l’espressione sia il tentativo di raggiungere tali obiettivi ovvero risolvere il problema (la lacuna) che si frappone tra me e gli obiettivi e che pertanto sia una proposta solutiva basata su ricette utili (euristiche) e non su tentativi casuali;
3. che il comportamento appreso sia quello che consente di raggiungere il target cosicché tale raggiungimento va ritenuto la chiusura del cerchio tra desiderato e ottenuto, per cui non si deve parlare di rinforzo, ovvero il termine rinforzo è un di più concettuale;
4. che l’apprendimento conduca a una sorta di mappa o schema solutivo (conoscenza) utile per risolvere quel tipo di problema (operante) o per essere utilizzata come tentativo solutivo per problemi simili (euristica).
5.
Ma l’approccio cognitivo mette in discussione tutti questi punti ritenendo:

Per l’approccio cognitivo apprendere non è solo risolvere un problema bensì:
1. porsi un problema,
2. individuare un problema,
3. immergersi in un problema,
4. capire un problema.
5. Risolverlo tramite il modello TOTE (Test-Operate-Test-Exit)

L’apprendimento è un processo di crescita individuale (per quel che riguarda la specie) e soggettivo, ossia è proprio del soggetto che lo attua tramite i suoi strumenti ed il suo pregresso. C’è quindi un continuo processo di acquisizione/rinegoziazione di conoscenze


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 22-01-2021, 12:38   #13
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VEI-6 Vesuvius
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Ciao Regen,
Descrivi un comportamento molto diffuso, l'ho avuto con molti miei gatti, che poi hanno finito per andar d'accordo.
Sono d'accordo con Baba e Aletto. Devono trovare un equilibrio, magari anche con qualche discussione accesa, e non credo che succederà nulla di che, e visto che hanno un grande tiragraffi lo useranno per "bisticciarsi" senza farsi male, specie se ha mensole piccole dove ci sta un gatto solo alla volta che da lì può tenere a bada facilmente il gatto polemico ( Sirio in questo caso ).
Io prima ho dovuto lasciare che la Goku imparasse ad accettare l'Aegir, ora è l'Aegir che deve imparare ad accettare il Kiwi e l'Olav.
Le botte in testa ed i soffi sono praticamente scontati, ma il tutto è ben lungi dalle risse tra gatti per il territorio.
Tant'è che il nuovo arrivato impara in fretta a non temere il vecchio micio di casa ben prima che il vecchio accetti il cucciolo.
L'Aegir i primi giorni che era a casa seguiva la Goku dappertutto, nonostante lei le ringhissse contro.
Adesso il Kiwi soprattutto si becca le, diciamo, zampate sulla capoccia dall'Aegir e se ne frega.
Un'altra cosa che noto, è che l'Aegir, ringhia, soffia, non vuole farsi acccarezzare in presenza dei mici, però sta con la coda ferma, spesso in pose comfortevoli e comincia ogni tanto ad andare naso a naso col Kiwi senza ne soffiargli ne niente.
Con l'Olav è un pò più difficile, ma solo perchè lui è un tipetto prepotentello come l'Aegir.
I cuccioli, 7 e 9 mesi sono ancora super amichevoli nei confronti dell'Aegir.
Noto anche che il 'distanziamento sociale' si riduce a poco a poco.


Addio Goku, addio Kiwi.

Macchia (0y 5m †) - Goku ♥️ (19y 3m †) - Aegir (12y 9m) - Kiwi (2y 0m †) - Olav (3y 6m)
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Vecchio 22-01-2021, 15:40   #14
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Ma ti abbiamo suggerito altri metodi per aiutare un gatto pauroso ad ambientarsi.... Il cognitivismo è superato da un pezzo.
Vero ho fatto confusione.....
volevo scrivere comportamentismo (behaviorismo), non cognitivismo!!!!
Era meglio se lasciavo stare i paroloni.
Grazie come sempre aletto.
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Vecchio 22-01-2021, 19:27   #15
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......
Grazie come sempre aletto.
Ma di cosa ba!
Confondersi è facilissimo, l’importante è il concetto e tu l’hai incorporato bene


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Aletto è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 22-01-2021, 21:53   #16
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Ok, ora mi è un po' tutto più chiaro. Se vi sono sembrata fissata col rinforzo pos è solo perché ho anche un cane,da 8 anni (che vive coi miei).
Mi resta solo la paura che lei lo uccida o che lo ferisca gravemente,la cosa buona almeno è che lei non lo cerca per aggredirlo, è lui che va da lei e busca. Ho comunque fatto le prime prove ed è andata davvero male. Spero che mano mano andrà meglio. Vi aggiornerò.
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Vecchio 22-01-2021, 22:37   #17
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Beh da questo punto di vista allora nessun gatto pauroso di qualcosa o qualcuno potrà mai abituarsi. Potrei rispondere: se io fossi obbligata a camminare con una persona che mi terrorizza che mi segue e mi fissa supererò la mia paura?

Credo che reiterando un'esperienza negativa in condizioni favorevoli un gatto si possa abituare = ci sono stata vicina e non mi è successo niente, non mi ha fatto del male.
Riprendo questo post e copioincollo quello che provai ad inquadrare riguardo la paura:
https://www.micimiao.net/forum/showp...63&postcount=1

La differenza consiste nella possibilità di elaborazione dell’emozione


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Vecchio 23-01-2021, 07:33   #18
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Ok, ora mi è un po' tutto più chiaro. Se vi sono sembrata fissata col rinforzo pos è solo perché ho anche un cane,da 8 anni (che vive coi miei).
Mi resta solo la paura che lei lo uccida o che lo ferisca gravemente,la cosa buona almeno è che lei non lo cerca per aggredirlo, è lui che va da lei e busca
È un pensiero comune, sono animali spesso nominati insieme, ma non bisogna sovrapporre i cani e i gatti poiché hanno esigenze di specie diverse e una storia di domesticamento diversa e più breve per quanto riguarda i gatti.

Non lo ucciderà, è una paura irrazionale... La capisco perché ho avuto un cagnolino ucciso da un dobermann, ma devi considerare che parliamo di gatti e non di cani, anche in questo caso.
Se lui va da lei è proprio perché lo sa, devi fidarti di loro.... Lo racconta bene Vesuvius.
Com'è avvenuto l'incontro?
Cosa vuol dire che è andata molto male, si sono feriti? Non credo.... Però avranno fatto molto chiasso, lei soffiando e zampando, lui forse ha urlato, i cuccioli sono grandi urlatori.... È certamente stato un episodio spiacevole per te e per loro ma lui non è a rischio vita, se i due gatti hanno modo di sottrarsi allo scontro fuggendo e nascondendosi lo faranno.
Un abbraccio e grazie se vorrai aggiornarci ancora.

Ultima Modifica di babaferu; 23-01-2021 at 07:36.
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Vecchio 23-01-2021, 17:25   #19
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Malissimo nel senso che io ho creato diverse vie di fuga e nascondigli,lei si va a nascondere ma lui la segue e lei reagisce stampando in modo molto aggressivo a ripetizione e gli va addosso.
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Vecchio 31-01-2021, 15:25   #20
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Aggiornamento: a Sirio è tornata la diarrea, fatti gli esami delle feci a entrambi, solo lui è positivo. Quindi ho dovuto ridividerli. l'unica cosa che posso fare per ora è lo scambio di odori tramite le coccole, perchè le coperte non penso di poterle scambiere. Comunque per arricchire l'ambiente ho preso un nuovo tiragraffi che dovrebbe arrivare a giorni, ne ho preso uno per cui se lei va in alto non può essere disturbata da lui. A giorni dovrei finire la cura a base di Panacur ad entrambi i mici (anche se lei è negativa ho sempre scambiato cucce e coperte e qualche giorno prima l'ho beccata a bere l'acqua dalla ciotola di Sirio).
Però...ho trovato una schizzata marroncina e densa, inodore nella stanza di lui, prodotta mentre passavo l'aspirapolvere, lui ormai ha 5 mesi e mezzo. E' possibile che siano urine, così scure e dense? (sicuramente non erano feci)
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