Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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Malattie dei gatti: Richieste di aiuto e consigli In questa sezione potrete chiedere consigli e scambiarvi pareri sulle principali malattie feline che colpiscono i mici, ricordandovi che il forum NON sostituisce in nessun caso l'intervento del veterinario |
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02-03-2019, 09:15 | #71 | |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Quote:
Ci sono state proposti alcuni approcci terapeutici per rallentare (guarire è chiaro che ormai è impossibile) il decorso della malattia, alcuni a base di cicli di chemioterapia tradizionale, alcuni basati sull'uso di un farmaco a bersaglio molecolare (toceranib) che potremmo tentare di somministrare per via orale a casa, però bisogna considerare attentamente il rapporto costi/benefici, tenendo conto della sua HCM e dei problemi che può dare in caso di anestesie o sedazioni, nonché degli effetti collaterali classici della chemioterapia. Siccome in questi giorni la micia sembrava stare peggio già da giovedì abbiamo ripreso a darle l'antiinfiammatorio (meloxicam), e si è ripresa un po', l'oncologo ha detto che si può dare anzi fa parte dei protocolli palliativi in caso di malattie oncologiche. Entro lunedì cercheremo di prendere una decisione su cosa fare... Ciao a tutti. |
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02-03-2019, 09:52 | #72 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Sì, è importante valutare il rapporto costi/benefici e aggiungo anche l'importanza del non cadere nella trappola dell'accanimento terapeutico, che è sempre lì dietro l'angolo, perché si vorrebbe prolungare a tutti i costi la vita di chi si ama, però bisogna considerare che tipo di vita avrebbe.
Vivere non significa solo essere in vita, sarebbe poco più che vegetare; vivere significa vivere la vita. I medici fanno il loro mestiere, non hanno il coinvolgimento emotivo dei familiari del paziente. Cercano di prolungare al massimo la vita dei malati a volte dimenticando che non sono soggetti "da sperimentazione e osservazione". Sarò magari cinica, ma per il medico il paziente significa guadagno, e più è malato, più prestazioni richiede...e se non c'è di mezzo una buona dose di etica...finisce che propongono trattamenti non solo inutili, ma che provocano ulteriori sofferenze al malato. Ricordo le insistenze di un veterinario perché facessi operare una mia gatta che aveva un tumore mammario già molto esteso e per il quale aveva ammesso che anche dopo l'operazione sarebbe vissuta al massimo pochi mesi. Gli ho detto che non mi capacitavo di come potesse prospettarmi di operare visto quel che la gatta avrebbe sofferto a seguito di un simile invasivo intervento chirurgico...se non perché pensava a quanto avrebbe guadagnato. Senza contare che operare in certi casi significa accelerare la progressione del tumore. Non l'ho fatta operare e lei è rimasta con me ancora per circa un anno e mezzo conducendo tranquillamente la sua solita vita. |
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02-03-2019, 10:47 | #73 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Ciao hardhu...che dire...
Io ti consiglierei solo di provare a integrare qualcosa di fitoterapico come state già facendo, sia che decidiate o no di fare la chemio. Il reishi è un antinfiammatorio naturale, ha un'azione simile al cortisone. Quella veterinaria di cui ti ho parlato me l'aveva prescritto per la mia micia addirittura insieme al cortisone stesso (nel senso che prendeva una dose inferiore di cortisone grazie a questo fungo per poter stare bene). Poi ci sono tante altre cose che si possono integrare, ma bisogna essere seguiti per evitare di fare pastrocchi o di dare troppo e stressare inutilmente Susy...idem con l'artemisinina... |
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04-03-2019, 20:31 | #74 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Ciao a tutte/tutti,
allora, riepilogo un po' la situazione. Dopo un fine settimana di discussioni, ricerche su internet, richieste di consigli a chi ci è già passato, non abbiamo ancora deciso (io e la mia compagna abbiamo idee un po' diverse a riguardo, ma si spera che arriveremo ad una decisione comune). Perlomeno abbiamo scartato una delle possibilità: l'approccio "tradizionale", potenzialmente forse quello più efficace se il tumore non fosse già arrivato a questo stadio, ma il più pesante da sostenere sia per noi (e purtroppo, a questo punto, entrano in ballo anche delle considerazioni di tipo economico, lo so, è triste doverle fare, ma la realtà è questa), e cioè quello che prevedeva TAC, chemioterapia classica endovena adiuvante per ridurre la massa del tumore, una nuova chirurgia per eliminare il linfonodo metastatizzato e quelli prossimi, e successivamente una chemioterapia adiuvante per fare pulizia di tutto ciò che è rimasto dopo la chirurgia. Troppo stress sia per la gatta che per noi tenendo conto che la gatta ha comunque una iniziale HCM e quindi tutte le sedazioni/anestesie, nonché alcuni farmaci chemioterapici classici, sono un rischio per lei, e tenendo conto che, parole dello stesso oncologo, questo tumore risponde in maniera abbastanza parziale alla chemio (qualcuno usa la radioterapia, ma per una gatta così piccola, in termini di peso, e soprattutto per l'impossibilità di farla se non in strutture molto distanti da dove viviamo, e torna in ballo il problema dell'HCM e dello stress che ogni viaggio in auto provoca alla gatta). Dunque scartata questa ipotesi, ne restano sostanzialmente due: non fare nulla, e limitarci alle terapie palliative, oppure provare ad utilizzare un farmaco a bersaglio molecolare (toceranib fosfato, nome commerciale Palladia) per rallentare lo sviluppo del tumore. Cosa ci trattiene dallo scegliere questo percorso? Varie considerazioni: innanzitutto è un farmaco di elezione per tumori diversi (in particolare il mastocitoma) anche se simili per meccanismo di sviluppo a quello che a Susy. L'unico caso che l'oncologo ha trattato con relativo successo (1 anno di vita residua) in un tumore dello stesso tipo è stato in un cane; altri casi di trattamento nei gatti riguardano altri tipi di tumore. Il secondo problema è la dispoibilità del farmaco, compresse da 10 mg di principio attivo, che corrisponderebbe in una gatta del peso di 3Kg, alla dose massima somministrabile (e a quanto letto in rete, ci sono statistiche corpose in merito all'utilizzo nei cani, ancora abbastanza approssimative nei gatti). Si potrebbe ovviare a ciò riducendo la frequenza settimanale delle somministrazioni, la gatta andrebbe comunque monitorata ogni tre settimane con esami del sangue nonché la misura con il calibro del diametro del linfonodo. Gli effetti collaterali (diarrea, vomito) di solito nei gatti sono meno frequenti, la risposta (o mancata risposta) alla terapia di vedrebbe a breve, nel giro appunto di due-tre settimane, magari se il linfonodo si sgonfia la micia potrebbe tornare ad alimentarsi più facilmente, magari invece gli effetti collaterali la farebbero dimagrire ulteriormente e a quel punto bisognerebbe interrompere la terapia, non sarebbe l'unico insuccesso sinora fin qui, anzi si potrebbe dire che tutto ciò che abbiamo provato finora è stato fallimentare, però aggiungerne un altro non farebbe bene né a lei né soprattutto a noi. Inoltre c'è il problema della somministrazione, una compressa da far inghiottire oralmente in una gatta non estremamente manipolabile, si potrebbe provare con una sparapillole... E questo a che pro? Certo la micia ha il destino segnato, potremmo appunto solo renderle la vita meno difficile per più tempo, se invece gli effetti collaterali fossero maggiori dei benefici otterremmo l'effetto opposto, se non ci proviamo non lo sapremo mai e resteremo con il rimorso...insomma, non abbiamo ancora deciso in merito. Capitolo terapie alternative e integratori vari: mi sono documentato anche su queste, ringrazio chi me la ha suggerite, ma significherebbe affidarsi a protocolli sperimentali e con veterinari che potrebbero seguire solo a distanza la micia (il più vicino a noi è circa a 250 km), non ho letto di risultati così unanimemente positivi in questo senso, non vorrei apparire chiuso a queste proposte, ma preferirei rapportarmi con un veterinario che potesse vedere di persona la micia. L'unico tentativo che sto facendo è si somministrarle dell'oilio a base di CBD, sulle proprietà antitumorali del quale ci sono crescenti studi a riguardo anche in ambito veterinario, ma è una faticaccia perché la micia ne avverte l'odore anche nelle pappe che le piacciono di più. Nei prossimi giorni spero arriveremo a una decisione condivisa e definitiva. Grazie a tutti quelli che arriveranno in fondo a questo messaggio di sfogo... |
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04-03-2019, 20:54 | #75 | |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Quote:
Però dovete valutare se lei dovrà ancora soffrire per i trattamenti che dovrebbero renderle la vita meno difficile, oltre a quello che già soffre a causa del progredire della malattia. Purtoppo Susy ha il destino segnato. Se rinuncerete a nuove cure e vi limiterete a quelle palliative, avrete il "rimorso" di non avere tentato ogni strada. Se deciderete di tentare ogni strada possibile e vedrete Susy soffrire per queste cure, avrete il "rimorso" di aver deciso per l'accanimento terapeutico. Non ti posso consigliare perché solo voi che siete lì con Susy potete capire cosa è meglio per lei. Posso solo dire che se uno dei miei gatti fosse malato come Susy, mi limiterei alle cure palliative. |
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04-03-2019, 23:36 | #76 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Mi spiace hardhu, pensavo che riuscissi a trovare qualcuno di questi veterinari che ti avevo suggerito dalle tue parti anche io credo che mi limiterei a cure palliative o di integratori che siano. Come ti ho detto, io non ho avuto a che fare con un tumore ma con una patologia cronica, che alla fine se l'è portata via ugualmente. Rifletteteci un po' e cercate di aiutarla come potete, senza stravolgere la vita che le resta questo è quello che farei io. Un abbraccio
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05-03-2019, 09:21 | #77 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Ciao,
noi abbiamo optato (dopo due interventi chirurgici) ed una visita da un bravo veterinario oncologo, di non fare più nulla, solo cortisone (che ogni tanto già faceva per una stomatite cronica) e antibiotico al bisogno. Chemio, tac e radio oltre ad essere per noi economicamnete molto pesanti, ci costringevano a viaggi continui in auto, che la gatta soffre tantissimo, rimanere ore in ambulatorio, anche questo per lei motivo di sofferenza .... per cosa, qualche mese in più, visto che di speranza di guarigione non si era parlato, troppo aggressivo il suo tumore, troppo veloce. non vuole essere un consiglio, solo una condivisione del nostro percorso. Un caro saluto Betta, Nebbia (sempre nel mio cuore) & Alice-Fufina le new entry: Sissi e Baty e la mia famiglia umana ... Ale, Lore e Cosimo |
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05-03-2019, 11:44 | #78 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Mi spiace infinitamente....
Permettetemi di precisare una cosa perché mi sembra di leggere un po' di confusione: le cure palliative sono quelle cure che servono a limitare il dolore e il disagio della malattia ed accompagnare alla morte nel modo più sereno e meno doloroso possibile, per esempio la morfina o gli antidolorifici, lo stesso cortisone può esserlo (come lo usa betta). Le cure palliative sono mirate quindi a contenere i sintomi e non ad agire sulla malattia. Tra cure palliative e cure alternative c'è un'enorme differenza, non sono sinonimi. Ultima Modifica di babaferu; 05-03-2019 at 11:53. |
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05-03-2019, 12:04 | #79 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Scusate, ho nuovamente riletto il tutto, rendendomi conto che la mia precisazione è del tutto superflua.
Un abbraccio, bs |
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24-03-2019, 16:43 | #80 |
Re: Adenocarcinoma delle ghiandole ceruminose
Ciao a tutti,
non aggiornavo da parecchio, non avendo nulla (purtroppo) di positivo da scrivere. Come ho scritto anche in un altro thread, visto anche il rapido peggioramento di Susy nell'ingerire il cibo solido (si avvicinava alle crocchette, cercava di iniziare a mangiarle, ma poi si bloccava di colpo con dei lamenti strozzati dovuti alla difficoltà di deglutire i frammenti...scena molto dolorosa ) abbiamo pensato che non fosse il caso di provare a somministrarle la pastiglia di Palladia, e abbiamo continuato solo con l'antiinfiammatorio (meloxicam) somministrato per via orale tramite siringa (è una sospensione). Per un po' è andata relativamente bene, purtroppo però le metastasi stanno galoppando sempre a livello locale, e nei giorni scorsi ci siamo accorti che la gatta si grattava furiosamente sotto l'orecchio destro (quello dove si è sviluppato il tumore). Tastandola in quella zona si nota un rigonfiamento, dovuto probabilmente a un altro linfonodo invaso dalle metastasi...allora siamo andati dalla veterinaria "di base" (uso questo termine solo per distinguerla dal chirurgo e dall'oncologo) che ci ha confermato la presenza di diversi rigonfiamenti. Il problema è che la micia grattandosi si ferisce in continuazione, per cui, su suo consiglio, da oggi abbiamo iniziato a farle delle iniezioni di cortisone per vedere se la aiuterà a sentire meno il fastidio, per il momento però siamo stati costretti a rimetterle il collare altrimenti la ferita, nonostante le continue medicazioni, non si sarebbe mai rimarginata. A questo proposito vorrei chiedervi che cosa posso utilizzare localmente per aiutare la cicatrizzazione della ferita: attualmente, non disponendo di nulla di specifico per uso veterinario (e non so nemmeno se esista) la cospargo con un po' di Streptosil in polvere, ma non so quanto sia indicato e comunque lei se lo scrolla di dosso abbastanza facilmente. Avete suggerimenti a riguardo? |
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