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Vecchio 26-11-2012, 15:01   #1
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Ariadne
Cucciolo
 
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Unhappy gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Ciao ragazzi,
sono abbastanza nuova di questo forum e circa un mese fa avevo già scritto riguardo alla più terribile delle esperienze che ciascuno di noi possa fare… Oggi scrivo nuovamente, non per crucciarvi ulteriormente ma perché, in seguito a quanto mi è accaduto, ho voluto fare un passo avanti scrivendo a due medici veterinari (di cui uno è un docente universitario. Non riporto i loro nomi in rispetto della privacy)per avere, in merito, un loro parere.
Vorrei, così, divulgare in questo forum la loro opinione perché credo che le informazioni che mi sono state fornite potrebbero tornare utili un po’ a tutti. Dunque perdonatemi se possa sembrare insistente e ripetitiva, ma mi premeva rendervi partecipi, soprattutto perché leggendo le vostre storie vedo (anche se non ho esperienza a riguardo, perché appunto sono nuova) che nei forum si condivide praticamente tutto ciò che possa riguardare i nostri “gioielli”.
Riporto di seguito il messaggio che io ho inviato a questi due medici (alcuni o molti di voi potrebbero aver già letto il fac simile) ed in successione le risposte ricevute.

Salve,
scrivo con la speranza di attingere informazioni in merito alla prassi pre- e post-operatoria attualmente applicata dai veterinari italiani, scusandomi in anticipo per il grado di estensione del messaggio.

Di recente ho perso il mio amatissimo gattino di appena 6 mesi, morto al terzo giorno dopo la castrazione (preciso che nel contempo è intervenuto l’oculista per rimuovere da un occhio le membrane che si erano addossate alla cornea in seguito ad una rinotracheite virale di cui era affetto da piccolo).

Il micio è stato operato di mattina e riconsegnatomi il pomeriggio (solo perché io ho preferito così, altrimenti me lo avrebbero ridato anche subito dopo l’intervento). Aggiungo che prima di consegnarmelo, in mia presenza, non è stata effettuata alcuna visita (non è stato auscultato o misurata temperatura o che so altro…). Poco dopo essere tornata a casa, poggiando il mio orecchio sul suo addome, sentivo come una sorta di sibilo lamentoso (a distanza maggiore non lo si percepiva più). Sul momento, evidentemente ingenuamente (ma non sono un medico), ho pensato che fosse legato al dolore provocato dall’intervento, per cui non ci ho più fatto caso (appunto perché, ripeto, ad una distanza maggiore dal suo addome il sibilo non era percettibile). Questa è una cosa di cui non riesco a “darmi pace” perchè se i veterinari lo avessero visitato adeguatamente, in modo da accertarsi delle reali condizioni del gattino, prima che io andassi via dall’ambulatorio (come penso sarebbe giusto fare dopo un intervento), avrebbero potuto accorgersi di tale sibilo e quindi che evidentemente qualcosa non stesse andando per il “verso giusto”, con la possibilità di agire di conseguenza. Ad ogni modo il piccolo ha mangiato sia la sera dello stesso giorno dell’intervento (su indicazioni del veterinario) sia la mattina seguente. A pranzo di questo secondo giorno, però, non ha voluto assaggiare nulla (normalmente per pranzo lui mangiava sempre molto poco, quindi considerando che c’era un intervento di mezzo e che magari il micio non fosse ancora perfettamente in forma, non mi sono preoccupata più di tanto neanche questa volta). Ma la sera ha continuato a non voler mangiare e inoltre avvicinandomi con l’orecchio nuovamente al suo addome, mi sono accorta che il sibilo persisteva. A questo punto mi son iniziata a preoccupare (anche se non pensavo fosse tanto grave), per cui avevo già deciso che la mattina seguente lo avrei portato in ambulatorio, essendo ormai troppo tardi per farlo quella sera stessa. Intorno alle 7,30 del giorno successivo mi sono accorta che intanto il respiro era diventato affanno, accompagnato da continui lamenti e dolori in tutto l’addome. A quel punto avvisando il veterinario, sono volata in ambulatorio. Durante il tragitto ha iniziato a vomitare sangue misto a succhi gastrici, una volta arrivati il veterinario ha attaccato la flebo, fatto una serie di farmaci (non so cosa fossero, perché ero talmente disperata da non essere in grado di formulare domande), gli ha attaccato l’ossigeno e messo sotto la lampada perché ipotermico.
Durante tutte queste operazioni, mi ha chiesto se avessimo veleno per topi in casa, ma noi veleni non ne usiamo. Ha pensato che forse potesse trattarsi di blocco renale, così mi ha anche chiesto se per caso avesse urinato ed io ho risposto che lo avevo visto entrare nella lettiera fino alla sera prima sul tardi. Ha fatto così un’ ecografia toracico-addominale: nei polmoni ha detto che non c’era niente, nonostante l’affanno e nella vescica l’urina c’era. Per cui a quel punto mi è sembrato totalmente disorientato. Siccome l’antibiotico che mi aveva prescritto era il synulox e il gattino non aveva mai fatto penicillina prima d’allora, hanno pensato che si potesse trattare di un’intolleranza al farmaco. Un’ora di agonia, nel tentativo di salvarlo, alla fine è morto.

Nessuna autopsia, semplicemente perché non mi è stata proposta né io l’ho richiesta in preda ad una totale incapacità di pensiero.

Ho effettuato ultimamente delle ricerche riguardo l’insufficienza renale dei gatti. Riporto di seguito alcuni dei punti della descrizione su certi sintomi che si potrebbero manifestare e che hanno catturato la mia particolare attenzione:

comportamenti potenzialmente a rischio, che possono indicare l’esordio di una patologia renale cronica:
• Il gatto “scava” con la zampa anteriore nella ciotola dell’acqua o immerge le zampe in acqua
• Il gatto passa molto tempo a bere e staziona come “in contemplazione” della ciotola dell’acqua, aspettando che gliela cambiate, poi beve nuovamente
• Quando aprite il rubinetto dell’acqua il gatto corre a bere, immerge la testa sotto l’acqua o addirittura tutto il corpo sotto il getto d’acqua, incurante di bagnarsi

Uno dei comportamenti che ho sempre osservato nel micio è quello relativo al primo punto (tanto da dover cambiare l’acqua della ciotola continuamente). A volte iniziava a battere ripetutamente le zampe dentro l’acqua fino a prosciugare la ciotola, allagando in tal modo tutto il pavimento. In particolare si divertiva molto con i secchi pieni d’acqua: vi immergeva completamente le zampe inzuppandosele fino alle ascelle. Ovviamente, lungi da me dal pensare ad un’insufficienza renale, ho sempre attribuito quanto sopra riportato semplicemente al gioco, soprattutto perché si trattava di un gattino particolarmente vivace.
Inoltre effettivamente beveva spesso. Una volta, però, uno dei veterinari mi disse che i croccantini fanno venire sete (in quanto cibo secco) e siccome alimentavo il micio solo ed esclusivamente con questi ultimi, non potendo fare un confronto con altri gatti, non ho mai avuto la tendenza a pensare ad un’insufficienza renale (soprattutto perché molto giovane e tali tendenze le ha sempre manifestate, fin dal secondo mese di vita).
In realtà io avrei anche il suo gemellino e a questo punto sono un po’ preoccupata perché anche lui, quando c’era il fratellino beveva abbastanza (anche se un po’ meno), ma il fatto è che in molte cose si imitavano: se uno beveva, dopo due secondi l’altro faceva altrettanto e così per molte altre cose… Da quando il piccolo è morto mi pare, infatti, che beva meno, ma l’altra volta, come faceva il fratellino, ha spruzzato tutta l’acqua della ciotola per terra (e questo a lui non l’ho mai visto fare prima d’ora) ed anche lui ultimamente ha iniziato a scavare ogni tanto nell’acqua.

Le domande sono:
1. Cosa potrebbe essere stato? Può l’infezione virale aver compromesso in qualche modo i reni o qualche altro organo, manifestandosi in tutta la sua gravità dopo l’intervento? O forse c’era qualcosa di congenito?
2. Sarebbe forse meglio richiedere per il gemellino un esame di funzionalità renale a questo punto?
3. Non si potrebbero fare tutti gli esami necessari (ECG, esami tossicologici, prove allergiche, di funzionalità renale, ecc ecc) prima di procedere con un intervento chirurgico (anche se di routine. In fondo quando le persone vengono operate di appendicite, per quanto banale e frequente sia l’intervento, nessuna patologia apparente del paziente e per quanto bassa possa essere la percentuale dei morti, gli accertamenti non si fanno tutti)? Quanto meno procedere con gli esami principali, visto che qualunque animale potrebbe essere affetto da patologie non clinicamente manifeste che vengono fuori solo in seguito a simili situazioni e non c’è modo di rendersene conto se non che con i dovuti accertamenti. Non è che per il fatto che gli animali che muoiono in seguito ad un intervento chirurgico ammontano all’1-2% (scrivo solo dei numeri a caso) siano meno degni di vivere solo perché rappresentano l’1%.
4. Perché questi animali non vengono monitorati per tutto l’arco della terapia dopo un intervento?
5. Esiste già un regolamento in relazione a tutto questo?
6. Ad ogni modo, indipendentemente dal fatto che esista o meno un regolamento, quando si programma un intervento non sarebbe corretto esporre il cliente agli eventuali rischi (se pur minimi)ai quali l’animale potrebbe andare incontro? Io, ad esempio, non sapevo che ci potesse essere il rischio di blocco renale…
7. Capisco che per molti, fare tutti gli accertamenti potrebbe rappresentare un serio problema economico; in egual maniera, però, esistono anche persone che magari accetterebbero di farli, se solo gli venissero proposti, e minimizzare, così, quanto più possibile il rischio d’incorrere a simili situazioni o quanto meno essere coscienti delle possibili complicazioni che potrebbero insorgere, in modo da salvaguardare la salute del proprio animale a 360°. Quindi, perché quanto meno il veterinario non potrebbe proporre una preventiva prassi pre- e post-operatoria, indipendentemente dalla decisione che penderà il cliente?
8. Non si potrebbe, in merito a tutto ciò, promuovere una campagna d’iniziativa rivolta ed estesa a tutti i veterinari d’Italia?
Ringrazio per la gentile e cortese attenzione prestata.
Cordiali saluti
Ariadne

1° RISPOSTA:
Buona sera Signora, le rispondo punto per punto, per brevità e cercare di non tralasciare alcuna domanda:
Domanda numero 1)Non mi risulta che la rinotracheite virale possa lasciare degli strascichi tali da creare un problema del genere (ho anche consultato dei testi, per scrupolo e non è risultato nulla del genere). Su un problema congenito potrebbe essere, ma solo l'autopsia avrebbe potuto stabilire cosa fosse realmente accaduto
2)Sicuramente prima dell'intevento del gemellino è raccomandabile effettuare gli esami preoperatori, da un ECG a un esame del sangue completo.
3)In effetti si dovrebbe sempre fare gli esami preoperatori, anche se è molto raro trovare problematiche in un soggetto di quell'età e l'intervento è di routine e molto semplice come quello che ha fatto il suo gattino
4)5)6)7)8)E' previsto l'obbligo di consenso informato dal codice deontologico professionale (http://www.fnovi.it/index.php?pagina...deontologico)è presente nel sito della FNOVI (il link) e quindi è gia diffuso a livello nazionale. Nel mio consenso informato che faccio firmare prima di qualsiasi intervento, è inserita la dicitura che il cliente dichiara di ritenere superflui gli esami preoperatori e autorizza a procedere con l'intervento direttamente (questo per la clientela che desidera risparmiare su questa procedura)così come avviso dei controlli post operatori con relativi costi.
Detto questo, voglio però spezzare una lancia nei confronti dei colleghi, perchè in 20 anni di professione non mi è mai capitato un caso del genere. Penso che siano in buona fede e siano restati sorpresi e dispiaciuti quanto lei (oltretutto sarebbe assurdo fare un intervento rischioso senza avvisare preventivamente, perchè ne va a rischio la reputazione). Credo davvero che sia stata una fatalità, mentre è sicuramente doveroso fare tutti gli accertamenti possibili per il gemellino prima di intervenire. Un ultima cosa: resto abbastanza perplesso per quanto riguarda i comportamenti a rischio che ha trovato su internet, l'unico dato abbastanza attendibile è quello che il gatto con insufficienza renale beve di più e fa più pipì (comportamento che si riscontra anche nel diabete mellito). Il fatto che giochi con l'acqua è una abitudine che hanno alcuni gatti, ce l'aveva anche il mio primo gatto, che è vissuto tranquillamente fino a 18 anni, senza alcun problema di salute.
Cordiali saluti
Dott. …….

2° RISPOSTA (DOCENTE UNIVERSITARIO):
gentile Arianna,
mi spiace veramente molto per il suo gattino che aveva tutta la vita di fronte e che è morto per grave imperizia di un veterinario. Sono pienamente d'accordo con Lei, ogni paziente giovane o anziano, dovrebbe essere sottoposto ad esami preoperatori del sangue oltre ad una visita cardiologica prima di qualsiasi anestesia. Le cause della morte del suo gattino vanno ricercate in un problema renale presente dalla nascita che determinava un'insufficienza renale oppure in una malformazione cardiaca come la miocardiopatia ipertrofica. Il veterinario, che è un medico a tutti gli effetti, sa benissimo che si dovrebbero fare esami preoperatori prima di un intervento, quindi una campagna pubblicitaria o informativa sarebbe superflua ed inutile. Sono molto amareggiata per quanto accaduto, nessun essere vivente merita di morire per errori di superficialità come questo.
Cordialmente
dott.ssa ……
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Vecchio 26-11-2012, 16:28   #2
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zaari70
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Ciao, sinceramente non mi ricordo del caso del tuo piccino, ma ultimamente sono poco presente.
Se devo essere sincera non vedo grave imperizia da parte dei tuoi veterinari, anche il mio che ritengo assolutamente bravo non esegue esami del sangue e altri accertamenti prima di un intervento.
Soprattutto in animale giovane e apparentemente sano.
Li consiglia in animali anziani o che hanno sofferto di qualche patologia, ma non in casi come il tuo.
In tanti anni e in decine di gatti sia maschi che femmine sterilizzati non mi è mai capitata cosa simile.
E ne ho sterilizzati davvero moltissimi, di giovani e meno giovani.
Mai fatto un controllo prima.
Però so di molti vet che eseguono esami pre operatori, lo fanno di routine.
Però quelli che tu nomini sono davvero una serie di esami eccessivi che porterebbero a una spesa assurda per una semplice sterilizzazione.
Una serie di esami come quelli che hai citato credo avrebbero un costo di un migliaio di euro, cifra che pochi si potrebbero permettere per una pre sterilizzazione.
Io però non credo nemmeno con esami alla mano si possano evitare situazioni simili.
A meno che non si faccia un controllo totale completo di ecocardio, ecografia ecc. ecc.
Il fatto che il tuo gattino facesse così con la zampina nella ciotola non sta a significare nulla.
Ho visto molti gatti mettere la zampa a mollo nell'acqua finchè bevono oppure scavare nella ciotola o buttare fuori tutta l'acqua e mai hanno manifestato problemi renali.
Diverso quando bevono troppo o si mettono accucciati di fronte alla ciotola dell'acqua e stanno li per ore.
Io punterei più a un problema cardiaco.

In sincerità trovo molto più corretta la risposta del primo veterinario mentre trovo un po' scorretta la risposta della seconda veterinaria.
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Vecchio 26-11-2012, 16:46   #3
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Che cos'è il codice deontologico professionale ? Cliccando sul link non riesco a vedere nulla. C'è qualche altro sito dove dovrei vedere quel modulo che i vet sono obbligati a far firmare ? Dovrebbero farlo di prassi ?


MargotIvyPablo
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Vecchio 26-11-2012, 16:49   #4
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

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Originariamente inviato da zaari70 Visualizza Messaggio

In sincerità trovo molto più corretta la risposta del primo veterinario mentre trovo un po' scorretta la risposta della seconda veterinaria.
.. e'la stessa cosa che ho pensato io..


Ministro Zuril, Lady Gandal, Wilhelmina, Romeo, Jones, Diana, Jack ( ed Indy e Kiki per sempre nel cuore )
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Vecchio 26-11-2012, 17:02   #5
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Che cos'è il codice deontologico professionale ? Cliccando sul link non riesco a vedere nulla. C'è qualche altro sito dove dovrei vedere quel modulo che i vet sono obbligati a far firmare ? Dovrebbero farlo di prassi ?
il link del codice deontologico è questo

http://www.fnovi.it/index.php?pagina...e-deontologico

comunque anch'io mi trovo maggiormente d'accordo con la prima risposta


Nino & Lenticchia (per sempre nel mio cuore)
I "mini" della colonia: Mina, Mita (dispersa nel mio cuore) - Winnie, Rosso, Rossino sul ponte dell'arcobaleno
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Vecchio 26-11-2012, 18:15   #6
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Un ECG ed un esame completo del sangue non potrebbero mai costare 1000 euro (è un'esagerazione!) ed anche se fosse lo preferirei ad un gattino morto.
Ad ogni modo il primo vet dice che comunque è obbligo dei vet proporre gli esami (anche se son rari casi del genere), lui stesso fa firmare un consenso firmato in caso di rinuncia, per qualsiasi intervento.(è chiaro che in tal modo si mette al riparo, dovesse capitare)
Anche perchè sono ad ogni modo tenuti a farlo, che poi non si faccia o non lo si vuole fare è un altro discorso. Però intanto il regolamento esiste, non sono cose "dell'altro mondo"...
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Vecchio 26-11-2012, 18:28   #7
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zaari70
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

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Originariamente inviato da Ariadne Visualizza Messaggio
Un ECG ed un esame completo del sangue non potrebbero mai costare 1000 euro (è un'esagerazione!) ed anche se fosse lo preferirei ad un gattino morto.
Ad ogni modo il primo vet dice che comunque è obbligo dei vet proporre gli esami (anche se son rari casi del genere), lui stesso fa firmare un consenso firmato in caso di rinuncia, per qualsiasi intervento.(è chiaro che in tal modo si mette al riparo, dovesse capitare)
Anche perchè sono ad ogni modo tenuti a farlo, che poi non si faccia o non lo si vuole fare è un altro discorso. Però intanto il regolamento esiste, non sono cose "dell'altro mondo"...
Dipende ci sono posti in cui se si dovessero fare tutti gli esami che citi un migliaio di euro ti vanno via eccome.
Non hai nominato solo ecg e emocromo, ma altri esami, un ecg fatto da uno specialista ( perchè va fatto da uno specialista ) può costare anche 200 euro.
Un emocromo può costare anche 150-200 euro.
Dipende da dove.
E sinceramente credo che solo in minima parte eviterebbero il rischio di complicazioni post intervento.
Se i controlli servissero a scongiurare il pericolo non morirebbe nessun essere umano visto che su di noi vengono fatti moltissimi controlli pre intervento.
Eppure gli esseri umani muoiono lo stesso anche in interventi banalissimi.
La reazione del corpo non si può mai avere con certezza.
In quanto all'informazione sinceramente una persona dovrebbe sapere quali sono i rischi che un intervento può causare.
Sono cose che ognuno di noi sa, o dovrebbe sapere.
A volte i veterinari non lo fanno per incuria ma forse perchè abituati a sentirsi dire di no, dunque aspettano che uno lo richieda.
Poi non dimentichiamoci che molti piccoli ambulatori per fare gli esami da te citati si devono rivolgere a dei laboratori e a degli specialisti.
Insomma io credo uno dovrebbe essere un minimo informato e chiedere.
Io capisco la tua rabbia e il tuo dolore ma non trovo che il veterinario abbia grandi responsabilità.
Credo sia una cosa che difficilmente si poteva prevedere.
Non ci sarà mai nessun esame che mette al riparo da eventuali complicazioni al 100%
Un consenso informato poi chi tutela? Il medico, non il paziente.
In ospedale ti fanno firmare ok ma in quanti leggiamo? Credo in pochi tanto non si ha scelta, se firmi bene altrimenti non ti operano.
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Vecchio 26-11-2012, 18:49   #8
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Ariadne
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Sono daccordo con te nel dire che tutti gli accertamenti del mondo non bastano a prevenire, ma nel mio caso (in cui non sono stati fatti) nessuno può sapere con certezza se sarebbero serviti o meno (forse si e si sarebbe salvato).
NOn so in che posto vivi tu, al mio gatto ipertiroideo ogni 6 mesi devo far fare: emocromo, protidogramma, esame urine, enzimi epatici, più una volta fruttosamine. tutto è venuto 145 euro!
RIbadisco: i due veterinari si sono espressi chiaramente nel dire che obbligo del vet è di proporli, che tu non li faresti fare è un discorso, ma non per questo si può togliere il dirtto a chi li vuole fare di farli.
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Vecchio 26-11-2012, 19:01   #9
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Ariadne
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

Ah, scusa! ho dimenticato d'inserire la cosa più importante che devo far fare al mio gatto: il dosaggio degli ormoni tiroidei, che da soli costano circa 80 euro, quindi sottraendoli ai 145 euro (in cui sono compresi tutti quegli esami di cui ti ho parlato), fai un pò il conto di quanto mi costa l'emocromo....
Ariadne non è collegato   Vai in cima
Vecchio 26-11-2012, 19:01   #10
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valentina82
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Predefinito Re: gattino morto dopo castrazione e codice deontologico

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Sono daccordo con te nel dire che tutti gli accertamenti del mondo non bastano a prevenire, ma nel mio caso (in cui non sono stati fatti) nessuno può sapere con certezza se sarebbero serviti o meno (forse si e si sarebbe salvato).
NOn so in che posto vivi tu, al mio gatto ipertiroideo ogni 6 mesi devo far fare: emocromo, protidogramma, esame urine, enzimi epatici, più una volta fruttosamine. tutto è venuto 145 euro!
RIbadisco: i due veterinari si sono espressi chiaramente nel dire che obbligo del vet è di proporli, che tu non li faresti fare è un discorso, ma non per questo si può togliere il dirtto a chi li vuole fare di farli.
ciao, intanto mi dispiace molto per il tuo micino
quando i mie devono fare delle operazioni sono io che chiedo di fare esami del sangue ''emocromo, funzionalità renale e epatica'' ma sopratutto per i miei due mici che non stanno benissimo di salute, per la mia tatina quando è stata piccola ha fatto 2 operazione tra cui la sterilizzazione non ho chiesto nessun esame, perchè stava benone e non aveva bisogno per me di ulteriori esami....

concordo con la risposta del 1 vet mi è sembrato più corretto della seconda vet che ha risposto
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