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Vecchio 14-09-2020, 16:25   #1
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito La PAURA nei nostri amici, ma anche in noi

Questa è anche una risposta parziale ai recenti thread “Aiuto cagnetta timorosa” e “Gattino impaurito”
La paura è gestibile dal soggetto?
La paura è un’emozione, sgradevole ed impegnativa
Moltissimi gatti la vivono semplicemente cambiando ambiente
Il gatto/cane è un animale emotivo o emozionale?
Ambedue, provo a spiegare.
Dipende spesso dalle disposizioni dell’individuo (cioè come sta messo in questo momento)

Quanto un nostro amico a quattro zampe esprime un comportamento le domande fondamentali da porci sono due:
-come fai questa cosa?
-perché la fai? (ossia qual è il movente?, quindi le disposizioni sono il movente)

I moventi più importanti sono le emozioni e le motivazioni

L’emozione è anche data dal ricordo di un evento già vissuto. In questo caso la paura.
Gli aspetti più importanti delle emozioni sono 3:
-predisporre il corpo alla risposta,
-il vissuto,
-il modo di ricordare l’evento
Le risposte emozionali sono correlate a reazioni innate, non c’è bisogno di imparare niente. Il soggetto impaurito tenderà a diminuire la sua esposizione del corpo (la sua visibilità), rannicchiandosi, nascondendosi, scappando.

La paura dà una risposta sia fisiologica (aumento battito cardiaco, contrazione gastroenterica, aumento respirazione ecc) che comportamentale

Es paura del tuono: 2 processi associativi:
-generalizzazione: anche altri rumori potranno dare la stessa risposta
-correlazione: accanto alla paura del rumore potrà avere paura dell’odore dell’aria, o del movimento di un’altra cosa, elementi correlati al rumore del tuono
Il soggetto (gatto/cane nel nostro caso) ricorderà anche se era riuscito a trovare uno stato di tranquillità o se non gli era riuscito, ed impara a trovare le soluzioni migliori (per lui) a quella situazione. Quindi accanto ad una risposta innata si andrà a formare una risposta esperienziale.

Ledoux (neurobiologo) ci dice che di fronte ad un’emozione abbiamo (tutti) due risposte, semplificando abbiamo
-una risposta data dalla via breve o risposta emotiva, colpisce il sistema limbico e basta (soggetto emotivo, impulsivo)
-una risposta data dalla via lunga che è quella che non si ferma al sistema limbico ma arriva alla corteccia per essere elaborata e correlata alle esperienze per poi dare la risposta comportamentale usufruendo dei propri dati esperienziali (soggetto/risposta emozionale o riflessivo)
Il discorso sarebbe bello da approfondire, ma impossibile farlo qui.

Ci sono elementi che faranno propendere un soggetto per la via breve?

Il gatto o il cane rischia di rimanere nella risposta emotiva per 3 motivi
1) se non è riuscito a trovare risposte/soluzioni adeguate
2) se lo stimolo emotigeno è molto forte, e se lo coglie di sorpresa (per lui, anche questo è soggettivo) il rischio che rimanga inchiodato alla risposta emotiva c’è.
3) avere di fronte un soggetto già molto sensibile, già molto emotivo verso stimoli verso i quali focalizza fin troppo facilmente la sua attenzione oscurando tutto il resto

Le emozioni sono importantissime, il modo di recepirle è importantissimo, sono loro che filtrano la realtà.
Per cui se siamo di fronte ad individui sensibili o sensibilizzati dobbiamo pensare non a come vorremmo che fossero, ma apprezzare la fatica che stanno facendo per rapportarsi al mondo e riuscire ad unire l’emozione al proprio corredo cognitivo per cambiare l’assetto disposizionale*, per cambiare ciò che avvertono nel loro corpo e dare poi una risposta comportamentale diversa ed uscire da quel loop emotivo e diventare emozionali. Eventualmente rivolgersi ad una figura competente.

*papale papale e quindi molto semplificato: così come sto messo ora, sono disposto a fare solo questo


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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