Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui. |
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14-11-2019, 19:50 | #11 |
Re: Micia gelosa
Fortunatamente finora è stato così anche per i miei.
Ma devo darti torto, Malinka: io ho conosciuto almeno due mici che sono entrati volontariamente in casa nostra, con l'intento di viverci stabilmente. E per uno dei due, pure con altri mici già residenti. Si tratta, per il secondo, della già raccontata Minimicio, che fu invitata in casa da Isidoro. Per il primo, non so se ve ne ho mai parlato: si chiamava MicioDiesel. E' stato prima di Isidoro. MicioDiesel era un rossino delizioso, un autoctono che gironzolava tra le case di quella che sarebbe diventata casa dei miei. Appena acquistata la cascina, iniziammo ad andare i fine settimana per fare pulizia e preparare per impiantare il cantiere di ristrutturazione; dopo poco arrivò MicioDiesel e iniziò a frequentarci, facendoci molte coccole e moine: aveva deciso che dovevamo essere la sua famiglia. Di lì a poco iniziò ad entrare in casa (c'era una piccola zona abitabile, che usavamo come appoggio) e praticamente vi si stabilì. Come tutti i mici di casa, veniva anche a dormire sui letti con noi. Lo chiamammo MicioDiesel perchè era un coccolone, sempre allegro e faceva delle fusa fortissime: non ho mai sentito un gatto ronfare così forte! Era possibile sentirlo da una stanza all'altra. Purtroppo papà non volle portarlo a Torino con sè, essendo convinto che fosse di un altro abitante della frazione. E un brutto giorno non lo trovammo ad aspettarci. Era stato lui a decidere di stabilirsi da noi: sarebbe stato felice di stare tra le quattro mura di casa... e di uscire a volontà, esattamente come fanno tutt'ora gli altri membri pelosi della famiglia. |
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14-11-2019, 20:46 | #12 |
Re: Micia gelosa
@iw1dow, dicevo in generale, poi i casi particolari come MicioDiesel e Minimicio certo che ci sono, è successo anche qui.
Un pomeriggio trovai un giovane e del tutto sconosciuto gatto grigio seduto davanti alla porta di casa e quando aprii lui sgattaiolò dentro per restarvi per sempre...e diventò Gigio. Oppure Rudy, un randagio bianco che trovai un giorno in cortile, pieno di rogna all'inverosimile, con la testa e metà corpo sanguinolento e crostoso; lo curai in falegnameria e una volta guarito lo portai in casa; per tutti gli anni in cui è vissuto, anche d'estate con la porta aperta non ha mai messo neppure una zampa giù dal gradino. E Viola, nonostante lei sia la quintessenza della selvaticità, forse perché stava parecchio male è venuta spontaneamente in casa a chiedere aiuto, ne sono convinta; se non l'avesse fatto sarebbe morta di sicuro; da allora non ha mai chiesto di uscire, posso lasciare la porta aperta, lei è completamente disinteressata, anzi se è nei pressi si allontana. Ma questi mici, tuoi e miei, non fanno testo, non si sono comportati come farebbe la maggior parte dei gatti. |
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14-11-2019, 21:06 | #13 |
Re: Micia gelosa
Non lo so... in fin dei conti è proprio così che i gatti sono entrati nelle nostre case (in senso figurato e letterale) migliaia di anni fa: si sono autoinvitati
Una cosa è certa, però: il gatto medio non rinuncia spontaneamente alla sua libertà; si impossessa della nostra tana, ma se vuole andarsi a fare un giro, pretende (giustamente) di poterlo fare. Le vere eccezioni sono Rudy e Viola, che una volta entrate in casa non ne sono più uscite, letteralmente. |
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15-11-2019, 10:21 | #14 |
Re: Micia gelosa
Certo quello di Rudy e Viola non è un comportamento normale; Viola non esce neppure in terrazzo durante il giorno, ma solo di notte...d'inverno...
Però neppure il comportamento di Yuri è molto normale; si avvicina al cancellettto della veranda solo se è chiuso e non si vede il "fuori", ma se lo apro anche lui si ritrae; quando è in casa addirittura non esce neppure nel corridoio, che non è parte integrante del loro territorio, ma dove comunque c'è il mio odore (e mai odori di estranei) perché vado molte volte al giorno in una stanzetta separata che uso da magazzino; ho persino provato a cercare di attirarlo con qualche buon bocconcino, ma lui niente. Penso che questi comportamenti abbiano la loro radice in qualche brutta esperienza pregressa che non conosco e mai potrò conoscere e che li ha molto traumatizzati. In questi momenti come vorrei che potessero parlare la lingua umana così da capire e poterli aiutare...visto che io non sono in grado di comprendere il...gattese... |
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15-11-2019, 12:47 | #15 |
Re: Micia gelosa
Penso che nessuno di questi gatti si sia comportato in maniera non normale, anzi, visto che i traumi subiti non sono solo fisici ma riverberando nella sfera cognitiva sono entrati a far parte sia delle componenti posizionali o disposizionali dando loro una marcatura emozionale ben precisa, sia di quelle elaborative che includono le rappresentazioni, le funzioni logiche ed i metacomponenti e tramite queste il gatto “elabora” definendo il suo profilo elaborativo che per loro è diventato fisso.
Perciò non è rilevante quanto un gatto sia tendenzialmente selvatico ma come ha elaborato le doti cognitive che lo hanno portato a quella soluzione del problema. @ ba, se legge Mi viene in mente tua la gatta che pur restando nascosta e protetta sotto le coperte per un anno, poi in qualche modo ha sfruttato l'evolvibilità delle sue dotazioni in generale e le ha adattate alla situazione in modo diverso. Traumi diversi, diversamente vissuti, diversamente elaborati da soggetto a soggetto "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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15-11-2019, 13:17 | #16 |
Re: Micia gelosa
Sono d'accordo che sia un comportamento normale rispetto ai traumi subiti, non solo fisici, anzi penso che i peggiori e che hanno lasciato più cicatrici siano stati proprio quelli non fisici.
La defionizione che ho dato di "non normale" la intendo rispetto al comportamento del gatto-tipo che non ha dovuto fare i conti con situazioni particolarmente traumatiche o che, non so come dire, è riuscito a elaborarle superandole. Nel caso di Viola penso che grande importanza abbia avuto ciò che la madre (gatta abbandonata incinta in uno sconosciuto territorio boschivo) le ha trasmesso durante la vita uterina, nonché il fatto di essere rimasta orfana prestissimo, a un'età in cui avrebbe avuto ancora bisogno dell'aiuto, della protezione e degli insegnamenti della madre e invece ha dovuto cavarsela da sola finché ha potuto. Lei nelle notti d'inverno si senta sicura, perché non ci sono voci e rumori umani e di conseguenza esce in terrazzo e poi il buio della notte è protettivo, non è una minaccia. |
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