Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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12-09-2023, 15:55 | #1 |
in etologia i gatti nn si perdono mai
Secondo l etologia del gatto randagio , il gatto di strada, ovvero il randagino non si perde mai .
Qualcuno di voi ha approfondimenti scientifici di questi studi? Ho esperienze che possono confermare questa scienza |
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12-09-2023, 18:14 | #2 |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
Questa domanda mi fa pensare tre cose
- il micio non si è fatto ancora vedere - l’hai visto e vorresti garanzie che rimanesse nei paraggi - la terza, dal mio punto di vista la più deprimente, è che non conosciamo i gatti anche se ci abbiamo sempre vissuto assieme. Credo che ieri ti sia già stata data la risposta: i gatti se si allontanano volontariamente non si perdono perché tracciano il percorso con i loro feromoni (detti appunto, di traccia). Questo fa sì che quei feromoni funzionino come le briciole lasciate da Pollicino, con la differenza che nessuno può toglierle. I feromoni -ce ne sono di molti tipi- sono molecole che hanno una parte in comune con altri gatti, ma una parte è individuo-specifica quindi appartiene solo a quel gatto. I feromoni fanno parte della loro comunicazione intraspecifica e quelli di traccia segnano un percorso a noi invisibile e non percepito dal nostro naso, ma perfettamente percepita dal loro apparato olfattivo. Quindi quel gatto non si perde, semmai tasta nuove possibilità. Non si perdono ma alcuni possono avere un territorio più ampio di altri, questi territori possono essere intersecati da altri gatti solitamente nella zona periferica e ad “orari” che gli altri rilevano dalle marcature feromonali. Altro caso è se un gatto venga preso di peso e mollato in una zona lontana dalla quella di provenienza, allora quel gatto dovrà tracciare ex novo quel territorio, sapere se e quanti gatti ci sono in quella zona, se corrisponde ai suoi standard di sicurezza e via dicendo, infine decidere se restarci o no. Lo stesso succede per i gatti di casa quando si allontanano, perché sempre gatti sono. Capisco la tua necessità di avere certezze, e che non corrispondono alle necessità di certezze di un gatto. Spero di essere stata esauriente P.S. c’è un libro il cui titolo è L’identità del gatto, te lo consiglio, lo ha scritto uno dei miei docenti ed è etologo. Perché a noi non interessa tanto la morfologia del gatto, ma chi è l’individuo che chiamiamo gatto. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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12-09-2023, 20:42 | #3 | |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
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12-09-2023, 19:26 | #4 |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
Addirittura capita che non si perdano neppure i gatti spostati forzatamente.
Anni fa mia mamma spostò in auto una gatta adulta, abituata a uscire, da casa propria a casa di mia nonna, a una ventina di km di distanza (zona rurale).. La gatta sparì appena arrivata e ricomparve un mese dopo a casa di mia mamma. Non so spiegare, magari lo sa Aletto. Ma succede.... |
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12-09-2023, 19:41 | #5 |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
@ ba
c’era, c’è, quella teoria dei campi magnetici. Vero, alcuni ritrovano la via di casa ma non so come funzionano nonostante ci siano tantissimi esempi tipo quello degli uccelli migratori, non so. Riguarda la fisica più che la biologia, anche se ormai sono fortemente interconnesse. Fisica e fisica quantistica e biologia. "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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12-09-2023, 19:45 | #6 |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
P.S.
Anche le tararughe che vanno a deporre le uova nella stessa spiaggia dove sono nate. Una spiegazione la diede S.J.Gould ma non ce l’ho sotto mano "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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12-09-2023, 20:46 | #7 | |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
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12-09-2023, 19:58 | #8 |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
Non so se è scientificamente corretto, ma l'impressione che io ho avuto osservando il comportamento di Averno i primi tempi che era con me, è che i gatti, oltre alla marcatura attraverso i ferormoni, siano in grado di elaborare una mappatura precisa di un territorio, magari più ridotto, utilizzando anche la vista.
Avanzo questa ipotesi perché Averno, prima di scendere per la prima volta nel giardino sul retro della casa e nelle aiuole vicino al cancello di ingresso delle automobili, ha passato qualche giorno pigramente sdraiato sul balcone, guardando attentamente tutto il giardino. Quando è sceso, si è mosso nell'ala che aveva potuto studiare dall'alto, con estrema naturalezza, utilizzando ripari e percorsi forniti dalle piante e dagli alberi come se per lui quella fosse stata una passeggiata abituale. Allo stesso modo, ha mappato un buco nel muretto di cinta, che gli è stato utile per rientrare rapidamente "in area protetta" e sfuggire alle molestie di un volpino grosso e nevrotico. Aggiungo che ho avuto anche l'impressione che persino nelle sue prime esplorazioni nel bosco il ruolo della vista fosse tutt'altro che secondario nella sua gestione degli spazi. Le primissime volte, quando perdeva il contatto visivo con me, cominciava a miagolare come un disperato, finché io non gli davo la mia posizione chiamandolo a gran voce e muovendo rametti e foglie con un bastone. E comunque, si manteneva sempre a una distanza tale tale da permettergli di vedere casa nostra. Quando ho tentato di portarlo con me, sperando che mi seguisse in una passeggiata oltre le sue "Colonne d'Ercole", dopo pochi passi si è bloccato e non c'è stato verso di farlo proseguire. Quei primi confini, col tempo e con la pratica, e con l'acquisizione di una maggiore sicurezza nelle sue capacità di esplorazione e di riconoscimento del territorio, li ha progressivamente superati, addentrandosi sempre di più nel fitto della boscaglia, e risalendo verso la cima della collina. Ma a questo punto, le sue esplorazioni in solitaria, lungo percorsi che si snodavano soprattutto tra sottobosco e roveti impenetrabili, duravano almeno un paio d'ore e non erano più monitorabili da me. E quelle due tre ore di svago e libertà assoluta che riuscivo a garantirgli, le passavo aspettandolo sul cancello di ingresso per le automobili, giusto per essere sicuro che rientrando a casa non corresse il rischio di essere investito o aggredito dai caciottielli che giravano liberi, spesso invadendo anche il giardino di casa mia. Ultima Modifica di leucio; 12-09-2023 at 20:01. |
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12-09-2023, 20:45 | #9 | |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
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12-09-2023, 20:50 | #10 | |
Re: in etologia i gatti nn si perdono mai
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