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Il Ponte dell'Arcobaleno Dediche e saluti per i nostri amici pelosi andati sul Ponte

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Vecchio 05-08-2020, 00:58   #1
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VEI-6 Vesuvius
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Predefinito La mia Goku - 2001/2020

Per non rendere la cosa troppo noiosa da leggere (è un po' lunghetta, vorrei approfondire i suoi 19 anni di vita in questa biografia) e per non dimenticare nulla, suddivido la cosa in ‘capitoli’ (anche per chi vuole saltare passaggi). Vorrei dare, alla mia adorata Goku, il tributo che merita.

13 anni d’attesa.
In realtà a me gli animali non piacciono molto. A 5 anni, durante una vacanza in montagna, ho avuto a che fare, per la prima volta, con un gatto. Era così diverso dai cani…
I cani ti rincorrono e abbaiano forte. A me han sempre fatto paura i cani. Mio nonno aveva una cagna, Laika.
I gatti invece sono così soffici, non ti saltano addosso, e la loro voce mi piace di più. Unica pecca: non puoi portarli in giro al guinzaglio come vuoi (in realtà sarebbe possibile, ma non ho mai provato con i miei).
Fin dai 5 anni ho desiderato avere un gatto. Quello (una femmina tricolore, Macchia, figlia adottiva della Laika) che avevo conosciuto non lo potevo tenere perché nella mia casa di allora non avevo un giardino. La gattina è poi morta sotto una macchina ancora cucciola. Eppure, a 5 anni avevo capito quale fosse il mio animale preferito: Il gatto.
Troppe brutte storie ti raccontavano sui gatti, per convincerti a rinunciare a loro (I cinofili per convincerti che i cani sono meglio), del tipo che i gatti non si affezionano alle persone che li accudiscono, che sono traditori e compagnia bella. Mentre i ‘fantastici cani’ ti amano, morirebbero per te e ti sono fedeli, anche se non sono tanto belli.
Ovvio, se ci si rifà ai gatti delle fattorie, tenuti solo per dar la caccia ai topi, per loro uomo=cibo assicurato, perché è l’unica occasione in cui interagiscono con esso. Ma lo stesso vale anche per gli altri animali, cane incluso, se l’unica tua interazione con essi è relegata al cibo.
Per anni desideravo un gattino per me che poi non potevo tenere. Mi accontentavo di dare nomi ai cuccioli che nascevano ai vari gatti dei cugini, che una volta adottati finivano sotto le macchine prima di compiere l’anno, o comunque, per un motivo o per l’altro, non raggiungevano mai la decade.
Quando andavo alle medie, in casa mia sono entrati tre criceti, l’animale favorito di mio fratello. Di questi il primo fu trattato con amore da mio fratello, al punto da raggiungere i 3 anni (per un criceto corrispondente ai 20 anni del gatto), un animaletto speciale per mio fratello che allora aveva solo 8 anni.
Per la mia gatta ho dovuto aspettare fino ai 18 anni, non perché ‘ero maggiorenne’, ma perché fu nel ’99 che cambiammo casa. Per due anni ho cercato un gatto nero, ma ogni volta che li si trovava erano dati via. Cercavo un gatto nero, con pelo lungo e preferibilmente maschio. Dopo 2 anni, era il 2001, forse c’eravamo. La gatta a pelo lungo di mia zia era incinta. I geni c’erano, un grosso maschio nero frequentava il giardino della casa di mia zia… unica preoccupazione: La gatta di mia zia era selvatica, non addomesticabile, non affabile né con i gatti né con le persone (tant’è che si è accoppiata solo due volte in 10 anni).

La Goku. Non il gatto dei miei sogni.
Ero in gita a Firenze con la mia classe per alcuni giorni.
La mattina del 31 marzo del 2001 mi è arrivato un messaggio da mia mamma sul mio primo cellulare (in realtà, il cellulare era una novità per tutti all’epoca): “Stanotte è nato il tuo gattino. E’ nero”. Ero contentissima, finalmente avevo un gatto tutto mio da coccolare. Ora dovevo aspettare solo uno o due mesi per averlo in casa, non vedevo l’ora.
Avevo deciso che il suo nome sarebbe stato Goku, ma tutti storsero il naso. Mio fratello, che mi disse, l’avrebbe chiamato Pikachu, i miei compagni di classe, che mi dissero ‘qualsiasi nome ma non Goku’, e mio papà, che riteneva che ‘Goku’ avesse un brutto suono. A mia mamma invece andava bene.
Quando vidi la mia adorata Goku per la prima volta, lei aveva 10 giorni ed aveva aperto gli occhi solo il giorno prima. In mezzo al nero era tutta ricoperta di peli bianchi sparsi, aveva ovviamente l’aspetto da gatto di 10 giorni.
Li scoprii la prima cosa che si allontanava dalle mie aspettative: era una femmina. Pazienza, mi sono detta. Il nome resta Goku. Sai quanto frega ai gatti di queste cose…? (mia cugina aveva chiamato Luigi il suo gatto femmina, anni prima, scambiandola per maschio. Poi sono arrivati i gattini).
Andai a trovare la mia Goku ancora due volte prima di portarla a casa. L’ultima volta ho trascorso un ora con lei. Ancora non si capiva come sarebbe stato il suo pelo. Ci fu una cosa che mi parve strana, ma che legai al fatto che era ancora piccola. Le orecchie. Erano stranamente piccole, tutte accartocciate su se stesse, e anche se si piegavano, al tatto erano spesse e rigide, quasi come toccare le orecchie umane. Il canale uditivo era aperto regolarmente. La coda invece sembrava bella lunga. Mi piaceva anche il suo musetto tondo, e gli occhi che dopo un mese erano ancora azzurri. Non potevo portarmela a casa perché non era ancora stata svezzata, ma sembrava tutto sommato affabile, al contrario della madre.
Poi dopo pochi giorni mia zia telefonò: “E’ svezzata, preparate quel che vi serve e venite a prenderla prima che diventi selvatica come sua madre!”. Portai la mia Goku a casa il giorno di Pasqua.

Un gatto da proteggere a tutti i costi
Durante il viaggio, la mia gatta si addormentò sulle ginocchia di mio fratello. A casa non faticò ad ambientarsi, pur essendo molto piccola. Le mostrammo dov’era la lettiera, dove avrebbe mangiato, avevamo messo il terrazzo in sicurezza (o così credevamo). E lei per prima cosa, guardò che fosse tutto al proprio posto. Poi si fece coccolare da me e giocò con me.
Il giorno dopo aveva già imparato il suo nome. Arrivavo a casa da scuola e la trovavo che mi aspettava seduta o sdraiata sul mio letto. Però avevo deciso che non avrebbe fatto la brutta fine di tanti gatti che vedevo spiaccicati, ancora ben riconoscibili, sulla strada (a 12 anni, un pomeriggio, tornando a casa, ho visto l’investimento di un gatto).
I gatti dei miei parenti era tanto se raggiungevano i 10 anni, giù di li. Avevo sentito di gatti ventenni e più, ma non poteva accadere a me, non era mai successo in famiglia. Sarebbe stato un successo se si fosse avvicinata ai 10.
La mia Goku non era il gatto dei miei sogni, ma cominciavo già ad amarla.
A scuola, durante la pausa pranzo telefonavo a casa apposta per chiedere a mia mamma come stava la Goku (pur sapendo che era femmina, solo dopo anni iniziai a chiamarla al femminile).

Paura di perderla. Già da cucciola.
Una sera la mia Goku si arrampicò sulla rete che avevamo messo per non farla cadere dal terrazzo, cadde e si fece male. Pensavamo che stesse morendo. L’abbiamo messa in una cesta, e chiesi a mia mamma di chiamare il veterinario. Lei mi disse: “Meglio di no. Magari le fa l’eutanasia inutilmente. I gatti spesso si riprendono completamente da ferite molto gravi!”.
Fui svegliata a notte fonda dalla mia Goku. Lei era lì, in perfetta salute che camminava sul mio cuscino, miagolava e mi faceva le fusa. Zoppicava solo un pochino.
Mia mamma era entrata in camera mia pensando che la mia gatta era morta, per portarla via prima che mi svegliassi. Quando aveva aperto la porta invece, fu accolta dalla Goku.
Quel pomeriggio andammo in montagna e ci fermammo per alcuni giorni. Sembrava che la mia Goku non avesse più alcun problema, ed il giorno dopo non zoppicava neanche più.
Tornati a casa abbiamo tolto la rete dal terrazzo. Troppo pericoloso.
Ho cominciato a tener la Goku con me nel letto, di notte. Tanto era estate e faceva caldo, usciva quando le scappava e poi tornava da me.

La Goku cresce
Per un viaggio abbiamo dovuto riportare la mia Goku da mia zia, e lasciarla li per una settimana. Quando siamo tornati per riprenderla, la mia Goku aveva perso tutti i peli bianchi e aveva messo su una pelliccia nera da gatto adulto, rivelandosi un gatto a pelo corto. Non aveva preso dalla madre. In compenso però era soffice e piumosa, aveva un mucchio di sottopelo e il pelo era bellissimo, lucente. I suoi occhi anche avevano iniziato a virare verso una tonalità più verde/giallo. Le orecchie però non si erano schiuse. Erano ancora quelle di un gattino appena nato, posizionate dritte sulla testa, ma ancora piccole, spesse e accartocciate. Mia zia diceva che erano strane, che i gatti di solito hanno orecchie più grandi e triangolari. Siccome stava ancora crescendo, si era fatta bruttina, come lo sono la maggioranza dei giovani gatti (si, ammetto, al contrario di molti, i gatti li preferisco adulti. È in età adulta che svelano il loro splendore e che è bello tenerli in braccio ed accarezzarli).
L’abbiamo riportata a casa per 15 giorni, ed ecco che dobbiamo di nuovo andare in villeggiatura. La Goku torna di nuovo da mia zia. Io avrei preferito tenerla con me, in pratica vedevo la mia gatta crescere a scatti, invece di potermi godere la sua crescita a poco a poco, nell’attesa di vederla diventare adulta.
Quando siamo tornati a prenderla per la seconda volta, lei era un’adolescente. Come i ragazzini umani che non crescono in modo armonico, ma hanno le parti del corpo che sembrano crescere a casaccio (tante ragazzine hanno gambe lunghissime e busti ancora corti), la mia gatta aveva le zampe molto lunghe, quasi della loro lunghezza finale. Ma corpo, testa e busto erano ancora poco più che quelle di un cucciolo. Le orecchie sempre da neonato, sempre più piccole su un testone sempre più grosso. Però finalmente le vacanze stavano per finire. Avrei avuto la rottura di palle di andare a scuola (e gli esami), ma almeno potevo godermi la mia Goku per molti mesi.
C’è da dire che io e mia zia abbiamo un diverso approccio con i gatti.
La mia Goku non era mai scesa in giardino, non volevo che finisse sotto le macchine. Ed in casa sapeva dove poteva stare e dove invece non poteva stare. Mia zia invece lascia far fare agli animali (non solo ai gatti, ma anche ai cani) tutto quello che volevano, in casa e fuori, non le piace “snaturarli”.

Il carattere
In parte la mia Goku ereditò il carattere della madre, ciò che mia zia temeva. La mia Goku talvolta era aggressiva, ti mordeva e ti attaccava pure. E soffiava. Tutti i giorni, per quasi tutta la vita. E aveva sempre la coda agitata. Così tanto che ad un certo punto, il suo soffiare era diventato un rito quasi più che una minaccia. Non era certo una gatta adatta ai bambini. Non era il gatto che ti stava sulle ginocchia a fare le fusa. Al contempo però non era il gatto che scappava dagli estranei, anzi, si avvicinava, si lasciava guardare e si lasciava anche accarezzare, non disdegnava le attenzioni, nemmeno quelle dei bambini (anche se per loro era pericolosa). Pochi erano gli esseri umani che non le piacevano a pelle. Uno di questi era uno degli amici di mio fratello. Senza nessuna ragione. Forse lui aveva un aspetto che incuteva timore negli animali (avete presente i ragazzini magri, con i capelli rossi e molto vivaci?), non solo nella mia gatta, ma anche nel criceto di mio fratello (che allora era già morto da un pezzo). Questo ragazzo però era bravo con gli animali, e alla fine la mia Goku lo accettò. Di un altro amico di mio fratello invece adorava i piedi. Ogni volta che lo vedeva si strusciava su di lui e sui suoi piedi, in modo insistente. Preferiva l’uomo al gatto, e aveva molta difficoltà ad interagire con i suoi simili, mentre si trovava a suo agio con le persone. Sapeva mostrarti il suo affetto non solo tramite le fusa, ma anche con gesti di supporto, di quelli che normalmente ci si aspetta dai cani. Non amava lottare e preferiva indietreggiare e dichiararsi sconfitta, questo nonostante, per gran parte della sua vita, fu una gattona di quasi 5 chili, dal collo taurino e dall’aspetto mascolino (aveva pure una parvenza di guanciotte). Temeva in particolare la gatta tigrata dei nostri vicini, che definivo ‘una topolina’ per sottolinearne la ‘stazza’. Nonostante non fosse un amante delle coccole, mi offriva spesso la pancia e a volte mi permetteva anche di toccarla.
Quando voleva attirare l’attenzione, tirava i miei libri i miei fumetti ed anche i miei disegni giù dagli scaffali, uno ad uno, facendo disordine.
L’attitudine da gatto omega le risparmiò cicatrici (a parte quelle delle operazioni), chiazze calve, denti rotti ed orecchie a striscioline, preservandone un aspetto maestoso che durò per quasi tutta la vita.
Seppur sterilizzata, marchiava il territorio con le sue ghiandole ed anche spruzzando, come i maschi. Fortunatamente la seconda opzione la usava solo fuori di casa.
Mia zia mi aveva rimproverata che era perché non lasciandola mai uscire di casa, lei non interagiva con altri gatti, e non sapeva come ci si comportava con i gatti. Le piaceva giocare con mio fratello (allora aveva 13 anni), e gli leccava i capelli (che allora erano a spazzola). Tutti quanti, trattando mio fratello come un suo simile. E tutti i giorni.
Alla mia Goku piaceva guardare la televisione, almeno durante il primo anno di vita. Aveva anche i suoi programmi preferiti. Adorava Real TV.
In quegli anni alla sera trasmettevano Real TV (che odiavo) e poi Dragon Ball (OK, in realtà il mio personaggio preferito era Vegeta, ma il nome Goku meglio si adattava ad un gatto, ed era più evocativo). Notai divertita che alla mia Goku piaceva da matti Real TV. Appena sentiva la sigla, veniva in soppalco e si piazzava davanti alla TV, posa sfinge e occhi fissi sullo schermo per mezz’ora. Per questo accendevo la TV in anticipo. Mi divertivo guardarla così. Dragon Ball invece non la attirava. Si fermava a guardare solo i combattimenti più violenti.

Finalmente adulta.
L’ultimo anno del liceo fu l’unico anno dove facevo il riposino pomeridiano. La mia gatta man mano che cresceva si tranquillizzava, ed allora lei, beatamente addormentata sul mio letto, facendo le fusa mi conciliava il sonno. Il fatto di doversi alzare alle 5 per andare a scuola, da lunedì a sabato, aiutava in questo.
Quell’anno morirono la mamma e la sorella della mia Goku. Di coronavirus felino, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Avevano 10 e 9 anni.
La mia Goku invece si era fatta adulta. Ora era bella proporzionata, col tipico aspetto del gatto adulto. Aveva le orecchiette neonatali, sua peculiarità, ma il corpo era compatto, soffice e slanciato. Le vibrisse, al contrario del pelo, erano bianche. La cosa rimase solo per alcuni mesi, non so perché.
Nel frattempo mia cugina e una mia vicina, avevano adottato due gatti a testa. Il gatto di mia cugina era un mezzo persiano, rosso e un po' scemotto, ma molto buono, anche una volta adulto, e pure quando in calore. Sparì dopo un anno.
La mia vicina invece prese un gatto tigrato comune che scambiai per un maschio. Questo gattino poi partorì a sorpresa, a soli 7 mesi. La mia Goku fu così incuriosita da loro che afferrò la testa della gattina tigrata e la fissò. In risposta la gattina tigrata (che soprannominavo ‘topolina’) le soffiò. Lei si rivelo ‘la femmina alfa’ del quartiere.
La mia Goku non ebbe mai un atteggiamento ostile nei confronti dei gattini (in seguito però prese in antipatia la ‘topolina’).
Ricordo un episodio in cui, mentre parlavo dei gattini con mia cugina, la Goku si sollevò sulle due zampe e mi afferrò una mano con le zampe anteriori, come una bambina piccola.

Il primo calore, il pic nic, la fuga
Ebbe il primo calore a 9 mesi. All’inizio mi preoccupai, la mia gatta era diventata stranamente affettuosa, dall’oggi al domani, miagolava di continuo e non mangiava. All’inizio pensai di lasciarla così ed aspettare. Mi venne anche la curiosità di provare a farle fare i gattini, ero curiosa di vedere se avrebbero ereditato le orecchiette da neonato (recentemente ho letto che le orecchiette sono ereditarie, ma si tratta di un tratto molto raro), ma poi i miei mi dissero che li avrebbero fatti sopprimere, allora decisi di lasciar perdere, le diedi il progesterone per farle passare il calore. Ci mise 5 giorni a tornare normale.
Smisi la cura, ed il calore tornò dopo un mese, dopo che, tornata da scuola, accolsi la mia gatta tra le braccia. Le diamo ancora il progesterone, stavolta senza interrompere la cura. Nel frattempo, andiamo dal veterinario per il primo vaccino. Li la mia Goku mi stupì. Credevo che dal veterinario si sarebbe ribellata, che avrebbe preso il veterinario a morsi. Invece stette immobile, terrorizzata, e si fece fare tutto. Tutte le visite dal veterinario furono così, tranne l’ultima della sua vita.
La mia Goku dormiva in terrazzo, quando non dormiva in camera mia. Una mattina aprii il terrazzo per chiamarla, ma lei non c’era. La cercai ovunque, era sparita. Era caduta dal terrazzo ed era scappata. L’abbiamo cercata tutto il giorno, temevo di non rivederla mai più Alle sei di sera una bambina che viveva vicino a noi notò che stavamo cercando un gatto da tutto il giorno e ci disse “ho visto degli occhi gialli guardare dal tombino sotto il marciapiede!” ed infatti era li. Per tirarla fuori abbiamo dovuto attirarla con del cibo.
Abbiamo anche provato a portarla ad un pic nic in montagna, ma per lei fu una terribile esperienza, al punto che se la fece addosso. Il giorno dopo l’abbiamo lavata.
(Avevamo acquistato un guinzaglio per gatti. Ignoravamo che i gatti si sentono perduti fuori dal loro ambiente, e non abbiamo più ripetuto l’esperienza)
Ancora una volta abbiamo dovuto parcheggiare la mia Goku da mia zia, motivo vacanze. Le dissi di accompagnarla fuori col guinzaglio che le avevamo preso, poiché non volevo perderla, e di tenerla il più possibile in casa.
Quando siamo tornati a prenderla, mia zia mi suggerì che era meglio se lasciavo andare la mia Goku, perché lei ormai era terrorizzata dal mondo esterno, ma contemporaneamente, in quanto a gatto, cercava la libertà. Mia zia non aveva ascoltato le mie richieste, ma aveva lasciato la porta aperta. La mia Goku si era a poco a poco adattata alla vita all’aperto, all’inizio correva in casa, e poi stava fuori di più.
Anche mia mamma mi spinse a lasciar libera la mia gatta. Mi disse che sarebbe impazzita a stare in casa. La lasciai uscire a malincuore, ma constatai che il suo carattere si addolcì. Andava d’accordo col mezzo persiano di mia cugina.
La mia Goku si era irrobustita, arrivando a pesare ora 3 chili e mezzo.
Vicino a noi stavano costruendo un condominio, e c’era una ruspa parcheggiata, luogo che la mia Goku ed il mezzo persiano di mia cugina avevano preso come parco giochi. Mentre dal terrazzo guardavo la mia gatta divertirsi, vidi una mamma col suo bambino fermarsi a guardare i gatti che giocavano. La mamma disse a suo figlio: “Guarda che bei gatti, soprattutto quello nero!”.
Della serie ‘sono soddisfazioni!’

La sterilizzazione e la libertà
Parlando un po' della sterilizzazione con mia zia (quella che mi ha dato la gatta), seppi che la sua prima gatta morì di tumore alle mammelle per colpa del progesterone. Così decisi di far sterilizzare la mia gatta. Il danno ormai era fatto (tra calori e progesterone), il rischio potenziale di tumore alle mammelle c’era tutto, ma ho pensato non fosse il caso di aumentarlo, soprattutto ora che la mia Goku usciva di casa.
La mia gatta fu operata. La veterinaria mi avvertì che era un po' sovrappeso. L’ho assistita tutta la notte, senza dormire, perché lei continuava a gironzolare mezza addormentata per la stanza, ed io temevo che si facesse male. Fu mogia per diversi giorni. La volevo tenere in casa per un mese, ma mia mamma mi rimproverò: ‘vuoi farla tornare pazza? Guarisce lo stesso!’ e la lasciai uscire.

Il papiro
La mia goku era stranamente irrequieta e aggressiva, spesso era feroce come un leone o una tigre. Mia mamma notò che aveva spesso le pupille dilatate e che reagiva in modo strano. In quel periodo avevamo una pianta di papiro che ci avevano regalato.
Un giorno mia mamma vide la Goku mangiarsi le foglie di papiro, con golosità, e mi disse ciò.
Cercando scorpi che il papiro per i gatti è come la droga per gli esseri umani. Abbiamo buttato via il papiro. La mia Goku ebbe un pò d'astinenza e nervosismo, ma poi divenne molto meno aggressiva

Goku pallina di lardo
La mia Goku divenne sempre più grossa e massiccia. Ma non all’improvviso dopo l’operazione. Fu un aumento di peso graduale. La mia Goku si mantenne negli anni tra i 4,6 chili e ed i 5,1 chili per anni. Inutile dire che amava mangiare. Cercavo di dosarle il cibo, ma nulla, i chili continuavano a restare quelli. Il sovrappeso però fu il minore dei mali.
Nonostante la mia Goku era un gatto tranquillo e non litigioso, un giorno tornò a casa zoppicante. Non trovammo ferite apparenti, ma la zoppia non migliorava, così l’abbiamo portata dal veterinario. Mio papà si aspettava che avrebbero dovuto tagliarle la zampetta.
La veterinaria trovò un buco nella zona della spalla/scapola della mia gatta. Ci siamo chiesti se fosse un morso di cane o se era stata investita da qualche mezzo, tipo una moto, o se si era impigliata in qualcosa. Comunque l’abbiamo curata con un antibiotico, la ferità guarì. La mia Goku riprese ad usare la zampina e a giocare normalmente, ma zoppicò per altri tre mesi, non so se per il dolore o se per abitudine.

Il viaggio
Un’estate non trovammo nessuno disposto a curarci la Goku durante la villeggiatura al mare. Così l’unica scelta fu quella di portare la Goku con noi, anche se aveva il terrore della macchina. Le abbiamo dato delle gocce per sedarla, e le abbiamo fatto fare il viaggio.
Per le prime due ore lei era spaventatissima, poi si calmo. Il viaggio fu piuttosto lungo causa traffico ed ebbe l’effetto di farle passare per sempre ogni terrore della macchina, infatti fu sempre bellissimo poi farla viaggiare per portarla in montagna, ma anche per portarla a mia nonna in Svizzera e affidargliela temporaneamente per i viaggi successivi. La mettevi in auto e lei semplicemente dormiva.
Ero contenta di avere la mia Goku con me, almeno quell’anno, ma a lei l’appartamento al mare non piacque.
Si trovava meglio in Svizzera da mia nonna. Le faceva gli agguati, e terrorizzava il cane maltese di mia nonna. Come sempre, temendo che la mia Goku si sarebbe persa, le misi il collare del vecchio cane di mia nonna, che era morto da qualche anno.
Talvolta alla mia Goku compravo dei collari per adornarla, ma col tempo mi sono resa conto che i gatti stanno meglio senza, visivamente. Non è difficile metter loro i collari, ti fanno le fusa, semplicemente non gli stanno molto bene.
Quando andavo a prenderla in Svizzera, lei mi riempiva di fusa per un’ora.

Goku la furbetta
Una domenica mia mamma volle face una tavola da festa. Tra le portate c’erano fette di pesce spada. La mia Goku si nascose sotto la sedia, e con la zampina cercò di prenderla. Noi l’abbiamo notata in tempo e l’abbiamo allontanata. Però le abbiamo dato un pezzo di pesce spada, per soddisfare la sua curiosità. Non so cosa sia successo, lei mangiò golosamente quello che le avevamo dato, ma poi per molti anni non guardò più il tavolo da cucina. Nemmeno quando su di esso c’era della carne.
Ci fidavamo di lei. Capitava che la lasciavamo a casa da sola e lei non ci faceva nessuno scherzo. Anche se furba lo era. La lasciavamo che dormiva nella cesta. Tornavamo e la trovavamo ancora nella cesta. Ma i divani erano misteriosamente caldi. Raramente l’abbiamo beccata scendere di corsa dai divani.

La gelosia
Un totale di 5 gatti passarono nella nostra casa, in pochi anni.
La prima fu una gattina tigrata, che i miei genitori trovarono abbandonata in mezzo alla strada, mentre andavano in bici. Qualche pessimo padrone di gatti aveva pensato bene di disfarsene lasciandola apposta sul ciglio della strada, sperando che le auto facessero lo sporco lavoro. I miei sono tornati di corsa a casa in bici, e con un viaggio in auto di mezz’ora sono tornati dove avevano trovato questa gattina di due mesi. Lei era ancora li, piangeva spaventata e non osava muoversi.
L’hanno portata a casa. Mi stupì veder arrivare mia mamma con un gatto in braccio, le chiesi come mai. Mi raccontò tutto. Rimase a casa nostra per 2 giorni, mentre le cercavamo un padrone. La Goku ebbe le seguenti reazioni: Star fuori fino a notte fonda, buttar le nostre suppellettili di vetro dagli scaffali. E quando la sgridavamo ci soffiava, invece che scappare. Poi nascondeva le scarpe degli amici di mio fratello. Appena la gattina abbandonata trovò un padrone, il comportamento tornò normale.
La seconda gatta che ci arrivò era già adulta. A pelo lungo, femmina, affabile ed in cerca di cibo. Ben tenuta, con le unghie tagliate. In seguito notammo una lunga cicatrice sulla pancia, ancora fresca, non da sterilizzazione. Le abbiamo messo un messaggio al collo, pensando che i suoi padroni l’avrebbero tenuta in casa. Dopo due settimane però la gatta continuava a tornare, come se l’avessero abbandonata. Non arrivò denuncia, nessuno la cercava, così l’abbiamo data ad una signora anziana che cercava un gatto. Questa gatta morì improvvisamente a breve. L’atteggiamento della Goku nei suoi confronti fu stranamente pacifico, al punto da sedersi ad un metro di distanza vicino a lei, senza soffiare ne niente.
Il terzo ed in quarto gattino trovarono subito dei padroni (Il terzo però scomparve a breve nel nulla), quindi non ci furono problemi con la mia Goku.
Il quinto rimase da me: Aegir.

Il cancro
La Goku fu vaccinata per l’ultima volta a 8 anni. La veterinaria ci fece i complimenti per il suo bell’aspetto che la faceva sembrare più giovane (a occhio le dava 3 anni), e fu incuriosita dalle sue orecchie piccolissime (erano lunghe 3 cm e mezzo). Solo i denti ne tradivano la reale età (denti che, nonostante tutto, rimasero al loro posto fino alla fine).
Quando la mia Goku aveva 8 anni e mezzo, le venne il sarcoma da vaccino.
Durante il mese d’agosto faceva troppo caldo e lei si rifiutò di dormire nel mio letto, ma da settembre, col fresco decise di tornare a dormire con me. Allora le feci i massaggi tra le scapole che tanto amava ma notai un pallino duro, di un cm, mobile tra le scapole. Feci una veloce ricerca e scoprii di cosa si trattava. La mia Goku sarebbe morta entro sei mesi, il cancro era uno di quelli aggressivi. Solo 2% di possibilità di salvarsi, eppure in quel momento lei era vivace, ciccia, mangiava, ignara di quello che la aspettava.
Decisi di recidere il legame con lei. La allontanai da me il più possibile, le proibii di dormire con me. Il secondo giorno lei si ribellò a ciò. Sali sul mio letto e mi impedì di toccarla, non la dovevo muovere di li. La accarezzai, e lei si lasciò fare, facendo pure le fusa. Mi misi a piangere, e lei mi leccò. Stavo per fare una cosa stupida.
La mia gatta fu portata dal veterinario il giorno dopo, e fu subito operata.
Le furono rimossi una porzione di muscolo, una porzione di pelliccia (che aveva in sovrabbondanza quindi rimase morbida) ed uno strato di grasso. Il pallino era la base del tumore, che aveva già iniziato a fare radici (2), di queste la più lunga andava a vuoto nel grasso, mentre la più corta aveva aderito al muscolo. Il tumore non aveva ancora attaccato i vasi sanguigni. Dall’esame istologico venne fuori che era un fibrosarcoma da vaccino, e che era di grado 2, pertanto il rischio che tornava era molto alto.
Per fortuna non tornò. La mia Goku faceva parte del 2%

A caccia per l’ultima volta
Ammetto che la prima volta che vidi la mia Goku tornare con una preda, un topo, quando ancora aveva un anno, la cosa mi dette fastidio. So che è naturale per i gatti andare a caccia, fa parte di loro, ma associare la mia Goku ad una torturatrice e ad un’assassina…
A lei però i topi non piacevano. Preferiva le lucertole (che mangiava e poi vomitava) e gli uccelli (con cui non giocava. Li azzannava e questi morivano sul colpo, poi ce li portava in regalo). Nevicava, le ho aperto la porta, lei è uscita con un balzo e si è girata con un uccello morto tra le fauci. Pur essendo una gatta nera in mezzo alla neve, l’uccello non ebbe scampo.
Catturò (uccise) ancora un uccello in mezzo ad una siepe, cercò di catturare un’ape (fallendo) in una delle scene più buffe che ricorderò (si era aggrappata ad un alberello nel mio giardino. Questo alberello però era morbido, non reggendo il peso della mia gatta si piegò, facendola cadere in un cespuglietto li sotto).
Cominciò a non uccidere più le lucertole. Le portava a casa vive per giocarci, quando si stufava le lasciava li. Vive. Ce ne portò una in casa, e per non farsela portare via la nascose sotto la pancia.
A 9 anni aveva perso interesse nella caccia. Giocava se le lanciavi gli oggetti, faceva gli agguati, ma fuori era attratta solo dai vermi di terra.
La mia gatta raggiunse i 10 anni. L’età in cui molti gatti muoiono. Però lei appariva in salute. Era appena entrata nella seconda metà della sua vita.
Un episodio strano ed isolato accade quando ancora aveva 8 anni, aveva fatto pipì sul letto di mio fratello. In camera mia non aveva mai fatto nulla del genere, e non aveva cominciato.

La Goku invecchia
Così, una sera eravamo tranquilli in giardino, anche la mia Goku. Mio fratello aveva fatto un giro con la sua ex in un paese a mezz’ora a piedi, ed aveva telefonato dicendo di essersi imbattuto in una gattina bianca e nera. Quetsa gattina ha seguito mio fratello a piedi per mezz’ora, pur avendo solo 2 mesi, ed è arrivata a casa. Siccome era affamata le abbiamo dato da mangiare, e poi abbiamo iniziato a cercare un padrone per lei, senza successo. L’abbiamo chiamata Aegir (io l’ho chiamata così) e abbiamo deciso di tenerla. La Goku l’ha vista e ha fatto l’offesa. I nomi formarono una buffa combinazione, dato che ‘Goku’ vuol dire ‘Cielo’ e ‘Aegir’ vuol dire ‘Mare’)
Nonostante ciò, non fu poi così difficile per la mia Goku accettare la sua presenza in casa. Per un po' hanno pure giocato assieme, e hanno dormito una accanto all’altra, anche se la Goku le soffiava spesso.
Non mi sono mai affezionata all’Aegir come mi ero affezionala alla Goku (lei era speciale), quindi le permisi di uscire fin dall’inizio, anche se per la sera la rivolevo a casa. L’Aegir seguiva la Goku ovunque, quindi non si perse mai. Quando diventò più indipendente ormai conosceva il territorio.
Verso gli 11 anni, la Goku divenne più rigida nei movimenti, e ebbe meno voglia di giocare, anche se fu attratta da una potenziale preda, un pappagallo di cui ci siamo presi cura per un anno (fino a quando non fuggì).

Artrite e sindrome dell’intestino irritabile
La mia Goku faceva pipì fuori dalla lettiera, a volte in casa ed iniziò ad aver diarrea e sangue nelle feci.
La portammo dal veterinario, e le furono diagnosticate la sindrome dell’intestino irritabile e l’artrite. Per il primo problema le cambiammo la dieta. La situazione migliorò, ma il cambio di dieta fece perdere alla Goku qualche chilo. Non era più la ‘pallina di lardo’ che fu per oltre 10 anni. L’artrite la bloccava ogni inverno, così dovettimo darle dell’arnica per farle passare il dolore.
Lei era sempre disposta per delle coccole e delle carezze. Purtroppo, stava invecchiando, gli anni pesavano. Dopo che aveva avuto il cancro, avevo deciso che la sua serenità erano la cosa più importante, anche se ero comunque decisa a fare di tutto affinchè restasse con me ancora per molto tempo.
Lei si avvicinava ai 15 anni, superando in vita quasi tutti i gatti dei miei parenti. Forse per lei i 20 anni non erano così impossibili. Anche se per mio fratello non poteva arrivare a 20 anni dopo gli incidenti che aveva avuto da piccola e dopo aver avuto il cancro.

L’insufficienza renale
Avevo letto di tutto e di più su questo male. Sapevo che iniziava ad essere comune nei gatti di 8 anni, e che dopo i 15 era quasi una certezza. Prevenirlo avrebbe dato alla mia gatta la possibilità di vivere per molti anni. Le feci fare i primi esami del sangue, ed una visita completa. Niente tumori, fu riconfermata l’artrite, fu diagnosticato un soffio al cuore, si fece l’esame della glicemia (perfetta) e gli esami del sangue. Se avesse avuto l’insufficienza renale, saremmo potuti intervenire in tempo. Negli esami non uscì nulla di anomalo. Tutto a posto.
Non avrei mai immaginato di quanto fosse subdolo questo male, di quanto potesse nascondersi bene anche nei normali esami del sangue. Un male più subdolo, più crudele e più mellifluo del cancro. Il cancro è il balordo dei bassifondi, l’insufficienza renale il boss mafioso.
I primi sintomi arrivarono dopo un anno e mezzo. La mia gatta, ancora bellissima, ancora con un bel manto, cominciò a bere e a mettere le zampe nell’acqua. Così dall’oggi al domani. Le abbiamo fatto fare di nuovo gli esami del sangue. Stavolta i valori dei reni erano sballati, tranne quello della creatinina che era al limite. Era appena entrata nel secondo stadio della malattia. La dieta cambiò di nuovo (con conseguente ulteriore miglioramento della sindrome dell’intestino irritabile), le diedi molta acqua.
La mia Goku aveva 17 anni, l’aspettativa di vita media per un gatto.
Feci seguire la stessa dieta all’Aegir, ma mentre il suo peso si manteneva, la mia Goku ha cominciato a dimagrire.

Cancro, pericolo scongiurato
Spesso tastavo la pancia della mia Goku nel tentativo di scovare un eventuale cancro alle mammelle. Dato che da giovane aveva preso il progesterone, sapevo che era un rischio. Indipendentemente dall’età, l’avrei fatta operare se si fosse presentato. Avrei preferito che morisse sotto i ferri piuttosto che la sofferenza del tumore. La ‘topolina’ era morta pochi anni prima (a 15 anni) proprio per un tumore alle mammelle, le si era formata una ferita enorme e purulenta sulla pancia.
Non avrei mai voluto vedere la mia adorata Goku così.
E sentì questo piccolo gnocchetto vicino alle mammelle. La portai subito dal veterinario che la visitò. Lui mi disse con sicurezza che era una ciste. Dato che era anziana, le cisti a volte si formano, di tenerla d’occhio nel tempo, anche se probabilmente non avrebbe mai dato problemi. Così fu.

L’ultimo anno
La Goku compì anche 18 anni, che corrispondevano agli 88 anni umani. Il suo carattere si addolcì, smise di soffiare (soffiava da sempre tutti i giorni, ora lo faceva solo per valide ragioni), cominciò ad accettare di essere presa in braccio. Di me si fidava completamente. Ormai stava invecchiando. Mi dispiaceva vederla così, ma volevo che vivesse gli ultimi mesi del migliore dei modi. Non me la sentivo di portarla dal veterinario, temevo che sarebbe morta d’infarto, vista l’età. Le feci fare una cuccia imbottita da mio papà, per poter passare l’inverno in un posto più caldo, in terrazza, dato che tenerla dentro era diventato impossibile per via dell’incontinenza. Anche se a me sarebbe ancora piaciuto tenerla a dormire con me sul letto.
Quell’inverno si fece male ad una zampina posteriore. Faceva fatica a camminare e se le avessi toccato i polpastrelli avrebbe soffiato. Con calma abbiamo toccato i polpastrelli della zampetta, uno ad uno, fino a scoprire un taglio su uno di essi. Per darle sollievo decisi di mettere la sua zampina nell’acqua fresca corrente, anche se ero sicura che la cosa non le sarebbe piaciuta. Invece lei si lasciò fare. Guardava l’acqua, poi me, poi ancora l’acqua, e poi ancora me, mentre la sentivo rilassata tra le mie braccia. Però mi permise di farle questo trattamento solo per una sera. Poi siamo ricorsi ad una pomata, la zampina guarì in fretta, nonostante tutto.
Il 2020 fu accolto con i botti. La mia Goku non temeva né i tuoni, né l’aspirapolvere, né le scope, ne la pioggia e tutto quello che di solito i gatti temono. Ma i botti furono lanciati proprio dal condominio accanto al nostro. Aprii il terrazzo. Le mie gatte entrarono ventre a terra, la Goku si sentì rassicurata tra le mie braccia, la tenni in braccio per un bel po' e la portai in giro per la casa, prima di mangiare il dolce per il Capodanno.
Il 31 marzo 2020 mio nipote di 4 anni volle festeggiare il compleanno della Goku. Le fecero una torta, le misero un foglietto a forma di topo con scritto ‘19’. Le abbiamo fatto delle foto mentre era fuori in giardino, ormai magra. Io preferivo non festeggiare i suoi ultimi compleanni. Cosa c’era da festeggiare anni che potenzialmente sarebbero stati gli ultimi? Festeggiare che presto non avrei più avuto la mia Goku? Per altri si deve festeggiare il traguardo. 19 anni in un gatto equivalgono a 92 anni. Per mio fratello la mia Goku aveva superato l’età in cui, secondo lui sarebbe dovuta morire. Nonostante l’età, la mia Goku aveva ancora un residuo d’udito. Ci sentiva pochissimo, ma ancora rispondeva al suo nome.

La fine
19 anni e 3 mesi, corrispondenti ai 93 anni umani. Da tempo la mia Goku faticava a mangiare, allora decisi di farla mangiare di notte, in terrazzo, indisturbata. Siccome il 5 saremmo dovuti andare in Svizzera, per la mia Goku avevo preparato una doppia porzione di cibo. E quella notte aveva mangiato tutto. Il mattino decisi di non andare in Svizzera perché volevo dormire. Quando mi alzai vidi che la mia gatta aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Dormiva, si alzava solo per mangiare e fare pipì. La morte era venuta a prenderla. E ogni giorno era sempre peggio. Ogni tanto piangeva ed io dovevo coccolarla per rassicurarla. Anche l’Aegir si preoccupò per lei, e le catturò un ramarro.
Il sabato presi il coraggio di chiamare il veterinario per l’eutanasia. La mia Goku aveva capito tutto, decise di starmi vicina per quell’ultimo giorno, e io non l’avrei lasciata. Mi fece delle fusa sonore e rumorose, rarissime da parte sua. Si fece coccolare da me, in attesa che arrivasse il veterinario. L’avrei fatta andare via così, serena, a casa, nell’ambiente in cui si sentiva più sicura. Il veterinario arrivò alle 11, e la mia Goku gli si avvicinò. Senti i sintomi che la mia gatta aveva questi giorni, e la guardò. Ci disse che un gatto così anziano come la mia Goku poteva benissimo esser paragonato ad un ultracentenario (ha anche detto che aveva l’aspetto di un maschio), poi decise che per l’eutanasia era ancora presto, e propose piuttosto per l’idratazione sottopelle.
Mi informai su come funziona l’eutanasia. Mi ha rassicurato che viene fatta solo su un animale ben addormentato, non su animali vigili, quindi non c’è alcuna sgradevole sensazione per loro.
Si doveva tentare di salvare la mia Goku. Non per farla vivere fino a 20 anni, ma per farla morire senza soffrire. Ormai speravo solo che morisse nel sonno.
Nella settimana seguente la mia gatta aveva ripreso a mangiare e a bere. E forse anche un minimo di ciccia. Però continuava a dormire. Un giorno si ed uno no le facevamo le iniezioni.
I suoi ultimi giorni di vita non si nascose più da me. Anzi, cercava luoghi tranquilli ma da me accessibili. Io cercavo di coccolarla e di starle vicino, anche se provavo ad incoraggiarla a passare del tempo all’aperto (ma lei piangeva, quindi…)
Poi arrivò venerdì 17, l’orrendo giorno che si dice porta sfiga.
Mentre ero al lavoro, mia mamma notò uno strano dondolio della testa nella mia Goku. Provò a filmarla, ma la mia Goku aveva cambiato posizione e, messa come una sfinge, pendeva da un lato, tipo Torre di Pisa. Manteneva sempre quella posizione, anche se aveva mangiato tutto.
Quello era giorno di iniezioni. Le abbiamo fatto l’iniezione del giorno, poi l’ho portata in camera mia, perché lei non aveva voglia di stare fuori.
Ero al computer quando ho sentito un rumore leggero. Guardai nel sottoscala e vidi la mia gatta che si agitava. Credevo fosse caduta nel provare ad alzarsi in piedi, ormai si era fatta malferma, invece erano le prime convulsioni. La misi vicino alla porta per andare in terrazzo e mi misi a piangere. Non avrei mai pensato di vedere quello. Avevo deciso che con la prima convulsione la mia gatta se ne sarebbe andata.
Mia mamma era in bici, le telefonai per dirle di tornare a casa e di chiamare il veterinario per l’eutanasia. Mentre parlavo con mia mamma al telefono, le convulsioni finirono, e la mia Goku cominciò a piangere.
La mia Goku tentò di alzarsi. Ma non aveva più coordinazione nelle zampe posteriori. Cercava di alzarsi con le dita dei piedini piegate, e manco se ne era accorta. Gliele raddrizzai io in modo corretto. La presi tra le gambe e ho cominciato ad accarezzarla e a parlarle, mentre piangevo. La mia gatta sembrava cieca, sorda, non capiva più nulla. Per tre volte mi fece dei miagolii tipo quelli che faceva quando mi salutava. Non aveva mai avuto un miagolio acuto, aveva una piacevole voce grossa che modulava in mille modi, ma che si era fatta più standard con la diminuzione dell’udito. Quella voce che avevo salvato anni prima nei miei files digitali, assieme alle sue rare fusa, in tempi in cui la sua morte era ancora lontana. Mia mamma arrivò e provò a muoverle qualcosa davanti agli occhi, ma la mia gatta non reagiva a nulla. Non faceva le fusa, non si arrabbiava se le toccavo la coda, non girava le orecchie verso alcun suono ecc.
La mia Goku riuscì a riprendere a camminare, ma come mi aspettavo, aveva cominciato a camminare in circolo. l’abbiamo messa nel trasportino, lei ha soffiato, ma poi si è lasciata mettere dentro. Quando la portavamo in macchina, avevo notato che si era allungata in posa rilassata, con la testa premuta contro il trasportino.
Dal veterinario lei, che di solito si fa prendere dal terrore, invece appariva indifferente. Io avevo pensato che magari avesse avuto un ictus. Il veterinario ci disse che era l’effetto dell’urea che l’aveva mandata in stato allucinogeno, e l’ha sedata. La mia gatta soffiò ancora, poi vomitò quel poco che non aveva ancora digerito del pasto della mattina (non era tanta roba rispetto a ciò che aveva mangiato), normale con l’anestesia. Dopo la sedazione è arrivata l’anestesia. Mi si è addormentata tra le braccia. Volevo assicurarmi che dormisse bene, prima del momento, così ho chiesto un po' di informazioni al veterinario su quanto darebbe durata l’anestesia. Il veterinario mi disse circa 4 o 5 ore. Gli dissi che prima di procedere volevo tenere la mia gatta in braccio per l’ultima volta. L’avrò tenuta in braccio per una decina di minuti. Volevo anche lasciare che il sonno si facesse più profondo. Poi la misi sul tavolo del veterinario (sopra un telo, e le diedi tre, ultimi baci sulla guancia). Non volevo vedere la scena. Io e mia mamma abbiamo lasciato la stanza. L’effetto fu veloce, dopo forse uno o due minuti il veterinario ci chiamò.
La mia Goku non la guardai più. La volli vedere da viva, abbracciare da viva, salutare da viva. Non la volevo vedere morire.
Non ho voluto mostrare il corpo nemmeno all’Aegir. Non ne vedevo la necessità. L’Aegir non si è nemmeno accorta che la Goku non c’è più.

Proteggerla per l’ultima volta
Avevo deciso che una volta morta, l’avrei fatta cremare. Non l’avrei seppellita nel giardino.
Il veterinario ci ha indirizzati e ci ha restituito il corpo. L’avrei fatta cremare quanto prima, quando ancora la decomposizione non era ancora iniziata (avevo letto pochi giorni prima che una salma non decompone prima dei tre giorni).
La cremazione è avvenuta il giorno dopo, e le ceneri sono state messe in un’urna nera, in ceramica a forma di cuore, in tinta col pelo della mia adorata Goku, e per di più con una forma morbida e tondeggiante, quale era la mia gatta. Le avrei tenute in camera.
Seppellirla mi dava l’idea di buttarla via, di liberarmi della gatta che ho amato e che amerò più di tutti gli altri gatti che avrò.
Seppellirla significava darla in pasto ai cani (che fuggono dai recinti) e alle volpi (che l’avrebbero riesumata scavando e l’avrebbero fatta a pezzi) e ai vermiciattoli.
C’erano anche delle urne contenenti dei semi, che avrebbero tratto nutrimento dalle ceneri della mia gatta facendo crescere una pianta. Anche questa scelta non mi piace, la pianta potrebbe essere divorata dai parassiti o metter radici in un posto sbagliato, finendo con l’essere tagliata e col vivere meno dei 19 anni della mia gatta.
Lei è in camera con me, al sicuro, dietro al PC, un posto accanto a me dove lavoro e dove i miei due nuovi gattini, Kiwi e Olav, (ed eventualmente l’Aegir) non possono danneggiarne l’urna nemmeno accidentalmente. Prima la tenevo sopra il letto. Tornerà li quando i gattini saranno adulti.

La Goku non era il gatto dei miei sogni. Volevo un gatto nero maschio, a pelo lungo, affabile e coccoloso, mi è arrivata una gatta nera femmina, a pelo corto, con le orecchiette neonatali, affabile ma non coccolosa. La gatta migliore e più bella che avessi mai potuto avere.
La Goku E’ il gatto dei miei sogni, e che non avrò mai più! Mi manca tanto. Non la voglio dimenticare!

I gatti si affezionano ai padroni esattamente come i cani, e non è vero che sono disobbedienti e che non capiscono. Semplicemente i cani sono animali da branco, i gatti sono animali da colonia.

Mi dicono che sono stata una brava padrona, se la mia gatta ha raggiunto l’età di 19 anni e tre mesi. Io mi domando se non ho sbagliato qualcosa, se la mia Goku non sarebbe potuta vivere un po' di più. Non sono nemmeno rimasta lì a vederla morire. Mia mamma mi dice che non devo farmi sensi di colpa. Secondo mio fratello se fosse stato lui a prendersi cura della Goku a 19 anni non sarebbe arrivata. Che accudita da un altro padrone, la sua vita si sarebbe potuta facilmente concludere a 8 anni, quando ha avuto il cancro.
L’insufficienza renale si è svolta come da manuale, così come è descritta. Un male che si deve temere più del cancro, ed invece si teme di meno, perché da false speranze e sa nascondersi anche agli esami del sangue.


Addio Goku, addio Kiwi.

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Ultima Modifica di VEI-6 Vesuvius; 05-08-2020 at 01:08.
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Vecchio 05-08-2020, 17:02   #2
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poi leggerò tutto con calma.
è sempre stata una questione che mi fa pensare.
sono d'acordo di far creamare il proprio gatto, anche se l'dea del giardino sotto un albero non mi dispiace.
ti affacci e sai dove è il tuo gatto.

un po' come l'albero ed io di guccini.
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Vecchio 05-08-2020, 19:06   #3
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Predefinito Re: La mia Goku - 2001/2020

Quando la Goku è morta, ho avuto come la sensazione di una porta che si chiudesse per sempre dietro di me.
Ora ho due nuovi cuccioli, però non credo che riuscirò ad amarli come ho amato la Goku...


Addio Goku, addio Kiwi.

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Vecchio 05-08-2020, 19:17   #4
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Predefinito Re: La mia Goku - 2001/2020

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Ora ho due nuovi cuccioli, però non credo che riuscirò ad amarli come ho amato la Goku...
salvati il thread, segnati il post e rileggilo tra un po' di tempo, lo stesso tempo che dirà quanto questa tua frase sia sbagliata.
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Vecchio 05-08-2020, 22:23   #5
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https://ibb.co/DMfZ5vV
Pochi giorni dopo la morte della mia adorata Goku è apparso questo, sopra casa mia.
Però ero talmente presa dal fatto che la mia gatta non c'era più, che non ci ho proprio pensato a quanto questo poteva sembrare il ponte.

Prima non intendevo che non amo i miei gatti, semplicemente che non potrei amarli tanto quanto la Goku.

Lei si trova qui.
https://www.facebook.com/photo/?fbid...eric&ref=notif


Addio Goku, addio Kiwi.

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Vecchio 07-08-2020, 17:06   #6
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Predefinito Re: La mia Goku - 2001/2020

Il nostro Isi fa la nanna vicino ad un grosso cespuglio di lavanda; è bello sapere che è lì... anche se tutte le volte che raso il prato mi sembra di mancargli di rispetto.

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Prima non intendevo che non amo i miei gatti, semplicemente che non potrei amarli tanto quanto la Goku.
Ma certo! King intendeva semplicemente dire che tra un po' di tempo (neanche tanto, vedrai) tu stessa ti renderai conto di amarli tutti allo stesso modo, Goku compresa.
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Vecchio 07-08-2020, 17:33   #7
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Il nostro Isi fa la nanna vicino ad un grosso cespuglio di lavanda; è bello sapere che è lì... anche se tutte le volte che raso il prato mi sembra di mancargli di rispetto.



Ma certo! King intendeva semplicemente dire che tra un po' di tempo (neanche tanto, vedrai) tu stessa ti renderai conto di amarli tutti allo stesso modo, Goku compresa.
La mia Goku in questo momento è accanto a me (nell'urna), davanti allo schermo del PC.
La volevo tenere sopra al mio letto per averla vicino di notte, ma ci sono i due gattini ancora molto vivaci ed ho paura che me la rovinano.
Credo di averla già rispettata così, cremandola così com'era e tenendola con me. Poi se per caso ci metto una bottiglia d'acqua davanti o una lampada, alla fine anche i gatti vivi si nascondono dietro gli oggetti (e lo faceva la Goku stessa, ho una foto dove è seduta dietro diverse statue feline).
Qui sotto ho scritto tutta la sua biografia scavando nella memoria, ed ho comunque dimenticato alcuni aneddoti, tra cui uno accaduto l'anno scorso - max un paio di anni fa che indica molto bene una delle ragioni per cui l'ho fatta cremare. Missà che se mi metto d'impegno ne trovo ancora, di ricordi.

Parlo così ma piango tutti i giorni. Oggi sono 21 giorni.


Addio Goku, addio Kiwi.

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Vecchio 09-08-2020, 11:41   #8
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La tua storia mi ha ricordato molto la mia e il motivo per cui mi sono iscritta a questo forum. Ho perso il mio Matisse ormai quasi due anni fa dopo 13 anni insieme, quando arrivò nella nostra casa era il lontano 2005 e io avevo 10 anni... quanto volevo un gattino, ricordo l'insistenza ai miei genitori. Anche io come te avevo capito già da piccola che il gatto era il mio animale preferito, durante le vacanze estive in Puglia non vedevo l'ora di poter giocare con la gatta dei miei vicini di casa!

Matisse ci ha lasciati a novembre 2018... nella mia famiglia si era creato un vero e proprio vuoto. Non starò qui a dilungarmi sulle sue condizioni di salute, che erano piuttosto precarie. Non vederlo più era la cosa che più mi faceva soffrire, un dolore lancinante davvero. Circa tre settimane dopo venni a sapere di una cucciolata di gattini abbandonati e decisi di adottare Isotta. Gattina totalmente diversa da Matisse: irrequieta, diffidente (prima di farsi accarezzare ci sono volute due settimane) e iperattiva! Pensavo che non sarei riuscita ad affezionarmi... e invece l'ho vista cambiare davanti ai miei occhi, l'ho vista fidarsi di noi pian piano... e se la vedessi oggi! Ci adora, si fa coccolare, non potremmo fare a meno di lei.

Tutto questo per dirti che in questa tua citazione

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Quando la Goku è morta, ho avuto come la sensazione di una porta che si chiudesse per sempre dietro di me.
Ora ho due nuovi cuccioli, però non credo che riuscirò ad amarli come ho amato la Goku...
mi sono rivista molto. Anche io ho avuto la stessa sensazione dopo la morte di Matisse. Non dimenticherò mai il mio primo gatto, il gatto con cui sono cresciuta, che ha visto tutte le fasi della mia vita da bambina impacciata a donna di 24 anni (ora quasi 26).
Ma l'amore che avrai per i tuoi nuovi cuccioli sarà altrettanto forte, non sostituiranno mai Goku, ma ti riempiranno ugualmente il cuore.

Ti mando un grande abbraccio


There are two means of refuge from the misery of life: music and cats.
Matisse sempre con me
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Vecchio 09-08-2020, 13:14   #9
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Predefinito Re: La mia Goku - 2001/2020

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La tua storia mi ha ricordato molto la mia e il motivo per cui mi sono iscritta a questo forum. Ho perso il mio Matisse ormai quasi due anni fa dopo 13 anni insieme, quando arrivò nella nostra casa era il lontano 2005 e io avevo 10 anni... quanto volevo un gattino, ricordo l'insistenza ai miei genitori. Anche io come te avevo capito già da piccola che il gatto era il mio animale preferito, durante le vacanze estive in Puglia non vedevo l'ora di poter giocare con la gatta dei miei vicini di casa!

Matisse ci ha lasciati a novembre 2018... nella mia famiglia si era creato un vero e proprio vuoto. Non starò qui a dilungarmi sulle sue condizioni di salute, che erano piuttosto precarie. Non vederlo più era la cosa che più mi faceva soffrire, un dolore lancinante davvero. Circa tre settimane dopo venni a sapere di una cucciolata di gattini abbandonati e decisi di adottare Isotta. Gattina totalmente diversa da Matisse: irrequieta, diffidente (prima di farsi accarezzare ci sono volute due settimane) e iperattiva! Pensavo che non sarei riuscita ad affezionarmi... e invece l'ho vista cambiare davanti ai miei occhi, l'ho vista fidarsi di noi pian piano... e se la vedessi oggi! Ci adora, si fa coccolare, non potremmo fare a meno di lei.

Tutto questo per dirti che in questa tua citazione



mi sono rivista molto. Anche io ho avuto la stessa sensazione dopo la morte di Matisse. Non dimenticherò mai il mio primo gatto, il gatto con cui sono cresciuta, che ha visto tutte le fasi della mia vita da bambina impacciata a donna di 24 anni (ora quasi 26).
Ma l'amore che avrai per i tuoi nuovi cuccioli sarà altrettanto forte, non sostituiranno mai Goku, ma ti riempiranno ugualmente il cuore.

Ti mando un grande abbraccio
Ci vorrebbe l'opzione mi piace, ormai la trovi ovunque.
Sono andata subito a leggere la storia del tuo Matisse.
Hai delle foto? sono curiosa di vederlo.

Ho letto che Matisse ha fatto l'offeso con te quando sei tornata a casa, dopo esser stata via.
Anche la Goku aveva fatto l'offesa con mio fratello (io sono sempre stata a casa, quindi...)


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Ultima Modifica di VEI-6 Vesuvius; 09-08-2020 at 13:17.
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Vecchio 09-08-2020, 14:21   #10
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Predefinito Re: La mia Goku - 2001/2020

Sì, purtroppo a 18/19 anni mi sono trasferita fuori regione per iniziare la triennale e vedevo la mia famiglia pochissimo. Matisse si staccò un po' da me, soprattutto nei primi mesi... fu una sofferenza, però lui è sempre stato molto affezionato ai miei genitori, soprattutto a mia mamma, credo vedesse in lei l'umano di riferimento.
Ecco alcune foto:
https://ibb.co/7rs4sBK
https://ibb.co/PZbQQ10
https://ibb.co/x7qK7NS
https://ibb.co/hysBQZh

Con Isotta invece ho stabilito da subito un fortissimo legame, Matisse era come se fosse un mio "fratellino", mentre Isotta la vedo proprio come una figlia da proteggere. In questo periodo c'è in ballo un trasferimento fuori regione per lavoro e l'idea di separarmi da lei la trovo impensabile. Probabilmente all'inizio la lascerei con i miei, ma non appena la situazione si stabilizzerà la porterò con me...


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