bonjour
Ho scelto leucio come nickname perché il mio mostriciattolo (un europeo che ora tre anni e da due anni e mezzo vive con me) è nato a San Leucio, una frazione di Caserta famosa per le antiche seterie borboniche, dove al tempo lavoravo. Non l'ho chiamato Leucio per evitare proiezioni pericolose, visto che se avessi avuto un figlio lo avrei voluto chiamare Luciano. Ho sempre detestato i gatti, finché non ho conosciuto lui, il più piccolo, intraprendente e pestifero gattino di una colonia di gatti allo stato brado. Le gattare dell'ufficio mi hanno raccontato la sua storia di gattino rifiutato dalla madre ed in un secondo momento allattato da un'altra gatta, forse da qui viene il suo sguardo sempre un filo malinconico. Ma non si é mai lasciato piegare dalle avversitÃ*. Nei combattimenti con gli altri cuccioli sembrava Mohamed Alì, schivava e colpiva, e aveva capito che, lanciandosi a tutta velocitÃ* contro gli altri gattini più grandi riusciva ad atterrarli, per poi sfruttare la sua maggiore agilitÃ* per metterli definitamente KO. Un brutto giorno, ha avuto la brillante idea di entrare nel motore di un fuoristrada da sotto, e quando il mezzo é stato messo in moto, é riuscito ad uscire in tempo, "cavandosela" con una frattura al femore. Il collega che portava il mezzo lo ha portato con se, ma dopo 7 giorni lo ha riportato "in colonia" perché a suo dire era ingovernabile. Così lui si é ritrovato per strada senza capire il motivo, e dopo i primi giorni gli altri gattini non trovavano più divertente giocare con lui data la sua invaliditÃ*. Ma Averno (così l'ho chiamato) non si é perso d'animo: se i gatti lo rifiutavano, ha cercato tra gli umani qualcuno che lo facesse giocare. E quel qualcuno sono stato io. Così siamo diventati amici, e quando un secondo incidente gli ha procurato una frattura all'attaccatura anca/femore sulla stessa zampa, mi sono reso conto che non poteva più stare lì. Al diavolo la mia paura di non sapere come tenerlo, la promessa fatta al padrone di casa di non prendere animali: volevo solo che vivesse, e così l'ho portato via con me. L'ho portato subito in una clinica veterinaria (Averno) vicino casa mia, davanti alla quale passo ogni giorno, dove gli hanno fatto tutti gli esami possibili ed immaginabili (trovandogli anche un'infezione polmonare molto avanzata che ha fatto ritardare di tre mesi la vaccinazione), ed é tuttora il mio punto di riferimento per ogni problema, anche comportamentale, del mio gatto.
Non ho mai pensato di addestrarlo, ma cerco di condividere casa con lui, provando a capire e rispettare le sue esigenze (per quanto possibile) e la sua natura felina, e mi sono accorto che lui si comporta con me allo stesso modo.
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