Quale periodo di vita dei vostri amici gatti vi ha coinvolto di più emotivamente?

[Iska]

@ Redmaine
Non mi interessa essere politicamente corretta, né in questo specifico caso, né inn essun altro frangente, come del resto mi sembra di aver capito che sia anche il tuo caso.
Il "politically correct" è un'ideologia che mi sta cordialmente sulle balls e
non mi appartiene; se ho dato questa impressione a qualcuno, pace e amen, ognuno è libero di immaginare quel che meglio crede; non cambia quello che sento, non cambia le mie emozioni.
Votando tutte e 4 le opzioni, significherebbe che sono politicamente corretta al 100% perché non ho stilato una "classifica" emozionale fra i miei gatti passati e presenti?

L'esempio che hai fatto del gatto che vale per due degli altri, perché mai dovrebbe non essere una "bella frase"?
In base a cosa? Al "dovere" di essere politicamente corretti ad ogni costo?
Al senso di "vergogna" perché implica l'applicazione di una scala di importanza negli affetti e nella nostra società così falsamente equalitaria
ciò viene stigmatizzato?
Per me no, per me significa dire ciò che si prova.
Che poi le conseguenze siano il plauso o lo stigma, chissefrega.

Dopo le tue ultime precisazioni il tuo voto assume un senso più "completo" perché hai considerato anche gli altri gatti che hai avuto; in precedenza invece davi l'impressione di aver considerato unicamente il micio che hai adesso.

Non so che dirti di quello che definisci "sentimento genitoriale"; mio marito ed io abbiamo consapevolmente scelto di non riprodurci.
Più che altro parlerei di innato istinto istinto materno, che accomuna le femmine dei sapiens a quelle di molti altri animali...però c'è anche l'innato istinto paterno; hai mai visto la tenerezza e l'abnegazione di un piccione maschio nei confronti della sua prole?