Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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26-02-2019, 23:48 | #31 |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Capiscono eccome.
Tutti qui i famosi 4 non solo conoscono il loro, ma anche quello altrui. Quando ho preso dal cortile la nerina, volevo chiamarla Blackie, o Nerina appunto, non si girava di striscio, ha risposto solo quando ho cominciato a chiamarla Chicca. Amy ha riconosciuto immediatamente il suo nome. Lo stesso Fiorello, e lo stesso MInou. Quando vogliono loro naturalmente, NON rispondono, o fanno finta di non sentire...ma il loro nome lo capiscono alla grande... Quando tutto crolla, viene voglia di buttarsi insieme... |
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27-02-2019, 07:40 | #32 | |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Quote:
Qualunque odore li orienta e va nella memoria olfattiva e produce emozioni positive o negative "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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27-02-2019, 12:01 | #33 | |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Quote:
In realtà, perché a scrivere e a rileggersi si delinea meglio anche il nostro stesso pensiero, dentro quel accento, ci sono due variabili. La prima, quella più immediata, è proprio come l'hai scritta tu. Credo ci sia un'indole diversa di base ma ci sono altri mille fattori che influiscono, la socializzazione con l'uomo nelle prime settimane di vita, l'uomo col quale ha a che fare il gatto che "ispira" meno, che da parte sua non sa porre le basi per una relazione/comunicazione tra specie diverse. Quando scrivo, penso ai tanti gatti liberi e di cortile del paese dei miei, a questo contesto. La seconda è la necessità/volontà/capacità del gatto di utilizzare i nostri codici di comunicazione. Qui mi baso sulla differenza in casa tra Drolla e Obama, quindi il campo di analisi è davvero limitato Drolla ha sempre "parlato" in modo molto evidente, miagola per avere il cibo, per uscire in cortile, per rientrare in casa, per chiedere di giocare, Obama no, miagola pochissimo, lui usa altri modi, lo si capisce se gli si presta attenzione ma non richiama la nostra attenzione col miagolio. Esempio: richiesta di cibo. Drolla fin da piccolina miagola, va verso la postazione cibo, si ferma e controlla se la stai seguendo, se non lo fai torna indietro e rimiagola. Poi si struscia alle gambe, e miagola. Se proprio nessuno le da da mangiare, dopo svariati tentativi, morde le caviglie. Obama, fino ai 5/6 mesi in pratica non ha mai chiesto cibo, in nessun modo. Stava spesso con la mamma, era lei che miagolava per chiedere, lui seguiva e mangiava. Oppure eravamo noi ogni tot ore a offrire il cibo Adesso lui va verso la postazione piatto e si siede. Se nessuno lo segue, nessuno se ne accorge, lui non "chiede", non miagola. Torna dove siamo noi, si siede per terra e ci guarda, fisso negli occhi. Ora noi lo sappiamo, abbiamo anche degli orari di riferimento, per cui è facile capire che vuole mangiare. Qualcuno si alza e lui va alla postazione piatto, gira intorno a dove poggeremo il piatto e comincia a fare le fusa. Da poco, da un paio di mesi, forse meno, e compirà due anni a marzo, miagola se finito il cibo, ne vuole altro. Allora mi viene da rifletterci su. I primi mesi diciamo che non aveva la necessità di chiedere, e va bene. Dopo, perché non ha utilizzato il codice del miagolio, che conosce bene dalla mamma, che vede e sa che funziona? Ha una capacità inferiore di farlo? Non che sia inferiore come "intelligenza" in senso lato, penso alle persone, alcune sono più predisposte di altre ad apprendere una lingua straniera. Oppure non è proprio nelle sue corde, diciamo così, utilizzare un codice diverso, il miagolio che è pensato/utilizzato per gli umani, non gli piace proprio usare questo canale di comunicazione? Scusate, sono andata OT anche all'interno dell'OT... Ma c'ho impiegato un po' a scriverlo e ora lo lascio |
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28-02-2019, 08:16 | #34 | |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Quote:
Partendo da questa considerazione, gli animali con cui viviamo hanno esteso la comunicazione alla nostra specie, ma come, con quali mezzi? Drolla in un modo ed Obama in un altro Come tu stessa dici tra le righe, l'intelligenza non c'entra niente Qui secondo me entra in ballo la soggettività animale, questa a sua volta è espressione ontologica (della vita del singolo individuo) della soggettività di specie. Dobbiamo prendere in considerazione come quel gatto ha scelto di usare i suoi strumenti perché un solo strumento può essere multitasking ed essere abbinato ad un altro strumento tipo la memoria, la coscienza, la consapevolezza, ecc. e diventa una modalità di soluzione di problema più coerente con quell’essere piuttosto che con quell’altro. Come appunto dici tu, non è questione di intelligenza. Per me è scelta di strumenti adatti a se stessi. E’ chiaro che vocalizzando attirano la nostra attenzione anche se siamo in un’altra stanza ma questo nella valutazione dell’intelligenza rischia di essere uno specchietto per le allodole perché non per tutti i gatti questa è la strategia emergente infatti possono attirala anche facendo cadere oggetti, nel qual caso però siamo propensi a pensare che ci stanno facendo un dispetto. E' chiaro che queste due strategie di comunicazione ci possono trarre in inganno nella valutazione del soggetto perché mettiamo la nostra specie come termine di paragone con quella loro Questi sono solo due tra i modi scelti dal gatto per attirare l’attenzione, e, se ci facciamo caso sono sono due esempi di exaptation dove per exaptation si intendono strutture e comportamenti che si sono sviluppati precedentemente in altri contesti e vengono ora riutilizzati ora per avere nuove funzioni in circostanze diverse. Perciò dobbiamo saper riconoscere una titolarità di capacità comportamentali che ogni soggetto (un gatto o un altro animale) preso singolarmente utilizza in modo libero e flessibile e di conseguenza gli permette di non essere mai uguale a se stesso, tu scrivi di Obama:"Da poco, da un paio di mesi, forse meno, e compirà due anni a marzo, miagola se finito il cibo, ne vuole altro." Spero di essermi spiegata "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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28-02-2019, 10:40 | #35 |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Sull'intelligenza non avevo dubbi. Mi viene sempre in mente la vignetta, che mi pare pubblicasti proprio tu, dove l'uomo chiede a specie diverse di arrampicarsi sull'albero, come "test" sull'intelligenza.
Applicata alla specie gatto per il tema di cui parliamo, sarebbe un po' come contare quante volte un gatto chiede col miagolio e decidere di ritenerlo più intelligente di un altro. Credo di aver capito il resto, lo rielaboro come verifica. Abbiamo la specie gatto che ha determinati strumenti di comunicazione, definiti dal suo essere gatto, dalla sua stessa anatomia e "storia", diciamo. Poi abbiamo il singolo gatto che come singolo soggetto sceglie quale utilizzare, se utilizzarne uno in maniera prevalente; se utilizzarne uno con determinate persone, un altro con altre. Aggiungo io, penso, senza averne la certezza, che la scelta dipenda anche dall'interlocutore, umano in questo caso, dalle "risposte" che non solo l'essere umano in generale ma il singolo individuo riesce a dargli. E' un aspetto che mi affascina moltissimo nei gatti e tra noi e i gatti. Osservo tantissimo questo aspetto, mi viene da fare mille considerazioni. Credo che in parte questo mio interesse derivi dalla grande differenza che vedo in casa tra Drolla e Obama. Tutto questo, come hai notato tu, è in continua evoluzione. Non sono rimasti uguali a sé stessi, il loro modo di relazionarsi a noi cambia, continua a presentare delle novità, più o meno evidenti, così come siamo cambiati noi singoli soggetti umani, chi più chi meno, nei loro confronti, nel "dire" e nel "rispondere". Spero di esserci quando capiterà una discussione incentrata su questo aspetto, qui la smetto |
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28-02-2019, 12:37 | #36 | |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
Quote:
La relazione, il valore della relazione, è un concetto base della zooantropologia "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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02-03-2019, 11:16 | #37 |
Re: I gatti capiscono il loro nome?
I miei sanno benissimo qual è il loro nome, e tutti i loro soprannomi, tutti e tre e ognuno di loro usa mezzi comunicativi differenti!
Bizet usa molto la vocalizzazione, però solo con me...quando io gli parlo lui mi risponde sempre, usando tonalità differenti in base alla situazione; quando è lui che mi chiama per attirare la mia attenzione fa un miagolio che riserva solo a me e sembra proprio che dica "mamma" ! Con gli altri, se lo chiamano, arriva solo se si tratta della pappa e non li va mai a cercare lui per primo, insomma per lui è come se esistesse solo la sua mamma! La Trilly preferisce usare dei rituali: come ho già scritto in un altro post, lei è la prima che si sveglia la mattina e di solito ha fame (tanto per cambiare ), per farmelo capire mi porta nel letto il suo pupazzo preferito e poi corre nella sala da pranzo sul tiragraffi, la sua postazione della pappa per ottenere la sua ricompensa per essere stata brava a cacciare la preda ! Nell'ultimo periodo però ho notato che tende a farlo di meno e ora se non mi vede in casa piange disperata con il suo pupazzetto in bocca e poi uno a uno mi porta tutti i pupazzi nel letto...piccina piange talmente forte che la sento da stare fuori in giardino mentre faccio l'orto! A tal proposito volevo aprire un post per chiedervi consigli! Skipper quando lo chiamo mi risponde con un prrrr, non è un micio che usa molto la voce con gli umani, la usa già abbastanza per urlare dietro a Bizet ...con le persone di solito miagola forte quando vede che preparano la carne cruda nelle varie ciotoline, altrimenti non cerca mai di attirare l'attenzione miagolando, preferisce usare i gesti e il contatto fisico strusciandosi addosso ripetutamente! Tra tutti e tre quello che "parla" di più è Bizet e mi viene da pensare che non sia un caso; è con me da piccolissimo e credo che ciò abbia influito vedendo che noi umani comunichiamo attraverso la parola, più che con i gesti; non so quanto la sua mamma pelosa sia riuscita ad insegnargli in un solo mese di vita...poi magari mi sbaglio! Gli altri due vengono dalla strada, non so niente del loro passato e li ho presi che erano molto più grandi di Bizet, sicuramete usano molto di più i gesti per comunicare che il miagolio, un po' come fanno generalmente i mici in natura! |
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