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Alimentazione Domande e consigli riguardo tutto ciò che i nostri a-mici mangiano o dovrebbero mangiare |
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16-06-2017, 01:18 | #11 | ||
Re: Le fibre alimentari
Quote:
Un microbioma intestinale efficiente agisce favorevolmente sul metabolismo delle scorie azotate derivanti dalla degradazione delle proteine e ci fa capire come una dieta proteica, l'unica adeguata per un carnivoro, non sia affatto dannosa per un gatto affetto da IRC. La dieta proteica in sè non costituisce né un fattore di rischio, né un'aggravante della patologia; nuove ricerche evidenziano invece come le patologie del cavo orale e le vaccinazioni non strettamente indispensabili e i troppi, inutili richiami, siano importanti fattori di rischio per lo sviluppo di insufficienza renale cronica. http://www.mariamayer.it/2016/03/20/674/ http://onlinelibrary.wiley.com/doi/1...jvim.13917/pdf Pertanto con una corretta gestione della triade microbioma intestinale-patologie del cavo orale-vaccinazioni, potremmo ridurre considerevolmente il rischio che il nostro gatto si ammali e nel caso già lo fosse, potremmo riuscire a rallentare anche di molto la progressione della patologia. Rafforzare e favorire lo sviluppo del microbioma deve quindi essere una delle priorità per la salute del gatto (e anche per la nostra). |
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16-06-2017, 08:55 | #12 |
Re: Le fibre alimentari
veramente una frontiera importantissima il trapianto di microbiota, coinvolto in prima persona in molteplici risvolti della salute fisica e mentale.
L'eubiosi contro la disbiosi di cui parla spesso il dott Prota come fattore scatenante di molte malattie dovute alla "rottura" dell'integrità della parete intestinale. Un'alimentazione sana ed appropriata dovrebbe essere, assieme allo stile di vita, il nostro obbiettivo per la loro e nostra salute. Secondo me dovremmo essere aperti a nuovi concetti, o semplicemente diversi rispetto a quelli che abbiamo adottato perché spesso la realtà è controintuitiva, come quella che proteine sono nocive ad un gatto con insufficienza renale. Chiaramente il tutto dovrebbe essere sotto la supervisione di un vet La nostra medicina secondo me finora ha spesso mirato ad eliminare il sintomo e non la causa ma si sta evolvendo, e ci vedo attinenza con l'approccio comportamentista che mira ad eliminare quel comportamento dei nostri pelosi e non a cercarne la causa. Semplificando molto, in fondo la domanda è sempre la stessa: come faccio ad evitare una cosa che non vorrei come faccio ad evitare che mi coli il naso? prendi un antistaminico. mi dà sonnolenza. allora prendilo per uso locale. mi dà assuefazione, e via dicendo come faccio ad evitare che si azzuffino? metti il feliway. già fatto non funziona. dagli zylkene o anxitane. hanno funzionato poco. ha funzionato solo su uno dei due, e via dicendo E' normale che sia così, la via breve è sempre quella prescelta, è logico. Ma dovrebbe essere altrettanto normale avere approcci diversi "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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16-06-2017, 09:34 | #13 |
Re: Le fibre alimentari
Certo che sarebbe indispensabile un atteggiamento di apertura, ma dovrebbe riguardare sia il paziente che il medico.
Il ruolo di quest'ultimo è importantissimo, perché dovrebbe cercare di far comprendere al paziente o al suo tutore (penso al proprietario del gatto) che non sia aperto a nuove prospettive quanto sia importante non focalizzarsi unicamente sulla risoluzione del sintomo, ma ricercarne in primis la causa e intervenire su quella. Purtroppo se il medico manca di questa apertura (e ce ne sono tanti...) per il paziente la vedo grama. Si salva ancora chi ha coscienza che ogni effetto riconosce una causa determinante e che è importantissimo agire su quella, altrimenti ogni cura del sintomo potrà sì portare ad una remissione, ma sarà solamente temporanea, sarà l'illusione di essere guariti. Per esempio chi soffre di ulcera gastrica con i farmaci riesce per periodi più o meno lunghi ad ottenere giovamento e anche la remissione dei sintomi, ma se non vengono rimosse le cause scatenanti della patologia, il farmaco sarà solo un palliativo e prima o poi la malattia tornerà ad affacciarsi. La stessa cosa vale per il nostro animale. Ci sono così tanti gatti che hanno problemi legati all'apparato gastrointestinale e i veterinari prescrivono a piene mani antiemetici, gastroprotettori, antidiarroici, corticosteroidi, antibiotici e tutta una serie di farmaci e naturalmente pet food medicato e non so che altro ancora, un po' perché è più facile e di rapido effetto agire sul sintomo, soprattutto quando i proprietari pressano il medico perché vogliono la guarigione sprint o quasi, e un po' perché non basta averne legalmente il titolo, per essere medici anche di fatto. Ultima Modifica di Malinka; 16-06-2017 at 09:36. |
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16-06-2017, 11:46 | #14 |
Re: Le fibre alimentari
Io credo che alcuni vet conoscendo chi hanno davanti si mantengano in linea con l'atteggiamento dell'umano di turno.
Per esempio una volta ho detto un no categorico a questo farmaco suggeriscine uno diverso, e no a questa alimentazione proviamone un'altra. Devono adeguarsi o perdono il paziente. E quando l'umano vive con più animali è come se perdesse tre quattro o più pazienti in un colpo solo L'apertura mentale secondo me dovrebbe essere la nostra a mostrarsi per prima per stimolare il vet a trovare terapie o alimentazioni diverse "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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16-06-2017, 12:40 | #15 |
Re: Le fibre alimentari
E' la stessa cosa che succede in capo umano; il paziente desidera essere caricato di medicinali e il medico lo accontenta, così l'altro esce dall'ambulatorio tutto soddisfatto e va in farmacia ad acquistare una bella borsata di farmaci.
Però un medico non dovrebbe essere così accondiscendente, dovrebbe cercare di spiegare, di far capire, utilizzando un linguaggio adatto al paziente che ha di fronte; certo costa tempo e fatica e non è detto che si ottengano risultati, però dovrebbe farlo. Per fortuna non sono tutti così, ci sono anche le mosche bianche...ma altrettanta fortuna è incontrarle. E' anche vero che il medico di base nella stragrande maggioranza dei casi non perde l'assistito che è la sua gallina dalle uova d'oro, ma se anche lo perde ci sono sempre i rimpiazzi; viviamo in un mondo di malati, veri o presunti tali (ogni giorno viene creata una nuova patologia o una condizione prepatologica; tra non molto i sani saranno mosche bianche...o forse già lo sono). Per i veterinari, in quanto liberi professionisti, funziona un po' diversamente, come hai detto cercano di tenersi caro il cliente, perché non è detto che via uno, ci sia la coda fuori dalla porta per prenderne il posto. Se è intelligente si adeguerà come quello con cui hai avuto a che fare; se è ottuso come alcuni di quelli con cui ho avuto a che fare io, perdono il cliente e difatti mi hanno perso. Per l'alimentazione il mio attuale veterinario, al quale per altro mi rivolgo in pratica solo per le sterilizzazioni, quando mi vede non perde occasione per consigliarmi di alimentare i miei gatti con le note marche che solitamente consigliano, non sto a far nomi, tanto si capisce quali intendo; qualsiasi altro tipo di alimentazione non industriale, barf compresa (orrore!!!) non la commenta neppure, limitandosi a un'alzata di sopracciglia e un mezzo sorrisetto... L'apertura mentale di un cliente serve a poco, quando dall'altra parte c'è una cristallizzazione mentale che impedisce di recepire uno stimolo. |
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